La ferrovia sotterranea

Underground railroad
Public domain, Wikipedia

Avendo ricevuto tante richieste, provo a buttare il cuore oltre l'ostacolo e a scrivere di giochi e di film. Perché? Per dare un'ambientazione agli Eurogame, ovvio! Per la mia prima prova scritta ho scelto un argomento difficile, ma stimolante.

Approfondimenti

La ferrovia sotterranea non era una ferrovia e non era nemmeno sotterranea: era una rete di collegamenti stradali sicuri da percorrere in caso di fuga e case di gente fidata in cui rifugiarsi. Era chiamata così perché chi ne faceva uso sembrava essere letteralmente scomparso, reso invisibile, come se la strada fosse davvero sottoterra. E di "stazione" in "stazione", ovvero di casa in casa, con un bel po' di fortuna e collaborazione da parte di persone di buona volontà, si poteva davvero raggiungere la libertà, fuggendo dagli Stati schiavisti del sud fino in Canada.

Da questo triste frammento di Storia americana, è nato Freedom: the Underground Railroad, un gioco cooperativo di Brian Mayer da uno a quattro giocatori,  pubblicato dalla Academy Games nel 2013, primo della loro serie intitolata appunto Freedom.

Il gioco è una bella sfida:  vestiamo i panni di coraggiosi abolizionisti; vinciamo se riusciamo a portare un certo numero di cubetti (schiavi) - variabile in base al numero dei giocatori - verso la libertà in Canada e, contestualmente, comprando tutti i segnalini supporto prima che finiscano gli otto turni del gioco. Se non riusciamo a portare a termine entrambi gli obiettivi oppure se perdiamo troppi uomini, anche a causa dei cacciatori di schiavi che avremo alle calcagna, perdiamo. Abbiamo un grande tabellone diviso in due parti ben distinte: a destra la mappa di una porzione degli Stati Uniti e del Canada, con le varie "stazioni" della ferrovia sotterranea e le strade percorse invece dai cacciatori di schiavi, mentre a sinistra lo spazio per i segnalini e le carte diviso in tre epoche (1800-1839, 1840-1859, 1860-1865). I segnalini sono di tre tipi e hanno prezzi diversi: Support Tokens, che devono essere comprati essendo condizione di vittoria, Conductor Tokens, che servono a spostare gli schiavi sulla mappa, e Fund Raising Tokens, che servono appunto a raccogliere fondi per farci procedere nel gioco. I soldi, infatti, ci servono per comprare le carte e i segnalini e, come in tutti i giochi Euro che si rispettino, sono sempre pochi e risicati. Riguardo alle carte, ognuna porta il nome di un evento storico o di una persona che ha davvero avuto un impatto sull'abolizionismo, in positivo o in negativo, che ci avvantaggerà oppure ci sarà di ostacolo. Alla fine di ogni turno, nuovi schiavi arriverranno da oltreoceano: se non ci sarà posto per loro nelle piantagioni sudiste, andranno persi.

Ripeto: avremo solo otto turni per completare i nostri obiettivi.

Freedom The Underground Railroad, tabellone

Quello che più mi ha colpito di questo gioco sono le emozioni che lascia, indice di un gioco efficacemente ambientato: i cubetti non sono percepiti come solo cubetti e troverete molto pesanti le decisioni da prendere, perché salvare tutti non sarà possibile. Emblematica in questo senso è la videorecensione di Paul Dean di ShutUpAndSitDown, l'unica di quel sito che io ricordi essere priva del consueto umorismo britannico. The Underground Railroad mi ha ricordato i giochi-esperienza della serie The Mechanic is the Message di Brenda Romero, come The New World e Train.

Ho visto una lezione dell'autrice, intitolata Gaming for Understanding, in cui racconta di come la figlia non avesse capito bene a scuola la drammaticità del Middle Passage: l'aveva inteso come una sorta di "crociera per africani". Inventò per lei The New World, gioco a scopo didattico, e così facendo la bambina comprese la tragedia.

A cotanto gioco abbino un film del 2018 ispirato a una storia vera che ha meritato l'Oscar alla migliore sceneggiatura non originale e il Gran premio speciale della giuria di Cannes, Blackkklansman, di Spike Lee.

