A&P Chronicles ''Il Falco ed il Leone'' (I, 8)

Agiografie Imperiali del X° Secolo: Il Leone ed il Falco

Biblioteca di Lalad-Nor - 13 Aprile 937

Parte I, Capitolo 8: "Appuntamento al buio"

Seduta del 11/01/2005

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Agiografie Imperiali del X° Secolo: Il Leone ed il Falco

Biblioteca di Lalad-Nor - 13 Aprile 937

Parte I, Capitolo 8: "Appuntamento al buio"

Seduta del 11/01/2005


Appuntamento al buio

quando
le acque si furono un po' calmate, tentarono di analizzare la situazione
tornando ai loro alloggi, dove furno raggiunti da Angionas per valutare la
situazione. Nelle vesti sia pur incognite del delegato carusaliano, Exilim non
poteva essere lieto di come si erano sviluppati gli eventi, soprattutto per le
accuse esplicite che Sverken rivolgeva a tutti loro, in particolare nei
confronti di Eliars. Ma ora che rifletteva con più calma sulle cose, Ser
Agraman iniziava a vedere il comportamento del mercenario sotto una luce
diversa. In fin dei conti, quell'ostacolare l'irruzione poteva ben essere
motivata dalla necessità di proteggere la sua finzione agli occhi di coloro che
stavano dietro al complotto. Non poteva certo favorire l'irresponsabile
violaione diplomatica di Sverken rivelando il suo doppio gioco, se voleva
mantenere la speranza di far uscire allo scoperto il paggio misterioso. E del
resto quella era la loro unica possibilità. Sverken con l'irruzione e lui
stesso con quel pugno avevano rischiato di far naufragare tutto il piano.
L'esmeldiano si vergognò di essere stato tanto impulsivo.

Nel
frattempo, il discorso si era spostato sulla misteriosa pergamena trovata nella
stanza di Eliars. Angionas sembrava ricordare che un qualche stato della
Lagaritia avesse uno stemma simile, ma non sapeva esattamente quale. Non
riuscendo in alcun modo a rintracciare gli altri, Exilim ruppe infine il sigillo
e lesse il contenuto della pergamena:

Caro
amico,

ho
molto apprezzato i tuoi servigi, ma caduto il Re bisogna ora pensare al
suo successore.

Attira
il consigliere Zak Aphoet nel Bosco degli Impiccati a ovest del castello
questa sera, con un qualsiasi pretesto. Egli ha molto da raccontare.

Furono
interrotti da uno dei soldati, che venne ad informare Sverken di aver udito dei
rumori provenire dalla cappella dove riposava il defunto Protonotario
carusaliano. I tre intuirono che doveva trattarsi degl altri compagni, ma
ovviamente non ne fecero parola con il militare e si limitarono a seguirlo,
entrando da soli nel sepolcro e facendosi chiudere all'interno finché non
avessero chiesto di uscire al termine dell'ispezione. Incontrati Zak, Lunya ed
Eliars nella piccola cripta di palazzo, li informarono rapidamente dei nuovi
sviluppi e si diedero nuovamente appuntamento nei loro alloggi per approntare un
nuovo piano. Per non insospettire le guardie, i tre la cui presenza era loro
ignota passarono attraverso il cunicolo segreto, mentre Ser Agraman, Sverken e
Angionas uscirono dall'ingresso principale raccondando al capo pattuglia che i
rumori erano dovuti solo ai topi.

Una
volta di ritorno al castello, il gruppo si riunì e Exilim rese noto anche agli
altri il contenuto della pergamena, con qualche commento di apprensione da parte
di Zak che già si vedeva nella pericolosa veste dell'esca. Eliars pareva assai
soddisfatto, e ne aveva ragione, dal momento che quel messaggio era la
dimostrazione migliore possibile dell'efficacia del suo astuto piano. Ser
Agraman era sempre più convinto di aver commesso un grave errore nel giudicare
così affrettatamente il mercenario.

Non
c'erano comunque alternative, avrebbero dovuto fingere di seguire le indicazioni
della pergamena, facendo in modo da essere tutti presenti e pronti ad ogni
eventualità, pur senza tradire la presenza di altri che non fossero Eliars e
Zak. Convennero così che Polgraam, Ser Agraman e Sverken avrebbero finto di
unirsi alle pattuglie di guardia che facevano la ronda notturna, scendendo di
cavallo ed addentrandosi nella vegetazione quando il giro fosse passato nei
pressi del Bosco degli Impiccati. Lunya ed Angionas si sarebbero mossi assieme,
avvantaggiati dal fatto di essere assai meno rumorosi dei tre guerrieri,
sfruttando inoltre i loro poteri magici per risultare il più possibile
invisibili. Eliars e Zak, naturalmente, avrebbero finto di chiacchierare
procedendo apertamente verso l'appuntamento. Al momento giusto, Zak avrebbe
fatto ricorso ai suoi incantesimi per sfuggire alla cattura, e in quel momento
gli altri avrebbero potuto intervenire; inoltre, Zak avrebbe lanciato un
incantesimo su Eliars, Exilim e Ser Agraman che avrebbe permesso loro di
comunicare mentalmente in modo da non perdere i contatti senza farsi sentire.
Questo era in sostanza il piano, forse anche troppo semplice, ma proprio per
questo poteva essere efficace.

