Metagioco (o metagame), chi è costui?

Oltre la Porta di San Felice, Bologna
Fabio Vanni

Metagioco, ovvero "oltre il gioco", quelle differenze che ogni giocatore percepisce quando gioca e che non derivano dalle regole: conosciamolo meglio attraverso le categorie individuate da Richard Garfield, autore di Magic: the Gathering.

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Con il termine metagioco (o metagame, in inglese) ci si riferisce a ciò che di un gioco va al di là del gioco stesso e cioè a quegli aspetti che non derivano direttamente dalle regole, ma "dall'interazione con l'ambiente e il contesto", elementi che includono l'atteggiamento dei giocatori, il loro stile di gioco, la loro reputazione e il contesto sociale nel quale si gioca.

Metagame è un termine molto usato nel Poker ed è un concetto molto comune in giochi come Magic: the Gathering, ma è una componente presente anche nei giochi di ruolo o nei wargame e perfino in qualche gioco tra i più impensabili.

Ma cos’è il metagame? Quel volpone di Richard Garfield, in un suo articolo lo definisce come "la maniera in cui un gioco interagisce con la nostra vita" e ne evidenzia quattro diverse categorie, che qui di seguito cercherò di esaminare: cosa un giocatore apporta ad un gioco; cosa un giocatore prende da un gioco; cosa succede tra una partita ed un'altra; cosa succede durante una partita che non è prettamente gioco.

Non ci può sorprendere se Garfield nel suo Magic: the Gathering incoraggi il metagame e faccia perno su di esso per un gioco che riscuote sempre più successo dopo vent'anni dalla sua prima edizione. La popolarità della sua creazione è infatti dovuta all'innovativa maniera in cui Garfield si è attivamente prodigato per incorporarvi il metagame.

Cosa un giocatore apporta ad un gioco

Un giocatore apporta sempre qualcosa ad un gioco, in maniera più o meno tangibile e consapevole. Per esempio il mazzo che un giocatore porta ad un torneo di Magic o i vari bastoni che un giocatore di golf porta con se ad una partita, sono componenti fisiche. Mentre lo studio di certe aperture negli scacchi o l'abilità di memorizzare carte in una partita a Briscola sono risorse mentali, intangibili.

Garfield fa notare che la scelta delle risorse da apportare ad un gioco è un processo che entusiasma sempre il giocatore. Per esempio in un wargame come Warhammer, i giocatori spendono molto tempo nell'ideare il proprio esercito, sia esteticamente che strategicamente.

Nei giochi di carte collezionabili, il costruirsi un mazzo e scegliere le giuste carte è un'attività che per molti giocatori occupa una quantità di tempo pari a quella del gioco stesso; è talmente importante che ci sono giocatori specializzati in questo, noti non tanto come grandi giocatori, ma per le loro doti di analisi e di deckbuilding. Nel senso, possono non avere quelle caratteristiche tali da renderli dei bravi giocatori, ma hanno una conoscenza del gioco e del metagame che sfruttano in maniera creativa per ideare mazzi innovativi. Un classico esempio in Magic: the Gathering sono quei giocatori che si presentano ad un torneo con una tipologia di mazzo poco in voga o sconosciuta, in modo da poterne sfruttare l’imprevedibilità e disorientare gli avversari, talvolta sbaragliandoli.

Infine, sia che ci piaccia bluffare o infastidire gli avversari, sia che ci piaccia essere corretti anziché barare, ognuno di noi, spesso in maniera involontaria, porta in gioco la propria reputazione di giocatore.
La classica spizzicata

Cosa un giocatore prende da un gioco

Sempre si prende qualcosa da un gioco, sia questo un premio in denaro, se si vince un torneo o la reputazione all'interno del proprio gruppo. Ogni giocatore inoltre da un gioco trae esperienza sia per quanto concerne una maggior conoscenza del gioco stesso, sia per quanto riguarda una maggior conoscenza dei propri avversari e del loro modo di giocare. Tutte cose che influenzeranno le sue partite future.