Siamo nel 1972: Ron Stallworth (interpretato da John David Washington, figlio di Denzel e talentuoso come il padre) è il primo investigatore afroamericano a Colorado Springs e si mette in testa d'infiltrarsi nientepopodimeno che nel Ku Klux Klan, contattando telefonicamente il capo locale tramite un'inserzione trovata sul giornale. Ovviamente lui si dovrà accontentare della parte telefonica dei contatti, la parte fisica la farà il suo collega bianco (ma ebreo, quindi altra discriminazione) Flip Zimmerman, interpretato da Adam Driver. Film eccezionale per come riesce a coniugare leggerezza e serietà del tema, offre spunti interressanti in pieno stile Spike Lee con la scena della conferenza di Kwame Ture, con i dialoghi pungenti tra Stallworth e la fidanzata Patrice (Laura Harrier) e soprattutto con il ricordo del linciaggio seguìto alla diffusione del film Nascita di una Nazione. Lee si prende la rivincita su questo film studiato da sempre in storia del cinema per le sue qualità positive e primo vero blockbuster: Nascita di una Nazione (The Birth of a Nation, D.W.Griffith, 1915) ha di fatto incentivato al razzismo ed è diventato uno stumento di propaganda segregazionista.

Blackkklansman

Purtroppo la fabbrica dei sogni Hollywood ha continuato per decenni a discriminare gli afroamericani, esiste tutta una critica rivolta anche ai poetici film dell'orrore degli anni '30, dove l'antagonista era sempre in nero (il mantello nero di Dracula, il mostro della Laguna Nera, la creatura di Frankenstein vestita di nero contrapposta alla sposa in bianco, King Kong) e attentava platealmente alla virtù della donna bianca.

Quest'ultima riflessione mi porta a un altro testo in cui ho trovato questo tema trattato egregiamente: la recente serie tv Hollywood (2020), ideata da quel geniaccio di showrunner che è Ryan Murphy (Nip/Tuck, American Horror StoryGlee, Feud, Pose, Scream Queens... le azzecca tutte, quest'uomo!): tra le altre cose, in questa serie si racconta di come le attrici di colore negli anni '40 potessero ambire solo a ruoli da domestica ignorante o eventualmente ridicola, e si cita la premiazione agli Oscar della Mami di Via col Vento Hattie McDaniel (Queen Latifah, che qui fa una particina, ma si fa ricordare), prima afroamericana a ottenere la statuetta come attrice non protagonista, alla quale fu proibito di sedersi tra gli altri candidati durante il galà della premiazione.

Colonna sonora consigliata: Billie Holiday - Strange Fruit del 1939, Nina Simone - Mississippi Goddam del 1963, Beyoncé Knowles  - Formation del 2016.

Ho scritto questo articolo in seguito all'ennesima uccisione di un afroamericano perpetrata da un poliziotto bianco in quella che dovrebbe essere "the Land of the Free and the Home of the Brave".

Sorry, but I can't breathe.

Commenti

Complimenti! Grazie per aver nobilitato la nostra passione con la descrizione di questo gioco e con gli abbinamenti a delle esperienze cinematografiche!

Solitamente si parla di giochi educativi solo per quel che riguarda i bambini

Questo articolo potrebbe essere il primo di  una rubrica per imparare da adulti con esperienze fortemente ambientate.

A tal proposito copio qui sotto una delle caratteristiche che Killa Priest ha indicato per il gioco german-euro per dire che l'ambientazione è spesso usata per insegnare valori universalmente riconosciuti. 

Inizia da qui:

"...l'assoluta avversione, se non taboo, verso il conflitto. Nelle parole di Knizia: 

"Germany is extremely critical towards war games. That comes from the history
and the experiences of the Second World War. The majority of people,
the family game culture, doesn’t really like to play war games. It’s modern
fairy tales they want to play"

oppure nelle parole di Teuber:

"I ... believe that most people in the world prefer to engage in constructive
rather than destructive activities. The world of Catan is built on the philosophy
of peaceful building, rather than war and violence. So the majority of
people, who believe in constructive aspects in life, probably like playing Catan
also for that reason"

L'elemento fondante del design tedesco è tutto qui. Gli elementi geo-culturali che han fatto arrivare gli autori tedeschi a questa presa di posizioni possono essere molti. Personalmente io credo nell'influsso sociale della seconda guerra mondiale su quel popolo."

