D&D 5 - riconoscere le pozioni

Leles

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Leles
La faccio breve: la regola presentata sul manuale del DM è veramente povera, per non dire offensiva: basta assaggiare e si riconosce tutto! Avrei ben più di un motivo per contestare questa scelta, ma mi limito a dire che non mi piace. Qualcuno ha sviluppato o mutuato un sistema alternativo? :pippotto:
 

Maxwell

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non so' quasi nulla di D&D 5°\next .
però di sistemi affini sì .
se ne nessuno ti risponde provo 1 suggerimento .

esistono le prove ed i gradi di difficoltà ?

le Pozioni sono elencate in Livelli o gradi o costi in scala ?
magari pari al Livello degli incantesimi a cui assomigliano .
 

Leles

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Leles
Le pozioni sono divise per rarità, non hanno corrispondenze con gli incantesimi. La loro rarità ne indicherebbe (secondo il manuale) la difficoltà al riconoscimento. Ci sono le competenze, che sostituiscono gli skill fondamentalmente. ..però vabbhe..riassumere qui il regolamento...mi sarebbe piaciuto confrontare come si regolavano gli altri che ci giocano. Però grazie lo stesso per la risposta!!! :)
 

Leles

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4: common, uncommon, rare, very rare
 

Maxwell

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allora suggerirei ,

prova di INT o SAG :

common CD 8
uncommon CD 12
rare CD 16
very rare CD 20

1 naturale = intossicazione dell ' assaggiatore .

20 naturale = possibilità di diluire e\o duplicare la Pozione con 1 prova di INT (meglio) o SAG
con 1 laboraratorio alchemico o mezzi similari appropriati .

ne L ' Era Di Zargo (clone D&D) farei circa così .
 

Leles

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Leles":372szr1i ha scritto:
La faccio breve: la regola presentata sul manuale del DM è veramente povera, per non dire offensiva: basta assaggiare e si riconosce tutto! Avrei ben più di un motivo per contestare questa scelta, ma mi limito a dire che non mi piace. Qualcuno ha sviluppato o mutuato un sistema alternativo? :pippotto:

E' la regola che stava in D&D basico, peraltro; ed anche in AD&D. In ogni caso, considerato che per riconoscere gli altri oggetti magici bisogna passare un'ora in attuning con essi, non vedo perché le pozioni dovrebbero essere più difficili da riconoscere degli oggetti più complessi. Se volessi complicare il riconoscimento degli oggetti magici (che da avventure pubblicate sono decisamente rari, persino le pozioni), dovresti reintrodurre il sistema di Identify, impedire ai personaggi di identificare gli oggetti con l'attuning, e in questo caso avrebbe senso il sistema di riconoscimento via check.

Tuttavia, questo stesso sistema in realtà non avrebbe nessun senso in termini di gioco. Che ne sa un guerriero alle prime armi di pozioni? Ed un barbaro? Magari per un bardo o per un mago la cosa avrebbe un senso (su INT), e potresti decidere che i sorcerer possono usare la WIS per via del loro legame intrinseco con la magia. Ma i warlock? E perché i chierici dovrebbero riconoscere pozioni fatte da maghi? E i druidi? E come fa un mago a riconoscere un incantesimo di guarigione o di cura quando non sa neppure dove stanno di casa? E perché usare eventualmente le regole dei fallimenti critici e successi critici? Perché con 20 riesco ad essere capace di diluire la pozione quando tutta la vita ho tirato mazzate con l'ascia? E perché dovrei avvelenarmi assaggiando una pozione di guarigione?

Ovviamente questo riguarda sempre la mia esperienza di gioco, ma in due diverse campagne il sistema proposto dal gioco stesso funziona bene, non appesantisce il gioco, e permette di concentrarsi sugli altri due aspetti (combat e rp).
 

Leles

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Infaati @Normanno io lamento proprio quello che tu dici! Il fatto che attualmente le pozioni si riconoscano solo assaggiandole (senza nemmeno l'attunement), causa esattamente che un guerriero riconosca pozioni al pari di un mago...facendo perdere la caratterizzazione dei personaggi.
io pensavo di permetterlo solo agli usufruito di magia e, se di rarità superiore alla comune, di imporre un tiro di competenza...bada bene, di competenza, non di caratteristica.
 

Maxwell

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mi sembra che l ' obiettivo sia stato raggiunto ,
tuttavia espanderei alcuni punti interessanti :

Normanno":1rjxjrjx ha scritto:
Che ne sa un guerriero alle prime armi di pozioni? Ed un barbaro? Magari per un bardo o per un mago la cosa avrebbe un senso (su INT), e potresti decidere che i sorcerer possono usare la WIS per via del loro legame intrinseco con la magia. Ma i warlock? E perché i chierici dovrebbero riconoscere pozioni fatte da maghi? E i druidi? E come fa un mago a riconoscere un incantesimo di guarigione o di cura quando non sa neppure dove stanno di casa?
indipendentemente dalle Classe , i PG sono Umani (o similari) ,
e l ' essere umano evolve e impara .
se prendiamo 1 camionista ed 1 farmacista ,
e gli facciamo assaggiare separatamente
prima 1 tequila e poi 1 purgante ,
ad ogni assaggio diverranno sempre + abili nel riconoscere i 2 liquidi.
ovviamente avere competenze affini ,
come nel mestiere\Classe ,
aumenta le possibilità di riconoscimento .

questo esempio ha però senso dove le Pozioni abbondano ,
in campagne a basso livello di oggetti magici , stride .

