Podcast: Accadde oggi: La battaglia di Zama

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È passato molto tempo dall'ultima puntata di "Accadde oggi", ma da quel 19 ottobre ne è passato molto di più: 2222 anni.

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Basta celebrare i ventennali, i lustri, i centenari.

Oggi vogliamo festeggiare un duemiladuecentoventiduennale.

S.P.Q.R. - La battaglia di Zama
Due come i grandi condottieri e le grandi potenze del Mediterraneo che si sono sfidati quel giorno.
Due come le guerre (quelle puniche) cui questa battaglia ha decretato la fine.
Due come le sole cose che mi sono venute in mente da accoppiare per questa introduzione.
Due come gli anni di mia figlia... che non c'entra nulla, ma volevo fare una lista di quattro "due" e non sapevo che altro metterci.

Dicevo.

Sono passati 2222 anni e vogliamo celebrare questa ricorrenza con l'amico (posso chiamarti così?) Paolo "cosarara" che è tornato ai nostri microfoni per parlarci dell'ultima battaglia del suo condottiero preferito, Annibale, rientrato in Africa dopo una trentina d'anni per affrontare il suo grande rivale Scipione.

Il luogo dello scontro è Zama.
Chi dimostrerà, tra i due, di essere il miglior stratega?

Non ci resta che scoprirlo insieme.

Fateci sapere nella nostra chat Telegram se questa puntata vi è piaciuta e se volete che Sava inizi a pubblicare audiolibri con la sua voce e la sua verve o se dobbiamo ancora sorbircelo come conduttore di Radio Goblin.

Commenti

Ecco a voi un po' di materiale per approfondire.

Giochi sulla battaglia di Zama

Zama S&T 1992

Zama Folio Decision Games 2016  - 2° edizione gioco S&T 1992

C&C Ancients 2006

SPQR Deluxe  modulo GBoH (2008 edizione originale del 1992)

Youtube

Professor Giuseppe Brizzi sulla battaglia di Zama nell’ambito della trasmissione radiofonica Alle Otto della Sera su Scipione l’Africano (minutaggio 03:16:42 per Zama)

Professor Alessandro Barbero su Scipione l’Africano in generale, con vari accenni alla battaglia di Zama

Roberto Trizio sulla battaglia di Zama, video con mappe esplicative

Historia Civilis (eng) rappresentazione grafica (breve) della battaglia.

Libri

Scipione l'Africano di Gastone Breccia

Scipione Annibale la guerra per salvare Roma di Giuseppe Brizzi

Basil Liddell Hart, Scipione l'Africano, il vincitore di Annibale, in BUR, Rizzoli, 1981-1987. Corriere della sera

Film

Scipione l’Africano (1937)

 

puntata clamorosa e come sempre ricca di spunti. Anche se siete stati schifosamente di parte...forza Scipione :P

(bentornato Paolo)

Fantastico...mi sei mancato Paolo! Pensavo ci avessi abbandonato! 

Grazie a Cosarara e alla redazione della Tana per questo podcast. Alcune notazioni sparse sui protagonisti e la battaglia. Sui giochi già bene ha detto Cosarara.

Le guerre puniche sono uno spartiacque dell'antichità, e della nostra storia. Hanno introdotto nuovi popoli sul proscenio mondiale (occidentale/mediterraneo), fatto scontrare le due potenze, ex alleate da secoli (non dimentichiamolo), maggiori e instradato il corso dei futuri secoli, e con l'esempio, la necessità, la volontà. Roma alla fine non sarà più quello che era prima, sia a causa del naturale scorrere del tempo (sono guerre molto lunghe), sia per il crollo demografico (1/3 della popolazione sterminata), che per le acquisizioni territoriali, le modifiche sociali, politiche, economiche e militari. Non parlo di Cartagine che rimarrà la più ricca città d'Occidente, vista la grande capacità commerciale industriale, ma priva di difese militari, come da accordi di pace, sarà facile boccone per i romani di Emiliano.

Annibale è chiaramente il faro della sua epoca. Basta leggere le pagine dei maggiori storici dell'epoca, e di quelli moderni. Stimato e detstato dagli stessi romani, li ha messi di fronte a tattiche nuove e imprevedibili, ed essi come al loro solito hanno appreso, digerito e rielaborato. Scipione si salva giovanissimo al Ticino e a Canne e vede Anniable in azione: è chiaro che incamera la lezione e la rielabora adattandola alle strutture e figure dell'esercito romano repubblicano. Di suo ci mette un carisma fuori dal comune che gli permette di scalare la rigida gerarchia romana, anzitempo (non aveva fatto il cursus honorum), e la fortuna di essere un Cornelio, famiglia importante, oltre che della strategia attendista attuata da Roma, per tramite di Quinto F. Massimo e i suoi compari, che gli permetterà a  di farsi le ossa.

