Kickstarter può essere il male?

il diavolo e kickstarter

Abbiamo già parlato di come il gioco sia quasi totalmente sdoganato e di come quindi sia diventato un prodotto di consumo a dispetto della qualità; ancora una breve riflessione.

Editoriale
Giochi

L’esplosione della piattaforma di raccolta fondi Kickstarter ha acuito questo fenomeno, perché il successo di progetti esteticamente più belli è stato subito evidente (i numeri di giochi come Cthulhu Wars, Hellboy o Dinosaur Island sono imbarazzanti). Ma non è questo il vero problema, anche se è un aspetto che non aiuta.

Il vero problema è di come Kickstarter stia uccidendo il mercato tradizionale e di come i “negozianti di fiducia” pagheranno il prezzo del successo dei giochi da tavolo invece di trarne vantaggio, cosa che senza una new web-economy non sarebbe mai successa; anzi.

giochi fondati con KS, fonte: IGN Italia
Giochi "fondati" con Kickstarter - fonte: IGN Italia

"Perché?", chiederete voi. Presto detto.

La casa produttrice sviluppa il gioco su Kickstarter, abbattendo peraltro l’investimento iniziale, e pubblicizzando su tutti i canali l’evento.

Tutti i giocatori interessati si affrettano a prenotarlo, anche perché si garantiscono un prezzo migliore (di poco), soprattutto gli ambiti stretch-goal.

Cosa sono questi goal, per chi non lo sapesse? Sono dei premi a raggiungimento di obiettivo, ovvero ogni volta che viene raggiunta una certa somma si garantisce un qualcosa in più per l’acquirente Kickstarter. Una sorta di volano economico che innesca un’ulteriore corsa verso il raggiungimento di alte somme.

Un grande cambiamento rispetto ai primi progetti Kickstarter che non lo prevedevano e che si concentravano maggiormente su dei pledge (le offerte) diversificati in cui per chi dava un qualcosa in più si garantiva un benefit specifico. Ovviamente il nuovo sistema si concentra sulla massificazione dell’obiettivo, piuttosto che sull’elitarizzazione di un premio.

Ma torniamo a noi. Tutti i giocatori interessati quindi acquistano il gioco su Kickstarter e non più dal negoziante che peraltro non ha nemmeno la copia con i gadget e quindi decisamente inappetibile. Ergo non ha da vendere e quindi chiude.

Ora direte voi, il negoziante potrebbe compare le copie su Kickstarter con le opzioni multi acquisto; ma non diciamo sciocchezze: dovrebbe impegnare fondi su un lungo periodo (molti fondi) e inoltre avrebbe una marginalità ridicola; infine l’acquirente compulsivo acquisterebbe comunque su Kickstarter per avere il gioco il prima possibile.

A ulteriore stortura se il negoziante è bravo e acquisisce nuova clientela attraverso la promozione dei giochi, facendo giocare persone che non li conoscono e creando così nuovi giocatori, se li vedrà portati via in seguito da Kickstarter. Un vero affare no?

L’economia è ciclica e quindi cambia sempre, prima i negozi online, poi Amazon, ora Kickstarter (che guarda caso se l’è comprato proprio Amazon): il destino dei nostri poveri negozi di fiducia è segnato come lo è stato quelli dei negozi di dischi prima di loro, delle edicole e presto delle librerie.

Buon gioco a tutti i nostalgici.

Commenti

Quanti bei giochi hanno visto la luce tramite Kickstarter invece?

Quanti giochi inutili e mediocri escono ogni anno senza passare da Kickstarter?

Questo "si stava meglio quando si stava peggio" continuo sta diventando veramente ridicolo, come se Kickstarter fosse il grande problema del gioco da tavolo moderno.

"il gioco da tavolo é diventato un bene di consumo a discapito della qualità". E meno male. Per affinare lo spirito critico di un giocatore prima il giocatore lo devi avere. E se anche solo 1 su 10 di questi nuovi giocatori consumisti inizierà ad avere un approccio critico sarà uno in più che prima non c'era.

Il mondo cambia. Stacce. O ti adatti oppure ti estingui. Vale per tutti, in qualsiasi campo. 

Chiudersi a riccio su se stessi a cosa porta? 

 

 

 

 

Mi trovo solo in parte d'accordo con l'autore dell'articolo.

KS può costituire una risorsa preziosa per un autore ignorato dalle case produttrici o per le case appena nate, prive dei fondi necessari per avviare una produzione di massa: in questi casi emerge con chiarezza il carattere solidale del "finanziamento", il quale consente a un progetto, che mai sarebbe potuto sorgere con l'iter tradizionale, di venire alla luce.

Trovo invece del tutto ingiustificato il ricorso alla piattaforma KS da parte di case produttrici del tutto affermate che godono di un'ottima salute finanziaria: in questi casi il KS degrada a una mera furbata per traslare il rischio della produzione sul consumatore finale in assenza di una vera necessità in tal senso. In quest'ultima ipotesi ravviso scorrettezza nella gestione commerciale del progetto, e confido in una maggior coscienza da parte di noi giocatori nel contrastare questo trend ormai affermato.

Credo che sinceramente i negozi retail subiscano, e da tempo, l'aggressività degli store online (e di Amazon in particolare) ben più che non da parte di KickStarter

Non va dimenticato infatti che KS presenta diversi svantaggi a fare da contrappeso (il dover comprare "a scatola chiusa", la possibilità che vengano proposti giochi non finiti o non abbastanza testati, il margine di rischio insito nel sistema), mentre gli store entrano in diretta competizione senza opporre aspetti negativi per i compratori

I negozi fisici staranno pure morendo, ma in questo caso il colpevole non è KickStarter

Purtroppo è così: il mondo cambia!

Quanti giochi non esisterebbero senza Kickstarter e quanti giochi non sarebbero in Italiano senza altre piattaforme?

Non è Kickstarter il solo male...

 

A causa della natura estremamente difensiva del mio carattere, diffido a priori di qualunque kickstarter. Da tempo mi sono fatto l'idea che - tra qualche anno - non avrò più modo di comprare nei negozi (i miei unici punti di acquisto). Sono un "consumatore anomalo" destinato a venir relegato (per quello che mi resterà da vivere) in un futuro, probabilmente, fatto solo di commercio on-line e di beni materiali "on-demand". Meglio così: spenderò di meno.

Paolo (MPAC71)

Commenti che ci stanno, eh: senz'altro ci sono molte più possibilità.
Però proviamo a parlare di media, non di numeri assoluti.

I negozi spariranno in favore di shop online ed i negozi fisici spariranno.
E perche' questo dovrebbe essere un elemento da considerare negativo?
Sono sicuro che un secolo fa qualcuno scriveva qualcosa del genere per l'avvento della locomotiva.
Benvenuti nel progresso.
 

