Generale Com'è cambiato il ruolo del master nei giochi di ruolo tradizionali

Coockhob

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Con l'uscita della Dungeon Master's Guide 2024, ho notato che su Reddit e YouTube alcuni utenti hanno commentato negativamente il fatto che il ruolo del master sia stato descritto come quello di un "intrattenitore" o "insegnante". Personalmente, mi astengo dall’esprimere giudizi sulla questione, ma vorrei condividere la mia esperienza.
Dal 2004, almeno nel mondo reale e non online, non mi è quasi mai capitato di vedere giocatori disposti a studiare il regolamento. Alla fine, il DM, a quanto ho visto io (ho smesso di giocare a D&D nel 2010), è già da tempo un insegnante. Deve continuamente rispondere a domande sul regolamento e guidare i giocatori durante la partita. Per questo motivo, l’idea del DM come "insegnante" non mi sorprende, perché, a quanto ho potuto osservare nel mondo reale * è così da vent’anni.
Quanto al dibattito sul fatto che il DM dovrebbe essere un giocatore "come gli altri", posso dire che negli anni '90 il master era un giocatore come gli altri solo in un contesto di gioco competitivo. Nei sistemi come BD&D, AD&D, Tunnels & Trolls, Uno Sguardo nel Buio, o GURPS giocati in stile PIù Old School, il master tendeva a giocare "contro" i giocatori, usando gli elementi dello scenario per opporsi ai PG.
Con sistemi diversi, come Kata Kumbas o Simulacri, il ruolo del master cominciava a cambiare. Lì, il focus non era più il DM che cercava di sconfiggere i giocatori, ma piuttosto quello di intrattenere il gruppo attraverso l’ambientazione, la narrazione e il coinvolgimento dei personaggi. In Kata Kumbas, ad esempio, eri incentivato a risolvere gli incontri in modi diversi dal semplice combattimento, un approccio che spostava il ruolo del master verso quello di narratore e guida.
Come giocatore, oggi non tornerei ai tempi in cui il mio ruolo era affrontare missioni o dungeon con il master che semplicemente cercava di opporsi a noi usando lo scenario. Anche come GM, so benissimo come impostare quel tipo di gioco e ho tutti gli strumenti per farlo, ma non mi interessa più. Preferisco un approccio collaborativo, e non credo che i giocatori di oggi capirebbero o apprezzerebbero un ritorno a quel tipo di dinamica.

* (In rete ci sono giocatori più consapevoli e qualcuno che compra i giochi nei negozi che frequento deve pur esistere)
 
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Maxwell

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io l ' ho sempre vissuto come arbitro ,
e nel giocare ,
come coordinatore di sfide .
non mi piace schiacciare i PG con forze opprimenti ,
preferisco cose equilibrate che diventino rischiose se sottovalutate .
ovvio che se poi cercan rogne in sfide superiori , eh eh eh ....
insegnare l ' ho sempre fatto a chi chiede ,
ma dopo l avvento di internet ,
è passato da10 su 10 , a 5 su 10 .
 

giovanni81

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MMh intrattenere è sempre stato il fine ultimo: opporsi al gruppo presentando sfide superabili con difficoltà era solo un modo per intrattenere.
Non vedo questa evoluzione in realtà.
Più che altro i giochi di oggi sono meno centrati sul combattimento .... quindi il fine di intrattenere viene realizzato in altri modi.
 

Tullaris

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Concordo su tutto.
E a parte i primi anni, anche da noi (sono io il master) il master è sempre stato un "intrattenitore".
Sul discorso insegnante concordo, dipende dal fatto che sono pochi quelli che si studiano le regole, quindi diventa una necessità.
Se queste soluzioni non piacciono, non si gioca ai tradizionali. I giochi moderni vanno proprio nella direzione di "risolvere questi problemi" (fra virgolette, perchè per me non sono problemi)
 

Jibril

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Quello di insegnante è sicuramente un ruolo che io trovo essenzialmente un tutt'uno con la figura del master, sia per motivi pratici, poichè spesso (per non dire sempre) si compra un solo manuale di gioco per gruppo e spesso lo compra chi lo vorrà masterare, sia per motivi "etici": io master ti invito a giocare tale gioco e ti spiego come funziona.

