Play Family

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Mica

Giocando in famiglia nel nuovo Padiglione Kids della Play e non solo, eccovi con un po' di ritardo il report (con qualche mini recensione) visto da mamma e papà, ma si sa: i genitori sono sempre impegnati...  

Report
Giochi

Mamma

Ancora un’altra Play vissuta “dall’altra parte”: niente giochi da “grandi”, ma lasciando spazio a Benny nel padiglione Family. Oltre che moltissimo tempo nella Visibility, in veste di vice Pupina! ;)

La fiera abbiamo iniziato a prepararla già da casa, differenziandoci i rispettivi orari e turni (io in Visibility e papà al Magnifico) e ripetendo alla piccola che avremmo giocato e rivisto gli amici Goblin grandi e piccoli, soprattutto Enrico… inutile dirvi quanto il mantra “Quando arriviamo da Enrico?” sia diventato persistente in viaggio. Ormai è proprio passione!!!

Venerdì

In fiera abbiamo incontrato Enrico e la mamma Valeria “Babbalucia” nel padiglione B.

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Papà e mamma al tavolo
I bambini come prima cosa hanno giocato nello stand Cranio con la sabbia cinetica: oltre alle classiche formine, c’era un castello in plastica da riempire. Inutile dire che hanno giocato come non ci fosse un domani, sporcandosi di tutti i colori. Il 1° acquisto è stato proprio una piccola scorta di sabbia.

Dopo, complice la minore affluenza, hanno scorrazzato liberamente sullo spazio antistante lo stand della Visibility ed il resto del tempo l’hanno passato a correre, saltare e rotolarsi per terra.

Sabato

Dopo una rapida colazione e la corsa in fiera, ci aspetta una sorpresa: fila all’ingresso dimostratori a pochi minuti dall’inizio. E, come sempre capita coi bimbi, si ode una vocina “Mamma, devo andare in bagno”. PANICO!! Corsa a perdifiato, scavalcando la fila, ma ce l’abbiamo fatta.

La mattina l’abbiamo passata nel padiglione Family: veramente bello e fatto bene quest’anno, complimenti agli organizzatori! Enorme e spazioso, ricchissimo di giochi di qualsiasi tipo, si poteva spaziare dalla pittura ai giochi di legno, dai tricicli alla Lego. La 1^ cosa che Benny vede è l’angolo allestito per la pittura, e subito si dirige lì. Ascolta con attenzione le regole: usare qualunque colore senza mescolare i pennelli e con aria seria e compita ha dato spazio alla fantasia realizzando ben 2 quadri, che successivamente ho recuperato. Poi ci siamo dirette verso una sorta di piscinetta contenente acqua e pesci da pescare con una calamita: a casa, abbiamo un gioco come questo, ma vuoi mettere l’emozione di farlo, schizzando acqua ovunque? Chissà come mai finora non avessi pensato a questa variante casalinga…

Ad un certo punto, la scoperta: i giochi di legno. In particolare, le piaceva molto quello in cui si tirano le cordicelle per evitare che cadano le biglie attraverso i buchi, ma essendo troppo difficile per la sua età e la sua altezza, ha deciso che il gioco consisteva proprio nel farle cadere: nonostante spiegazioni e dimostrazioni, non c’è stato  modo di convincerla del contrario, ha pure detto ad un altro bambino che stava sbagliando perché la sua biglia non cadeva! A seguire, in ordine sparso, abbiamo giocato con: macchinine, trenini, bambole, pentoline, ferro da stiro, di nuovo biglie e pesci, finché non si è seduta dentro un copertone con ruote e cordicella, dicendo: “Ho avuto un’idea: io mi siedo e tu mi tiri”. Ah, che bell’idea!

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A pesca
E così ho iniziato a girare per il padiglione trascinandola, finché non ci siamo sedute a giocare coi Lego, lei contenta ed io stremata. Subito dopo pranzo si addormenta, ma siamo preparati ad ogni evenienza: siccome non dorme più nel passeggino, le abbiamo preparato nel retro della Visibility il materasso da campeggio per dormire. Dopo pranzo, inizia il mio turno in Visibility e lascio la piccola al papà. Ad un certo punto, si crea un’armata di Goblinini davanti allo stand: Benny, Enrico, i Triadini (Samuele, Sara e Stefano) e Viola (di MichyLo), dapprima tutti coinvolti nella pesca e poi scatenati con le bolle di sapone.

Domenica

Al risveglio piccolo malessere del papà e scendiamo solo noi due a colazione; a chiunque ci salutava, ripeteva con aria melodrammatica ed indicandomi col ditino accusatore: “Papà sta male e lei l’ha lasciato solo!”. Al confronto, Filumena Marturano ci fa un baffo!