Sinceramente, articolo di una superficialità imbarazzante. L'argomento è sterminato, ci sono pro e contro, ma se si vuole "attaccare" il sistema KS, bisogna fornire motivazioni migliori (ed evitare assurde semplificazioni ed inesattezze). Io non sono un fan sfegatato, ma sono CERTO che KS non sia "il male". Come tante altre importanti (o addirittura rivoluzionarie) novità, bisogna imparare a conoscerlo, a sfruttare i vantaggi ed evitare le trappole, adattandosi anche ai cambiamenti della piattaforma e del mercato. Sia come acquirenti che come venditori.

Mi trovi d'accordo solo in parte:

1) più che il KS è l'acquisto on-line che ha penalizzato e penalizzerà i negozi ..anche perchè quanti e quali prodotti puoi comprare e ricevere dopo 1-2 anni ? mica tutto...

2) Non tutto si può comprare on-line , almeno la nostra generazione ha ancora bisogno di vedere, toccare valutare FIsicamente i prodotti , i componenti i materiali e quello che c'è dentro se vale i prezzo...poi magari come succede con i negozi di TV o elettrodomestici il rischio è che facciano da vetrina x poi passare all'acquisto on-line.

3) il KS, ahimè purtroppo abusato anche da chi non ha problemi di vendita o nomea, dovrebbe essere un luogo per avere una visibilità/possibilità anche ad uno sconosciuto che faticherebbe non poco a trovare finanziamenti presso un editore (se quest'ultimo non ha margini o non vuole rischiare)....uno strumento che da sè però non è sinonimo di qualità...stà poi alla bravura di chi lo usa ...in fondo se c'è gente che compra e beve l'acqua della Ferragni.... ;-) 

Kickstarter è diventato come Uomini e donne : nato con buoni propositi ma col tempo si è trasformato in uno strumento per ottenere vantaggi economici.

KS, a fronte di qualche bel titolo pubblicato (di cui pochissimi otterranno gloria imperitura) ha messo in giro anche tanti pupazzetti e scatole senza un vero gioco dietro. Certo, giochi pessimi sono usciti anche senza, però è diverso : lì si è creduto in un'idea smentita poi dai fatti, mentre con Kickstarter per le case produttrici l'importante è far partire la raccolta, male che va non ci perdono nulla.

Non sarà IL male, ma per me ci va molto vicino 

I negozi spariranno in favore di shop online ed i negozi fisici spariranno.
E perche' questo dovrebbe essere un elemento da considerare negativo?
Sono sicuro che un secolo fa qualcuno scriveva qualcosa del genere per l'avvento della locomotiva.
Benvenuti nel progresso.
 

Con buona pace dei disoccupati.

Il mio è un discorso prettamente economico. Ci posso anche stare, come ci starò quando Amazon avrà sepolto il commercio al dettaglio, però quando poi giro per Roma le sera in mezzo a strade buie e posti desertificati, saprò il perché e non farò lo struzzo.

Non è "solo" KS, ma anche.

Sinceramente trovo la tua risposta imbarazzante.

Non argomentima attacchi. L'articolo è volutamente provocatorio e da una finestra, un punto di vista da cui si può discutere. Io gioco da un po' più di te, compro giochi da un po' più di te,  e vedo l'evoluzione del mondo ludico da un po' più di te, quindi credo di avere un punto di analisi privilegiato dalla mia età ed esperienza. Inoltre parlo con i retailer (negozi al dettaglio), con i distributori e i produttori, per diverse ragioni, e il quadro -seppur semplicistico- offerto è molto reale.

Ma se hai argomentivalidi per smontarlo sto qui a sentire.

 

Sinceramente, articolo di una superficialità imbarazzante. L'argomento è sterminato, ci sono pro e contro, ma se si vuole "attaccare" il sistema KS, bisogna fornire motivazioni migliori (ed evitare assurde semplificazioni ed inesattezze). Io non sono un fan sfegatato, ma sono CERTO che KS non sia "il male". Come tante altre importanti (o addirittura rivoluzionarie) novità, bisogna imparare a conoscerlo, a sfruttare i vantaggi ed evitare le trappole, adattandosi anche ai cambiamenti della piattaforma e del mercato. Sia come acquirenti che come venditori.

sempre pensato che KS fosse il Male, sarà una questione di anagrafe che mi vede piu' vicino all'autore dell'articolo? :D
KS sposta sugli utenti il rischio di impresa. KS promette promette e spesso non mantiene (soldi, qualità, aspetto, date). Piu' tutta una serie di add-on secondari ma non del tutto ignorabili (SS, acquisto a scatola chiusa, playtesting/giocabilità-finale).

Mi piace l'aspetto romantico del ragazzo privo di denaro che ha un'idea "valida" e vuole svilupparla ... ma oggi KS è questo? Per me è diventata una vetrina dove gli editori hanno trovato un pubblico appassionato ed incline a spendere, centralizzando così i loro interventi a massimizzando la resa.

A volte mi domando se determinati progetti, senza KS, avrebbero mai visto la luce seguendo la via ordinaria... e ovviamente se di questi progetti c'era realmente necessità.

Magari KS non sarà un male in via assoluta, pero' al momento per me ci somiglia.

Sono assolutamente d'accordo con Lobo e Sava73.

Paolo (MPAC71)

Scusate, ma se una casa editrice riceve 450.000 euro a tasso zero per realizzare un gioco, già sapendo la tiratura di stampa e prendendo tutti i profitti dei negozi, perché dovrebbe rinunciarvi? Per l'editore è un win-win. Da indagare sarebbero i processi psicologici che portano un backer al pledge. Per me sono motivazioni assolutamente irrazionali nella gran parte dei casi. 

Mi incuriosiva un articolo che definisce KS il Male, con tanto di immagine satanica, ma finito di leggere non mi ha convinto per nulla. I negozi "fisici" hanno ben altri nemici, non a caso Internet ha inaugurato l'era della disintermediazione. Non mi pare che qualcuno costringa ad adoperarlo, e anzi chi usa KS sa che corre un bel rischio. Compro ora, non ho la certezza del risultato, vedrò qualcosa forse nel futuro. Chi lo fa ha le sue buone ragioni, ma di certo non è il tipico acquirente. 

Poi viene sfruttato per guadagnare? Ma va? E per quale ragione si lavora? Se trovo un sistema che consente di guadagnare di più di un altro ovvio che lo si adopera. Non mi sembra il caso di gridare allo scandalo per questo. 

Insomma, acquisto su KS ogni tanto, e dopo questo articolo continuerò a farlo con il cuore in pace. 

Oddio, la mettiamo sulla questione anagrafica per misurare la competenza? Suvvia.