Bravissima!

 

 

@Signor Darcy: GRAZIE! 

@Locompetitivo: Ti ringrazio, anche a me era rimasto impresso quel commento di Killa Priest.

ma che bella idea per una rubrica! spero non resterà un articolo isolato

Ci tengo a ringraziare Agzaroth per aver scelto di valorizzare il mio articolo pubblicandolo di lunedì, giorno abitualmente dedicato all' editoriale, la prima pagina della settimana.

Vedì che se non ti concentri sull'architettare GOMBLODDI fai dei bei pezzi! Complimenti, gran gioco. L'ho adorato tantissimo, ambientazione e tensione palpabile, ogni scelta sempre molto sofferta.

Mi aspetto di sentire cosa ne pensi di Porto Rico... ;)

s83m scrive:

Vedì che se non ti concentri sull'architettare GOMBLODDI fai dei bei pezzi! Complimenti, gran gioco. L'ho adorato tantissimo, ambientazione e tensione palpabile, ogni scelta sempre molto sofferta.

Hai visto che t'ho fatto la sorpresa?

Mi concedi l'armistizio? :))

LorenZo-M scrive:

Mi aspetto di sentire cosa ne pensi di Porto Rico... ;)

Puerto Rico è un ottimo gioco, un capolavoro, questo non si discute. Altrimenti mi metterei a livello di chi vuole bruciare Via col vento. Anche nell'articolo se hai letto con attenzione scrivo che Nascita di una Nazione si studia tuttora per le caratteristiche positive, che sono innegabili. 

Non vorrei creare fraintendimenti, forse dati dalla chiosa finale. È da intendersi come: dovevo pur partire da un argomento, sono partita da questo per il recente fatto di cronaca, che mi ha raggelato il sangue per l'indifferenza e la freddezza con cui è stato commesso.

Dovrai fare miracoli quando dovrai scrivere di un gioco come Kolejka!! :)

 

Approfondimento interessante ed inedito. Il gioco mi tenta, ma se la tematizzazione è così palpabile (prediligo i tematici), qualcosa, egoisticamente, mi frena. Diciamo che perdere potrebbe essere troppo amaro.

«È la mia faccia, amico
non ho fatto nulla di grave, amico
ti prego
ti prego
ti prego non riesco a respirare
ti prego amico
qualcuno mi aiuti
ti prego amico
non riesco a respirare
non riesco a respirare
ti prego
(parte non comprensibile)
amico non respiro, la mia faccia
devi solo alzarti
non riesco a respirare
ti prego, un ginocchio sul mio collo
non riesco a respirare
merda
lo farò
non posso muovermi
mamma
mamma
non ce la faccio
le mie ginocchia
il mio collo
sono finito
sono finito
sono claustrofobico
mi fa male lo stomaco
mi fa male il collo
mi fa male tutto
un po’ d’acqua, o qualcosa
vi prego
vi prego
non riesco a respirare, agente
non mi uccidere
mi stanno ammazzando
ti prego, amico
non riesco a respirare
non riesco a respirare
mi stanno ammazzando
mi stanno ammazzando
non riesco a respirare
non riesco a respirare
per favore, signore
ti prego
ti prego
ti prego non riesco a respirare»

nerowolfe scrive:

Approfondimento interessante ed inedito. Il gioco mi tenta, ma se la tematizzazione è così palpabile (prediligo i tematici), qualcosa, egoisticamente, mi frena. Diciamo che perdere potrebbe essere troppo amaro.

Innanzitutto ti ringrazio per il commento, anche se leggerlo mi ha sconquassata ancora una volta.

Ti consiglio di dare un'occhiata alla videorece di SUSD che cito, così ti puoi fare un'idea più precisa sul gioco e vedere se può fare per te o se è emotivamente troppo carico.

