Da: Nove da Firenze
Si intitola “La tomba senza nome” ed è la seconda fatica letteraria di Paolo Vallerga già autore, un paio di anni fa, de “Il congegno traslante”.
Come per il primo scritto anche “La tomba senza nome” si ispira al mondo raccontato nel gioco da tavolo “Le Saghe di ConQuest”, gioco ideato dallo stesso Vallerga con Valerio Porporato, e che nel 2001 a Lucca Comics&Games si aggiudicò il titolo di miglior prodotto.
“Il gioco è un fantasy classico con elfi, nani scheletri e così via – spiega lo stesso Vallerga intervistato durante l’ultima Lucca Comics&Games – però la particolarità sta nell’incontro tra una tipologia di gioco standard e un linguaggio assolutamente fuori dal comune nel senso che il linguaggio è in stile ‘Armata Brancaleone’. E’ una cosa goliardica. Nel 2000, 2001 non c’erano giochi che ironizzassero sul mondo fantasy, il mondo fantasy è un settore intoccabile, pieno di riti che dovevi rispettare, pieno di situazioni che… guai a scherzarci su”.
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Da: Nove da Firenze
Si intitola “La tomba senza nome” ed è la seconda fatica letteraria di Paolo Vallerga già autore, un paio di anni fa, de “Il congegno traslante”.
Come per il primo scritto anche “La tomba senza nome” si ispira al mondo raccontato nel gioco da tavolo “Le Saghe di ConQuest”, gioco ideato dallo stesso Vallerga con Valerio Porporato, e che nel 2001 a Lucca Comics&Games si aggiudicò il titolo di miglior prodotto.
“Il gioco è un fantasy classico con elfi, nani scheletri e così via – spiega lo stesso Vallerga intervistato durante l’ultima Lucca Comics&Games – però la particolarità sta nell’incontro tra una tipologia di gioco standard e un linguaggio assolutamente fuori dal comune nel senso che il linguaggio è in stile ‘Armata Brancaleone’. E’ una cosa goliardica. Nel 2000, 2001 non c’erano giochi che ironizzassero sul mondo fantasy, il mondo fantasy è un settore intoccabile, pieno di riti che dovevi rispettare, pieno di situazioni che… guai a scherzarci su”.
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