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Illuminato
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non so come e non so perchè, mi è capitato questo Report di un decennio fa...

... lo stomaco vacilla.. :alcolico:

gio gen 18, 2007 4:54 am Axis and Allies Pacific + Europe

Terminata questa sera l’esperienza ludica più gratificante che abbia mai provato.
La fine è stata talmente inaspettata e sorprendente da lasciare tutti di sasso, compresi i vincitori.

Ma andiamo con ordine.
La prima seduta, già anticipata all’inizio di questo thread, aveva visto una sostanziale parità tendente a favore degli alleati.

La Germania aveva condotto con poco mordente le sue prime operazioni, disperdendo le truppe in attacchi sterili e disordinati sul fronte russo.
Alla fine del terzo turno di gioco, però, i generali nazisti riunivano i vari scampoli della Wehrmacht in una non trascurabile forza d’attacco in Polonia.
Nello stesso tempo una piccola divisione di Panzer, sostenuti dalla flotta d’attacco della Bismark, entrava in Medio Oriente e si impossessava di buona parte dei pozzi di petrolio alleati, costringendo questi ultimi a pagare di tasca propria le armi naziste.
Tutto tranquillo sul fronte occidentale dove una scarsa presenza di inglesi e americani lasciava i soldati tedeschi a prendere il sole sulle coste dell’Atlantico e della Manica.

Dal canto suo, la Russia, preso coraggio grazie alla poca convinzione della Germania nei primi turni, si era spinta addirittura a conquistare i territori est-europei con un esiguo numero di truppe mentre intorno a Mosca tutto era relativamente tranquillo e ben difeso.
L’unico problema latente era il tradimento del Giappone.

Questo, infatti, preoccupato dagli scarsi successi dell’alleato ariano, per allentare la pressione esercitata su Berlino, non trovava soluzione migliore che rompere il trattato di non-aggressione con la vicina Russia e invadere i territori sovietici orientali con alcune divisioni corazzate.
Nello stesso tempo, la politica espansionistica dell’imperatore Hirohito, aveva aperto altri due fronti: a sud-ovest, con l’obiettivo di catturare l’India, e ad est per liberarsi definitivamente del gringo americano.
Nel primo caso, un devastante attacco a sorpresa iniziale, portava alla conquista di Filippine, Borneo e Malesia riducendo allo stesso tempo la flotta di Sua Maesta Britannica.
Nel secondo caso, un’imponente flotta di navi, aerei e truppe da sbarco cancellava per sempre il pur imponente schieramento yenkee e conquistava le isole Hawaii.

Proprio perché innervositi da questa apparentemente inarrestabile espansione nipponica, America e Gran Bretagna approntavano i mezzi per far fronte ad un imminente sbarco giapponese in territori strategicamente fondamentali: le capitali.
In questo modo, però, lasciavano, come già detto, la Germania in relativa tranquillità sul fronte Atlantico.

Arriviamo a questa sera.

