A&P Chronicles ''Il Falco ed il Leone'' (I, 7)

Agiografie Imperiali del X° Secolo: Il Leone ed il Falco

Biblioteca di Lalad-Nor - 12 Aprile 937

Parte I, Capitolo 7: "Irruzione!"

Seduta del 04/01/2005

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Agiografie Imperiali del X° Secolo: Il Leone ed il Falco

Biblioteca di Lalad-Nor - 12 Aprile 937

Parte I, Capitolo 7: "Irruzione!"

Seduta del 04/01/2005


Irruzione!

dopo
una lunga discussione circa il modo migliore per sfruttare il piano di Eliars,
decisero infine che avrebbero dovuto metterne al corrente almeno il marchese.
Nonostante vi fosse motivo ormai di sospettare di chiunque, la scelta parve
obbligata, dato che in caso contrario il marchese avrebbe certo inviato dei
messi a Carusal per informare l'Impero dei Maghi della triste sorte toccata al
loro terzo Protonotario, e questo non avrebbe favorito di sicuro né il trattato
né le loro possibilità di recuperare il sigillo ed i preziosi documenti
scomparsi.

Uscirono
dal sotterraneo trasportando Exilim a braccia, dopo averlo coperto da un telo
Giunti nel magazzino, approntarono una barella di fortuna e vi depositarono
sopra il "cadavere", procedendo quindi verso gli appartamenti
superiori, con l'intenzione di farsi ricevere dal marchese. Naturalmente, quello
strano corteo non mancò di attirare la curiosità e di suscitare la
preoccupazione degli inservienti che affollavano la zona delle cucine, ma furono
soprattutto le guardie a rivelarsi eccessivamente curiose, al punto che furono
necessari gli ordini di Sverken e gli sguardi ammiccanti di Lunya per riuscire
infine a guadagnare le scale con tanto di scorta armata.

Fu
probabilmente la scollatura di Lunya, messa peraltro in bella evidenza, che
riuscì a convincere il marchese a dar loro udienza privata con tanta urgenza
nella sala del consiglio, anche se furono costretti ad accettare la presenza
deil Primo Cancelliere e di Riltas Osgarran. L'elenco di coloro che sarebbero
stati al corrente del piano iniziava ad allungarsi, ma compresero di non poter
forzare molto la mano quando il marchese li invitò a parlare, chiarendo che
sarebbe stato bene che si trattasse di una cosa davvero importante.

Con
il suo modo diretto e privo di fronzoli diplomatici, Zak si premurò di
illustrare la situazione, mettendo i presenti al corrente del piano e sbagliando
puntualmente la pronuncia di gran parte dei nomi, ma fu ugualmente abbastanza
chiaro nell'illustrare la necessità di avere qualche giorno a disposizione per
tentare di smascherare il complotto, sfruttando l'idea di Eliars e le voci che
si sarebbero inevitabilmente sparse circa la morte di Exilim. Il marchese parve
abbastanza soddisfatto del piano, e concesse al gruppo una settimana di tempo,
il massimo possibile prima che le voci potessero raggiungere il Carusal e
necessitare quindi di una giustificazione formale da parte dell'Impero Auldim.
Fu quindi concertato di deporre il corpo di Exilim nella cappella di palazzo,
con tanto di omelia funebre da parte di Lunya, dove la bara sarebbe stata
piantonata esternamente da una pattuglia di armigeri all'oscuro di tutto. Un
passaggio segreto noto solo al marchese ed ai suoi più stretti collaboratori
avrebbe permesso a Exilim di uscire, durante la notte, per ricongiungersi al
gruppo. Attraverso un travestimento fornito da Zak e sotto il falso nome di
Angionas, il terzo Protonotario avrebbe così partecipato al seguito delle
ricerche conseguenti alla sua stessa falsa morte.

completati
i preparativi che prevedevano anche la cerimonia funebre, in attesa della notte
poterono separarsi ciascuno per proprio conto. Lunya era rimasta nella cappella,
Zak si preparò per travestire opportunamente il di lì a breve redivivo Exiim,
mentre Eliars fu rapido a dileguarsi senza rivelare la sua destinazione. Ser
Agraman e Sverken interrogarono i luogotenenti di ritorno dal pattugliamento che
avevano loro ordinato per verificare se vi fossero tracce della loro preda nei
pressi del castello, ma senza risultato. Polgraam, dal canto suo, aveva una
curiosità che già da un po' lo assillava, e ne approfittò così per tornare
nei sotterranei e dare un'occhiata ai due cunicoli che non avevano fatto in
tempo ad esplorare poco prima.  

