Saranno Goblin: Dolly Crush

Un belante Candy Crush aspetta i vostri piccoli Goblin.

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Dolly Crush

Riuscire a conciliare le esigenze di due fratelli all'interno della sfera ludica non è un quesito di facile soluzione: si potrebbe puntare ai collaborativi, ma spesso si rischia di entrare in dinamiche di ingerenze decisionali dove il più "forte" decide a discapito di un giovane giocatore ancora da formare; si potrebbe puntare ai competitivi puri, ma qui entrano in gioco abilità e skill che un giocatore in età prescolare gioco forza ancora non possiede.

Premesso che la soluzione universale gioco forza non esiste, l'esperienza mi insegna che - per ora - la scelta migliore, in questi casi, ricade all'interno di competitivi a turni, laddove è possibile bilanciare la differenza di abilità con la possibilità di poter gestire a proprio piacimento una risorsa fondamentale, il tempo. Dolly Crush è il candidato di questa settimana.

Conta le pecorelle: uno... due... tre!

Edito in Italia da Red Glove, Dolly Crush è un titolo proposto ai partire dai 7 anni fino a 4 giocatori e una durata indicativa per partita di circa 15 minuti; protagoniste in questo caso sono le carte, esattamente 116, divise rispettivamente in 100 carte pecora a loro volta raggruppabili in 5 famiglie differenti, e 16 carte cane pastore a loro volta raggruppabili in 4 diverse (amorevoli) tipologie di segugio. Lo scopo del gioco, che dovrete raccontare con dovizia di particolari e sufficiente enfasi, sarà quello di riportare quanti più ovini nel proprio ovile (premio scioglilungua 2020), facendovi aiutare dal vostro fido compagno a quattro zampe. Tutto facile per ora? Passiamo allora alla spiegazione delle regole.

Dopo aver posizionato una griglia 5 X 3 di carte prese a caso dal mazzo delle pecore, avendo l'accortezza di sostituire una di queste qualora si formi una riga (o una colonna) di tre procuralana (scusatemi, ma avevo finito i sinonimi) dello stesso tipo e dopo aver scelto il proprio cane pastore, è il momento di cominciare: a turno ogni giocatore deve giocare una delle quattro carte del proprio set, ognuna delle quali presenta l'indicazione delle mosse da poter eseguire, ovvero il numero di "scambi" consentiti nella singola giocata. Per essere più chiari, su una carta pastore potete trovare rispettivamente uno, due, tre o quattro simboli scambio, dove per scambio si intende la possibilità di cambiare di posto vicendevolmente due tessere adiacenti in orizzontale o in verticale.

Lo scopo è di ottenere, in maniera similare al famoso videogioco con le caramelle al posto delle pecore e che qui non citerò per mantenere l'anonimato (o fino a quando king.com non mi passerà una giusta fee per il mio lavoro di marketing), tre pecore uguali in qualsiasi direzione; una volta riusciti nel vostro intento potrete infatti fare vostre quelle tessere, che a loro volta verranno sostituite con delle nuove prese dal mazzo. Valutate che ogni tessera vale un punto, a differenza di quelle con la pecora nera che, in un moto d'orgoglio per una categoria tanto bistrattata, vale doppio. 

Il gioco termina dopo quattro turni - eh già, anche i cani non sono infiniti - , o se doveste finire per una particolare abilità dei giocatori le pecore a disposizione. Da qui la conta e la nomina del Re di Sardegna.

Pastorizia fai da te

Sgomberiamo subito il campo: Dolly Crush è un titolo semplice, mordi e fuggi e la cui profondità strategica è paragonabile alla proverbiale intelligenza delle tenere pecorelle. Se però cercate qualcosa che possa ricalcare le dinamiche videoludiche dei passatempi da Facebook, eliminando la componente multimediale e la presenza di device elettronici, potreste trovare un buon titolo da proporre salutariamente; il rischio infatti è che, se preso a dosi massicce, risulti presto indigesto e ripetitivo, non richiedendo una particolare dose di strategia o abilità.

Il gioco richiede unicamente l'ottimizzazione delle propria manche, senza possibilità di intervenire, se non in maniera marginale, per ostacolare il giocatore che vi seguirà: nessuna programmazione, laddove l'unica interazione è rappresentata dal confronto finale dei punteggi. A voi capire se può essere un contro o un pro a seconda di chi si siederà al tavolo. 

Di contro, data la sua natura semplice, ma in grado di proporre sfide sempre diverse - la partita è determinata dal piazzamento iniziale delle carte - credo possa essere un buon titolo da proporre quando la differenza di età non è eccessivamente marcata e sia necessario cercare di bilanciare il gioco per rendere la sfida accattivante per tutti partecipanti. D'altronde, chi non ha mai contato delle pecore?

Commenti

E' un gioco che a casa mia diverte grandi e piccoli...

Anche da me è una bella sfida, soprattutto la sera dopo cena dove risulta un buon modo per poi portare i piccoli a nanna. La sua forza secondo me è l'ottima scalabilità rispetto all'età.

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