Il Labirinto è un classico del gioco da tavolo per bambini, una di quelle idee semplicissime che hanno immediato successo e che la casa editrice ripropone poi in innumerevoli varianti e temi: per dire, solo nella prima pagina di Amazon ne conto dieci versioni, al momento in cui scrivo, incluse quelle di Star Wars e di Frozen.
L'ho proposto a mia figlia come al solito troppo presto (6 anni) e difatti me lo ha lasciato lì quasi schifata. Ora che ne ha otto (l'età consigliata), è uno dei suoi giochi preferiti.
Come si gioca a Labirinto
Si costruisce la plancia inserendovi tutte le tesserine, alcune vuote, alcune con un oggetto, alcune con una curva, altre con la strada dritta. In questo modo si ottiene un labirinto casuale con disseminati oggetti dappertutto. Il labirinto ha delle “corsie” (colonne e righe) che è possibile far traslare, spingendole con l'unica tessera avanzata dal lotto. In questo modo tale tessera si inserisce nel labirinto, cambiando, con lo spostamento di un intero segmento, anche la disposizione e i collegamenti tra i vari corridoi e al contempo libera una nuova tessera, spinta fuori dalla parte opposta.
Al proprio turno il giocatore deve inserire la tessera, poi può muovere la sua pedina lungo i corridoi ad essa accessibili, possibilmente raggiungendo uno degli oggetti indicati nelle sua carte bersaglio e facendo così un punto.
C'è infatti un intero mazzo di carte con raffigurate tutte le cose del labirinto: ogni giocatore ne avrà sempre in mano tot (una, due tre, dipende come volete giocare), che rimpingua appena raggiunge uno degli oggetti indicati, smarcando la carta come punto fatto. Alla fine vince chi ha più punti.
Mi è piaciuto?
Ma sì, è uno di quei giochi che potresti anche tirare fuori con gli amici, se non avessi già una libreria piena di altri. Comunque
è un gioco stimolante, in cui sicuramente a volte peschi proprio la carta giusta, ma più spesso devi cercare il tuo oggetto costruendo una strada e immaginando spostamenti e incastri.
Quindi sì, è sicuramente uno di quelli che con mia figlia gioco più volentieri, laddove altri fanno maggiormente sentire il loro essere “giochi per bambini”.
È piaciuto a mia figlia?
Ora che riesce a giocare bene, senza troppo sforzo e con buoni risultati, sì. Continuo ad adottare la tecnica de “la prima e l'ultima vinte”, ma noto con sollievo che ora le sconfitte le sente meno e ha meno tendenze demolitorie nei confronti del gioco, del padre e dell'edificio.
Pur essendo un gioco che esteticamente paga il prezzo del tempo (e quello classico che abbiamo noi non ha nemmeno un tema particolare), il poter fisicamente spostare le tessere e alterare così tutto il labirinto – magari facendo pure qualche dispettuccio agli altri – vedo che esercita un notevole fascino.
Cosa si impara con Labirinto
- A ragionare in astratto, proiettando nella propria mente le modifiche prima di farle in concreto.
- A ordinare gli obiettivi secondo una priorità di fattibilità.
- A non proporre prima del tempo giochi sopra al target di riferimento.
- Che tutte le strade portano a Roma ma nessuna a quel maledetto pipistrello che non riesco mai a prendere.