Conoscendo
ormai bene la strada, il barbaro riuscì a sgattaiolare non visto nel magazzino,
quindi si calò nel tunnel sotterraneo e in breve si trovava nella grande sala
del braciere dove avevano incontrato il colossale Elementale di Fuoco. Lungo
tutto il tragitto non trovò altre tracce che le loro, segno che il misterioso
mago non aveva fatto ritorno da quelle parti, la strada era libera e non aveva
nulla di cui preoccuparsi. Tirò un sospiro di sollievo, quindi, con fare
risoluto, si diresse verso il cunicolo di destra. Dopo pochi passi, l'ambiente
si allargava leggermente, terminando in una piccola caverna rozzamente
circolare, dove aveva evidentemente alloggiato qualcuno, a giudicare dal
pagliericcio disfatto che vi trovò.

Polgraam
fu distratto prima di poter esaminare meglio il pagliericcio. Ebbe l'impressione
di udire un suono, simile ad una singola nota tenuta a lungo da uno strumento
invisibile, proveniente dall'altro cunicolo, quello da cui era venuto l'Elementale
di Terra. Si arrestò un istante, incerto, quindi riprese ad avanzare.
L'impressione divenne certezza mano a mano che andava avanti, il suono si faceva
via via più intenso e chiaro, quasi cristallino nella sua purezza, che risultò
quasi affascinante alle orecchie del rude barbaro. Quando il cunicolo terminò,
Polgraam si trovò di fronte ad una grossa stalagminte che si ergeva da terra
fin quasi all'altezza del busto. La sommità era rozzamente piana, e
sull'improbabile piedistallo giaceva una grossa gemma di colore chiaro,
inequivocabilmente la fonte del suono.

Per
lunghi istanti Polgraam fu tentato dalla gemma che aveva davanti, ammaliato dal
suono che essa produceva e dai suoi riflessi cristallini. Infine rinunciò,
arrestando la mano già a mezza strada, preferendo informare della singolare
scoperta il suo amico esmeldiano. Quando raggiunse Ser Agraman, il cavaliere
stava consumando un pasto nel refettorio delle guardie, a quell'ora deserto.

-
Agraman, devi venire a vedere giù nei cunicoli, ho trovato una gemma che
suona...

-
Che hai trovato? - l'esmeldiano si voltò, il cucchiaio ancora a mezz'aria.

-
Una gemma, ti dico. Una gemma che emette un suono... voglio prenderla, vieni a
vedere!

-
Stai scherzando? - lo ammonì Ser Agraman. - Se quel che dici è vero,
probabilmente quella gemma è magica ed è servita al nostro uomo per qualche
motivo. Vai giù e fai la guardia, ma senza toccarla, non possiamo sapere che
cosa potrebbe accaderti!

-
Ma io... - il barbaro sembrò considerare solo allora i rischi che potevano
derivare da un tentativo di toccare la gemma magica.

-
Vai giù e fai la guardia, Polgraam, io cerco gli altri e ti raggiungo,
facciamola vedere a chi capisce di magia, d'accordo? - Polgraam annuì,
evidentemente non troppo convinto, quindi si voltò e tornò sui propri passi.
Ser Agraman non era affatto convinto che il suo amico non avrebbe tentato
comunque di prendere la gemma, non aveva tempo da perdere.