E perché usare eventualmente le regole dei fallimenti critici e successi critici?
x dare varietà al gioco .

Perché con 20 riesco ad essere capace di diluire la pozione quando tutta la vita ho tirato mazzate con l'ascia?
si veda la 1° risposta .
nulla vieta di fare 1 Guerriero intelligente
(altrimenti le caratteriste sarebbero già fissate in questi giochi
e non consigliate),
che tracanna Pozioni di Cura quotidianamente
e impara a distinguerle da purganti o veleni .

e con il tempo a riprodurli o almeno diluirli .
questa idea nasce x semplificare , ed evitare ,
il concetto dei MultiClasse dei precedenti D&D .

ovviamente 1 specialista dovrebbe aver + possibilità .

E perché dovrei avvelenarmi assaggiando una pozione di guarigione?
perchè potrebbe essere stata alterata o camuffata x sembrare tale .
si ricordi però che si devono usare queste variabili\suggerimenti
in base ai gusti del gruppo di gioco.

Ovviamente questo riguarda sempre la mia esperienza di gioco, ma in due diverse campagne il sistema proposto dal gioco stesso funziona bene, non appesantisce il gioco, e permette di concentrarsi sugli altri due aspetti (combat e rp).
concordo .
 

Normanno

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Leles":3bjml46u ha scritto:
Infaati @Normanno io lamento proprio quello che tu dici! Il fatto che attualmente le pozioni si riconoscano solo assaggiandole (senza nemmeno l'attunement), causa esattamente che un guerriero riconosca pozioni al pari di un mago...facendo perdere la caratterizzazione dei personaggi.
io pensavo di permetterlo solo agli usufruito di magia e, se di rarità superiore alla comune, di imporre un tiro di competenza...bada bene, di competenza, non di caratteristica.

Beh, falle riconoscere con l'attunement, allora. però, di nuovo, dipende da quanto sono frequenti nella tua campagna gli oggetti magici (e questo risponde pure a Maxwell riguardo alla capacità di imparare).
Per esempio, nella campagna di Tiamat, i personaggi sono arrivati a livello sette con UN arco +1 e un totale di 4 pozioni di cui tre di guarigione. Se gli oggetti sono così rari, allora mi sembra valido far riconoscere almeno le pozioni subito e pace.

Se le pozioni invece sono frequenti come l'acqua minerale nei supermercati, allora la capacità di imparare a riconoscerle tramite un check mi sta pure bene; tuttavia bisogna poi fare in modo che quel check progredisca con l'esperienza, e non basta solo il bonus di competenza. Quindi significa aggiungere ulteriori regole ad un sistema che funziona bene così, rischiando di appesantirlo inutilmente (francamente nessun giocatore di mia conoscenza si è mai lamentato del fatto di poter riconoscere una pozione facilmente, ma conosco persone che disquisiscono su fireball e tiri salvezza, quindi tutto è possibile. In genere rispondo: giocate a Rolemaster).

Infine, riguardo l'1 e l'avvelenamento: no, così proprio non va. Perché se la pozione è una pozione di guarigione, resta di guarigione pure se il personaggio fa 1. Poi il secondo personaggio fa 15, e la identifica come guarigione, ma nel frattempo il primo personaggio è avvelenato. Pertanto, o decidi che l'1 naturale cambia la natura della pozione (ma sfioriamo il ridicolo), o si decide per un altro risultato del fallimento critico. Per esempio, io in genere in situazioni simili "obbligo" il personaggio a comportarsi come se fosse convinto di un'altra cosa: "toh, una pozione..." (check, 1, fallimento critico). Il master dice "sei convinto che sia una pozione per volare". Ed il personaggio crede fermamente che ha a che fare con una pozione per volare, magari usandola nel momento sbagliato o peggio - il che è pure più bello dal punto di vista ruolistico (mi si perdoni il neologismo). Usare un risultato del genere per un tiro di 1 porta a situazioni belle da giocare, indipendentemente dalla ragione per cui si è effettuato il check.

Stesso discorso per il 20 e la diluizione: un camionista ed un farmacista hanno si le stesse capacità in potenza di produrre un medicinale usando gli stessi ingredienti, ma all'atto pratico la quantità di studio necessaria e l'addestramento necessario sono a dir poco gigantesche, quindi direi anche in questo caso: no, non può andare bene questa cosa, a meno che chi ha ottenuto 20 sia esperto in pozioni, ed in quel caso potrei accettarla. Magari il 20 può comportare che il personaggio reagisce meglio metabolicamente e quindi la pozione ha effetto (che so: guarigione, l'assaggio, faccio 20 ed automaticamente guarisco 1 o 2 pf, senza sprecare la pozione). Ma qui poi subentra il come applicare un risultato del genere ad altri tipi di pozioni - la forma più semplice sarebbe: 20 permette di fare questo solo se la pozione ha un effetto compatibile, altrimenti è solo identificata con certezza e basta.
 
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