[Biografie Goblin] Gavhriel

  Nome: Gabriele “Gavhriel” Radaelli
Professione: sistemista e traduttore/editor a giorni alterni
In Tana dal: da Novembre 2011 

Storia: Ho sempre trovato complicato parlare di me, cosa che ha sempre fatto uscire di testa le mie professoresse di italiano, quindi spero mi perdonerete se questa biografia farà un po’ schifo.
Inizio con una frase che mi ha suggerito un’amica: nasco giocatore e vado avanti così.

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Nome: Gabriele “Gavhriel” Radaelli
Professione: sistemista e traduttore/editor a giorni alterni
In Tana dal: da Novembre 2011 

Storia: Ho sempre trovato complicato parlare di me, cosa che ha sempre fatto uscire di testa le mie professoresse di italiano, quindi spero mi perdonerete se questa biografia farà un po’ schifo.
Inizio con una frase che mi ha suggerito un’amica: nasco giocatore e vado avanti così.


La passione per i giochi da tavolo, infatti, è sempre stata presente nella mia vita, sin dall’infanzia (chiedete pure conferma a mia madre, che ancora oggi non perde occasione per raccontarmi di quanti negozi dovette girare per trovarmi “L’isola di Fuoco”, regalo di compleanno di tanti anni fa).
Durante gli anni delle medie e per gran parte di quelli delle superiori la mia principale passione (e macchina mangiasoldi per eccellenza) è stata Magic. Fino a poco prima del cambio di grafica, i miei ricordi ludici sono legati alle innumerevoli partite con mio cugino e con i compagni di classe. Per un breve periodo c’è stata anche una deviazione sul gioco di carte dei Pokemon, oltre a una microscopica parentesi su Yu-gi-oh, che preferisco non ricordare.
Uscito dal tunnel di Magic, per alcuni anni ho scambiato portamazzi e album con carta, penna e manuali di D&D e Vampiri, ma la scimmia è sempre stata in attesa nell’ombra, ripresentandosi un giorno sottoforma di scatola di Munchkin. A quello è seguito Arkham Horror e le sue mille partite domenicali in compagnia di quelli che diventeranno poi il mio gruppo fisso di gioco: Elena, Vittek, Daniele, e Loriana. A decretare definitivamente la mia caduta nel baratro dei giochi da tavolo, però, è stata la prima edizione di Descent (che è anche il gioco che mi ha fatto conoscere la Tana dei Goblin. Coincidenze? Io non credo).
Nel corso degli ultimi quattro anni la mia ludoteca è cresciuta vertiginosamente, arrivando a contare circa 300 titoli (più un numero imprecisato di espansioni), con titoli che spaziano dall’ameritrash spinto al german spacca cervello freddo come il ghiaccio.
Ho anche avuto modo di conoscere molte persone che condividono la mia passione, alcune di queste nel tempo sono diventate inseparabili amici, nonostante le distanze geografiche che ci separano. Non credo ci sia bisogno di fare nomi, queste fantastiche persone sanno già che sto parlando di loro.


Al tavolo: sono di ampie vedute. Nonostante tenda a prediligere i giochi molto ambientati, non disdegno anche titoli più astratti. Apprezzo molto titoli con alta interazione o che si prestano a “bastardate” (infatti i cooperativi con traditore come BSG e Dead of Winter, o giochi con ruoli segreti come The Resistance, sono nella mia lista dei titoli preferiti).
Come giocatore, invece, sono abbastanza competitivo, anche se mediamente non cerco (quasi) mai la vittoria a tutti i costi. Con somma gioia di chi gioca con me, raramente soffro di paralisi da analisi (solitamente accade solo durante gli ultimi turni di partite che sono quasi certo di vincere… e questo spiega anche quel “quasi” tra parentesi scritto poco più sopra), anche perché nel mio gruppo di gioco ce n’è già a sufficienza.


Propositi per il futuro: giocare alcuni dei titoli che possiedo e che per mancanza di tempo non sono ancora riuscito a intavolare, smettere di aderire a campagne Kickstarter per almeno sei mesi, e cercare di riprendere in mano il progetto TdG Brianza, che ho dovuto accantonare un paio d’anni fa per problemi personali.

Commenti

Conosciuto alle Gobcon di Bologna, simpaticissimo ed ottimo giocatore! :D

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