Infinitejest scrive:

LorenZo-M scrive:

Mi aspetto di sentire cosa ne pensi di Porto Rico... ;)

Puerto Rico è un ottimo gioco, un capolavoro, questo non si discute. Altrimenti mi metterei a livello di chi vuole bruciare Via col vento. Anche nell'articolo se hai letto con attenzione scrivo che Nascita di una Nazione si studia tuttora per le caratteristiche positive, che sono innegabili. 

E' un argomento complesso... la mia era solo una battuta... diciamo comunque che Puero Rico, sebbene sia un gran bel gioco, ha sempre  suscitato un po' di perplessità riguardo alla tematica. D'altro canto la Wizard of The Coast ha bannato alcune carte di Magic: the Gathering per motivi di etica, e sta apportando modifiche anche al regolamento di D&D per lo stesso motivo... chissà se ci saranno alcune case di giochi da tavolo che affronteranno il tema in maniera simile.

 

@LorenZo-M

Di sicuro da qualche anno a questa parte si sta facendo più attenzione a come si trattano certe tematiche, vedi Spirit Island.

@LorenZo-M

Attenzione però: non è la stessa cosa. 
Senza voler scendere in giudizi che non sono opportuni (oltre che ammessi) in questa sede, da una parte un gioco ripropone un pezzo di storia per farlo conoscere e rivivere, dall'altro un gioco rimuove dei suoi pezzi perché potrebbero urtare la sensibilità di qualcuno. I due principi usati non sono affatto sovrapponibili.

themanwhosoldth...

Inizio con i complimenti all'autrice per la rubrica. Bella l'idea di accostare e intersecare tema nel boardgaming, cinema e letteratura (da sempre questi ultimi uniti a doppio filo).

Però non posso nascondere che mi mette molto a disagio questa presa di coscienza iconoclasta, che sembra inoltrarsi addirittura nelle tematiche del gioco (ma che non appartiene a Infinitejest come da lei stessa dichiarato).

Per non creare zone d'ombra dico subito che ho trovato disgustoso l'arresto di George Floyd. Qualcosa di indifendibile. Ma ho i brividi se penso che "domani" Il negro del Narciso potrà essere tolto dagli scaffali delle librerie oppure che il sessismo di Bukowski e la sua idea spesso meschina sulle donne faccia la fine di altri libri bruciati in altre piazze. E lovecraft? Addio Arkham horror, Eldritch horror, gli LCG o i gdr, visto che il Nostro era dichiaratamente razzista e i suoi libri sono pieni di stereotipi contro afroamericani e non solo?

 

Mentre ci andrà bene che l'esperienza di schiavo di Cervantes a causa dei "mori" riversata in Don Chisciotte non ci faccia sussultare? (Ipocrisia?) Oppure che "l'antipatia" del socialista Jack London nei confronti degli europei del sud (cattolici) sia bypassata?

Magari a qualcuno verrà voglia di sfregiare un Caravaggio visto che il pittore lombardo era probabilmente un pedofilo oltre che rissoso assassino...

Via svastiche dai wargame?

Oh no...

Ben vengano i giochi come The underground railroad...ma ancora meglio allora un Endeavor dove nelle Imprese troviamo sfruttamento dell'uomo e le lotte di liberazione (Rivoluzione haitiana e la stessa underground railroad) dalla schiavitù.

Il passato si deve conoscere. Non si deve cancellare e nemmeno cambiare.

E i giochi da tavolo non devono essere testi storici o analisi del passato.

@themanwhosoldthewhole

Non posso che concordare con quello che dici, mi fa piacere che si sia capito che il mio obiettivo era "solo" quello di approfondire il tema di un gioco tramite altri media.

Prometto che la prossima volta il tema sarà molto più leggero!

themanwhosoldth...

Ben vengano articoli stimolanti!!! :-)

@themanwhosoldthewhole

concordo su tutto. Periodicamente avvengono delle "pulizie" di simboli storici del passato, in maniera più o meno radicale. E' difficile evitarlo. Fa parte della storia dell'uomo.

