Tutti voti sopra il 7, ci attende un altro anno ludico interessante e dispendioso a livello economico!
Introduzione
Ed eccoci qui, rientrati dal Play Festival del Gioco 2025. Sono stati tre giorni bellissimi, ma molto intensi, tra sveglia presto, corse per prenotare le novità, raggiungere le prenotazioni in tempo e le tipiche trattorie bolognesi post-fiera per le grandi abbuffate in compagnia.

Gli spazi in più, però, hanno permesso una migliore gestione del flusso di persone: non si doveva più sgomitare per farsi strada e anche l’aria era più respirabile. Per quanto riguarda la situazione dei bagni, non abbiamo riscontrato tutti i disagi che si sono spesso verificati a Modena, tra code infinite e condizioni che lasciavano un po’ a desiderare.
Per quanto riguarda la mobilità, non so dirvi molto perché, fortunatamente, avevamo l’albergo a una decina di minuti a piedi e quindi abbiamo evitato di utilizzare mezzi pubblici o, comunque, il parcheggio immediatamente fuori dalla fiera. In ogni caso, c’era una fermata dell’autobus proprio davanti all’ingresso della fiera.
Ma ora, bando alle ciance: quest’introduzione è durata fin troppo, passiamo a quello che tutti voi state aspettando...
Primo Giorno (venerdì)

Essendo arrivati la sera prima in albergo, ci siamo svegliati di prima mattina per metterci in coda prima dell’apertura ed essere tra i primi a entrare. Così, dopo aver fatto una colazione abbondante, ci siamo diretti a piedi verso l’ingresso della fiera. Dopo poco, la coda ha iniziato a formarsi, ma c’è da dire che scorreva abbastanza velocemente una volta aperto.
Il primo gioco che abbiamo provato della giornata è stato quindi Blasphemous, titolo della Ludus Magnus Studio, di cui si è da poco conclusa la campagna su Gamefound. A spiegarci le regole abbiamo incontrato una vecchia conoscenza: la stessa ragazza che ci aveva spiegato Age of Comics l’edizione scorsa. Dopo una rapida chiacchierata e dopo che altre due persone si sono aggiunte al tavolo, abbiamo iniziato a giocare.
Il titolo è un gioco competitivo basato sull’omonimo videogioco. Onestamente, né io né il mio ragazzo conoscevamo questo videogioco, ma ci ha attirato un po' per le meccaniche e perché, in generale, siamo fan della Ludus Magnus. Le miniature ci sono apparse fin da subito di ottima qualità e con dettagli impeccabili. Per quanto riguarda le meccaniche, come detto, il gioco è competitivo: i giocatori dovranno affrontare i vari mostri che compariranno durante la partita, completare missioni e potenziarsi per poter affrontare la nemesi. Chiunque sconfigga la nemesi sarà il vincitore. Ci tengo a precisare che i giocatori non potranno combattere direttamente tra loro, ma potranno al massimo darsi fastidio in modo indiretto, ad esempio completando missioni prima degli altri o sconfiggendo gli NPC. Inoltre, i giocatori potranno aiutarsi tra loro per sconfiggere i vari nemici in cambio di ricompense. Ovviamente, essendo una demo, non abbiamo fatto la partita completa, anche perché la spiegazione ha richiesto un po' di tempo.
Voto: 7.5