Non prenderla sul personale, seguo KS da sempre (dal 2009, anche per lavoro, ahimè) e avrò letto cose simili non dico decine, ma CENTINAIA di volte. Anche qui in Tana. E mi spiace, ma nel tuo articolo non c'è assolutamente nessuno spunto che non sia già stato sviscerato in ogni modo possibile (qui e altrove). Quindi confermo, l'articolo è superficiale.

Cmq, visto che lo chiedi gentilmente, un paio di obiezioni (tra le tante!) le butto lì...

1) "Tutti i giocatori interessati si affrettano a prenotarlo su KS..."

TUTTI? Ma neanche lontanamente. La quantità di backers, anche per i progetti più ambiziosi, si aggira anche oggi, in pieno boom, sulle (poche) migliaia di persone per titolo. In tutto il mondo! Se poi il gioco va in retail, i backers diventano solo una piccola parte degli acquirenti totali. Diverso il discorso per i KS senza retail successivo. Argomento a parte e di nicchia.

2)  "...e non più dal negoziante che peraltro non ha nemmeno la copia con i gadget e quindi decisamente inappetibile. Ergo non ha da vendere e quindi chiude."

Dai, ok la provocazione ma qui sai di aver esagerato. Intanto, moltissimi (se non tutti) KS prevedono SG che vanno poi ad arricchire ANCHE la versione retail. I "gadget" (come li chiami tu) realmente esclusivi ci sono spesso, ma sono piccoli bonus per collectors (che tra l'altro non di rado si trovano poi anche in retail a parte) e molto difficilmente hanno un ruolo significativo se consideriamo le vendite totali di un gioco (KS+retail). Poi vabbè. Il negoziante vende anche giochi non KS. E dopo il KS, chi non lo ha fatto (MOLTI, la maggioranza) in linea di massima dove lo compra (salvo ristampe KS, ma anche qui, discorso di nicchia)?

3) "A ulteriore stortura se il negoziante è bravo e acquisisce nuova clientela attraverso la promozione dei giochi, facendo giocare persone che non li conoscono e creando così nuovi giocatori, se li vedrà portati via in seguito da Kickstarter. Un vero affare no?"

Anche qui, vabbè la provocazione, ma si va sul surreale. Sarebbe come dire: il ristoratore convince ad andare nel locale uno che non esce mai. Poi questo cambia ristorante. Quindi? Cosa ci avrebbe perso, dalla situazione iniziale?

...come dicono anche altri, se il modello di "negozio tradizionale" è in crisi non è certo per colpa di KS (se non marginalmente), ma degli shop online. Per sopravvivere, uno shop fisico deve (secondo me) ripensarsi come modello. Per esempio aggiungendo altri servizi. Gioco organizzato-libero, bar, ristorazione, store per l'usato, affiliazioni varie. Che poi è quello che sta già succedendo, fortunatamente (per chi lo fa e per chi ne usufruisce).

Sinceramente trovo la tua risposta imbarazzante.

Non argomentima attacchi. L'articolo è volutamente provocatorio e da una finestra, un punto di vista da cui si può discutere. Io gioco da un po' più di te, compro giochi da un po' più di te,  e vedo l'evoluzione del mondo ludico da un po' più di te, quindi credo di avere un punto di analisi privilegiato dalla mia età ed esperienza. Inoltre parlo con i retailer (negozi al dettaglio), con i distributori e i produttori, per diverse ragioni, e il quadro -seppur semplicistico- offerto è molto reale.

Ma se hai argomentivalidi per smontarlo sto qui a sentire.

Se cerchiamo una causa della scomparsa (futura) dei negozi di giochi, kickstarter può essere una componente, ma minore. Quanta gente ha voglia di aspettare un anno o più per prendersi un gioco? secondo me la maggiorparte no, indipendentemente dai numeri presenti nel forum.

Sul totale annuale dei giochi acquistati da un utente, quanti di questi sono di Kickstarter? penso pochi.

La causa principale è per forza l'e-commerce, sia esso Amazon, Philibert, Egyp o altro.

Se uno scorre i messaggi di "Oggi ho comprato", la maggiorparte sono acquisti da e-commerce.

Comunque concordo che il negozio fine a se stesso non possa sopravvivere contro questo tipo di concorrenza. Chi sopravvive è il negozio che diventa un centro di aggregazione e di apprendimento per il cliente.

Il mio "negozio di fiducia" fa tornei ufficiali sponsorizzati  dalle case produttrici, tornei ufficiosi, demo di giochi fatte dai dimostratori ufficiali e si sta attrezzando per la scuola di pittura, al pomeriggio e in alcune sere si può giocare con giochi anche portati da casa (tipo ludoteca!!).

Il tutto porta "acqua al suo mulino".

Questo crea un "plus" che Amazon o Philibert non ti può dare. Non è più un negozio, ma una Community, un forum inteso come un centro di aggregazione.

tutti i tornei sono sempre sold-out, segno che si è creato un giro. E fisiologicamente la gente poi compra lì....con la tessera punti ovviamente.

E non compra solo giochi, perchè nel cazzeggio settimanale di chi va là, torna a casa anche con librigame, magliette nerd e altro. E' l'ambiente che stimola...

Quindi, giusto dire che i negozi sono condannati da queste forme di e-commerce, ma solo i negozi che non si evolvono in questo modo.

L'articolo deve essere provocatorio, ed estremizzare, in modo da accendere il dibattito. 

L'e-commerce uccide il commercio al dettaglio. KS è diventato una branca di e-commerce (è prenotazione on-line con pagamento anticipato), per cui è corresponsabile, in quota da definire, di quanto sta succedendo a noi e alle Ns città. Il piccolo borghese/commerciante, per quanto bistrattato, è una parte fondamentale della Società ed ha/aveva pregi e difetti. Lottare contro internet è sfiancante, ma se ad oggi uno vuole sopravvivere deve crearsi una community, fornire servizi che lo rendano importante e indispensabile per i clienti, superando l'approccio asettico del web. Devi creare le "emozioni" e fornire un' "esperienza", in modo da fare la differenza. Il casuale (genitore, parente, utente casual) che entra solo a Natale per il Lego (ci metto pure questi) o il GdT tanto verrà con sempre più difficoltà

E' dura, ed è facile chiacchierare (è il progresso bellezza...) ed essere tranchant (chiudessero e basta). Il mondo va avanti e giustamente bisogna sempre studiare/aggiornarsi/adeguarsi. In ogni lavoro. Ma per il piccolo imprenditore e professionista è tutto molto più incerto. Lo dico per esperienza diretta.

