[Editoriale] In armatura

 In seguito a questo articolo, che a sua volta prendeva spunto da diversi dibattiti trovati in rete sul sessismo e i giochi da tavolo, è nata in Tana una bella discussione, che trovate qui.

Nel primo articolo avevo espresso il punto di vista principalmente di chi avversava la tesi del sessismo. In questo secondo articolo cercherò di condensare invece le argomentazioni espresse da chi denuncia questo fenomeno anche nei giochi da tavolo, seppur ritenendo questo campo ancora solo sfiorato. 

Dove possibile ho citato gli autori degli interventi, rielaborando parzialmente il loro testo per focalizzare l'idea di base. 

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In seguito a questo articolo, che a sua volta prendeva spunto da diversi dibattiti trovati in rete sul sessismo e i giochi da tavolo, è nata in Tana una bella discussione, che trovate qui.

Nel primo articolo avevo espresso il punto di vista principalmente di chi avversava la tesi del sessismo. In questo secondo articolo cercherò di condensare invece le argomentazioni espresse da chi denuncia questo fenomeno anche nei giochi da tavolo, seppur ritenendo questo campo ancora solo sfiorato. 

Dove possibile ho citato gli autori degli interventi, rielaborando parzialmente il loro testo per focalizzare l'idea di base. 

Il primo spunto ce lo dà Morg, per il quale la prima distinzione che va fatta è quella della “funzione”. Fintanto che la eventuale nudità è accessorio della caratterizzazione dei personaggi, un guerriero o una guerriera sono "incidentalmente" (ovvio che non sia un caso) nudi, ma rimane chiaro il loro "ruolo", nell'artwork, nelle pose, nella resa complessiva del personaggio. È più difficilmente accettabile quando da accessorio, la nudità ostentata diventa fulcro della caratterizzazione dei personaggi. In questi casi l'identità dei personaggi è persa completamente e abbiamo rappresentazioni tipiche da fumetto erotico, in cui il richiamo sessuale è preponderante (dove non il solo) e domina la resa finale (pose e financo espressioni).
Chiaramente in questi casi non va considerata l'ipotesi di una eventuale censura, ma di una revisione del target più chiara.


Altro spunto ce lo fornisce MichyLo, evidenziando che nessuna donna sana di mente andrebbe a combattere in guêpiere.
Guardando certi disegni, si vedono donne con un'armatura spettacolare che però lascia il sedere di fuori. Ci sta che le forme possano essere esagerate, ma chiaramente queste miniature sono una pratica commerciale e non mettono in evidenza l'intelligenza della guerriera che proprio lascia scoperto un punto posteriore.
Dopo di che si potrebbe pure dire che anche Conan potrebbe ficcarsi su qualcosa per proteggersi e quindi siamo pari, ma i muscoli in evidenza e scoperti non hanno la stessa connotazione di un sedere.

All'obiezione che usare allusioni sessuali come marketing funziona qua come altrove, Linx risponde che nel tempo ci siamo abituati a legare al concetto di "discinto" il concetto di "non di qualità" e tutto ciò che riguarda il marketing tramite elementi sessuali ha cominciato a vivere sul filo del rasoio.
Tutto ciò che è sfacciatamente allusivo quindi porta con se profondi dubbi sulla reale bontà del prodotto. 
In realtà, ci fa notare Gen0, bisogna fare un distinguo con la questione "fanservice".
Il fanservice porta a far perno su aspetti "sessuali" per attirare pubblico. In mercati dove il pubblico è prettamente maschile (boardgames, videogames, manga, fumetti, mondo nerd in generale) ecco che i guerrieri hanno armature full plate mentre le guerriere hanno perizoma in latta con copricapezzoli in stagno. C'è poi anche il fanservice più subdolo e meno visibile, quello che porta non a cambiamenti estetici ma a cambiamenti nella caratterizzazione dei personaggi. Niente donne indipendenti, via di tizie che ammiccano ovunque e usano la propria sensualità pure per farsi pagare la spesa. Il fanservice non considera la bassa/alta qualità: vuole solo soddisfare una base di utenza che evidentemente, a sua volta, è soddisfatta così, qualità o meno del prodotto.


Un discorso più ampio lo introduce Nynaeve, per la quale vanno considerati due punti fondamentali:
1) nella nostra società il corpo della donna spesso viene separato dalla persona che è la donna, cioè gli attributi femminili sono esposti come giocattoli o cose gradevoli, arrivando a diventare banali, tipici, già visti e richiedendo sempre maggiore provocazione per essere attraenti. Questo non accade con il corpo maschile, anche perché la genitalità maschile è molto differente. 

