La vecchiaia si può fermare ecco come salvare il cervello

Da Repubblica di oggi: Non è vero che la Terza Età debba significare per forza una perdita di lucidità: "Neurology" ha indagato luoghi comuni e nuove teorie sul training del pensiero.

Giocatori

Da Repubblica di oggi: Non è vero che la Terza Età debba significare per forza una perdita di lucidità: "Neurology" ha indagato luoghi comuni e nuove teorie sul training del pensiero.

BERLINO. Non abbiate paura della terza età, non è detto che ai più giovani, anche se avete superato i settanta, dobbiate apparire "rimbambiti". Preparatevi a tempo, programmate una vita riempita non solo di vacanze o riposo, ma anche di ginnastica cerebrale e fisica, e resterete "fit", conserverete quella mens sana in corpore sano elogiata dagli antichi. Lo spiega il neurologo Valgeir Thorvaldsson, che sull'ultima edizione di Neurology ha pubblicato uno studio-decalogo su come non scivolare verso forme di demenza.

Per prima cosa, certo, valgono le arci-note raccomandazioni generiche: non fumate, la carne mangiatela poco o per nulla, dedicatevi a un'attività sportiva almeno quattro volte la settimana, controllate sempre la pressione. E già sarete fisicamente e intellettualmente vent'anni più giovani di chi non prende queste precauzioni. Ma nella sua indagine - svolta seguendo 288 anziani della prospera e civile Svezia, tutti nati nel 1901 o nel 1902, tra il loro 70mo anno di vita e la loro morte - Thorvaldsson è giunto ad altre, più interessanti scoperte.

Primo, guai a vedere con fatalismo l'invecchiamento come inevitabile processo deteriorativo delle facoltà di pensare, parlare, muoversi, far conti. L'anziano potrà essere più lento nei suoi processi cerebrali, ma se sa tenersi sveglio con esercizi adeguati conserva il vantaggio della sua maggiore esperienza. Secondo, mantenersi sani in testa e nel corpo nella terza età richiede tanti sforzi, ma vale la pena.

Facciamo per primo piazza pulita di illusioni e luoghi comuni, scrive Thorvaldsson. I cruciverba, passatempo prediletto degli anziani, sembrano ginnastica cerebrale o mnemonica utile, invece no. Non servono a nulla: mantengono le conoscenze e capacità cerebrali del momento, ma non le migliorano. Meglio dedicarsi a giochi che davvero richiedano fantasia, ragionamento, bisogno d'improvvisazione veloce. /fra tutti gli scacchi: il duello con le figure dell'avversario sulla scacchiera t'impone di concentrarti, ti obbliga a pensare anche con concetti matematici, insomma è una ginnastica mentale ideale

Secondo: imparare il giapponese, o un'altra esotica e difficile lingua (il tedesco sui regolamenti? - Raffaele). Ti spinge a esercizi mnemonici ma soprattutto (al di là della difficoltà di ricordare gli ideogrammi, o i simboli del Katakana, i segni del giapponese moderno) ti aiuta a ragionare con la logica di un'altra lingua e di un'altra cultura.

Terzo: svolgere esercizi particolari, improbabili per i più. Provate a imparare a fare il giocoliere. Ottimo per il coordinamento tra muscoli e cervello, e per la velocità di reazione. È un nuovo esempio, dice lo gerontopsichiatra tedesco Hans Gutzmann, di come sia benefico stimolare un cervello anziano con sfide nuove. Cioè: guai a pensare che la vita da pensionato debba essere soprattutto riposo e relax. Un altro esempio di ginnastica mentale è la musica: se avete cessato l'attività lavorativa, studiate pianoforte o flauto, tanto più se non lo avete mai fatto prima nella vita. Studiare musica in età avanzata, avvertono i neuropsicologi dell'università di Zurigo, aiuta a contrastare la degenerazione della corteccia cerebrale frontale.

Restano poi altri consigli, più ovvii ma sempre utili: ginnastica o sport. O, specie per le donne, un po'di caffè, meglio se consumato con calma chiacchierando con coetanei: i pomeriggi in pasticceria delle vecchie signore, un'immagine tanto tipica del Mitteleuropa, rientrano anche nella lista della lotta contro la demenza senile.