L'e-commerce uccide il commercio al dettaglio. KS è diventato una branca di e-commerce (è prenotazione on-line con pagamento anticipato), per cui è corresponsabile, in quota da definire, di quanto sta succedendo a noi e alle Ns città. Il piccolo borghese/commerciante, per quanto bistrattato, è una parte fondamentale della Società ed ha/aveva pregi e difetti. Lottare contro internet è sfiancante, ma se ad oggi uno vuole sopravvivere deve crearsi una community, fornire servizi che lo rendano importante e indispensabile per i clienti, superando l'approccio asettico del web. Devi creare le "emozioni" e fornire un' "esperienza", in modo da fare la differenza. Il casuale (genitore, parente, utente casual) che entra solo a Natale per il Lego (ci metto pure questi) o il GdT tanto verrà con sempre più difficoltà

E' dura, ed è facile chiacchierare (è il progresso bellezza...) ed essere tranchant (chiudessero e basta). Il mondo va avanti e giustamente bisogna sempre studiare/aggiornarsi/adeguarsi. In ogni lavoro. Ma per il piccolo imprenditore e professionista è tutto molto più incerto. Lo dico per esperienza diretta.

Certo. Ed i negozianti hanno tutta la mia stima e comprensione. Però devo anche dire una cosa, in questo settore, come in molti altri, la concorrenza spietata del web li sta costringendo a cambiare IN MEGLIO. Mia modestissima opinione. I negozi di giochi di qualche anno fa erano solo degli stanzoni(/ini) nei quali visionare sugli scaffali scatole quasi sempre incellofanate e qualche manuale (meno spesso incellofanato). Due parole (quattro se ci si conosce), cassa, sacchetto, a casa. Io spendo, il negoziante incassa. Quelli che si sono saputi evolvere oggi forniscono un servizio ANNI LUCE avanti  rispetto ad allora - e sono ben felice di "foraggiarli", quando capita. E' che siamo ancora in via di sviluppo. Mica è facile, ma non tutto il male...

Mi aspettavo di trovare un articolo che analizzesse maggiormente l'attaccamento dei backer ai menzionati stretch goal, che portano le persone a controllare compulsivamente la pagina nella speranza di veder sbloccati X o Y, tutti rigorosamente inutili (salvo rarissime eccezioni), con un atteggiamento molto simile alla dipendenza da gioco d'azzardo e che rischia di essere altrettanto dannoso per le proprie finanze.

Kickstarter può essere il male? Per le persone certamente, perché sposta il fulcro del gioco da tavolo dal giocare insieme agli amici alla... sua creazione, rendendo la campagna spesso più fonte di piacere e divertimento del gioco stesso, oltre ad aumentare a dismisura e senza logica lo spazio occupato dai giochi e dalle scatole. 

Per i negozianti non lo so e francamente mi importa poco. Il mio "povero" negozio di fiducia era già nelle canne ben prima di KS mentre altri negozi che conoscono meriterebbero di fallire come poche attività commerciali ho conosciuto nella mia esistenza. Questo per dire che mi interessa molto di più gli effetti dannosi che può avere Kickstarter sull'hobby, e quindi su di me (ad esempio il fatto che ormai sembra impossibile avere un gioco per esperti in scatola piccola e senza modalità aggiuntive senza senso), che sui negozianti.

Il problema dei negozi fisici destinati a scomparire è di ben più ampio respiro e sicuramente non interessa il solo settore dei boardgame.
I negozi di giochi in scatola hanno dalla loro la possibilità di esistere grazie a servizi che Amazon, Kickstarter, ecc. non possono offrire: eventi, community sul territorio (importante per un prodotto "sociale" e "fisico") e gioco organizzato. Sono servizi di primaria importanza per i giocatori incalliti e rappreentano un vantaggio che altri settori non hanno.

Comunque dopo una febbre iniziale per vari KS ora ho un approccio molto più freddo e preferisco avere un uovo oggi piuttosto che una gallina tra un anno. Anche perchè spesso gli SG sono fuffa inutile e a quel punto, a quasi metà prezzo di un KS standard (che ormai è sui 100-120€), mi compro un gioco dalle qualità certe. Ovviamente ci ricasco ogni tanto ma si tratta di eccezioni sempre più rare...

Trovo sbagliato parlare di progresso, è semplicemente la conseguenza della globalizzazione.

Il commercio online tende al monopolio con distruzione delle catene distribuitive concorrenti utilizzando come leva il vantaggio del prezzo più basso ottenuto con risparmi di fiscalità discutibili. La new economy di cui molti si riempiono la bocca non è altro che usare tutti gli strumenti di vantaggio tributario che un'economia globalizzata mette a disposizione dei players globali. Sulla cui liceità e correttezza  nutro fortissimi dubbi.

Niente di nuovo sotto il sole. Ne' tantomeno di progredito rispetto al passato.

Lobo come Fusaro!

Ecommerce, kickstarter, amazon... tutte manifestazioni del turbocapitalismo consumista globalista.

Quindi: SI, È IL MALE, sapere se è Nearlotothep in persona o un semplice adepto lucertolone poco cambia e, se il Mostro non può essere abbattuto, accettarlo senza spirito critico ed estrema prudenza è affare perniciosissimo! Cave canem!.

@Badger28   Vedo che concordiamo nella sostanza. La forma è soggettiva.

@Zakimos     Sono d'accordo con quanto scrivi nel secondo paragrafo. Il feticismo distoglie dal vero oggetto del piacere. Ma esiste in tanti campi... ;)

@Cosarara    D'accordissimo con te. Vedi la concentrazione di capitali a pochi e le diseguaglianze sociali. Almeno nella Rivoluzione Industriale si producevano prodotti. Questi solo banche dati. I server ci conquisteranno! Ti conosco per un gran appassionato di Hannibal. Se vivessi dalle tue parti ti chiederei qualche lezione (mai avuto l'opportunità). 

 

Sarò all'antica ma io aspettare un anno per un gioco non ci penso nemmeno va proprio contro la mia idea di soddisfazione nell'acquisto,  per me KS può chiudere anche domani. Anche perchè alla fine mi diverto molto di più a giocare con i retail che con i giochi pompati da inutili orpelli e pupazzetti di plastica che ingombrano il tavolo e distolgono dalla vera essenza del gioco. Anzi vi dirò di più io coi giochi sono fasato due anni indietro compro le  versioni retail quando scendono un po di prezzo. Sono totalmente in controtendenza.

La mia esperienza personale di normale acquirente italiano mi dice tre cose:

1) acquistare online è solo un'alternativa (ripeto, alternativa) che a volte permette di trovare titoli con qualche sconto o qualche boundle interessante;

2) KS è una possibilità residuale che ho affrontato, dopo tre anni di acquisti, per la prima volta con Barrage e solo perché era un progetto interamente in italiano;

3) il negozio fisico resta per me il riferimento principale anche perché dopo anni riesco ad avere buone attenzioni anche lì: vi dico solo che quest'anno ho acquistato a prezzo di mercato dell'epoca di uscita giochi come Kingsburg I ed. (40€) e Lewis & Clark (45€) perché il mio negoziante aveva ultime copie a magazzino e perché sono un acquirente storico e fidelizzato (poca fortuna ho avuto ahimè con De Vulgari Eloquentia per il quale non ho pagato i 100€ che mi chiedeva).

