A&P Interludi 2002-2003: Epilogo campagna

Dal diario di Thorin - 28/04/2010

Interludio: L'uomo spaesato

(Epilogo campagna 2002-2003)

Act'n Play

Dal diario di Thorin - 28/04/2010

Interludio: L'uomo spaesato

(Epilogo campagna 2002-2003)

L'uomo spaesato

preso dalle incredibili notizie degli ultimi giorni mi ero anche per un momento dimenticato della cosa. Per un po’ era rimasta in un anfratto del mio cervello senza diventare una priorità immediata. Ma ormai eravamo “tornati” da una settimana e non c’era più tempo per gli indugi. Tra l’altro c’era anche il rischio che dovessimo ripartire prossimamente e poi chi ci avrebbe pensato? No, dovevo farlo subito, io da solo e dovevo farlo questa notte stessa.

Nei giorni precedenti mi ero informato senza attirare l’attenzione sull’esatta ubicazione dove era alloggiato. Anche se mi avevano detto che ormai non rivestiva nessun pericolo e che anzi si guardava intorno tutto il giorno come un
Uomo Spaesato, comunque veniva controllato a vista. I Suoi carcerieri/controllori non facevano altro che sorvegliarlo tutto il giorno per riferire al Consiglio ogni sera sui suoi comportamenti e sulle Sue reazioni. Tutti si compiacevano del livello raggiunto nelle arti magiche con le quali plasmavano le menti inserendo e levando ricordi a piacimento.

Quell'Aderlist ormai pensava di essere infallibile e di dominare alla perfezione la memoria, vera o artificiale che fosse, delle sue “cavie”. Come se la magia potesse essere qualche cos’altro di durevole come la roccia delle montagne.

Anche gli altri poi così dubbiosi e perplessi; avessimo dato un giudizio unanime adesso il problema sarebbe già risolto, invece no, come già tante volte ci avrei pensato io ad eliminare il problema alla radice e così scaricando la coscienza di tutti avrei comunque risolto la questione una volta per tutte.

Gawain aveva fatto tutto un ragionamento troppo da diplomatico,
“...è giusto ma non dobbiamo cavargli le castagne da fuoco….che se lo risolvano loro il problema….la loro coscienza non gli la scarico di certo
io….”. Tutte parole frutto del Suo pensiero misto alla volontà di non contraddire Adesir. Pur di assecondarne la volontà Gawain, da uomo retto e tutto d’un pezzo, si era comportato da mediatore che dice senza dire e che tiene i piedi in due staffe.

Adesir, le splendida, dolce e amabile Adesir, chi di noi non aveva un debole per Lei? Come dar torto a Gawain che in lei aveva il suo
punto debole, anzi debolissimo? 

Polgrim, mi avrebbe seguito anche all’inferno ma non c’era bisogno di coinvolgerlo, se poi ci avessero scoperti e accusati, considerato che in questi tempi bui anche nel cuore del regno dei nani, gli umani avevano voce in capitolo, perché
coinvolgere anche lui nel rischio di una possibile reazione? Era meglio che in quel caso almeno un rappresentante della famiglia dell’Artiglio di Ferro fosse in prima linea.

Warnom poi era sparito, ma proprio in un momento come quello, quando invece una Sua opinione sarebbe stata utile e certamente il suo parere avrebbe rinforzato la mia tesi.

-
Meglio scacciare questi pensieri nefasti - pensai, - la cosa deve essere fatta ed è giusto così. 

Dopo essermi spogliato completamente e rivestito badando bene a non indossare niente che potesse far rumore come corazze corpetti o altro di metallico, indossai una tunica scura che permetteva ampi movimenti e soprattutto in una delle tasche interne riposi la corta e robusta corda di seta adatta alla bisogna. Ci avevo pensato molto, avevo chiesto anche consiglio a Morgrim ed ero arrivato alla conclusione che la seta era dovuta. Tre sere prima avevo celebrato con Polgrim una cerimonia privata agli Dei, durante il battere incessante sull’incudine le note si erano fatte sempre più sorde, era il momento di bruciare la tavoletta di Kawir, raro e durissimo legno che nasce sui monti più alti del Bar-Arghal. Tra i fumi che si levavano avevo letto, chiaro come mai prima, il messaggio di Morgrim:
“Un nemico mortale SI, un traditore NO!”. 

