The Red Cathedral: anteprima Spiel Digital 2020

Devir

Dal Brasile un gioco che parla della Russia imperiale. Perché no, in fondo?

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The Red Cathedral

Quella che segue è un'anteprima seguente alla lettura del regolamento e non vuole certo essere una recensione.

Stavolta inizio in medias res.

I madrileni Sheila Santos e Israel Cendrero, tra le varie cose che hanno in uscita in quest'annata quantomeno particolare, hanno messo la firma al nuovo gioco della Devir Games, ovverosia questo The Red Cathedral che mi ha colpito per il nome un po' videogioco di guerra un po' romanzo di Ken Follett, ma che invece si ispira alla meravigliosa cattedrale di San Basilio di Mosca, voluta dallo zar Ivan IV nella secondà metà del sedicesimo secolo.

La struttura del gioco era di quelle vecchie già nell'impero russo: mercato, risorse, cantiere edile, punti vittoria. Qua però ognuna di queste parti è declinata con almeno un elemento originale o, quantomeno, degno d'interesse. Ma andiamo con ordine.

Il gioco in breve

Il cuore del gioco è un rondellone centrale diviso in otto spicchi che forniscono una diversa risorsa ciascuno e attorno al quale si muovono cinque dadi – uno di ciascun colore dei giocatori più uno bianco. Ogni quarto di cerchio ha inoltre affiancata una carta gilda (o il clero) che permette ulteriori azioni.

A fianco del tabellone ci sono invece le sezioni della cattedrale da completare, in numero dipendente da quello dei giocatori (che possono andare da uno a quattro – glisso sulle regole del solitario; d'ogni modo si tratta di far meglio di Ivan Jakovlevič, l'architetto prediletto dallo zar). Ogni sezione richiede un certo numero di risorse e può essere abbellito da una decorazione (porta per le basi, archi per le sezioni mediane e croci per le cupole); tali decorazioni sono personali e devono essre sbloccate sulla propria plancia. Quest'ultima, infine, ospita un inventario di dieci spazi, alcuni dei quali a inizio partita bloccati dagli stendardi del proprio colore, e sei spazi bottega (di cui due bianchi).

Nel proprio turno ogni giocatore può compiere una delle tre azioni base. Si può andare al mercato per ottenere risorse: si sceglie uno dei dadi e lo si muove di quanto indicato (se si muove un dado bianco o del proprio colore si possono spendere rubli per fare passi ulteriori), a patto che nella casella di arrivo ci siano già presenti meno di tre dadi. A quel punto si possono fare una volta sola fino a tre azioni: prendere le risorse indicate per tante volte quanti i dadi presenti, purché ci sia spazio nell'inventario per contenerlo; usare l'influenza della gilda o del clero che controllano quel mercato (si tratta perlopiù di conversioni varie, ma si possono anche attivare botteghe, guadagnare rubli e gante altre belle cose); attivare se disponibile la propria bottega del colore del dado spostato per altri bonus che, da buona scuola russa, sono di quanto più lontano possibile dall'American. Svolta una o più di queste azioni si ritirano i dadi del settore di mercato utilizzato.

In alternativa si può piazzare uno dei propri stendardi per assicurarsi uno dei settori della cattedrale, eventualmente liberando spazio nell'inventario; montati i ponteggi con un po' di fantasia si prende poi la tessera bottega disponibile sulla sezione della cattedrale e la si piazza in uno dei sei spazi della propria plancia (le botteghe possono essere attive se si vuole pagare per aprirle, a faccia in giù se non si vuole o non si può, oscure se si vogliono perdere tutte le elezioni ma continuare a dire di averle vinte). Nella modalità avanzata piazzare una bottega rende disponibili gli elementi per le decorazioni.

Esempi di completamento delle sezioni
Infine è possible spendere fino a tre risorse per costruire una o più sezioni e decorare la cattedrale. Quando le sezioni vengono completate si girano dal lato costruito e, se sotto di esse ci sono ancora delle sezioni non completate, il proprietario dei cantieri di queste ultime – se diverso dal giocatore attivo – subisce delle penalità in punti ricompensa. Le decorazioni possono inoltre essere impreziosite spendendo gemme e guadagnano punti prestigio di conseguenza.

(Il tracciato a bordo tabellone ha in realtà due tracciati: quello regolare dei punti penalità e, a dividerlo in sezioni sempre più corte, quello dei punti prestigio [le aquile bicefale]: sono questi ultimi, in base al valore più alto superato, a valere come punti vittoria. In alcuni casi è possibile perdere o guadagnare punti prestigio: in tal caso ci si muove da un'aquila all'altra, indipendentemente dal numero di caselle prestigio attraversate.)