La
fortuna volle che uscendo dal refettorio Ser Agrman incontrasse Eliars, di
ritorno da qualche misteriosa attività notturna. Colse l'occasione al volo. Non
si fidava della curiosità di Polgraam così come non si fidava dell'avidità
del mercenario, ma i due si sarebbero facilmente neutralizzati a vicenda. Così
informò Eliars del ritrovamento della gemma, e questo fu ben lieto di
raggiungere il barbaro nei cunicoli, in attesa che gli altri li raggiungessero.
Ciascuno avrebbe cercato di mettere le mani sul misterioso oggetto, ma l'altro
glielo avrebbe impedito. Era una situazione quasi perfetta, si compiacque l'esmeldiano.

non
fu affatto facile per Ser Agraman rintracciare gli altri. Sembravano spariti,
probabilmente da qualche parte indaffarati a camuffare Exilim. Ci volle almeno
mezza clessidra prima di incontrarli, accompagnati da un uomo che gli fu
presentato come il mercante Angionas. Se non lo avesse saputo, non avrebbe mai
sospettato che sotto quei baffi e quegli abiti si nascondeva in realtà il terzo
Protonotario del Trono di Carusal.

Percorsero
i cunicoli sotterranei e trovarono Eliars e Polgraam che altercavano accusandosi
a vicenda di volersi impadronire della gemma, come previsto da Ser Agraman che
non poté trattenere un sorriso di soddisfazione. Angionas, ovvero Exilim, non
ebbe difficoltà a identificare la gemma, una volta vista da vicino e udito il
misterioso suono che produceva.

-
Sembrerebbe una gemma sonora Lagaritiana - disse il carusaliano. - La cosa
particolare è che normalmente queste gemme sono molto piccole, mentre questa è
grande quanto un pugno...

-
Avrà un valore pari alla metà di questo castello... - aggiunse Eliars,
rivelandosi alquanto abile nella valutazione dei preziosi.

Ma
il vero problema non era tanto cosa fosse quella gemma, bensì a cosa servisse e
se fosse stata utilizzata per qualche scopo dal loro misterioso e sfuggente
nemico. Fecero diverse ipotesi, anche considerando che l'intensità del suono
variava all'avvicinarsi delle persone. In particolare, quando Polgraam riuscì a
toccarla, oltre a constatare che non riusciva ad afferrarla, si resero conto che
il volume si alzava consistentemente, e la nota sembrava cambiare a secondo di
come il barbaro spostava la mano. Ser Agraman tentò di ipotizzare se il suono
non potesse servire ad aprire un passaggio, o un varco magico simile a quello
che forse era stato aperto con il misterioso oggetto sparito dalla foresta nei
pressi del padiglione di caccia, ma nessuno fra loro era in grado di confermare
o smentire una simile fantasiosa ipotesi. La misteriosa gemma sembrava offrire
al gruppo un nuovo inspiegabile mistero che si aggiungeva agli altri ancora
insoluti.

Diverso
fu l'esito dell'esplorazione dall'altro lato. Non ci volle molto perché Zak
individuasse dei segni nel terreno, poco distanti dal giaciglio di fortuna che
evidentemente aveva dato rifugio al misterioso mago avversario. In breve,
constatarono che si trattava dei graffi prodotti dall'apertura di un passaggio
nascosto, di cui il consigliere carusaliano riuscì a trovare rapidamente il
meccanismo. Una nuova strada da esplorare si svelò ai loro occhi quando infine
venne aperto. Polgraam entrò per primo, con lo sguardo a terra, intento a
cercare eventuali tracce.

-
E' lui! - disse quasi immediatamente, indicando una serie di impronte a terra.
Si trattava di stivali morbidi di piccola taglia, gli stessi che avevano
rinvenuto al padiglione di caccia.

-
Sono abbastanza recenti e vanno nella nostra stessa direzione - aggiunse,
affrettandosi in avanti seguito dagli altri.

