Saranno Goblin: Numeri... Che pizza!

Affrontiamo Numeri... Che pizza!, uno dei titoli proposti nella nuova linea Clementoni dedicata ai più piccoli. Sarà cotto al punto giusto?

Articoli
Giochi
Giochi collegati:
Numeri... che pizza!

Lo confesso. Quando nel titolo ho visto citato il Divin Piatto, le mie sinapsi hanno avuto un corto circuito. Come resistere a un gioco che riportava nel titolo il mio alimento preferito e una scatola dove *addirittura* ne veniva proposta l'immagine? La prima reazione è stata quella di empatia assoluta, ma sapendo che avrei dovuto passare al vaglio dei miei piccoli infanti, ho cercato di mettere da parte le mie ascendenze culinarie e capire di che pizza stessimo parlando. Se anche voi siete affamati (di conoscenza), non vi resta che proseguire nella lettura.

Margherita o Quattro Stagioni?

Come premesso nel sottotitolo dell'articolo, Numeri... Che pizza! fa parte della nuova linea Clementoni intitolata l'Emozione di Imparare, il cui target è la fascia dei piccolissimi alle prese con i primi passi nel mondo dei giochi da tavolo; nello specifico, questo titolo è suggerito per due giocatori con età 4+ (per la modalità base, 5+ per le altre), sebbene le varie modalità di gioco proposte all'interno del regolamento (come vedremo anche più avanti) permettano di far scalare le meccaniche per renderle adatte anche a bambini dei primi anni delle elementari grazie ad una progressiva complicazione del gameplay.

All'apertura della scatola, la prima - bella - sorpresa: all'interno troviamo infatti quattro fette con un numero variabile di ingredienti da uno a quattro per ciascuna delle cinque tipologie di pizze "sane" (più una variante avariata), ma soprattutto due bellissime scatole di cartone, del tutto simili a quelle che vi portano quando ordinate il sacro elemento d'asporto. Aggiungete al tutto due dadi di legno, uno con disegnati i numeri da 1 a 4 e un'immagine jolly, uno con i cinque ingredienti e l'immagine jolly e avrete il piatto completo.

La cura dei materiali è sicuramente uno dei fiori all'occhiello di questa produzione e vi consiglio di seguire i suggerimenti del libretto di istruzioni e lasciare libera esplorazione ai vostri piccoli per godere dell'impegno profuso in tal senso da Clementoni; passata questa fase è il momento di mettervi a tavola!

Pizza Best in Class

Le varianti di gioco sono sostanzialmente tre, due competitive e una collaborativa per permettere di non vivere sempre la pressione del gioco 1 vs 1 (sia mai che avete due figli da gestire); la prima è semplicemente un gioco di fortuna, laddove messi sul tavolo tutte le fette di pizza sane scoperte, dovrete cercare di terminare per primi la vostra pizza, composta in totale da dieci ingredienti, recuperando quello che la combinazione di dadi vi dirà di prendere. Variante semplice, adatta ai più piccoli, e gestibile in tempi molto rapidi.

La seconda modalità prevede invece di mettere sul tavolo tutte le fette di pizza coperte, comprese quelle marce, in una sorta di memory guidato; per terminare la vostra pizza dovrete infatti recuperare sempre quello che vi dicono i dadi, ricordandovi però la sua posizione sul tavolo; in questo modo la singola partita viene allungata e viene messo un po' di pepe alla sfida, rendendo il tutto più adatto per i bambini più grandi.

La modalità cooperativa richiede infine di terminare una pizza prima del completamento di una marcia, alternandosi nella scelta delle fette corrette cercando di non trovare quelle avariate, pena una sconfitta prematura.

Variante comune a tutte le modalità: possibilità di sostituire un pezzo di pizza presente nel vostro cartone al fine di coprire meglio gli incastri per completare il vostro cartone, così da aggiungere anche un minimo di strategia all'insieme.

Grazie a regole semplici e di facile assimilazione, credo che il titolo Clementoni risulti essere un ottimo introduttivo che rientra a pieno titolo nella casistica "voglio qualcosa di più del semplice Memory"; gli ottimi materiali contribuiscono poi a raggiungere questo risultato, sebbene abbia trovato un po' debole la modalità cooperativa che - comunque - non risulta la più importante del pacchetto.

Ancora una fetta?

Come abitudine, aldilà di una mia valutazione "genitoriale", ritengo importante verificare il ritorno delle mie piccole pesti, allertate sul fatto che qualsiasi giudizio culinario negativo sarebbe stato cassato anzitempo; detto ciò, il riscontro che ho avuto è stato positivo, soprattutto nella capacità di portare il livello di sfida ad un piano più elevato grazie alla combinazione dell'elemento aleatorio con quello mnemonico, combinazione che ha catturato l'attenzione del figlio più alto in grado.

Sul campo però la modalità avanzata è risultata davvero troppo avanzata per il più piccolo dei giocatori al tavolo, capace da una parte di rendere al meglio nella variante a pezzi scoperti, ma dall'altra di perdere velocemente l'attenzione qualora il livello della sfida risulti eccessivo e non bilanciato da elementi tali da legarlo al tavolo; in generale credo che la scelta di età proposta sia stata tarata leggermente troppo verso il basso: personalmente avrei visto meglio un 5+, ma è anche vero che la variabilità delle competenze a quell'età rende il mio riscontro passibile di una certa variabilità.  

La pizza è pronta!

Se siete giunti fino a qui e non avete ancora ordinato una pizza d'asporto (io nel frattempo, fra una pausa e l'altra nella scrittura, ho dato il mio contributo alla causa), è giunto il momento di tirare le fila del discorso; Numeri... che pizza! rielabora il concetto del Memory introducendo un elemento di difficoltà ulteriore dato dai due dadi che indirizzano sul pezzo da trovare o da scegliere a seconda della modalità di gioco. Questa scalabilità risulta ottimale per fornire un grado di sfida e di rigiocabilità maggiore, ma l'impianto di gioco per la primissima fascia d'età può risultare un ostacolo eccessivo per poter apprezzare appieno il gioco, forse povero di elementi di distinzione per i più piccoli. 

Di contro, in un'età vicina alla scuola primaria, siamo di fronte ad un gioco dal buon appeal che, grazie anche all'elevata qualità dei materiali, potrebbe trovare degnamente posto all'interno della vostra collezione; i dadi permettono poi di bilanciare la sfida bambino vs adulto, portando a sonore sconfitte che personalmente ritengo non facciano mai male. E no, non lo sto dicendo per giustificarmi.