2) per quanto riguarda il discorso "donna bella può anche essere intelligente", è più facile identificarsi in belle illustrazioni, questo senza dubbio. Non c'è bisogno della carne nuda per rappresentare la bellezza e nemmeno la sensualità. Di questo abbiamo esempi molto belli anche recenti, come nelle illustrazioni femminili di Ashes: Rise of the Phoenixborn.

Linx fornisce un ulteriore spunto di riflessione, andando controcorrente rispetto a quanto detto fino a quel momento su Kingdom Death, il gioco più ammiccante e discusso tra quelli segnalati, con illustrazioni decisamente sessualizzate e poco contestualizzate in quello che dovrebbe essere un gioco di combattimenti e sopravvivenza. 
In Kingdom Death, tutto è basato su un mondo "peccaminoso" e che fa riferimento a elementi diabolici. La carne è mostrata in modo sì provocante ma anche crudamente scioccante. Spesso le parti anatomiche, meglio se quelle normalmente non mostrate, vengono usate come elemento decorativo allo scopo esplicito di offendere la morale. Non è una questione di esaltare la componente sexy ma di esaltare al contempo la malizia, spingendola verso la lussuria e tutti gli altri vizi capitali che seguono. È una scelta precisa. Sarebbe stato stupido coprire le grazie in quel contesto.

A questa interessante considerazione si possono obiettare due cose (come espresso da me e da Morg): 1) che guarda caso solo le donne assolvono a questa funzione, in quel gioco, non le figure maschili; 2) anche la pornografia esiste per un motivo e con finalità precise, non è quello il punto. Il punto è capire il target di fruizione, non cancellare il gioco dalla faccia della terra. Sono un tema e una resa buoni per un prodotto generalista come è stato proposto Kingdom Death? 


Eleanti ci invita a guardare la questione da un altro punto di vista. 
Un corpo è bello a prescindere dal genere sessuale e si può apprezzare anche senza cadere nella volgarità, come succede per le altre forme d'arte (la Venere di Milo non può certo essere definita volgare o frutto di sessismo).
Allora perché si cade nella volgarità?
Qui subentra un discorso assai spinoso, causato spesso dalle stesse donne.
Nella mia esperienza di 33enne, - ci dice Eleanti -  ho visto fin troppe donne/ragazze vendere e svendere il proprio corpo. Beninteso, non mi riferisco alle prostitute. Intendo dire che ci sono moltissime donne che, in qualsiasi momento/settore/situazione sfruttano il loro corpo, anche con minimi "ritocchi", per cercare di ottenere un qualche vantaggio da parte di un uomo.
Poi almeno non ci lamentiamo se diamo l'idea di essere identificate come oggetto del desiderio maschile.

Se la preoccupazione riguarda poi i bambini, non si capisce  perché ci si indigna se in un gioco da tavolo esiste una miniatura di una donna con il balconcino in vista, quando le donne nei cartoni della Walt Disney sono mostrate alla stessa maniera o con un sessismo più subdolo, specie nei vecchi film di animazione.


Nakedape risponde sia alla questione fanservice che agli spunti di Eleanti. 
Il mercato non legittima ogni scelta. Se facessero una pubblicità con un uomo di colore che pulisce le scarpe ad un bianco, non andrebbe bene ANCHE se il motivo fosse che "c'è gente che compra".
Il problema è sempre il contesto. Se si va a vedere un porno è chiaro che ci si aspetta di vedere nudità e tutto il peggio (meglio) che la carne possa offrire.
Ma giocando da tavolo, dove il tema dovrebbe essere giocare (e non eccitarsi), un certo tipo di immagine è fuori luogo. Un po' come andare in bikini intima al lavoro. 

Sull'argomento bambini, sempre Nakedape ci fa notare che a cinque anni valgono i modelli proposti, non c'è ancora spazio per una forma critica. Quella arriva post pubertà e con calma. A cinque anni non fai vedere 9 settimane e mezzo, nemmeno se dopo fai un dibattito.

In realtà TUTTA la questione è una questione morale. Non esiste in fisica il grado porno di accettabilità di un'immagine o di un messaggio, sono interpretazioni umane. Probabilmente a qualcuno potrebbe piacere che la gente potesse fare sesso a cielo aperto, in piazza, al bar o al parco giochi... È sempre un discorso di libertà vs offesa. 


Tika cerca di portare il discorso su un altro piano e fornisce forse lo spunto più profondo alla discussione: 
È fondamentale partire da una distinzione che possiamo fare tra
1 - nudità
2 - volgarità
Questi due concetti sono talvolta confusi l'uno con l'altro (o meglio il primo è quasi direttamente associato al secondo).

