Mi sono divertita un sacco a giocare a Betrayal, il genere è proprio quello, si entra nella casa per un motivo "innocente", ma 50 risvolti misteriosi sono lì ad attenderci.
Bruce Glassco, Rob Daviau, Bill McQuillan, Mike Selinker eTeeuwynn Woodruff nel 2004 realizzarono Betrayal at House on the Hill, uno dei giochi-vessillo del macrogenere american, targato Avalon Hill. Finalmente questa pietra miliare è stata tradotta in italiano in occasione della terza edizione, grazie alla Hasbro.
Nella scatola trovate ben 50 scenari, che salgono a 100 se scaricherete la traduzione della vecchia edizione, disponibile qui sul nostro sito nella sezione "DOWNLOAD".
Le storie non potrebbero essere più diverse l'una dall'altra, si va dai vampiri alle fate, anche se partono dal medesimo incipit: i protagonisti (da 3 a 6) entrano in una casa per un motivo scelto di comune accordo tra quelli proposti (sono interessati all'acquisto della casa, oppure sono indagatori dell'occulto, oppure hanno ricevuto uno strano invito, e via discorrendo...). La casa si costruisce pian piano davanti ai loro occhi, tramite l'azione di esplorare, che fa posizionare nuove tessere dei tre differenti piani: piano terra, piano superiore e seminterrato. Così facendo, i personaggi si potenzieranno con carte "oggetto", ma attenzione, ché l'esplorazione prevede anche la raccolta di carte "presagio". Ad ogni presagio, si dovrà lanciare un numero di dadi pari al numero di carte presagio totali in gioco in quel momento: ogni dado ha due facce da 2, due facce da 1 e due facce da 0, se il risultato dei dadi corrisponde almeno a 5, inizia la seconda fase del gioco...
"You think you know the story... Think again."
(dalla locandina di The Cabin in the Woods)
Ad un certo punto, infatti, uno dei giocatori diventa il traditore, di solito chi fa scattare lo scenario, e così il gioco, che incomincia come cooperativo, diventa "uno-contro-tutti". Il traditore deve quindi andare in un'altra stanza a leggere lo scenario dal "libro del traditore" per capire come vincere, mentre gli altri leggeranno insieme le condizioni di vittoria dal "libro degli eroi". Ci si riunisce e si inizierà la caccia all'uomo, a suon di lanci di dado.
Per completezza preciso che alcuni scenari non prevedono il traditore, ma sono una rarità.
Il gioco non è assolutamente invecchiato, nonostante gli anni sulle spalle: non fatevelo scappare, adesso che non c'è nemmeno l'ostacolo della lingua ad impedimento. Si tratta di un gioco imperfetto, con l'eliminazione del giocatore ed è assolutamente sbilanciato, ma in quanto a divertimento al tavolo vi darà molta soddisfazione.
C'è proprio un film che parla di qualcuno che entra in una casa e, nello scantinato, sceglie inconsapevolmente di che morte morire, tra una vasta gamma di opzioni.
Ho scelto di abbinare un film che mi sta molto a cuore, uno dei migliori horror, anzi dei migliori film, degli anni 2000: The Cabin in the Woods (Quella casa nel bosco, Drew Goddard, 2012). Sembra il solito slasher movie con la combriccola di malcapitati liceali a fare la vacanza in una baita sperduta... in realtà è una lettera d'amore per il genere horror, un meta-horror postmoderno.
In 90 minuti gli sceneggiatori Drew Goddard e Joss Whedon hanno condensato cento anni di cinema di genere in modo geniale, mettendo in scena sfacciatamente gli archetipi e gli stereotipi rispettandoli alla lettera, disattenendo alle regole dettate dal vecchio Scream (id, 1996) di Wes Craven: non fare sesso, non ubriacarsi o assumere droghe, mai dire "torno subito!", mai rispondere al telefono, non dividersi...
Come il film di Craven, anche The Cabin in the Woods è una tappa fondamentale del genere cinematografico più libero e dissacrante, genere che però spesso si trova impantanato nella stagnazione e nella ripetitività del B-movie. Meno male che ogni tanto arriva il colpo di genio che indica la via nuova da percorrere, in questo caso (ma anche nel caso della saga di Scream), con conoscenza approfondita della materia, condita da tanta, tanta ironia.
Non a caso, Goddard aveva già partecipato alla realizzazione di Cloverfield (id., Reeves, 2008) e Lost (id., 2004-2010), mentre Whedon era il regista della meravigliosa serie Buffy l'ammazzavampiri (Buffy the Vampire Slayer, 1997-2003) e di The Avengers (id., 2012), diciamo che avevano due bei curricula a base di narrazione postmoderna, ricolma di citazioni, di plot twist inaspettati e di stratificazioni nella sceneggiatura.
Come consiglio Betrayal at House on the Hill anche a chi non ama i giochi tematici, consiglio The Cabin in the Woods anche a chi non ama gli horror: sono entrambi eccezionali. Avvicinatevi senza pregiudizi.