A questo mi viene da aggiungere che ad oggi la figura del master è ben delineata e trascende quelli che sono i confini dati ai giochi (tradizionale, narrativo ecc). Un (buon) master conosce il regolamento e lo sa spiegare, sa gestire il gruppo e sa intrattenere.
Io più che sul ruolo di insegnante mi focalizzerei su quello dell'intrattenitore, sfida ben più ardua che spiegare il regolamento di un gioco.
Il master moderno deve conoscere tutta una serie di tecniche narrative per portare avanti una sessione, a prescindere che sia AD&D o Blades in the Dark. Deve sapere come bilanciare uno scontro e che non è mai giocatori vs master e che anche lui\lei deve divertirsi. Per la controparte, ma forse se ne parla troppo poco, anche il ruolo dei giocatori è diverso e in generale quello del tavolo.

Il ruolo di arbitro, come dice Maxwell, è sceso negli anni, e per fortuna direi. Una delle cose più odiose è dover sottostare ad una figura che impone il proprio volere "perchè è il master". Io rimetto sempre delle decisioni in bilico prima al gruppo, ne discutiamo, se qualcuno ne sa di più può aiutare a dirimere la situazione e poi decidiamo. Oppure applichiamo la regola del "stasera facciamo così, per la prossima volta ci informiamo meglio come fuziona\come fare". Ovviamente tutto questo processo si basa sul fatto che c'è il rispetto di tutti al tavolo, cosa imprescindibile.
 

Maxwell

Grande Saggio
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A questo mi viene da aggiungere che ad oggi la figura del master è ben delineata e trascende quelli che sono i confini dati ai giochi (tradizionale, narrativo ecc). Un (buon) master conosce il regolamento e lo sa spiegare, sa gestire il gruppo e sa intrattenere.
Io più che sul ruolo di insegnante mi focalizzerei su quello dell'intrattenitore, sfida ben più ardua che spiegare il regolamento di un gioco.
Il master moderno deve conoscere tutta una serie di tecniche narrative per portare avanti una sessione, a prescindere che sia AD&D o Blades in the Dark. Deve sapere come bilanciare uno scontro e che non è mai giocatori vs master e che anche lui\lei deve divertirsi. Per la controparte, ma forse se ne parla troppo poco, anche il ruolo dei giocatori è diverso e in generale quello del tavolo.
deve dire che negli anni ho assunto una figura di coordinatore .
cerco sempre di chiedere a tutti di dire la loro ,
e gioco solo tradizionali .
Il ruolo di arbitro, come dice Maxwell, è sceso negli anni, e per fortuna direi. Una delle cose più odiose è dover sottostare ad una figura che impone il proprio volere "perchè è il master".
vero . vànno notate 2 cose :
1° ; i Master "bulli" sono un pò calati .
2° ; di contro , sono aumentati i PG "bulli" , che sbandierano il regolamento a loro favore ,
spesso evitando le parti a loro sfavorevoli , e puntando , a volte distorcendo , il possibile a loro vantaggio .
entrambi comportamenti tossici che non approvo .
Io rimetto sempre delle decisioni in bilico prima al gruppo, ne discutiamo, se qualcuno ne sa di più può aiutare a dirimere la situazione e poi decidiamo. Oppure applichiamo la regola del "stasera facciamo così, per la prossima volta ci informiamo meglio come fuziona\come fare". Ovviamente tutto questo processo si basa sul fatto che c'è il rispetto di tutti al tavolo, cosa imprescindibile.
concordo in buona parte .
mi autocritico perchè alla fine faccio spesso alla Zeus :
in un tavolo da 6 ,
5 PG hanno ciascuno il 10% di potere ,
ed io il 50% , ma lo uso più che altro per gli spareggi decisionali .
direi che in 35 anni di gioco ,
un buon 90\95% è rimasto soddisfatto .
 