Una volta conclusa la demo, siamo dovuti immediatamente correre al tavolo successivo, poiché avevamo infatti prenotato The Bad Karma’s Curse of the Zodiac, edito dalla Xplored. Il gioco è un collaborativo che sfrutta l’hardware “Teburu”. Praticamente, questa non è altro che un hardware che viene messo sotto la plancia di gioco e, grazie a dei sensori, riesce a rilevare la posizione delle varie miniature su quest’ultima. Viene quindi collegata a un tablet o a un PC e, attraverso l’utilizzo di un’app, sarà possibile giocare in completa serenità, visto che sarà quest’ultima a occuparsi di tutto. Inoltre, anche i dadi che utilizziamo (in questo caso un d6) saranno in grado di comunicare con Teburu e, di conseguenza, con l’app del gioco. In questo modo, una volta lanciato il dado, l’app rileverà in autonomia il risultato ottenuto (tra l’altro, il dado non è nemmeno necessario che venga lanciato sulla plancia di gioco, ma potrà essere lanciato ovunque). La figata, inoltre, è che, volendo, vi è la possibilità di giocare con persone che hanno gli stessi dispositivi (quindi Teburu, dadi e gioco) ma che si trovano in un’altra città o paese; basterà una semplice connessione internet. Inoltre, il dispositivo salverà ogni nostra azione, di conseguenza sarà possibile interrompere la partita e continuarla successivamente. E se vi state chiedendo da quale stato ultrafuturistico arrivi questo po’ po’ di roba, beh, sappiate che la società è italiana!
Fatta questa premessa, parliamo un po’ del gioco. Come dicevo, è un collaborativo. Noi abbiamo provato la modalità schermaglia, ma c’è anche la campagna, e dovevamo affrontare un mostro di cristallo. Vi è una selezione iniziale degli eroi e, una volta fatto ciò, si parte scegliendo l’ordine di iniziativa e le abilità speciali da dare al nostro personaggio (queste abilità vanno dal diminuire i tempi di attesa per il recupero delle abilità, a potenziare il movimento o a renderci immune a spinte o simili). Nel turno, potremmo spendere i nostri punti movimento per muoverci nell’arena e usare un’abilità (le abilità venivano selezionate attraverso l’uso di uno smartphone, anch’esso collegato tramite Wi-Fi al device principale che gestisce la partita). Dopo ogni turno di un giocatore, c’è il turno dello Zodiac, ovvero il mostro.
Il gioco ci ha lasciato soddisfatti, e onestamente siamo rimasti affascinati a tal punto dalla piattaforma e dalle sue potenzialità che, allerta spoiler, il mio ragazzo me l’ha regalata per l’anniversario il giorno seguente, insieme a Vampire: The Masquerade - Milan Uprising!
Voto: 7.5 (al gioco in realtà darei 7, ma alla piattaforma 8)

Alle 14.00 siamo andati da Giochi Uniti a provare il nuovo Tea Garden. Il gioco ci vede nei panni dei proprietari dei giardini del tè della regione cinese dello Yunnan. Le meccaniche sono molto carine; onestamente però, per quanto io sia anche una grande amante del tè, non credo lo prenderò a breve, a meno di non trovarlo davvero molto scontato. Alla fine non introduce nulla di particolarmente innovativo. È un deck-builder in cui si raccolgono risorse (tè), e in base alla forza delle carte si compiono varie azioni. Se dovessi dargli un voto, direi un 7.5, proprio perché non l’ho trovato particolarmente originale.
Dopodiché abbiamo fatto un giro anche nel padiglione dei TCG, dove c’era Atlantis Studio con la Beta del loro primo gioco: Sky Realms of Atlantis: The Captain's Log. In realtà non abbiamo provato la versione estesa del gioco, ma vista l’ora abbiamo testato la variante che può essere utilizzata come gioco a sé, incentrato sul combattimento tra navi volanti.
La meccanica pare interessante: ogni turno di combattimento è diviso in tre fasce temporali, e in ciascuna possiamo giocare una delle seguenti tipologie di carte: attacco, difesa o manovra. A queste si possono poi associare carte bonus, che ne migliorano le statistiche. In base al delta dei punti manovra tra i giocatori, è possibile spenderli per avvicinarsi o allontanarsi dalla nave avversaria. Volendo, si può anche tentare l’arrembaggio alla nave nemica, utilizzando altre carte basate sulla composizione del proprio equipaggio.
Ci tengo a precisare che questa modalità prevede solo l’uso di carte e non di miniature. Onestamente, considerando anche il tempo che richiede, la vedrei meglio come un gioco completamente a sé stante, magari con qualche upgrade dedicato.
Voto: 7+

Abbiamo poi concluso la giornata andando nell’area deila Tana dei Goblin, dove ho finalmente potuto conoscere qualche collega della redazione.
Secondo giorno (sabato)
Come venerdì, sveglia presto, colazione abbondante e si riparte in direzione Play.