Questo per dire che non credo alla prossima scomparsa dei negozi fisici che, spesso e volentieri, puntano ad essere centro insostituibile di aggregazione nerd tra fumetti e serate ludiche.

Le piattaforme di crowndfinding ultimamente servono più agli editori per abbattere il rischio d'impresa sui nuovi progetti che ad accorciare la filiera, credo infatti siano pochi i titoli che dopo una campagna di successo non finiscano poi sugli scaffali di vendita.

I KS oggi credo facciano spesso anche semplicemente da volano pubblicitario a giochi che si presentano sul mercato, diventando così un marchio in più da esibire.

Tornando a Barrage mi chiedo e vi chiedo se le 4000 copie e più vendute/prenotate su KS sono un successo che impedirà gli stessi numeri di vendita sugli scaffali fisici. Io credo proprio di no.

La mia esperienza personale di normale acquirente italiano mi dice tre cose:

3) il negozio fisico resta per me il riferimento principale anche perché dopo anni riesco ad avere buone attenzioni anche lì: vi dico solo che quest'anno ho acquistato a prezzo di mercato dell'epoca di uscita giochi come Kingsburg I ed. (40€) e Lewis & Clark (45€) perché il mio negoziante aveva ultime copie a magazzino e perché sono un acquirente storico e fidelizzato (poca fortuna ho avuto ahimè con De Vulgari Eloquentia per il quale non ho pagato i 100€ che mi chiedeva).

Questo per dire che non credo alla prossima scomparsa dei negozi fisici che, spesso e volentieri, puntano ad essere centro insostituibile di aggregazione nerd tra fumetti e serate ludiche.

Sono d'accordo ma molto più per l'ultima cosa che hai detto, perchè come prezzi non possono pensare di essere competitivi (il tuo caso è davvero raro)

Le piattaforme di crowndfinding ultimamente servono più agli editori per abbattere il rischio d'impresa sui nuovi progetti che ad accorciare la filiera, credo infatti siano pochi i titoli che dopo una campagna di successo non finiscano poi sugli scaffali di vendita.

Beh, su questo ci sarebbe da discutere. Io ho visto parecchi titoli che hanno concluso la campagna con successo (intendo semplicemente funded, poco sopra il minimo), ma con poche centinaia di backers, arrivati sì poi in retail ma con tirature talmente ridicole da risultare praticamente introvabili. Discorso complesso.

I KS oggi credo facciano spesso anche semplicemente da volano pubblicitario a giochi che si presentano sul mercato, diventando così un marchio in più da esibire.

Vero!

Tornando a Barrage mi chiedo e vi chiedo se le 4000 copie e più vendute/prenotate su KS sono un successo che impedirà gli stessi numeri di vendita sugli scaffali fisici. Io credo proprio di no.

Appunto (concetto centrale!!). E stiamo parlando di uno dei german più venduti di sempre, su KS.

Sarò all'antica ma io aspettare un anno per un gioco non ci penso nemmeno va proprio contro la mia idea di soddisfazione nell'acquisto,  per me KS può chiudere anche domani. Anche perchè alla fine mi diverto molto di più a giocare con i retail che con i giochi pompati da inutili orpelli e pupazzetti di plastica che ingombrano il tavolo e distolgono dalla vera essenza del gioco. Anzi vi dirò di più io coi giochi sono fasato due anni indietro compro le  versioni retail quando scendono un po di prezzo. Sono totalmente in controtendenza.

Non è sempre necessario scegliere uno schieramento e opporsi all'altro. Anzi, il segreto (IMHO) sta proprio nella moderazione/mediazione. Io in linea di max faccio come te, ma in più mi concedo 2-3 KS l'anno (che ricevo l'anno dopo, quasi "a sorpresa").

Anche perchè NO, non tutti i KS sono giochi iperpompati e orpellosi. Ce ne sono TANTI...e anche di poco costosi ma ottimi

Condivido parzialmente molti aspetti sottolineati sia nell'articolo, per quanto eccessivamente "di parte", sia nei commenti, tuttavia credo ci sia un errore di fondo riscontrabile ovunque, ovvero che KS e amici offrano un prezzo più basso e per questo motivo la maggior parte delle persone preferiscono acquistare su queste piattaforme.

Lo considero un errore madornale, ed è lo stesso errore fatto da molti negozianti, i quali pensano che il problema sia il prezzo e la loro unica soluzione è ricorrere a riduzione prezzi tali da mantenerli appena in vita.

La verità è che le persone scelgono la piattaforma che rende loro più facile e comodo trovare il prodotto da loro cercato (consapevolmente o no), il che comprende tutta una serie di aspetti:

Disponibilità e varietà dei prodotti
Accessibilità al prodotto (distanza del negozio dalla propria abitazione, facilità e spesa nel raggiungerlo)
Possibilità di "toccare con mano" il prodotto
Consulenza agli acquisti (diretta o indiretta)
Garanzia

Va da se che se si prendono questi aspetti come fondamentali per attirare i cliente salta fuori che il vincitore non può che essere un negozio fisico, difatti molti hanno evidenziato nei commenti che negozi concettualmente più moderni, che fanno da ludoteca/centro di aggregazione, che permettono di provare il prodotto o vederlo non solo relegato in vetrina e protetto da cellophane, il cui proprietario diventa più un amico nerd sempre pronto a consigliarti che non un venditore che fa i suoi interessi, disponibile ad un reso senza condizioni nel caso il consiglio non sia stato perfetto, sono ampiamente preferiti da chiunque e vengono visti come una sorta di "casa" dove trova sfogo la passione per i gdt, giochi di ruolo e affini.

Il punto è che i negozi fatti così sono pochissimi. Se si considera un negozio medio, è visibile anche ad un cieco che una grande catena o un negozio online hanno più vantaggi, specialmente questi ultimi che surclassano qualsiasi negozio fisico.

Nei negozi online si trova qualsiasi cosa (Disponibilià e Varietà), spediscono in tempi rapidissimi, il più delle volte gratuitamente, risparmiando all'utente l'onere di dover fare il giro dei negozi in zona spendendo tempo e denaro (Accessibilità al prodotto).
Se si tratta di un negozio specializzato sono sempre competenti e disponibili a consigliare il cliente, basta una telefonata o una email mentre nel caso di un grande store generalista la parte dei commenti è spesso più utile della recensione di siti specializzati (Consulenza agli acquisti)

Il punto forte dei negozi online, tuttavia, è la garanzia e il diritto di recesso. Provate ad immaginarvi di comprare un tv da quasi 3000€, constatare che ha 3 pixel bruciati e non poter farvelo cambiare perchè solo dai 5 pixel in su è considerato difettoso. Con gli store online chiami entro una settimana e anche senza motivo vengono a riprenderlo, senza lamentele sul fatto che il prodotto è stato aperto e senza quell'odiosa pratica del buono da spendere entro tot mesi nello stesso negozio.