A Zama Annibale arriva con gli avanzi. L'armata di Italia che porta in Africa non è quella con cui è arrivato al di quà delle Alpi (i numeri sono gli stessi, 24k, di chi arriva e chi parte dall'Italia, ma 15 anni son passati , come varie battaglie...), ma sono soprattutto Brettii imbarcati a forza da Crotone. I mercenari Celti e Liguri, per quanto validi, hanno i loro limiti: non parliamo poi della seconda linea cartaginese... E' dubbia la questione della fuga volontaria della cavalleria punica (aiutata anche dal caos degli elefanti imbizzarriti), visto che Masinissa poteva fregarsene della loro fuga e puntare ad attacare il fianco sx cartaginese, data la disparità di forze. Forse l'avidità di bottino li ha spinti (e forse su questo Annibale giocava)

Le truppe di Scipione non sono reclute, novellini, ma gente che combatte da anni (le truppe Cannensi praticamente non avevano mai smobilitato da 15 anni), motivata dalla fede nel capo, dal bottino prossimo e dal ritorno in patria a breve. Masinissa è grande personaggio, come dirà la Storia, e i suoi uomini fanno la differenza perchè la cavalleria propriamente romana era mediocre (fanti a cavallo) nei numeri e nella qualità. I socii e gli ausiliarii fornivano cavallerie discrete, ma le battaglie del passato mostrano che la cavalleria leggera munita di giavellotti è ottima per integrare certi compiti e fare la differenza.

Insomma Scipione aveva tutti i vantaggi, tranne gli elefanti (imprevedibili, però), ma ha comunque battuto il suo maestro, che si è comportato al meglio con quello che aveva. Tutti convergono sulla eccezionalità di una battaglia combattuta al meglio da entrambi i comandanti. 

Ultima cosa. Le guerre puniche, e la seconda in maggior misura, sono straordinarie anche come lettura. Gli uomini e le popolazioni; le tattiche studiate e il Caso; la Politica e l'economia. I personaggi, grandi e piccoli, con le loro grandezze e miserie. Ci sono libri molto avvincenti che ne parlano e consiglio tutti di leggerne. C'è un po' di difficoltà nel seguire i mille-mila nomi di consoli e comandanti romani (a fronte della manciata cartaginese), ma gli altri contenuti sono ancora attualissimi, avvincenti come Trono di Spade!

Piccola nota ulteriore:
le fonti vanno prese con le molle, in particolare con i numeri delle battaglie.
Ogni fonte seguiva i propri interessi (anche politici) e aveva una platea nell'attualità.
Sempre considerare questi aspetti quando si verifica l'impatto di questa serie di battaglie su Roma, è errato trarre conclusioni astraendosi dal contesto sociale e politico.

Hai ragione in linea di principio, ma i numeri di Zama riportati da Livio e Polibio sono sensati e accettabili. C'è qualche dubbio su Canne, vista l'eccezionale quantità di leva di Varrone e Paolo. Il Trasimeno è piuttosto risolta, come pratica. Idem per la Trebbia. Polibio sa cos'è la guerra e la gestione di eserciti nell'epoca antica, visto che è stato comandante. Ha un metodo storico serio, ed ha anche fonti cartaginesi, come la famosa targa lasciata a al tempio di Era Lacinia (Crotone) da Annibale, dove riportava il resonto bellico (secondo il Barcide...). Tito Livio, spesso, biasima i numeri altissimi riportati dall'annalistica romana antica (e dagli storici antichi) o certi avvenimenti (anche se lui fa molti errori e duplicazioni). 

Diversa è la questione della ripartizione dei meriti e dei giudizi. Polibio è un nobile greco ed è del circolo degli Scipioni (cliente), per cui lui ha un occhio di riguardo verso tutti gli aristocratici, specialmente verso Scipione. Tito Livio scrive in epoca del principato, è filo aristocratico, latino, amante del pittoresco e cantore delle magnifiche sorti progressive di Roma, incarnata dal Senato e dalle famiglie nobili. Entrambi massacrano senza ritegno gli sconfitti plebei. La regola del III° sec a.C.  imponeva un console di provenienza plebea (ma è capitato "per caso", che fossero nominati due aristocratici), sui due eletti annualmente: Sempronio, Flaminio (il responsabile della guerra secondo Polibio), Varrone (il figlio del macellaio), Marcello (caduto in imboscata come un novellino alle prime armi) vengono trattati come dei dementi, dei guerrafondai che vogliono combattere a tutti i costi, dei demagoghi vanesi. Peccato che il collega di Sempronio è Scipione sr. che perde come un pollo al Ticino e quasi ci muore (e pure in Iberia si destreggia bene, ma poi fa una scelta folle con il fratello, e moriranno male contro Asdrubale); il collega di Flaminio (Servilio) è inutile e cade a Canne; il collega di Varrone (Emilio Paolo) muore su una pietra a Canne coperto di freccie e travolto dalla rotta della sua ala (e credo proprio che la tattica l'avessero decisa insieme con il collega). Marcello, infine, è l'unico che ha battuto Annibale in Italia, quando era ancora "fico", al top della forma, tanto da essere soprannominato la spada di Roma (ma questo perchè era grande spadaccino: terzo nella storia di Roma ad avere le spoglie opime).

Ma oramai il lavoro critico fatto dagli storici moderni (da Niebuhr, Mommsen e poi tutti gli altri, fino ai contemporanei) è talmente approfondito che sui numeri singoli e sulle specifiche tattiche di una battaglia possono avere i dubbi, ma essi sono stati capaci di riportare alla luce le linee generali della società, dell'economia e delle figure maggiori dell'antichità romana, ripulendole dalla patina di antico, di propaganda e mitomania delle fonti. Soprattutto il partito "popolare" è stato riabilitato, così come le sue scelte e le sue figure, anche se è quello che ha versato il maggior tributo di sangue durante la guerra.

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