Stavano
ormai per separarsi, quando Ser Agraman fermò Eliars posando una mano sulla
spalla del mecenario.

-
Eliars, - disse il cavaliere con aria grave - credo di aver agito male nei tuoi
confronti e di averti giudicato in modo sbagliato, macchiando il mio onore con
il pugno che ti ho dato questa sera. Solo ora comprendo che il tuo comportamento
serviva a preservare il piano che avevamo concordato, ho lasciato che la mia
impulsività mi offuscasse la  mente arrecandoti danno ed offesa. Ti porgo
quindi le mie sincere scuse, e ritengo che sarebbe giusto se volessi rendermi il
pugno che ti ho dato.

-
Accolgo le tue scuse di buon grado, Ser Agraman. Quando al pugno, non ritengo ve
ne sia bisogno e considero chiusa la questione - rispose il mercenario. Quindi
si voltò e uscì dalla stanza, senza che nessuno potesse vedere il sorriso
soddisfatto che non riuscì a trattenere. Ser Agraman si sentì sollevato per
aver lavato una macchia dal suo onore, macchia che lui stesso aveva provocato.
Quindi, anche lui uscì dalla stanza per andare a unirsi alla pattuglia.

era
una notte di luna nuova, e il Bosco degli Impiccati sembrava ancor più
tenebroso di quanto il suo nome non lasciasse intuire. Un tempo usato per le
esecuzioni capitali che prevedevano quel tipo di pena, il bosco ormai
inselvatichito era poco distante dal castello, avvolto in un'oscurità
minacciosa che sembrava voler favorire i "cattivi pensieri dei
defunti", come si lamentava Polgraam durante l'avvicinamento, ripensando a
quanto dicevano gli sciamani della sua tribù di luoghi come quello. Quando
venne il momento, i tre si lasciarono cadere di cavallo nei pressi di un grosso
cespuglio che speravano avrebbe attutito la caduta, in modo da non insospettire
eventuali osservatori con una sosta della pattuglia. Si addentrarono quindi nel
folto del bosco, verso la radura centrale che era la meta di Eliars e Zak per il
loro appuntamento.

-
Agraman, siamo qua! - una voce echeggiò nella mente del cavaliere, mentre in
lontananza compariva il bagliore di una torcia.

-
Zak, sei tu con la luce? - rispose Sere Agraman, sforzandosi di pensare quelle
parole, più che dirle in quello strano modo di comunicare.

Il
carusaliano confermò. Ora i tre avevano nella luce della sua torcia un punto di
riferimento che li guidava in quel buio assoluto, consentendo loro di muoversi
più agevolmente e più rapidamente. Infatti, constatarono di essere ancora
distanti dai compagni. Angionas e Lunya si erano intanto avvicinati coperti da
una sorta di nebbia magica, e si trovavano in posizione più vicina a Eliars e
Zak, ma non erano ancoa visibili agli altri.

I
tre si trovavano a circa venti passi quando videro Zak lasciar cadere la torcia.
Allo stesso istante, Ser Agraman ed Exilim sentirono svanire il contatto
mentale. Una fune calò da uno degli alberi e un uomo ne discese, avvicinandosi
a Zak che fu subito legato e gettato a terra. Altre funi calarono dagil alberi
vicini, ed altri uomini vestiti di scuro, all'apparenza ancora dei barbari, si
riversarono nella radura.

-
Molto ben fatto, abbiamo bisogno di gente come te! - disse quindi la voce di un
uomo che comparve alle spalle di Eliars.

-
Il mio compenso? - chiese il mercenario, senza scomporsi. L'altro gettò una
sacchetta di monete ai suoi piedi, che tintinnò quando cadde al suolo. Eliars
si chinò a raccoglierla.

-
Dobbiamo saperne di più su di lui, prima di eliminarlo... - disse l'uomo,
avvicinandosi a Zak legato a terra. Ser Agraman, Sverken e Polgraam erano ora
molto vicini, e stavano assistendo alla scena già con le armi in pugno, in
attesa di un segnale.

-
Come faccio a contattarti, in futuro? - chiese Eliars, riponendo la sacchetta.

-
Sarà l'ala del falco a chiamarti, non ti preoccupare... - in quel momento, la
freccia di Sverken sibilò nell'aria, fendendo invano la figura dell'uomo
misterioso. Si trattava dunque di una nuova proiezione incorporea, un trucco che
il mago aveva già usato al padiglione. Sverken aveva compromesso l'agguato.