No, il motivo per cui la gente si indirizza sugli store online non è assolutamente il prezzo, quello è giusto la ciliegina sulla torta, avere un servizio migliore spendendo pure meno.

Mi ripeto, la dimostrazione sta nel fatto che negozi gestiti bene, sia di giochi da tavolo che di qualsiasi altra cosa (impianti audio, hardware per pc, acquariofilia e librerie sono quelli che frequento maggiormente) sono frequentatissimi e preferiti a qualsiasi negozio online, proprio in virtù del rapporto umano e il supporto che il personale/proprietario del negozio è in grado di fornire. 
Se si conta quelli ben strutturati a tutto tondo, che sono già pochi, e si sottraggono i soliti furbetti che pur avendo le carte in regola ti vendono le cose con un rincaro dal 30 al 100% (quando comprai la chitarra il primo negozio mi chiese il doppio del negozio nella cittadina a fianco...) il bilancio finale risulta davvero a sfavore dei negozi fisici.
Un negozio fisico sia grande che piccolo, inoltre, viene preso in considerazione solo se entro una certa distanza, mentre uno online risulta accessibile a chiunque; poco mi frega se a Berlino c'è il più grande Mediamarkt, meglio fornito e col personale più competente di tutta europa, è troppo lontano per me e quello vicino a me ha un branco di ebeti come impiegati, ergo non lo prendo in considerazione.

Il capitolo KS non va nemmeno preso in considerazione, come già sottolineato da molti, in virtù del volume ridicolo. Poche migliaia di copie vendute in tutto il mondo sono NULLA, conta come un bullone trovato per terra di fronte ad una fabbrica che produce miliardi di bulloni l'anno.

Giusto per dare un'idea con dei dati, altrementi si può giocare a chi spara l'opinione più strana e nessuno ha torto:
Nel 2017 KS ha raccolto 140 milioni di dollari (in tutto il mondo) in giochi da tavolo
Nel 2016 (non ho trovato 2017 ma i dati sono in forte crescita) il mercato globale dei giochi da tavolo vale oltre i 3 miliardi di dollari. Previsto un incremento fino a circa 10 miliardi entro il 2021
Globalmente ticket to ride ha venduto 750 mila copie nei primi 3 anni, ovvero una media di 250 mila copie in un anno (21 mila solo in UK nel 2016). 
Se si considera un prezzo medio di 50$ a copia (in realtà molto di più, ma diamo un largo vantaggio al calcolo dei ks) 140 milioni/50=2.8 milioni di pezzi che se dividiamo per il numero di progetti funded del 2016(circa 2500) significa 1120 copie per gioco in un anno. 


250.000 vs 1.120

Dare la colpa a KS per il fallimento dei negozi è come dare la colpa ad un alieno scorreggione su Urano per l'inquinamento sulla terra.

Per quanto riguarda la qualità non vedo meno qualità in KS rispetto che retail, come ogni cosa ci sono i prodotti buoni e quelli non buoni, spetta a chi compra informarsi bene e non comprare cavolate.
Personalmente ho preso Gloomhaven (proprio brutto eh), Darklight, Lord of Hellas, Brass Birmingham e Deep Madness. Se poi uno fa un pledge per exploding kitten (con cui mi sono divertito un mondo) e si aspetta di ritrovarsi Twilight Imperium, forse forse è colpa sua.

PS. L'industria dei giochi da tavolo retail è talmente in crescita che nel 2017 sono state aperte 5 mila nuove ludoteche/negozi solo negli USA, della serie chi è causa del suo mal pianga se stesso.








 

Kickstarter non sarebbe il male, lo è, invece, QUESTO modello di kickstarter che si è andato ad affermare.

La questione della chiusura dei nogozi è troppo ampia e complessa per ridursi in un'invettiva contro ks. Basta un semplice conceto per descriverla: deflazione tecnologica

Kickstarter non sarebbe il male, lo è, invece, QUESTO modello di kickstarter che si è andato ad affermare.

La questione della chiusura dei nogozi è troppo ampia e complessa per ridursi in un'invettiva contro ks. Basta un semplice conceto per descriverla: deflazione tecnologica

 

Scusa, firse non ci arrivo io ma cosa c'entra la deflazione tecnologica con la chiusura dei negozi? 

Perché questo modello (quale?) di KS è il male?

Preciso che non mi interessa dove i giochi vengano acquistati, kick, onlinestore, negozio fisico, facebook, o mercatino dell'usato. Parlando da collezionista e non da giocatore, io credo che essere stato un collezionista anni fa aveva un suo senso, uscivano pochi giochi, e veramente pochi erano quelli dimenticabili, c'erano pochissimi canali dove reperirli e quindi era più divertente l'avventura di andare a cercarli che non quella di acquistarli. OGGI non è più così, escono migliaia di giochi che puoi ricevere comodamente a casa con un click e UNA CARTA DI CREDITO, pochi sono validi, spesso si somigliano tutti, la maggior parte risulta giocabile per un breve periodo poi diventano altamente dimenticabili. ORA, kickstarter sicuro favorisce questa decadenza dell'originaità e della giocabilità a favore di belle miniature e di regalini inutili che nulla aggiungono alla meccania di un gioco (es. monete in metallo, tabellone a doppia faccia, i meeple invece dei cubi...). Tristezza del collezionista...

Kickstarter non sarebbe il male, lo è, invece, QUESTO modello di kickstarter che si è andato ad affermare.

La questione della chiusura dei nogozi è troppo ampia e complessa per ridursi in un'invettiva contro ks. Basta un semplice conceto per descriverla: deflazione tecnologica

Scusa, firse non ci arrivo io ma cosa c'entra la deflazione tecnologica con la chiusura dei negozi? 

Effettivamente faccio fatica anch'io a capire cosa c'entri. Quantomeno con la chiusura dei negozi DI GIOCHI. Tra parentesi il prezzo medio dei giochi (indipendentemente dalla componentistica) è tendenzialmente in aumento ormai da anni.

ci sono ancora tante famiglie che si devono avvicinare al gioco da tavolo. Secondo me KS può funzionare con titoli grande risonanza e con acquirenti di livello... ma il neofita ha bisogno di qualcuno che lo avvicini a questo mondo e il negoziante è importante

io invece concordo in toto con l’efficacissima sintesi di Paperonzolo. Faccio notare che, a parte il fatto che il modello di deflazione porta SUCCESSIVAMENTE a una riduzione della possibilità di acquisto, il prezzo dei giochi è chiaramente diminuito a pari forzalavoro e materiali. O meglio, è aumentato al netto di un’overproduzione che, appunto, quando non esisteva KS sarebbe costato 10 volte tanto.