Quando arriviamo in fiera facciamo un giro all’esterno, guardando gli spadaccini combattere, e torniamo nel padiglione Family a rifare lo stesso tour del giorno prima: il gioco delle biglie e la piscinetta con i pesci continuano a farla da padrone. Uno dei momenti più divertenti è stato quando, mentre giocavamo coi Lego, si è avvicinato un cosplayer vestito da Joker a cercare di spaventare Benny e lei per tutta risposta ha esclamato: “Mamma, guarda: la strega di Batman!”. Non credo fosse la reazione che si aspettava Joker. Arrivata l’ora del riposino io ed il papà, stranamente entrambi liberi, abbiamo colto l’occasione per giocare, a qualunque cosa! Prendiamo The Golden Age: gioco di civilizzazione che ci è sembrato un po’ troppo semplificato e non ci ha entusiasmato granchè, ma possiamo dire di aver giocato anche noi a Play, un momento da immortalare (grazie, Tania!). Quando Benny si sveglia va col papà. Alla chiusura della fiera, la consueta cena finale con il 3M e lo staff Play, stavolta nel corridoio tra i padiglioni A e B, poi di corsa a finire i pacchi. Benny viene messa sul tavolo come addetta allo scotch, prendendo molto sul serio il suo compito: mentre controllavamo le scatole, dopo Visy 2 e 3, me ne ha passato uno chiamandolo “Benny 4”! Quando poi ce ne siamo andati, abbiamo dovuto letteralmente trascinarla in lacrime perché stava aiutando e voleva continuare.

Bilancio finale della fiera

Nessun gioco comprato per noi (ed il papà è ancora sotto shock all’idea!) ed un solo titolo provato. Ormai la fiera non riusciamo più a viverla da giocatori, ma abbiamo scelto di passarla da genitori e aiutando la Tana: benchè per ora la piccola preferisca il papà per i giochi “da grandi” e la mamma per quelli in cui sporcarsi, vederla correre felice con gli amici Goblinini ed aspettare nuove occasioni di incontro, ci fa capire che siamo sulla strada giusta.

Papà

Quest’anno la mia Play si è svolta ben poco nel padiglione A, e principalmente per dare il mio contributo come dimostratore al Premio Magnifico. La mia è stata una fiera all’insegna degli amici Goblin e Club Tre Emme e alla scoperta delle nuove aree Kids e Village con mia figlia.

Venerdì

Il pomeriggio ho poco tempo da trascorrere con lei perché dalle 17 sono di turno a spiegare giochi nell’area Magnifico, come nelle successive due mattinate.

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Di nuovo a pesca
Quindi ho giusto il tempo di fare un primo giro nel padiglione Kids dove già si trovava il suo amichetto Enrico con i genitori.  Il papà Camillo “Odk” propone di giocare al Frutteto della Haba, Benedetta non lo conosce ancora mentre Enrico ed il papà sì per fortuna, dato che non si avvicinava nessuno, ma la soglia di attenzione dei bambini è bassa e la partita dura solo pochi turni. Il gioco non ha colpito particolarmente la piccola, se non per le ciliegie ed il papà non è convinto che aggiunga molto alla già fornita ludoteca, il gioco rimane lì stroncatura completa di pubblico e critica.

I bambini poi vengono attratti dagli stand up della Chicco e si fermano a provare la versione gigante di Ballons, un collaborativo in cui bisogna portare tutti i palloncini alla fine del percorso prima che la nuvola nera arrivi ad oscurare il sole. Si sa, i palloncini sono un tema irresistibile per i bimbi, comprendono entrambi come giocare ma anche in questo caso abbandonano presto. Più volte nei giorni successivi Benedetta ha voluto rigiocarci, ma non siamo mai riusciti a finire la partita, penso per una questione di ritmo del gioco troppo lento per i suoi tempi. In generale promosso, ma rinviato l’acquisto.

Sabato 

Dopo un ottimo pranzo la piccola, complice una bella giornata, corre a più non posso insieme agli amichetti fuori i padiglioni, poi le energie iniziano a scemare, quindi decidiamo di fare un giro per il Padiglione A dove non si riesce a dare più di un occhiata superficiale perché la stanchezza prende il sopravvento e ci separiamo per cercarli di farli dormire. Mi dirigo verso l’area Goblin e, approfittando delle sedie approntate per il Goblinario, ci accomodiamo; al terzo concorrente dorme beata in braccio, ma dura poco, tempo un quarto d’ora e si ricomincia.

A questo punto le propongo di fare un giro fuori e mi dirigo verso l’area Play Village dove si appassiona dapprima dei combattimenti con le spade laser e poi a quelli dei gladiatori, finiamo il giro con un irrinunciabile gelato. Infine ci spostiamo nell’area della Tana, dove ritorna a giocare con gli altri bimbi.

A conti fatti, una giornata in fiera vissuta diversamente dal solito che si è rivelata ugualmente piacevole.

Domenica

Dopo pranzo e il riposino della piccola (complice un po' di stanchezza accumulata) ci diamo a giochi tranquilli, pronti a rituffarci nel padiglione Kids. Qui incontriamo Enrico con la mamma Valeria e insieme a loro, ci dirigiamo verso lo stand della Eriksson che risulta essere tristemente vuoto di pubblico e personale, c’è un'unica persona dietro una scrivania alle prese con un portatile che non ci degna di uno sguardo: una cosa inaccettabile per il mio retaggio di commerciale. Non conoscendo assolutamente i prodotti non demordiamo e proviamo un gioco a caso cercando di capire come funziona, il gioco in questione da una successiva ricerca su internet risulta essere Tablotto, una sorta di Sapientino senza la componente elettronica, sostituita da dei dischetti colorati che dovevano essere spostati in corrispondenza della corretta riga, i bambini anche comprendendo le connessioni logiche faticavano a capire dove posizionare il dischetto. Bocciato su tutta la linea, gioco e azienda.