Ci facciamo quindi un nuovo giretto tra gli stand e, dopodiché, decidiamo di provare il primo titolo della Mindworks Studio, Madread. È un wargame 3D con un’ambientazione in stile Mad Max, in cui due giocatori si scontrano controllando ognuno una piccola squadra di personaggi (erano meno di una decina). Lo scopo è combattere per il controllo di alcuni obiettivi: il primo che arriva a 20 punti vittoria vince. I giocatori draftano una decina di carte da un mazzo comune, che potranno fornire bonus/malus durante la partita oppure armi da equipaggiare ai propri modelli all’inizio. Il gioco è ancora in fase di sviluppo e dovrebbe uscire su Gamefound entro fine anno.
Voto: 7+
Torniamo poi allo stand di Xplored per provare Vampire: The Masquerade – Milan Uprising, un altro gioco che utilizza l’hardware Teburu. Si tratta di un cooperativo a campagna ambientato a Milano, ispirato all’universo del celebre GdR Vampire: The Masquerade. Condividendo molte meccaniche con il GdR, tra cui ad esempio la scheda del personaggio, riesce a mantenere forte il legame con l’ambientazione originale.
All’inizio della partita ogni giocatore sceglie uno dei clan di vampiri disponibili, e l’obiettivo sarà ribaltare il potere della Camarilla, che controlla la città. Oltre a questa fazione, anche la temuta Inquisizione cercherà di ostacolarci. Completando missioni secondarie sarà inoltre possibile sbloccare nuovi compagni che ci forniranno bonus nelle missioni principali. La campagna dovrebbe durare circa una ventina d’ore. Onestamente, il gioco mi è piaciuto molto, sia per l’ambientazione che per le meccaniche. Il fatto che a gestire tutto sia il software permette un’immersione totale nella storia, godendosi appieno la partita.
A differenza dell’altro titolo provato il giorno prima, The Bad Karmas: Curse of the Zodiac, che era più incentrato sul combattimento, questo punta molto di più sulla narrazione.
Voto: 7/8

Dopo un rapido pranzo, o meglio, merenda, vista l’ora, ci dirigiamo a provare Blood della Ludus Magnus Studio. La spiegazione è stata abbastanza lunga e, infatti, alla fine ci è stato possibile fare solo un turno guidato, giusto per capire meglio le dinamiche di gioco.
Il gioco ci vede interpretare dei circensi che, girando per la Transilvania, si scontrano con Vlad. Di base è un boss-battler collaborativo contro un NPC, ma con un’espansione può diventare un gioco per cinque giocatori 1vsMany, in cui uno veste i panni di Dracula in una delle sue molteplici forme, mentre gli altri devono collaborare per sconfiggerlo.
Il gioco è diviso in due fasi:
- una fase cittadina, in cui attraverso gli spettacoli circensi si guadagnano risorse e si potenziano i personaggi;
- una fase di esplorazione, nella quale si entra nel castello di turno per affrontare il vampiro presente.
Ogni giocatore ha un mazzetto di 12 carte, con cui potrà svolgere le varie azioni. Il vampiro reagisce alle mosse dei giocatori e, più lo si fa combattere, più si stancherà, diventando quindi più vulnerabile. Sarà importante anche la direzione da cui si attacca, perché la basetta del vampiro è divisa in quadranti, e questo influenzerà l’esito del colpo.
Il gioco ci ha convinto: la qualità delle miniature è altissima, secondo me anche superiore a quelle di Blasphemous, grazie anche all’idea di realizzarle fin da subito con due colori. Anche a livello di meccaniche, l’ho preferito nettamente rispetto al titolo provato il giorno precedente.
Voto: 8
Decidiamo quindi di fare un giro nell’area wargame e GdR, anche per recuperare del materiale richiesto da alcuni amici.
Proprio lì ci aspetta il prossimo gioco in lista, chiamato… beh, in realtà l’autore, Claudio Di Biagio, e chi ci ha spiegato il gioco non ci ha saputo dire il titolo definitivo, quindi per questo articolo lo chiamerò “Luci e Ombre”, ispirandomi alla tipologia di carta che viene assegnata a ogni giocatore all’inizio della battaglia. Il gioco prevede tre battaglie, al termine di ognuna delle quali verrà stilata una classifica in base all’esperienza guadagnata e assegnati dei punti. Dopodiché si resetta tutto e si procede alla battaglia successiva.Ogni giocatore sceglie una classe (non si possono scegliere classi già prese da altri): guerriero, mago, arciere, artefice. Si prende poi il mazzo di carte corrispondente e si pescano carte in base all’ordine di turno. La particolarità del gioco è che le unità che si muovono sulla plancia (una griglia quadrata) sono dei dadi: la loro forza corrisponde al valore mostrato, e ogni movimento ne riduce il valore di uno. Passando da una casella all’altra, il valore può anche aumentare o diminuire ulteriormente, a seconda del modificatore indicato tra i quadrati. Questo valore può anche influenzare un attacco, fornendo bonus o malus. Oltre alle carte di classe, all’inizio della battaglia viene fornita una carta “Luce e Ombra”:
- se si gioca dal lato Luce, fornisce un bonus passivo per tutta la battaglia;
- se si sceglie il lato Ombra, si mette coperta e si può usare una sola volta, ma con un effetto diverso.
Il gioco è semplice e veloce, e nel complesso ha divertito tutti al tavolo. È il classico fillerino perfetto per “suonarsele di santa ragione” in compagnia.
Voto: 7.5