Ma alla fine di una sessione ogni giocatore trae con sé anche una storia, il racconto del modo rocambolesco con il quale si è ribaltato il risultato e una partita già persa si è trasformata in vittoria; il ricordo di quelle mosse giuste o quelle sbagliate che hanno segnato una sfida; quei momenti divertenti avvenuti durante il gioco.

Cosa succede tra una partita e l'altra

Il tempo tra una partita ed un'altra è un mondo ricco di metagame, che per molti giocatori può avere un'importanza tanto grande quanto il gioco stesso. Di solito questo tempo serve per riflettere sulle proprie strategie, allenarsi o pianificare le future partite. Preparazione e allenamento possono includere esercizi di memoria o lo studio dell'avversario e del suo stile di gioco, una lettura approfondita di regolamenti o di manuali ed articoli. Anche informarsi sulle strategie tipicamente utilizzate da uno specifico giocatore, sono informazioni utili se ci si sta preparando per incontrarlo ad un torneo... e pure questo è metagame. Guardare registrazioni delle partite della squadra avversaria è una prassi comune nel calcio come nell'hockey su prato. Studiare le risposte a “pedone di re in e4” è essenziale per un giocatore di scacchi. Ma pure comperare una nuova racchetta da tennis è metagioco.

Stranger Things
Stranger Things

Le discussioni che si fanno alla fine di una partita a proposito del gioco e della partita stessa sono metagame. Tutte le ore perse a confabulare con gli amici, a contrattare, negoziare ed escogitare colpi bassi per una futura sessione a Diplomacy, sono metagioco. E pensate ai ragazzini di Stranger Things: vivono e si rapportano al mondo in una maniera fondata sul metagame, fondendo Dungeons & Dragons alla vita reale.

Ma anche dipingere le miniature di un wargame è un passatempo che rientra nel metagame.

Sono queste tutte attività che trasportano il gioco in un contesto esterno al gioco stesso.

Cosa succede durante un gioco che non è gioco

Mohammed Alì
Mohammed Alì

Ci sono varie cose che possono essere messe in gioco durante una partita, incidendone sul risultato, fattori sociali come la competizione, la propria reputazione e il cameratismo o fattori ambientali quali una buona illuminazione o un ambiente chiassoso che possono stancare e deconcentrare i giocatori. Mohammed Ali quando, tra un pugno ed un altro, sbeffeggiava e provocava i propri avversari per intimidirli, irritarli ed indurli all’errore, stava giocando un metagame contro di loro.

Anche quelle frequenti urla e i gemiti delle giocatrici di tennis rientrano nel metagioco e generalmente, questo atteggiamento di disturbo, questo trash talking, a livelli dilettantistici è sconsigliato, mal visto e considerato per lo più scorretto.

Ma all’interno di ciò che succede durante il gioco un ottimo esempio è il Texas Hold'em. Qui la strategia fondamentale consiste nel calcolare le probabilità associate alle carte sul tavolo, alle carte nelle mani dei giocatori e il rischio relativo alle scommesse che si fanno e che prendono conto di queste statistiche. Il metagame è invece la combinazione di ciò che i giocatori conoscono riguardo ai loro avversari, le abitudini degli altri giocatori, le tattiche precedentemente usate, la loro attitudine. Si capisce facilmente come le giocate saranno quindi influenzate dalla somma e l’analisi di queste due componenti.

In questo senso il metagame è la consapevolezza e il “saper leggere” un più ampio contesto di gioco.

Commenti

ah, Warhammer...le liste, il lore, il modellismo...

Ah, Stranger Things: che serie splendida!

Bellissimo approfondimento, complimenti all'autore e a tutta la redazione! 

Bellissimo approfondimento, complimenti all'autore e a tutta la redazione! 

Grazie, spero l'articolo sia utile perchè spesso ho visto usare il termine metagioco in maniera errata ;)
Il metagioco è un concetto interessante sia per noi giocatori che per chi si occupa di creazione giochi.

Un caso a parte sono i GdR, su wikipedia vengono fatti alcuni esempi, ma che si soffermano su un unico significato del termine, un po' come riferirsi a metagame nei giochi di carte collezionabili riferendosi ai mazzi più in voga al momento. Invece a mio parere il metagame nei GdR è una tra le maggiori conseguenze delle diverse tipologie di giochi, soprattutto tra quelli "indie" e quelli classici, che hanno finalità diverse e che quindi sviluppano un diverso metagioco. Ma è un discorso che ho tralasciato perché molto specifico, di cui intuisco i contorni e non mi sono addentrato più di tanto. 

