Sono d’accordo che il kickstarter non sia un ecommerce, mi chiedevo se fosse in qualche modo assimilabile per fare una denuncia tramite uno strumento accessibile ai cittadini, come la polizia postale. Non saprei neanche con che risultati, poi.
Non penso che ci sia una legislazione specifica sull’argomento e sono ben conscio dei rischi che ci sono a finanziare una campagna, ma ritengo che in questo caso siamo di fronte ad un comportamento potenzialmente fraudolento. Alla luce dei fatti mi sembra che le informazioni che hanno fornito non siano state tutte veritiere.
La comunicazione assente, la mancata volontà di cercare delle soluzioni e la risposta di Gravina su Facebook rafforza i miei sospetti.
Grazie a Google, scopro che una società inattiva non opera e non produce più. Le società in questa condizione si limitano a recuperare qualche credito o a pagare i propri creditori per evitare la dichiarazione di fallimento.
A questo punto sarei molto curioso di sapere come la società Deer Games intende rendicontare il contributo ricevuto dai backer, perché attiva o meno, immagino che i soldi da Kickstarter li abbiano ricevuti e un bilancio per il 2022 lo dovranno pur fare.
Da questo si potrebbero vedere anche i costi sostenuti : o si sono spesi tutto, senza neanche iniziare a produrre - e in tal caso non sarebbero mai stati in grado di consegnare il gioco anche senza i millantai problemi - oppure gli avanza qualcosa. In questo secondo caso, a pensar male, mi verrebbe da ipotizzare che l’intenzione potrebbe quella di far passare del tempo con la società inattiva per poi liquidarla in bonis e trasformare il debito verso i backer in una sopravvenienza da spartirsi tra i soci come avanzo di liquidazione, contando sul fatto che i singoli creditori sono tanti, per piccoli importi e sparsi per il mondo. Non si tratta certo grandi cifre, ma sarei più contento di sapere che chiudono rimettendoci almeno il capitale sociale piuttosto che guadagnarci qualcosa.
Mi viene poi in mente una possibile questione legata all’IVA.
Con il pledge hanno incassato l’IVA, che era inclusa nel prezzo, tuttavia questa non dovrebbe rientrare nel finanziamento del progetto, trattandosi di una cifra anticipata per un’imposta che si materializzerà alla cessione del bene.
Anche assumendo che i soldi incassati siano andati a coprire i costi sostenuti, a che titolo possono disporre per le loro spese della quota pagata per l’IVA quando questa sarebbe dovuta essere versata allo stato al momento della consegna?
Capisco quindi i rischi del crowdfunding e per la sua natura non so se siano perseguibili in caso di mancata consegna, ma mi chiedo se la situazione societaria sia trasparente, se abbiano fatto tutto a norma di legge o se, trattandosi di una realtà italiana, non ci sia qualcosa per possa essere fatto per rompere un po’ i cosiddetti. Non penso che a mandare email o scrivere messaggi su Facebook si possa ottenere qualcosa.
Magari quelle che ho scritto sono solo cavolate, anzi é facile che sia così, ma se possono essere di spunto per qualcuno che ne sa di più, i miei 2 cts li ho dati.
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