La partita finisce quando un giocatore costruisce la sua sesta sezione di cattedrale guadagnando tre punti prestigio.

A quel punto ogni torre della cattedrale ha un valore in punti prestigio dato dal numero di sezioni completate (due punti l'una) e dalle decorazioni. Ogni giocatore conta poi il numero di stendardi e decorazioni del suo colore e, sfruttando le maggioranze, si assegnano i punti: il primo prende il valore pieno della torre, il secondo la metà e così via.

Alla fine si aggiungono le solite frattaglie di punto e chi ha di più punti vince un soggiorno a Soči.

Prime impressioni

Boh.

Partiamo da un presupposto: sembra ben fatto. L'esempio che faccio spess... ogni tant... che farei è quello di Crown of Emara, gioco che gira perfettamente come le palle ai backer di The Thing che non partecipano al gruppo d'acquisto di Weega, e che però forse non aveva spunti tali da poterli permettere di emergere davvero.

Stavolta però, come dicevo, ognuno degli aspetti prettamente tedeschi del gioco sembra avere una marcia in più, magari solo ridotta come quella dei trattori; ma andiamo con ordine.

Il mercato – che vabbe', è astratto come le colazioni della famiglia del Mulino Bianco – sfrutta un simpatico meccanismo, quello appunto della rondella, che immagino funzioni abbastanza bene, al netto di qualche ineleganza (per dirne una, una bottega blu con un dado rosso si attiva col primo e ottiene gli effetti del secondo; niente di particolarmente difficile, ma la cosa può eventualmente creare confusione all'inizio; o quantomento dare il suo contributo a una paralisi d'analisi che già si annuncia non trascurabile). Carina l'idea di cercare spazi azione con tre dadi, il massimo possibile, per ottenere quante più risorse possibili; tenendo però conto che tutto quello che non ci sta nell'inventario va sprecato.

La costruzione vera e propria introduce un'allegra interazione indiretta: chiudere una sezione nelle parti alte delle torri può far perdere qualche manciata di punti agli avversari, cosa comunque non trascurabile.

Il doppio tracciato, infine, per certi versi può ricordare certe cose di Wallace; bisogna però capire quale sarà il valore aggiunto della distinzione tra punti ricompensa e punti prestigio.

Infine il meccanismo di punteggio a maggioranza: sembra ben pensato e sicuramente garantisce una discreta profondità strategica, sia per la scelta di quali sezioni reclamare per sé, sia per il posizionamento di eventuali decorazioni (sottolineo che le massimo tre risorse per l'azione di costruzione possono essere spese per sezioni e addirittura per torri differenti).

Beninteso: interazione e maggioranze mi portano a pensare che la scalabilità possa non essere ottimale e, a sensazione, il gioco dà il suo meglio in quattro giocatori – anche perché in tal modo la cattedrale, pure resa da carte dalla grafica sì simpatica, certo non irresistibile di Chema Román e Pedro Soto, appare pure pure molto più bella da vedere.

The Red Cathedral sembra insomma un tedescone di quelli solidi, non particolarmente originale, ma con un'attenzione a non esagerare nella mole di regole e nelle eccezioni. Più Heaven & Ale che Lisboa, insomma.

Sperando anche nel merito.

 

Commenti

Il titolo che mi ha più incuriosito di questa Essen virtuale, da germanofilo amante della gestione dadi. Ho letto tutto il regolamento e mi sembra un titolo solido, interessante, e con una grafica che mi attira.
Ho solo due perplessità: 
1) Non so quanto il discorso rondella sia controllabile, nel senso che bisogna beccare il dado del valore giusto per la sezione in cui si vuole approdare, ma la questione rubli mitiga un pò l'eventuale alea a riguardo.
2) Di cose poco eleganti ne ho lette varie, c'è oltre alla questione delle botteghe anche un calcolo dei punti a fine partita che mi pare da veri ragionieri, e tutt'altro che immediato da capire.
Tedeschi mediamente cinghialosi ne ho già tanti, questo in 4 mi sa che sta in non meno di 2 ore, a meno che non si riveli un titolone, mi sa che passerò, ma ammetto mi attira tantissimo.

L'unico titolo che mi interessi di vedere in  Essen virtuale. L'avevo un po' lasciato perdere ma questo bell'articolo divertente (come al solito) me lo ha riportato in auge. Per un momento questo gioco mi ha pero' ricordato Florenza. 

 

vorrei capire se in 2 è bocciato come gioco....grazie

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