Sarà anche per deformazione accademica, ma "1906 San Francisco" mi attira non poco.
Penultimo giorno di fiera, che fino a poco tempo fa era anche il più congestionato. Ora invece non è peggio del giovedì, in cui tutti i malati dell’ultima novità si accalcano per prendere i titoli che poi altrimenti andranno esauriti.
Difficile trovare i tavoli liberi; ma, forti di poche pause e tanta dedizione, e del poter girare solo in due, io ed il mio fido compagno Zerro riusciamo a provare parecchi titoli che si riveleranno più interessanti del previsto.
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Tudor
L’autore in persona, simpaticissimo, ci spiega le regole - semplici e chiarissime - e cominciamo a giocare una partita di tre round, al posto dei reali quattro che si dovrebbero giocare in quattro giocatori. Devo dire che le orride mani mozze che formano gli schermi dei giocatori mi avevano fatto desistere dal prendere questo gioco durante il Kickstarter; invece, alla prova sul campo si dimostra notevole.
Il titolo è interessante, pieno di cose da tenere sott’occhio e di combinazioni interessanti. Le mosse sono sempre da farsi considerando quello che fanno gli altri giocatori e
l’interazione al tavolo è forte senza essere fastidiosa. Si tratta di un solido eurogame, interessante e con qualche gradevole idea. Promosso - e con inaspettata felicità.
Voto per tipo di gioco: 7,5
Voto personale: 7,5
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Papua
Si devono collezionare set di carte rappresentati flora e fauna dell’omonimo luogo, stando attenti a gestire i dadi ed i propri punti vita molto risicati che, se esauriti, fanno terminare la partita con l’esclusione dal conteggio del malcapitato morituro. Il tutto con una gestione intelligente del dado e di un’asta cieca per le carte.
Carino.
Voto per tipo di gioco: 7
Voto personale: 6,5
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Project L
Facendo attenzione a sprecare meno mosse possibile, si possono terminare piccole figure in cartone con l’incastro dei famosi polimeri che porteranno punti e nuovi pezzi da utilizzare. Alla fine vincerà chi per primo avrà collezionato i punti stabiliti per porre fine alle partite, alquanto brevi.
Devo dire che, già dalla raccolta fondi, il titolo mi era sembrato molto ben pensato, sebbene non del genere che piace a me. Questa breve sessione in fiera ha confermato
come corrette le mie impressioni e sono contento per chi ha deciso di finanziare la realizzazione di questo ottimo astratto.
Promosso.
Voto per tipo di gioco: 7,5
Voto personale: 7
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War of the Buttons
Invece, con il passare dei turni, ci rendiamo che la parola guerra del titolo (tratto dal famoso libro) è molto azzeccata: il gioco è tesissimo e cattivissimo. Ogni mossa
va ponderata con estrema attenzione e il tempismo delle azioni è fondamentale, poiché - al termine dei pochi round - solo chi non è stato scalzato dalle zone della mappa ne otterrà i benefici.
L’interazione è costante, distruttiva e imprescindibile in un titolo in cui alla fine bisogna sbrigarsi ad accaparrarsi le poche e sudate occasioni di ottenere uno dei due modi di chiudere la partita - sebbene poi non chi chiude necessariamente risulterà il vincitore.
Un gioco davvero bello che non ci aspettavamo minimamente potesse risultare così teso e cattivo, a discapito della grafica fumettosa.
Promossissimo, uno dei migliori della fiera.
Voto per tipo di gioco: 8
Voto personale: 8,5
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Valparaiso
Tutto si svolge su di un tabellone claustrofobico in cui si rischia sempre di veder scombinata la propria catena di azioni da quello che fanno gli altri prima di te. Occorre pianificare bene le proprie mosse, ma avere sempre pronto un piano B per non dover perdere tutto il turno in mosse poco significative e non molto utili.
Anche qui la chiusura arriva in modo repentino, se non si fa attenzione, e i modi di fare punti non sono molti. Oltre al programmare le azioni come in tanti altri giochi, si unisce anche una scarna gestione del mazzo potendo comprare carte azione che, oltre a dare punti, fanno fare cose un pochino più potenti di quelle concesse dalle carte iniziali.
Ho solo qualche dubbio sulla longevità di un titolo che appare abbastanza ripetitivo in certe sequenze.
Voto per tipo di gioco: 7
Voto personale: 7
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1906 San Francisco
mazzetto di carte e qualche segnalino.
Anche la plancia di gioco è fatta con le carte e le azioni sono poche. Tutto però è ottimamente congeniato dall’autore, il quale mi aveva positivamente colpito già con il suo
precedente gioco - 1920 Wall Street - durante la scorsa fiera .
Qui si deve riedificare una San Francisco distrutta dal famoso terremoto del 1906, facendo attenzione ai pochissimi soldi a disposizione e cercando di piazzare gli edifici migliori anche in base ai diversi obbiettivi di fine partita, pescabili durante la stessa.
Un gioco che, in meno di un’ora, propone un ottimo livello di sfida e di profondità, con un ingombro e un prezzo davvero molto contenuti.
Una certezza.
Voto per tipo di gioco: 7
Voto personale: 7,5
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Ci si vede domani per l’ultimo giorno della fiera, con il consueto report e la chiusura finale scritta al ritorno dal Lucca Comics & Games per fare il punto di questo anno ludico, giunto ormai quasi alla fine.