La nudità è autoesplicativa, mentre definire la volgarità è molto complesso e probabilmente ricade nel massimo problema dell'etica che è quello del relativismo. Possiamo comunque prendere come punto di partenza questa definizione che mi suggerisce google: Comportamento o modo di esprimersi accentuatamente grossolano e offensivo del buon gusto o della decenza.
Sostanzialmente arriviamo al sempre relativo concetto di buon gusto. Ciò che non va contro il buon gusto non è volgare.

LA NUDITÀ
Tornando al nostro concetto di nudità ora già ci chiariamo come la nudità in sé non sia sempre connotata come volgare. Si sono fatti degli esempi, come la Venere di Milo o le famiglie austriache laddove spesso si gira nudi per casa, ma ce ne sono di validi anche nella nostra società, come una donna che allatta. Anzi, l'esempio della famiglia che gira nuda per casa è lampante, perché è proprio grazie alla non connotazione sessuale di questa pratica che essa diventa normalità e non più "volgarità" (il tutto funziona perché nessuno è eccitato dalla cosa).
La nudità acquisisce connotazioni volgari, nella nostra cultura, quando si connette a esplicite o implicite tensioni sessuali.

LA VOLGARITÀ
Volgare, si diceva, è ciò che va contro la decenza, contro il buon comportamento; per dirla freudianamente potremmo considerarla come la fuga dell'es dal super-ego.
La società occidentale in cui viviamo fa suoi alcuni elementi fondamentali di quella greca classica tra qui l'idea che l'uomo debba in qualche modo superare la sua natura animalesca e rendersi superiore alle bestie padroneggiando i propri istinti (e i greci erano quelli che organizzavano i baccanali eh, il problema non è cosa facessero, ma quale fosse il modello ideale di uomo). Questo ha fatto sì che si stabilissero tutta una serie di norme di comportamento (esplicite ed implicite) che permanentemente influiscono sul nostro modo di agire.
E, volenti o nolenti, questi valori che sono andati codificandosi nella cultura greco-classica, e da là al mondo romano, sono quelli che tutt'ora, pur declinatisi via via in maniera differente, permeano la nostra società.
Il confine tra ciò che è volgare e no è ovviamente in continua evoluzione, ma la sessualità vissuta apertamente e al di fuori dell'uscio domestico è tutt'ora considerata come volgare.

CONCLUSIONI E RIFLESSIONI
Possiamo dunque imparare a considerare un nudo come non dotato di connotati sessuali, in tal caso esso risulterà accettabile e rispettoso del buon gusto; allo stesso tempo però possono esistere numerose forme espressive connotate da "volgarità" pur non contenenti nudità, come un viso in preda all'orgasmo, una faccia lasciva, una donna che succhia un dito con fare ammiccante.
Se posso dunque essere arrivato ad una prima conclusione, è che ciò che mi interessa non è tanto cosa sia nudo e cosa no, ma cosa sia volgare e cosa non lo sia, e, entrando poi ancora più nel dettaglio del nostro caso specifico, la conclusione è che ciò che riterrò volgare sarà quella cosa in cui sia chiaro e voluto il riferimento sessuale.
Una prima conseguenza di quanto detto è, per esempio, il fatto che trovo l'immagine dei tre alberi inequivocabilmente "volgare" (poi è chiaro che potremmo discutere ore se dovessimo anche differenziare diversi livelli di volgarità).

Un secondo livello di analisi mi fa poi scendere maggiormente nella questione. Mi sento infatti di condividere a pieno l'analisi di chi pone all'accento sul "target". Puntando a determinati target posso utilizzare volontariamente l'elemento volgare per attrarre un certo pubblico che cerca esattamente quel tipo di contenuto. Io stesso posso sicuramente VOLERE e apprezzare la volgarità.
Per esempio, tornando all'esempio dell'albero, quell'immagine mi ha fatto sorridere proprio perché era volgare. Ma io ritengo di possedere gli strumenti per comprenderne la volgarità, riderci sopra e passare oltre.
Pur non arrogandomi il diritto di poter valutare per le altre persone adulte, sono convinto che ci siano alcuni livelli di volgarità che non sono adatti a determinate età. Questa immagine, per esempio, non la ritengo adatta diciamo per un minore di 12-14 anni. Non perché egli non sappia capirne il significato recondito, anzi! Il problema è proprio che lo capisce ma anche che lo banalizza e alla lunga finisce per considerarlo normale. 