Ed è difficile fare ragionamenti come i tuoi alle "masse popolari", perchè i politici hanno comunque bisogno di lasciare qualche "vittima sul campo" e ogni tanto queste "vittime" sono monumenti, nomi di vie e altro.

Cristoforo Colombo sembra che sia il parafulmine di tutto il male del passato, ogni anno tolgono qualche sua statua, vuoi per gli indiani d'america, gli ispanici o i neri!

@infinitejest

Bello come articolo e come idea.

Occorre spurgare gli articoli però di ogni fervore ideologico e cercare di essere un pò più asettici, limitandosi a esemplificare dei giochi di interessante contesto storico e cercare un equivalente cinematografico.

Altrimenti parte il dibattito avvelenato...

La fantasia la creatività e i temi dei giochi non devono scomparire ci mancherebbe. Questo gioco aveva lo scopo di far capire un problema e ci è riuscito. Un po' come tapum. Sono giochi nati per insegnare tramite l'ambientazione altri giochi hanno scopi meno educativi e più divertenti.

Trovo che fare un articolo su un gioco che aveva quello specifico scopo sia un plus, infatti, quel gioco oltre a divertire insegna.

Mica possiamo dire alla gente di non guardare, ad esempio, i film horror... non insegnano nulla sono puro divertimento...

@ Locompetitivo

Se hai ascoltato i podcast con me e S83M sai che ho un debole per gli horror... prima o poi scriverò anche di quelli.

Infinitejest scrive:

@ Locompetitivo

Se hai ascoltato i podcast con me e S83M sai che ho un debole per gli horror... prima o poi scriverò anche di quelli.

Spero in un articolo su quel bellissimo slasher  che è Alien...xP

@s83

Con Alien come film si finisce inevitabilmente a recensire Nemesis...

 

Io invece sono granitico sul gioco Kolejka, che accoppiato al film Cold War di Pawlikoski, può generare un articolo da tagliarsi le vene, creando una sublime cappa di mestizia e tristezza in tutto il forum...

Cristiano scrive:

@s83

Con Alien come film si finisce inevitabilmente a recensire Nemesis...

 

Io invece sono granitico sul gioco Kolejka, che accoppiato al film Cold War di Pawlikoski, può generare un articolo da tagliarsi le vene, creando una sublime cappa di mestizia e tristezza in tutto il forum...

Quella di Alien è una battuta che risale a una gag tra me e S83M in chat Telegram di Radio Goblin. 

Tranquillo, per ora gli articoli successivi saranno su argomenti molto diversi da questo. Expect the unexpected!

allora attendo l'accoppiata Cards against Humanity - Cinepanettoni Boldi-De Sica

@infinitejest

Buona la prima e sempre complimenti per la forza delle tue parole, non tutti hanno il dono di saperle usare e tu ci riesci alla grande, dando la paga a tutti quelli che criticano il tuo "prepararti" gli argomenti. Non ti prepari e basta, sei preparata e basta.

Comunque giuro che saranno gli ultimi smodati complimenti altrimenti cominceranno a pensare che mi paghi o che ci conosciamo. ?

Detto questo non vedo l'ora di leggere la recensione Grand Austria Hotel/Grand Budapest Hotel...ti prego, dimmi che ci sará!

@ FigliodiGriffin 

A meno che tu non fossi alla GiochiCon dell'anno scorso, non ci siamo mai visti. E assicuro tutti che non sei sul mio libro paga!

Urca, di GAH ne ho già parlato 2 volte, nel podcast "fumetti vs film" e nei GladiAutori #1, non vorrei risultare ripetitiva...

Grazie come sempre dell'incoraggiamento!

ci tengo a far sapere che sono io che ho criticato chi legge (quasi) tutto nei podcast, come fa l'autrice di questo articolo.

detto questo, non voglio far polemica quindi mi taccio subito: faccio solo notare che un conto è prepararsi per affrontare un argomento.

altro conto è preparare uno scritto e leggerlo. 

fine intervento, saluti a tutti

Nessuna polemica, tranquillo. Anche perché, purtroppo, non sei stato l'unico a criticare questo aspetto sotto i podcast. In ogni caso con questa nuova rubrica il casus belli è superato...saremo noi lettori a leggerla ?

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