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Little Arrow
Ci separiamo perché i bambini erano intenzionati a fare cose differenti, Benedetta è attratta dallo stand della Chicco ed io sono molto curioso di scoprire come sono i giochi. Grazie alla professionalità delle dimostratrici passeremo le successive ore nel loro stand a provare quasi tutti i titoli (tanto che alla fine la conoscevano tutte per nome), giocando anche più partite di fila allo stesso gioco e provando in alcuni casi anche le versioni di gioco avanzato (tutti i giochi hanno una modalità base per i più piccoli ed una avanzata), ricavandone un ottima impressione che mi porta sinceramente a consigliarli. Di seguito due parole sugli altri titoli provati:

Dancing Fish: In assoluto il gioco che ha fatto più volte, di base è un semplice memo in cui i bisogna indicare sotto quale ninfea dello stagno c’è il pesce del colore uscito sul dado, la particolarità sta nel disco dello stagno che nella versione avanzata ruota a seconda del colore uscito sul secondo dado. Ho scoperto così che a 3 anni ha un incredibile memoria, anche nella versione avanzata non sbagliava un colpo ed è per questo che temendo fosse troppo semplice e le venisse a noia presto non l’ho preso, ma sono tentato di recuperarlo alla prima occasione.

Little Arrow: Giocato anche questo diverse volte, il migliore della serie a mio avviso, innovativo e geniale. Il tabellone è una sorta di bersaglio che i bambini devono colpire posizionando un pedone ad occhi chiusi dopo aver fatto l’azione uscita sul dado (es. girare su se stesso, saltare come una rana) collezionando così tessere di varia grandezza che messe in fila al termine di 4 turni determinano il vincitore. Preso in duplice copia sia io che Valeria. Inutile dire che il castello deve essere suo!

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Attività intensa
Bee Happy: Fatte un paio di partite a varia difficoltà (a secondo del set di carte utilizzato), gioco di prese in cui bisogna essere il più veloce ad accaparrarsi l’ape giusta in base alla carta pescata. Giocava con un altro bimbo che era un annetto più grande ed era più veloce a comprendere il nesso logico fra la carta e l’ape. Fortunatamente la dimostratrice è stata brava a mitigare l’aspetto competitivo, ma si è dovuta arrendere alla logica inoppugnabile di mia figlia che ha deciso di prendere tutte le api quando è uscita la carta Arnia anziché solo quella che aveva in mano il vasetto di miele, perché per lei è la casa di tutte le api (forse andrebbe rivista questa carta in una successiva edizione).   

Playroom: Il gioco è un memo più complesso in cui i giocatori dovranno inserire tessere, che rappresentano gli stessi giocattoli in vari colori, in 3 cassetti colorati diversamente di una cassettiera in plastica, per poi andarli a cercare quando esce la carta corrispondente. Quando ci è stato spiegato il gioco pensavo che fosse troppo di difficile per la piccola, allora abbiamo messo solo 6 oggetti nei 3 cassetti per provare, mi sbagliavo però perché li ha azzeccati tutti tranne 1. Le è piaciuto però ha litigato un po' troppo con i cassetti nel rimetterli a posto e non ha voluto fare una seconda partita.  

Under the Sea: Basato sul riconoscimento tattile, si gira una carta e si cerca nel sacchetto senza guardare la forma in plastica corrispondente. Sono morto dalle risate nel vedere Benedetta, dapprima timidamente e poi con la testa quasi nel sacchetto, che imbrogliava palesemente pur di azzeccare e nonostante ciò, capitava che sbagliasse a prendere forma; frustrata, alla fine ha smesso di giocare. Se non l’avesse provato, l’avrei preso sicuramente perché adora Nemo, La Sirenetta e il mare in generale, ma ora so che non è adatto a lei.    

In realtà ha provato anche il gioco in edizione limitata Christmas Gift, ma ero al telefono e non ho capito le regole, quando ho finito l’aveva già abbandonato e non è voluta più tornarci. Alla prossima occasione approfondirò meglio.

Bilancio finale della fiera

Scambiato qualche gioco grazie alla Math Trade, comprato un gioco solo a mia figlia (che il papà ne ha già troppi), ma soprattutto giocato proprio tanto con lei e rivisto con affetto tanti amici.   

Commenti

Complimenti, bellissimo report e bellissima Benny. Momento top: "papà sta male e lei l'ha lasciato solo!" :D :D :D

Bellissimo report !

Mi hai fatto rivivere quei momenti della Play ! 

Li adoro troppo i piccoli Goblin *_*

complimenti!

Fantastico! E' così che si gioca!

Ciao, Paolo (MPAC71)

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