Infatti ciò che proprio non apprezzo è quel meccanismo tipico del marketing che tende a gettare il sasso e nascondere la mano, soprattutto quando il target comprende i minori.
Sempre più aziende che producono merci indirizzate ad un pubblico anche adolescente fanno leva sulla volgarità per catturare potenziali fette di mercato.
Preferisco un hard porn dedicato specificatamente agli adulti che un soft porn che ammicca a 12-14 sbarbati. Anzi, è molto meglio che si guardino l'hard porn sapendo di far qualcosa che non dovrebbero, piuttosto che si mettano davanti ad un porno-soft convinti di non far nulla di male.
 La svendita della sessualità è un fatto gravissimo. Ci possiamo poi stupire che sempre più bambine si fotografino in pose osè, abiti succinti, se non nudi, e mettano le loro immagini sui social network? Se siamo noi adulti che rendiamo normale tutto questo, di cosa possiamo lamentarci? E, sempre per rimanere chiaro, sarebbe meno grave il selfie di una bambina che fa il bagnetto nuda giocando a lego piuttosto di quello di una vestita che si succhia il dito facendo finta di fare altro...


Francis_Ford_Fiesta ci propone anche il suo sistema per valutare l'opportunità di certe immagini o pose:  si chiede se sia necessario ai fini della trama/svolgimento del gioco/gameplay che il personaggio in questione sia ipersessualizzato. Nella maggior parte delle volte, se non il 100%, la risposta è sempre no. 


Sephion propone un altro spunto che ribalta la questione: dovremmo abbandonare queste visioni antiquate delle donne. Finalmente le donne sono riuscite ad uscire da questi schemi imposti e si sono scrollate di dosso questi stereotipi. Continuando a pensare alle donne solo ed esclusivamente come a "delicate fanciulle" o "esseri eterei" non si va da nessuna parte, e tutte le libertà che si sono conquistate andrebbero a farsi friggere. È un'idea ipocrita e molto sessista, ben più di una miniatura con le chiappe al vento, perché rinchiude le donne in determinati schemi di comportamento e personalità stereotipate.
Il vero sessismo è stereotipare la donna, e rinchiuderla in ruoli definiti.
Le donne hanno tutta la libertà di scegliere se essere avvocatesse, medici ma anche veline, calciatrici, pornostar o anche casalinghe. Questo è vero progresso, non togliere le miniature con le chiappette al vento.

L'obiezione immediata è di Francis_Ford_Fiesta che fa notare come si tratti solamente di mettere alla pari uomini e donne e nella caratterizzazione delle miniature questa cosa non succede perché le miniature femminili sono ipersessualizzate e quelle maschili no.


Infine l'ultimo spunto interessante ci è dato da Vania, che fa notare come in Tana ci siano moltissimi topic per definire "quali sono i giochi per far giocare le ragazze? Questo è sessismo nel mondo dei GdT.
Spesso alcuni uomini si sono stupiti che le donne spieghino e giochino titoli come Rallyman o altri considerati “da maschietti”. Quindi, figurine discinte o meno, se c'è sessismo nel mondo dei giochi da tavolo, questo riguarda questo tipo di idee. 

Anche qui le posizioni non sono concordi, come ci ricorda Gen0, per il quale è pura constatazione di un dato di fatto, cioè che poche donne giocano e apprezzano i boardgames. Una domanda di quel genere anzi dimostra interesse per far entrare qualche ragazza in più nel mondo. E non c'è nulla di sessista nel chiedere quali giochi possano piacere di più ad una ragazza, perché è pacifico che abbiamo tendenzialmente preferenze diverse. Pescando tra 100 ragazze che non "masticano boardgaming" è più probabile che attiri un Takenoko rispetto ad un Descent.


A conclusione, come sempre in tutti i campi in cui si entra in materia di buon gusto, non c'è uniformità e non ci possono essere confini precisi. 
Ciascuno si regola con la propria coscienza e soprattutto tentando di mettersi nella coscienza degli altri, pensando alle ripercussioni che ogni nostra scelta, ogni nostro messaggio, ogni nostra immagine può avere più o meno direttamente sugli altri, soprattutto sulle generazioni più giovani e con uno spirito critico ancora acerbo se non assente. 

Commenti

Vorrei solo commentare quanto affermato da Francis_Ford_Fiesta a riguardo del fatto che, secondo lui, le miniature femminili sono ipersessualizzate e quelle maschili no.
Questo è falso. Il punto è che i caratteri sessuali secondari maschili sono meno "evidenti" di quelli femminili. Da qui nasce l'idea, errata, che gli "eroi" maschili siano meno frequentemente ipersessualizzati. Basti pensare ad un Conan, ad un Kenshiro, ad un Uomo Tigre (e chi più ne ha più ne metta): muscoli poderosi, spalle enormi, fianchi stretti...sono questi i caratteri secondari maschili e sono, spesso, estremamente accentuati, tanto quanto quelli femminili.
Il fatto strano è che nessuno si scandalizza di questo mentre, nello stesso anime/fumetto/gioco, un seno prosperoso fa scalpore.

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