Mumble, cercherò di articolare al meglio il mio pensiero.
Come ha perfettamente detto
@odlos Lacerda tende a fare giochi molto complicati, tante regole e regolette nel flusso di gioco, azioni che triggherano bonus di vario tipo, nel tentativo di simulare al meglio ciò che l'ambientazione descrive. Prendo, come esempio, on mars come una sineddoche dell'opera dell'autore, visto che tutti, bene o male, si accomunano in questo profilo. In on mars la maggioranza delle cose che fai ti porta punti, costruisci un razzo? punti. Avanzi su una tecnologia? Punti. Prendi uno scienziato? Punti ancora. Il gioco è un continuo rewarding che appaga un aspetto che molti giocatori amano, ovvero il feedback. Per motivi scolastici ho studiato un po' di gamification e quei meccanismi che, applicati nel gioco, tendono a creare "engagement". Uno dei core driver della gamification, un aspetto fondante, per capirsi, è l'empowerment e il feedback che un gioco restituisce, ovvero quell'appagamento che un giocatore riceve nell'osservare come il gioco gli restituisca la sensazione di stare giocando bene. Lacerda in "on mars" su questo cede che è un piacere dandoti l'impressione che ogni passo e ogni mossa sia comunque significativa nella costruzione di un cumulo di punti che se anche non ti porta alla vittoria comunque ti trasmette la sensazione che "stai facendo comunque bene". Altro aspetto che fa leva su giocatori con tale profilo è l'estetica del gioco che si sviluppa, con un sacco di materiale che appare sulla mappa, materiale davvero curatissimo. Ogni giocatore ha un proprio profilo di piacere, chi prova piacere a ricevere continui feedback, chi prova piacere a veder livellare un personaggio, chi prova piacere a compiere quest, accomplishment, in gergo. Chi si esalta negli achievment. Chi si esalta in quello che viene chiamato "epic meaning", ovvero la sensazione che si sta contribuendo a qualcosa di grande (e su questo on mars, facendo vedere la colonia che cresce riesce molto bene). Tutti i giochi fanno leva, magari in modo diverso, su questi aspetti, e quindi dipende molto dal profilo del giocatore che cerca determinate cose nel gioco. Come mio profilo di giocatore trovo più appagante perseguire obbiettivi di lungo termine e chiari nella meta ma difficili nel raggiungimento. On mars su questo è vago, sul lungo termine ti dice solo di avere più punti, ma è chiaro nel momento in cui i punti li ottieni, mossa dopo mossa.
Questo discorso che sto facendo non vuole assolutamente fare una classifica di chi è il giocatore migliore, è una questione di mero appagamento. Su chi ha una componente di gusto del gioco orientata sull'aspetto del rewarding di sicuro amerà titoli di Lacerda e Feld (sto pensando a Burgo of burgundry) e altri che forniscono insalata di punti.