Kickstarter non sarebbe il male, lo è, invece, QUESTO modello di kickstarter che si è andato ad affermare.

La questione della chiusura dei nogozi è troppo ampia e complessa per ridursi in un'invettiva contro ks. Basta un semplice conceto per descriverla: deflazione tecnologica

 

Scusa, firse non ci arrivo io ma cosa c'entra la deflazione tecnologica con la chiusura dei negozi? 

Perché questo modello (quale?) di KS è il male?

Ciao, secondo me la deflazione tecnologica c'entra eccome poichè venendo a costare sempre meno il settore tecnologico i negozi on-line hanno sempre meno costi associati al loro lavoro e potranno sempre fare prezzi più bassi di un negozio fisico. Semplicemente sono certo che anche questo settore, come tutti gli altri, sia stato e sarà sempre più toccato da ciò.

Questo modello di KS è il male perchè ha tradito completamente quella che era la missione originale di ks: dare a tutti la possibilità di realizzare la propria idea/sogno/aspirazione.

Come giustamente dice Sava ormai partecipano quasi solo grandi case editrici che, in questo modo, scaricano tutto il rischio d'impresa sugli utenti finali. Ma secondo te, la CMON ha davvero bisogno di ks per un nuovo Zombiecide?

 

Quello che personalmente mi fa impressione é come un canale (kickstarter) utile a persone creative per trovare finanziamenti per realizzare le proprie idee, sia stata fagocitata dal dalle grandi aziende in chiave consumistica.

Ciao, secondo me la deflazione tecnologica c'entra eccome poichè venendo a costare sempre meno il settore tecnologico i negozi on-line hanno sempre meno costi associati al loro lavoro e potranno sempre fare prezzi più bassi di un negozio fisico. Semplicemente sono certo che anche questo settore, come tutti gli altri, sia stato e sarà sempre più toccato da ciò.

Questo modello di KS è il male perchè ha tradito completamente quella che era la missione originale di ks: dare a tutti la possibilità di realizzare la propria idea/sogno/aspirazione.

Come giustamente dice Sava ormai partecipano quasi solo grandi case editrici che, in questo modo, scaricano tutto il rischio d'impresa sugli utenti finali. Ma secondo te, la CMON ha davvero bisogno di ks per un nuovo Zombiecide?

Ciao a te! 
Scusa ma secondo me non c'entra proprio nulla,  cosa c'entra la tecnologia e il suo costo con la questione di negozio online?
non è che un negozio online se sfrutta una tecnologia (internet) per vendere allora significa che impieghi chissà quale tecnologia che gli permette di ridurre i prezzi.
L'unico vantaggio che ha è la possibilità di avere un bacino di clienti molto più grande di un negozio non in rete, Inoltre qui non stiamo parlando di negozietti online come quelli dei primi 2000 in cui il vantaggio era non dover tenere merce in magazzino, in quanto effettuavano l'ordine di acquisto dopo aver già venduto al cliente il prodotto, bensì di negozi che hanno magazzini, centri pick&pay e spesso e volentieri un negozio fisico alle spalle.
I costi di gestione, quindi, non sono irrisori come una volta, sono proporzionati al fatturato esattamente come quello di qualsiasi altro esercizio commerciale. 
La verità è, come già spiegato nel mio post precedente, che molti negozi online offrono un servizio e una competenza nettamente migliore di qualsiasi megastore o piccolo negozio che sia e una varietà di prodotti imparagonabile, oltre che alla possibilità di accesso al prodotto che un negozio fisico non può avere (non tutti abitano a milano, torino, roma dove trovare un negozio che abbia il prodotto cercato; amazon, invece, è ovunque)
Gli unici che hanno tutti i vantaggi sono i negozi di appassionati, ma sono pochissimi e spesso, in certi settori che lo permettono, trovono più vantaggioso indirizzarsi ad una clientela elitaria con conseguente livello dei prodotti dai prezzi improponibili per la massa (mai entrato in un negozio di audio-video dove il tv più barbone costa 20 mila € e la coppia di diffusori dai 10 ai 50 mila?)

La storia che KS ha tradito gli ideali iniziali è una pura idiozia. Dove sta scritto che una persona qualunque non può presentare il suo progetto e provare a raccogliere fondi per realizzarlo? da nessuna parte! se poi altri utenti/compagnie utilizzano in modo improprio la piattaforma, cavoli suoi.
Internet fu ideato con lo scopo di collegare più calcolatori per scopi scientifici, eppure oggi è pieno zeppo di pornografia e idiozie di ogni tipo: sarebbe colpa di internet? colpa mia che, pur gestendo il radiotelescopio da remoto e inviare i dati da esso raccolti presso un altro elaboratore, sfruttando internet per ciò che è stato concempito, non l'ho però difeso come un guardiano contro spazzatura che viene riversata dentro? Non è colpa di nessuno, semplicemente è una piattaforma che permette di essere utilizzata in vari modi e chi la utilizza decide di usarla come gli pare, entro i limiti dei loro regolamenti.

Nell'ultima frase noto una litania che viene ripetuta da quasi tutti sul forum ma mai nessuno che presenti un singolo dato.
Il COLOSSO CMON ha bisogno di KS per campare? vediamo un po' qualche dato.


CMON, nel 2017, momento del suo apice, ha fatturato poco più di 17 milioni di dollari. Fatturato, non utile netto.

La GW nel 2016 ha fatturato 150 milioni di dollari

Asmodee nel 2016 ha fatturato 404 milioni di dollari

(Considerando che dal 2014 si ha avuto un costante aumento del mercato dei gdt, va da se che le stime delle ultime due sono, molto probabilmente al ribasso)

Veramente avete il coraggio di chiamare COLOSSO la CMON? Se si prende la definizione di piccola e media impresa secondo le direttive europee, si ha che la Piccola Impresa è quella che rientra nei 10 milioni di euro di fatturato (11.4 milioni di dollari ad oggi) e la Media Impresa quella che fattura entro 50 milioni.

E' vero che la CMON si affida anche ad intermediari per vendere (publisher e negozi), ma la maggior parte del fatturato arriva da kickstarter, va da se che il loro utile netto su questia piattaforma è decisamente maggiore che non della parte retail, in cui gli utili vengono ridotti dai publisher e dai negozi.
Eppure nell'ultimo anno sono passati dai 17 milioni di $ agli 11 di fatturato (riducendola di fatto  a piccola impresa), e le cause di tutto ciò sono la riduzione dei fondi raccolti su ks il restante è per l'aumento dei costi fissi, alla partecipazione di fiere ecc. cosa che se si spostassero nel solo mercato retail sarebbero decisamente più incisive, riducendo l'utile e, quindi anche il fatturato.