Anche questo dettaglio era risolto dunque, sarebbe stata alla vecchia maniera con la seta intorno al collo…e che lo giudicasse il Suo Dio dopo anche se non era un traditore era pur sempre un nemico, e di nemici ne avevamo fin troppi.

mi avviai per le strade semideserte, verso gli alloggi bassi, una costruzione sotterranea nella quale erano alloggiati tutti i giovani scapoli che non volevano condividere l’abitazione con la famiglia. Come normale in posti come quelli la confusione era molta, la cena era quasi terminata e ormai la serata era avviata verso i giochi di forza, di dadi e la birra era già scorsa a fiumi. Gli schiamazzi avrebbero coperto eventuali rumori…

Ad un tratto lo vidi, in un angolo da solo con lo sguardo perso, “come finge
bene” pensai. Prima di fare qualsiasi mossa dovevo individuare i suoi sorveglianti, non volevo essere colto alle spalle. Girando lo sguardo per la grande sala comune non riuscivo ad individuare nessuno che si occupasse di lui.
“Bene, vuol dire che si sono distratti e che probabilmente sono presi in qualcuno dei giochi che si stanno svolgendo, tutto questo mi agevola
ulteriormente”.

Sedetti
accanto a lui.

- Buona sera Frostwind!

Mi volse uno sguardo interrogativo, come mi vedesse per la prima volta. Che ottimo attore che era, come fingeva bene quando mi rispose.

-
Ti sbagli amico, il mio nome è Arlak, forse la persona che cerchi non è
qui...

-
No, sto cercando proprio Te -  dissi, controllando attentamente che non muovesse le mani in modo sospetto.
- Andiamo a farci una passeggiata.

-
Non posso senza avvertire Kaltan che sta partecipando al Torneo di braccio di ferro. Ho l’ordine preciso di non allontanarmi senza il Suo
consenso - rispose il mago.

-
Non preoccuparti, l’ho già avvertito io, andiamo a prenderci un po’ di fresco fuori, questa aria sta diventando
viziata.

-
Va bene ma prima devo andare a mettermi qualche cosa addosso, sono un po’
freddoloso... - mi disse, reagendo esattamente come avevo sperato. D’altronde vedendolo così pallido e gracile avevo immaginato che non sarebbe mai uscito con la leggera camicia che indossava. Ebbi un dubbio, come mai si fidava di me? Perché non attivava nessuno degli incantesimi difensivi che gli avevo visto preparare tante volte?
“Forse non se li ricorda ancora” mi dissi scaricandomi la coscienza,
“forse la memoria non gli è ancora ritornata del tutto”, meglio: sarebbe stato più facile e indolore.

Ci avviamo per il lungo corridoio che portava alla Sua stanza, la porta, senza serratura, era aperta. Non appena entrato,
Frostwind si piegò per andare a cercare una maglia nel piccolo baule sotto al letto. Era il momento, senza indugiare ulteriormente gli passai la corda intorno al collo e strinsi....

Sentii che la sua vita defluiva tra le mie mani, solo una leggera una reazione quasi solo di sorpresa, poi senza un ulteriore fremito il suo corpo si afflosciò, ormai
privo di vita. Frostwind, il grande mago, si era spento così. Quando lo presi tra le braccia per riporlo sul suo letto lo sentii così leggero, quasi senza peso.

Mi voltai di colpo come se qualcuno fosse entrato nella stanza, ma niente, era solo frutto della mia immaginazione.

Riposi il corpo sotto le lenzuola badando bene a dargli un aspetto di uno che dorme, e dopo aver controllato per bene un'ultima volta che fosse veramente morto, mi defilai dalla stanza.

durante il ritorno a casa ebbi spesso la sensazione che qualcuno mi seguisse, ma probabilmente era sempre frutto della mia fantasia, anche i rumori e le sensazioni di una città non mi erano ancora molto familiari.

Rientrai a casa, badando bene ad evitare gli altri che per fortuna erano occupati in altre faccende,
mi diressi direttamente in cucina dove incontrai Polgrim.

- Scommetto che anche a Te questi ultimi eventi hanno messo una gran
sete - esclamò con il Suo solito tono allegro e spensierato. - Apriamo una botte di quella buona, cosa ne dici
?

Per un attimo pensai di inventare una scusa per andare subito a dormire, ma poi cedetti, anche perché sarebbe stato troppo sospetto
rifiutare una bella bevuta.

Molto più tardi, nel mezzo della notte, durante il profondo dei miei sogni Lo vidi e Lo
sentii.

-
Thorin! - esclamò con quel Suo tono beffardo, - non crederai davvero di esserti liberato di me così
facilmente?

Con una sonora e acida risata il sogno svanì...

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