Coockhob

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Secondo me, il ruolo del master è cambiato nel tempo principalmente perché sono cambiati i giocatori. Nella mia esperienza, ho osservato tre periodi distinti:
1990-2003: I giocatori leggevano i regolamenti e, in alcuni casi, anche riviste e fanzine dedicate al gioco di ruolo nonché le prime pagine web come "la Roccaforte". C’era un forte interesse per approfondire le regole e il contesto dei giochi.
Dal 2004: Ho notato un netto calo nell’abitudine di leggere i regolamenti (praticamente solo il GM lo faceva). I giocatori non consultavano mai le pagine web o si interessavano a risorse online, e ancora meno seguivano contenuti su YouTube. Alcuni GM, però, lurkavano nelle discussioni sui forum, ma questa è una questione che meriterebbe una riflessione a parte.
Dal 2021: Qui le cose sono cambiate ancora. Ho iniziato a vedere giocatori che continuavano a non leggere regolamenti o pagine web, ma che seguivano molto contenuti su YouTube, come show di actual play e rubriche dedicate a D&D.
Questi cambiamenti nei comportamenti dei giocatori hanno inevitabilmente influenzato il ruolo del master, che spesso si è dovuto adattare ai nuovi modi in cui i giocatori si avvicinano al gioco.
 
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Elendil

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Master come insegnante mi ci ritrovo da parecchio: io leggo i manuali. E non mi dispiace affatto introdurre il sistema giocando, mettendo i giocatori nel giusto mood. E questo scongiura il pericolo del giocatore che legge tutti i manuali e poi ti sbatte in faccia un paragrafo di regolamento cherrypickato e distorto a suo vantaggio, che è cosa abbastanza odiosa.

Intrattenitore fino a un certo punto: sì, ok, cerco di lasciare i giocatori soddisfatti, ma devo divertirmi anche io, e quindi ci devono mettere anch'essi del loro e rendermi la cosa semplice, non rompere le scatole. Direi più coordinatore, quindi.

Per il resto, sì è cambiato, almeno su certi tavoli: il master "bullo" e nemico dei giocatori per fortuna si sta estinguendo, e in questo aiutano i sistemi che - anche se tradizionali - sono più orientati alla creazione di un'esperienza condivisa che ad una serie di incontri bilanciati sul potere dei personaggi con delle build centellinate per massimizzare i danni per round.
 
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soapzero

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Sul fatto che sia un "intrattenitore", credo sia quello l'intento fin dalla creazione del gdr.
Il master è colui che prepara il gioco: narrazione, combattimenti, situazioni vaie... è l'ideatore di ciò che dovrà intrattenere i giocatori.
Che poi ci siano state derivazioni competitive... Io però mi chiedo sempre: ma che senso ha? Io come master posso metterti un drago adulto di fronte quando sei di 1° livello e sei morto subito. Il gioco competitivo ha senso solo quando ci sono delle regole che mettono tutti i giocatori alla pari come possibilità di vittoria. Non mi si dica che le regole per il bilanciamento degli incontri servano a questo, perché ci sono mille variabili che il master può decidere e che possono trasformare un incontro facile in uno impossibile.
 

Wawwowo

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Per me il Master è un po' il regista di una pièce teatrale dove gli attori, che coincidono anche con il pubblico, non hanno copioni ma solo un canovaccio generale.
Lo scopo del regista è quindi mettere gli attori nella condizione di sfruttare al meglio le proprie capacità anche in rapporto con gli altri partecipanti; essendo però sia "protagonisti" che "pubblico" lo scopo principale è comunque il divertimento; anche in questo un buon regista deve intervenire nei momenti giusti per dare pennellate opportune quando serve.
 
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