Complimenti per l'articolo. ^^

Sai che però continuo a pensare che ambientazione/coinvolgimento sia una cosa, e metagame sia un'altra? E che il flavour text (giusto per riprendere il nostro precedente scambio) attenga di più al primo elemento?
Mi viene da pensare a due cose:
1.quando la mamma legge una fiaba al bambino prima di dormire attiva la sua immaginazione e il suo sogno, e questo è un elemento centrale e immediato, e non di contorno o contesto, in questa azione. Un "metagame" di questa "azione-gioco" potrebbe essere, chessò, che il bambino prima gli nasconde regolarmente il libro per gioco... oppure glielo tira in faccia per ridere.... ;)
2.quei "metagiochi" che tu ben descrivi (collezionismo, preparazione di mazzi, tornei, etc) sono probabilmente qulla cosa che personalmente mi hanno sempre tenuto lontano da certe realtà ludiche (magic, warhammer, D&D,...) troppo "ingombranti" e totalizzanti, in termini mentali e di tempo; mentre quelle 2 orette accuratamente ritagliate nella mia grigia esistenza, e ben separate da essa, allora -e solo allora, sì che mi piace essere ipercoinvolto.

Ovviamente sempre IMHO, e senza nulla togliere alla bontà del tuo scritto:)

inoltre quando ho letto delle "frequenti urla e gemiti delle giocatrici di tennis" mi sono sovvenuti altri esempi di metagame, ehm, più audaci. Non so se era voluto.

io sto giocando a Battlestar Galactica e mi sto guardando la serie TV che mi ero perso in passato, anche questo è metagioco? ;)

m@

io sto giocando a Battlestar Galactica e mi sto guardando la serie TV che mi ero perso in passato, anche questo è metagioco? ;)

Da un certo puto di vista assolutamente si.
Rientra nella categoria "cosa succede tra una partita ed un altra", mentre guardi il film stai pensando anche al gioco e mentre giocherai penserai alla serie... la prossima partita avrai accumulato informazioni che prima non avevi e che ti permettono di affrontare il gioco in maniera diversa, "aportando  qualcosa al gioco".
Inoltre BSG ha una bella dose di bluf, che fa schizzare in alto l'asticella del metagame. Avendo ora guardato la serie probabilmente avrai nuovi spunti per trarre in inganno i tuoi avversari o magari potrai intuire meglio chi è il tostapane di turno.  ;)

1.quando la mamma legge una fiaba al bambino prima di dormire attiva la sua immaginazione e il suo sogno, e questo è un elemento centrale e immediato, e non di contorno o contesto, in questa azione. Un "metagame" di questa "azione-gioco" potrebbe essere, chessò, che il bambino prima gli nasconde regolarmente il libro per gioco... oppure glielo tira in faccia per ridere.... ;)

Questo sarebbe un gioco che il bambino fa con la mamma quando legge un libro. Un gioco nel gioco, ovvero lo stesso gioco con la variante di "caccia al tesoro"/"tiro al bersaglio". Non è metagame come in genere si intende o almeno intendo anch'io, che sarebbe in due parole "continuare il gioco, lontano dal gioco". Considerando gioco la "lettura di una storia", il suo metagioco potrebbe essere per il bambino disegnare i personaggi della fiaba letta dalla mamma la sera precedente. Ha preso dal gioco qualcosa, utilizzandola per un altro gioco: "disegnare". Un altro metagioco potrebbe essere un pupazzo usato dalla mamma per "raccontare meglio" la fiaba ed e' qualcosa di esterno, scelto in un momento diverso dal gioco e portato apposta nel gioco. Oppure l'insegnamento o la morale della fiaba, che in questo caso è una maniera in cui la lettura di una fiaba può interagire con la vita del bimbo e anche dell'adulto ed entrare nei dialoghi tra i due, al di la del gioco ("non dire bugie come... Pinocchio")

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