Dopodiché ci dirigiamo a provare Botanicus con la sua espansione, in compagnia dell’autore Vieri Masseini. Quest’ultimo ci aveva già spiegato il gioco alla scorsa Play e, dato che sono anche un'appassionata di piante, non ho potuto fare a meno di acquistarlo. Così, appena ho saputo dell’uscita dell’espansione e del fatto che sarebbe stata disponibile per essere provata in fiera, mi sono subito prenotata un posto al tavolo appena se n’è presentata l’occasione. Botanicus, per chi non lo conoscesse, è un gioco competitivo da 1 a 4 giocatori, in cui interpretiamo dei giardinieri intenti a coltivare piante nei propri giardini per attirare il maggior numero di visitatori, soddisfacendone le richieste.
Il gioco prevede due modalità: una versione semplice, molto adatta ai neofiti, e una versione più complessa, pensata per giocatori esperti.
L’espansione introduce:
- la serra, un nuovo slot azione finale (aggiungendo di fatto un turno extra alla partita);
- il frutto, una pianta di quinto livello che funziona come jolly, ma che alla fine della partita conta solo come una pianta di livello 1.
L’espansione non stravolge il gioco, ma considerando il costo davvero contenuto (10€), rappresenta comunque una valida aggiunta.
Visto l’orario favorevole, siamo anche riusciti a completare l’intera partita invece di limitarci al solo round di azioni, come spesso capita durante le demo. Abbiamo inoltre avuto il piacere di scambiare due chiacchiere con l’autore.
Curiosità: Sapevate che un giapponese e un canadese, dopo ben 800 partite, hanno trovato un piccolo bug nel setup per 2 giocatori? In una configurazione specifica, il secondo giocatore avrebbe vinto sempre. Fortunatamente, questo è stato risolto con l’introduzione dell’espansione.
Voto gioco: 7.6
Voto espansione: 7
Ci dirigiamo infine verso l’hotel, per poi proseguire la serata in trattoria, in compagnia dei nostri fedeli compagni d’avventura.

Terzo giorno (domenica)

Si inizia ad accusare la stanchezza dei giorni precedenti, e l’essersi abbuffati la sera prima non aiuta. Decidiamo così di dirigerci subito nell’area della Tana dei Goblin e di rinunciare a provare il nuovo titolo Blades for Hire, sempre della Ludus Magnus Studio.
Partiamo con qualcosa di più “leggero”: Civolution, edito in Italia da Ghenos Games. Questo bel "cinghialotto" ci impegna per 30-40 minuti di spiegazione (non proprio leggerissimo in realtà!), anche se poi la partita scorre abbastanza velocemente. Il gioco è a tema civilizzazione, dove interpretiamo delle divinità che devono guidare il progresso della propria civiltà, esplorando territori e costruendo edifici. Le azioni si svolgono spendendo coppie di dadi, e si utilizzano anche carte che garantiscono bonus passivi continui e/o effetti istantanei.
Il gioco è piaciuto a tutti al tavolo, e si capisce perché sia stato candidato al Magnifico.
Sicuramente si aggiungerà presto alla nostra collezione!
Voto: 8
Finita la prova di Civolution, restiamo nell’area del Magnifico e ci spostiamo su Shackleton Base – A Journey to the Moon. Sfortunatamente era rimasto un solo posto disponibile, quindi io e il mio ragazzo decidiamo di giocare insieme, anche perché ci interessava principalmente dare un’occhiata alle meccaniche. Il gioco ci vede nei panni di società spaziali impegnate a costruire le loro basi nel cratere Shackleton, sulla Luna.
È un classico gioco di piazzamento lavoratori, dove in base al colore dei lavoratori è possibile eseguire azioni diverse, oppure, se piazzati sulla Luna, raccogliere risorse. Nel complesso il gioco è bello, anche se esteticamente avrebbe potuto offrire qualcosa in più, soprattutto se confrontato con un altro titolo spaziale come SETI.
Voto: 7/8
Dopo una pausa per salutare alcuni amici, torniamo allo stand di Xplored per provare il loro ultimo titolo in demo: The Bad Karmas and the Curse of Cthulhu.
A differenza della demo di venerdì, questa versione è una beta, poiché il gioco è ancora in late pledge su Gamefound. Le miniature infatti sono ancora stampate in 3D e l’applicazione presenta qualche bug, a differenza di quelle più stabili viste nei giorni precedenti. Le meccaniche sono le stesse del titolo provato venerdì, ma qui declinate in chiave Cthulhu/Lovecraft.
Non mi dilungo troppo, ma per gli appassionati dell’universo lovecraftiano potrebbe essere un titolo interessante da tenere d’occhio.
Voto: 7