La Germania comincia a sfruttare la potenza della Wehrmacht di stanza in Polonia costantemente alimentata da rinforzi provenienti dalla capitale. Il fronte russo inizia a cedere. Stalin non è più così spavaldo anche se si permette lo smacco di spedire alcune divisioni corazzate addirittura in nord Italia, sfruttando l’assenza di unità naziste nel sud dell’Europa.
Ma è un fuoco di paglia. I sovietici si sono avvicinati troppo a Berlino, cuore del Terzo Reich, e in breve i territori vengono riconquistati e le armate russe annientate. Forse, sarebbero state più utili a difendere Leningrado che, infatti, cade dopo poco.
La Germania sta dominando l’Europa. Solo la Norvegia e la Finlandia sono cadute in mani alleate ma è un problema di poco conto. Le navi da trasporto americane e inglesi tardano colpevolmente ad arrivare. I fondi sono spesi in navi da guerra per contrastare la pericolosissima e imponente flotta giapponese che, nel frattempo, lasciate le Hawaii, raggiunge e conquista Panama e, con esso, l’accesso all’Atlantico. Washington è seriamente minacciata e ondate di uomini vengono addestrati o richiamati dalle retrovie in Canada.
Nonostante questo Hirohito è tutt’altro che sereno. Se è vero che le sue corazzate tengono col fiato sospeso le principali città americane, in patria le cose vanno diversamente.
L’avanzata sul fronte russo si è fermata. Le divisioni corazzate sono state bloccate e decimate in Kazakistan. Per fortuna Stalin ha problemi altrove e non impegna ulteriori risorse.
In Asia Minore le cose non procedono meglio. In Indocina e in Siam i giapponesi, che all’inizio avevano catturato territori a profusione, cominciano ad incontrare una seria resistenza da parte degli inglesi che, nel frattempo, si sono organizzati insieme alle indomite truppe cinesi.
Come se non bastasse, dall’Australia, che finora è rimasta inoperosa ed intatta, cominciano ad arrivare minacciosi carichi di truppe e navi da guerra.
Sebbene i soldati del sol levante si difendano coraggiosamente (il Borneo cede solo al terzo assalto), piano piano i trasporti vengono affondati e caccia e bombardieri abbattuti. Tokyo resta isolata. Solo una piccola flotta di sommergibili e qualche corazzata difendono le spiagge dell’isola.
Da quando la flotta maggiore si trova a Panama, gli Stati Uniti Occidentali, dopo aver liberato le Hawaii, approntano in breve tempo un imponente ed inarrestabile forza d’urto che si attesta a poche miglia al largo del Giappone.
Si gioca l’ultima carta. Le Yamato salpano l’ancora, superano Panama ed entrano nell’Atlantico. L’intenzione, folle, è quella di attaccare Londra e per non far capire subito il piano si dirigono prudentemente a sud verso le coste marocchine. La Bismark si unisce al gruppo.
Ma è tutto inutile, gli alleati capiscono le intenzioni della flotta che, del resto, hanno tenuto d’occhio per tutta la partita.
Londra si rinforza, si arruolano soldati e si mettono in mare nuove navi; non potenti ma abbastanza numerose da dissuadere i nipponici. La flotta giapponese è forte ma non si può permettere il lusso di perdere trasporti carichi di uomini preziosi per lo sbarco.
Intanto gli inglesi rafforzano le teste di ponte in Norvegia e spazzano l’ultima resistenza tedesca in quelle zone.
Gli americani mettono in acqua numerose navi da guerra e spostano caccia e divisioni corazzate a Londra.
L’assalto alla Gran Bretagna è ormai impossibile, la fuga verso Panama è bloccata, le coste marocchine si sono rivelate una trappola. Prossimamente gli Stati Uniti attaccheranno, anche se in inferiorità, e le perdite saranno comunque gravi. Se colpiranno le navi da guerra, i trasporti da soli resteranno alla mercè del nemico. Se colpiranno questi ultimi, le unità resteranno a terra senza più possibilità di muoversi.
L’ultimo tentativo della tigre in gabbia è di rivolgersi alle coste americane. Persi per persi…
Ma a Tokyo si tentenna, l’ordine non arriva. Il governo ha già deciso la resa. Hitler frustrato vede cedere il suo alleato ad un passo da Mosca.
Ma proprio mentre l’imperatore Hirohito sta per appoggiare la penna sulla carta per firmare la resa incondizionata, da Dunquerque arriva una telefonata urgentissima: le pattuglie tedesche della costa hanno rilevato una zona libera nella Manica. Pare ci sia un canale utilizzabile.
Una rapida occhiata alla cartina dimostra che la notizia è fondata, gli alleati hanno lasciato un passaggio incustodito. La firma dell’armistizio viene rimandata.
La Kriegsmarine, con la sua piccola flotta nel Baltico, si immola insieme ad alcune unità della Luftwaffe per causare più danni possibili alle forze inglesi a Londra. Poco dopo, la flotta giapponese salpa dalle Canarie e raggiunge le coste britanniche. I cannoni delle corazzate spazzano le esili difese e spianano il terreno per l’invasione. Dopo un’estenuante battaglia di terra, davanti agli sguardi allibiti degli alleati, un cospicuo numero di unità di fanteria prende il controllo di Londra. A nulla valgono i tentativi di riconquistare la capitale con un attacco dalla Norvegia.
Dopo una breve consultazione i comandanti alleati depongono le armi e si arrendono incondizionatamente.

:grin: :grin: :grin:

Spero di non aver tirato troppo in lungo ma è stata un’esperienza grandiosa e volevo assolutamente condividerla con voi tutti appassionati di questo straordinario gioco da tavolo in questa straordinaria soluzione.

Frigster
 
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