Ripropongo la domanda. Ha la CMON davvero bisogno di KS?
La risposta, supportata dai dati, è SI!

Ultimo ma non importante è che abbiamo parlato della CMON, ovvero della casa produttrice più grossa di kickstarter, insieme alla Mythic Games. Ne consegue che se CMON, che fattura N volte altre case ha bisogno di KS, tutte le altre hanno lo stesso bisogno. 
Le uniche che non avrebbero questa necessità sono quei publisher retail che si affidano a KS per ridurre il rischio, ma c'è anche un altro fattore da tenere in considerazione. Tal gioco sarebbe stato prodotto anche senza kickstarter o, come nel settore dell'editoria, puoi anche concepire un ottimo gioco ma se non hai il nome, se è un gioco troppo di nicchia ecc. nessuno si prende il rischio di produrlo? 
Un Gloomhaven sarebbe mai uscito con Asmodee? senza considerare che il publisher potrebbe richiedere modifiche, cambiando di fatto il progetto iniziale.

KS, inoltre, permette ai supporter di essere coinvolti nel progetto, di dare consigli e di vedere create le cose che loro hanno richiesto. Quasi tutti gli SG della campagna di ristampa di Deep Madness sono stati richiesti dai giocatori, dalle scatole alle carte di certe personaggi. Gloomhaven ha un'intera campagna creata coi fan su bgg.

"Eh ai miei tempi le strade le facevano in un altro modo", con asfalto non drenante che alla prima pioggia uscivi di strada anche in bicicletta...

mah..

che i kickstarter si siano trasformati in una piattaforma di preorder mi sembra evidente... eppure..

giochi che non avrebbero mercato (poca pubblicità), giochi che non avrebbero clientela (guarda kdm.. il primo tentativo era stato un flop colossale...), giochi che richiedono un investimento economico massiccio anche per il base (ci sono tanti ks dove la proposizione parte da 100 dollari... quanti gdt che costano 100 euro solo per il base conoscete? io solo Twilight imperium..)..
è vero, per certi versi kickstarter rischia di fagocitare un settore (il negoziante fisico) ma la stessa cosa col tempo succede in tanti settori dove kickstarter non c'è.. ti evolvi (e superi il problema), ti adatti (e ci convivi) o muori: questa approccio è comunissimo in tutti i settori che generano business...

Il fenomeno Kickstarter secondo me non deriva unicamente da fattori economici, ma da come oggi noi scegliamo e compriamo i giochi. Un sistema che in parte rispecchia quello che accade in altri settori, in parte vive di aspetti peculiari, "unici" nel mondo ludico.

Se infatti i siti di e-commerce sono proliferati affiancandosi a quelli fisici (kickstarter compreso, tralasciamo la funzione di lancio delle startup in questo momento), accanto a questi sono nati e cresciuti altrettanti siti di recensione prodotti, classifica, forum di condivisione delle esperienze, videorecensioni, anteprime e schemi di confronto che aiutano tutti noi, tutti i giorni, a scegliere ciò che vogliamo comprare.

Tutti questi strumenti a nostra disposizione ci permettono di capire, comodamente seduti da casa, a cosa dobbiamo puntare se vogliamo soddisfare i nostri desideri sia esso un nuovo notebook, un televisore, una automobile o un nuovo gioco.

Tralasciando dunque il discorso prettamente economico (accorciamento della filiera di distribuzione, risparmio economico sul prezzo del prodotto al dettaglio, facilità di reperimento dell’oggetto che ti arriva direttamente a casa) i negozi di e-commerce vivono anche grazie a tutti quei “punti” di informazione che ci consentono di non uscire di casa per valutare il prodotto da comprare. Tutto questo a discapito dei negozi fisici.

Per i giochi poi si innescano anche altre dinamiche.

Se infatti per un qualsiasi altro prodotto la tendenza è quella di recarsi possibilmente nel negozio fisico per capire se effettivamente ci piace ciò che vogliamo comprare, per i giochi è differente.

La prima dinamica è sicuramente la prova del gioco. Per quanto possibile, le associazioni ludiche, i forum (Tana compresa!!), le recensioni consentono di avere un’ampia opinione di una nuova uscita. Escludendo dalla questione l' aspetto visivo dei componenti facilmente risolvibile tramite foto e video, l’aspetto principale dei giochi, cioè la dinamica al tavolo, è risolta tramite la lettura dei regolamenti, la prova alle fiere, i PnP o le anteprime e soprattutto il passaparola tra giocatori. Non è più necessario andare al negozio di quartiere per avere un confronto o un parere. Già ad un livello intermedio (come quello del casual gamer) il web fornisce ormai una abbondanza di informazioni più che sufficiente a comprendere se un gioco può piacerci.    

E qui si aggiunge un’altra dinamica tipica del nostro mondo (di cui io stesso, lo ammetto, ne sono affetto): la sindrome del collezionismo. Il gioco lo compro se può piacermi e non perché l’ho provato e mi piace effettivamente. So già che molti contesteranno questa affermazione, ma è quello che accade con Kickstarter.

Spesso si compra perché, come detto, vista l’anteprima, letto il regolamento e condiviso l’opinione su un forum, la nostra cara scimmietta valuta in modo del tutto scriteriato di avere sufficienti informazioni per prosciugare la carta di credito… al peggio il gioco si rivende.

E il mercato dell’usato, nei giochi da tavolo più che altrove, la fa da padrone. L’interpolazione tra collezionismo e vasto mercato dell’usato ci permette di assorbire il rischio di una scelta sbagliata che in altri ambiti non sarebbe perdonata. I mercatini dell’usato sono un paracadute naturale, dove ribaltare il nostro desiderio di acquisto.

E allora perché aspettare la versione retail? Perché spendere di più per avere un prodotto non “completo” (leggi Streach goal)? Perché attendere la produzione di qualcosa che posso avere subito? Il negozio fisico, se ci pensiamo, arriva alla fine di questa filiera sia sotto l’aspetto economico sia sotto l’aspetto informativo. Allora cosa può fare il negoziante? Quello che molti già fanno. Far provare i prodotti in casa e metterli scontati al pari dei siti online cercando di replicare fisicamente quello che sul web è virtuale: una comunità che condivida informazioni e passione.

Il problema quindi nasce da come noi effettuiamo i nostri acquisti. Non è Kickstarter a fagocitare i negozi fisici, ma siamo noi più liberi nell’acquisto su questa piattaforma perché riusciamo ad abbattere il “rischio” tipico del finanziamento tramite la molteplicità di informazioni.

 

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