Facciamo una veloce pausa merenda e un altro giretto, poi ci dirigiamo allo stand Ghenos Games per provare Voidfall. Si tratta di un gioco competitivo a tema spaziale, in cui, a causa di un tragico evento, le nostre fazioni sono tra le poche ad aver mantenuto un minimo di controllo in una galassia ormai infestata dalla corruzione. Il gioco offre diversi scenari e può essere giocato sia in modalità competitiva che cooperativa. Noi abbiamo provato lo scenario demo, che restringe un po’ le opzioni disponibili a livello di carte azione, in modo da facilitare l’apprendimento delle meccaniche. Abbiamo inoltre giocato solo due delle tre fasi previste. Le fazioni, nel gioco completo, sono asimmetriche, ma nella demo erano tutte uguali.
In breve:
- ogni turno si gioca un numero variabile di carte azione, determinato da un evento casuale;
- una delle carte disponibili permette, al costo di aumentare la corruzione, di ottenere maggiore controllo sulla partita, scegliendo l’ordine dei prossimi due eventi;
- ogni carta consente di eseguire due delle tre azioni disponibili, a meno che non si spenda un -gettone scambio per eseguirle tutte.
Dopo che tutti i giocatori hanno agito, si attiva l’evento e successivamente entra in gioco la fazione corrotta (NPC), che può attaccarci: la sua forza dipende dalla corruzione sulla nostra plancia.
Il titolo ci è piaciuto, anche se ci ha lasciato qualche perplessità. La mappa molto ampia e il numero limitato di azioni che coinvolgono scontri diretti potrebbero ridurre le interazioni tra giocatori, a favore di scontri contro l’NPC.
Una partita completa ci darebbe sicuramente un’idea più chiara, ma resta comunque un titolo interessante, da non escludere in vista di un possibile acquisto.
Voto: 7.75
Terminata la prova di Voidfall, facciamo gli ultimi acquisti e ci dirigiamo di nuovo nell’area Tana dei Goblin per un saluto finale.
Conclusioni
Wow! Che evento! Volevo approfittare di questa parte per fare qualche ringraziamento.

Innanzitutto a voi, lettori, che siete arrivati fino in fondo! Un grande grazie a tutta la redazione Tana dei Goblin, che ho finalmente avuto il piacere di conoscere dal vivo, a Gotcha che mi ha presentato a Flavio (aka Il Meeple con la Camicia), con cui ho potuto scambiare due chiacchiere e qualche risata. Grazie anche a Kopalecor, Rosengald, Jane_Doe, Peppe74 e a tanti altri che hanno reso speciale questa esperienza.
Quest’anno per me è stata una Play del tutto nuova, non solo per via della location, ma anche perché, come alcuni di voi avranno notato, mi sono occupata dei video per la Tana dei Goblin, da condividere sui canali social.Ci tenevo tantissimo a ringraziarvi per l’opportunità!
Mi dispiace di non essere riuscita a provare tutti i titoli in lista: World Order, Aeterna, Nemesis Retaliation, ecc. Essendo tra i titoli più attesi, c’era ovviamente moltissima concorrenza, e visto che alcuni di questi sono stati acquistati da amici, abbiamo preferito non aspettare troppo a lungo, sperando in un posto libero.
Ho cercato invece di concentrarmi sui titoli nuovi che più mi interessavano e che non possiedo già.
La Play resta un evento incredibile per tutti gli appassionati di giochi da tavolo. È un punto di incontro unico, dove passione, creatività e comunità si fondono. Tra anteprime esclusive, tornei coinvolgenti e momenti di condivisione, Play è la dimostrazione che, in un mondo sempre più digitale, il contatto umano, il divertimento condiviso e il potere del gioco restano strumenti fondamentali per creare legami autentici.
L’appuntamento è già fissato per il prossimo anno, con la certezza che la voglia di giocare non finirà mai.