Camminarono
per un lungo tratto, fino a sbucare in una caverna dalla quale proveniva un
fragore di acqua in caduta. Si ritrovarono in un ambiente umido, e presto
emersero all'aperto da sotto una cascata dalla quale si originava un torrente
che proseguiva il suo corso a valle, in direzione opposta al castello, che
torreggiava ora in lontananza, in alto alle loro spalle. Le evidenti tracce di
un cavallo rivelarono loro che il misterioso paggio aveva qui ripreso la strada
del castello, quindi era ancora alla loro portata.

-
Quando l'ho incontrato non mi ha ucciso perché era affaticato, e un mago
affaticato non ha molte armi a disposizione - commentò Eliars, chino a terra
sulle tracce. - Non sono passate più di quattro clessidre da allora, quindi non
può essersi ripreso completamente. Non c'è tempo da perdere, se è al castello
dobbiamo stanarlo prima che abbia la possibilità di riposare a lungo!

-
Bene, sappiamo che si confonde nella delegazione carusaliana, torniamo indietro
e cerchiamo di vedere se riesci a individuarlo, allora - propose Ser Agraman.

-
Io e Polgraam passeremo dall'esterno, seguendo le sue tracce - disse Sverken. -
Verificheremo alle stalle se qualcuno è giunto da poco a cavallo.

ser
Agraman e Eliars erano da poco rientrati al castello e stavano facendo un giro
nei quartieri carusaliani, tentando di individuare il paggio misterioso, quando
udirono un trambusto dal cortile esterno. Prima che potessero rendersene conto,
una cinquantina di armigeri avevano accerchiato gli alloggi e impedivano a
chiunque di entrare o uscire. Alla loro testa, tronfio di presunzione per quell'ostentazione
di potere, notarono Sverken, seguito da un titubante Polgraam. Eliars sbuffò,
levando gli occhi al cielo.

-
Bravo, proprio una bella mossa per non insospettire nessuno - gridò Ser Agraman
a Sverken, non appena questo entrò nei quartieri circondati. Il Primo
Numerario, in preda al suo delirio di onnipotenza, non rispose, e iniziò a dare
disposizioni per la perquisizione, mentre invitava Eliars a indicare la persona
con la quale aveva avuto il misterioso colloquio nei sotterranei. Il mercenario
indicò uno dei paggi, augurandosi che le cose fossero condotte in modo più
moderato di quanto non sembrasse. Ma le sue speranze furono subito vanificate,
poiché Sverken si accingeva a un interrogatorio in piena regola, con tanto di
perquisizione degli alloggi.

-
Voi non potete fare questo! Siamo una delegazione diplomatica, non potete
metterci agli arresti o perquisire i nostri alloggi! - protestò con
l'indifferente Sverken. Il mercenario aveva assunto un'aria nervosa e
spazientita. Tentò di impedire che chiunque degli altri interrogasse i
carusaliani, proseguendo nelle sue vibrate proteste, arrivando alle maniere
brusche anche con Ser Agraman il quale stava chiedendo il nome ad un paggio.
Indispettito, l'esmeldiano gli diede un pugno, certo ormai che il mercenario per
il quale non aveva mai avuto simpatia stesse cercando di ostacolare le ricerche
con ogni sistema.

Le
cose degenerarono ulteriormente, al punto che Sverken fece condurre via Eliars
dai soldati, come fosse in arresto. Quindi, convocò lo stalliere che aveva
incontrato poco prima, e con un rapido confronto accertò che il paggio indicato
dal mercenario non poteva essere quello cercato.

-
Lo sapevo, sta cercando di imbrogliarci - commentò rabbioso, dando nuove
indicazioni ai soldati.

In
breve, furono interrogati gli altri paggi e grazie ancora alla testimonianza
dello stalliere si stabilì infine che il loro uomo era un tale Nikian, sparito
ormai già da qualche clessidra. La sua stanza si rivelò essere stata frugata e
non fornì alcun indizio. Anche la stanza di Eliars era stata messa sottosopra
da qualcuno. Tuttavia, qui trovarono qualcosa: a un pugnale conficcato nella
testiera di legno del letto era appeso un piccolo rotolo di pergamena, il cui
sigillo recava un emblema sconosciuto che ricordava l'ala di un falco.