-
Prendete la spia! - gridò l'uomo, e quasi all'unisono altri tre barbari si
calarono dagli alberi, correndo con le lame sguainate nella direzione da cui era
provenuto l'inutile dardo. In quel momento, Eliars estrasse fulmineamente lo
spadone che teneva di traverso sulla schiena e lo roteò colpendo gli uomini che
aveva accanto. Nello stesso momento, non essendovi altro da fare, anche Polgraam
e Ser Agraman uscirono allo scoperto con le armi in pugno abbattendo i primi due
avversari grazie al vantaggio della sorpresa.

Nel
frattempo, Exilim aveva percepito la vera posizione del mago, che si trovava da
tutt'altra parte, e prese a muoversi nella sua direzione mentre Lunya si dava da
fare per dissolvere con la magia le corde che tenevano immobilizzato il povero
Zak. A quel punto il contatto mentale tornò ad essere attivo, e il carusaliano
si affrettò a rimettersi in piedi mentre indicava agli altri la vera posizione
del mago avversario. Nel frattempo la battaglia infuriava nella radura, con
Polgraam, Sverken e Ser Agraman che conquistavano terreno verso il centro,
abbattendo i barbari uno dopo l'altro quasi senza difficoltà.

D'improvviso,
un gelo sovrannaturale calò su tutta la radura facendo rizzare i capelli ai
combattenti. Un'ombra scura e deforme si proiettò su di loro, raggelando il
sangue nelle vene alla vista della creatura che la proiettava calando dall'alto
sulle loro teste. Solo in parte di fattezze umanoidi, l'essere gigantesco aveva
quattro arti simili a braccia innaturalmente lunghe, le cui estremità
terminavano in artigli affilati come rasoi. Al posto degli arti posteriori aveva
una specie di corpo bulboso vagamente cilindrico, e quello che doveva essere il
volto era un'indescrivibile orrorre di corna, zanne, scaglie e squame che pur
essendo privo di lineamenti incuteva terrore al solo sguardo.

-
Un demone! - gridò Zak, la sua voce echeggiava sia nelle menti che nelle
orecchie dei compagni. Ser Agraman rimase per un istante paralizzato da
quell'orrore, come molti dei barbari ancora vivi. La creatura ne dilaniò due
con gli artigli nel momento stesso in cui si posò a terra al centro della
radura.

-
Agraman, alza la spada verso l'alto! - la voce di Zak ebbe l'effetto di scuotere
il cavaliere, che si scosse e con la spada sollevata iniziò a correre gridando
verso il mostro immane. Mentre correva, la sua spada si illuminò di un bagliore
azzurro ed iniziò a sfrigolare mentre la lama veniva percorsa da mille scariche
elettriche. Intanto Eliars aveva già impegnato il demone, mentre Sverken lo
caricò di lato tranciando di netto uno degli arti della creatura. Questa
reagì, trapassandolo da parte a parte con un altro artiglio, costringendolo
barcollante a ripararsi mentre con una mano premeva la ferita, il viso distorto
in una smorfia di dolore.

Nel
frattempo, Exilim aveva localizzato il suo avversario, e il momento della resa
dei conti era finalmente giunto. Fece ricorso a tutto il suo potere, invocò la
forza dentro di sé, la lasciò fluire attraverso la mente, il corpo e le
braccia, quindi la scatenò liberandola dal controllo con un gesto delle mani,
Il suo nemico venne investito dalla violenza di un uragano, che lo spazzò via
come un fuscello, scagliandolo contro il tronco di un albero. Il corpo inerte e
spezzato cadde a terra scomposto, come una marionetta cui si recidono i fili.

Nessuno
sembrò accorgersi della cosa nella radura, dove il combattimento con il demone
ancora infuriava. Sverken invocò i poteri curativi di Maethus per porre rimedio
alla grave ferita subita, mentre Ser Agraman e Eliars, anche lui colpito ma in
modo meno grave, continuavano a tempestare l'immonda creatura con i colpi delle
loro spade. Ogni fendente del mercenario apriva vasti squarci nel corpo della
creatura, che tuttavia sembrava non risentirne. Quando Ser Agraman colpiva il
demone, oltre a squarciarne il corpo la lama emetteva una scarica elettrica che
ne bruciava le carni, emettendo un fetore nauseabondo. Ma ancora il demone non
sembrava cedere.

Infine,
grazie a un nuovo incantesimo di Exilim, il cavaliere esmeldiano iniziò a
combattere a una velocità quasi doppia rispetto a quella dei suoi compagni,
così che i suoi colpi, uniti a quelli delle grandi spade di Eliars e ora anche
di Sverken che si era ristabilito, riuscirono ad avere la meglio. Il demone
esplose come cento barili di fuoco alchemico, scaraventando a terra i
combattenti, che si ritrovarono coperti di una sostanza gelatinosa e vischiosa
dallo sgradevole odore.

Il
Bosco degli Impiccati tornò nel più assoluto silenzio.