A&P Chronicles 2004-2005 (I, 7)

Le Cronache della Rinascita

dagli scritti di Aurelian il Vecchio - 23 Giugno 2120

Parte I, Capitolo 7: "La compagnia cambia"

Seduta del 27/04/2004

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Le Cronache della Rinascita

dagli scritti di Aurelian il Vecchio - 23 Giugno 2120

Parte I, Capitolo 7: "La compagnia cambia"

Seduta del 27/04/2004

La compagnia cambia

non
senza difficoltà, la prima parte della loro missione era stata un successo.
Erano riusciti a catturare l'essenza magica del Guerriero di Ferro nella fiala
ed ora non restava che consegnarla a Flavius e Marcellus, per sperare di
rinegoziare il loro rapporto di lavoro, almeno per quanto riguardava la faccenda
delle foglie. Certo, non tutto era andato come previsto. I tumuli, i ragni, i
nani, il Guerriero di Ferro che si era animato, il tentativo di Foraeean di
distruggere la preziosa fiala, le discussioni che ne erano seguite, tutto aveva
reso le cose più difficili ma alla fine la Compagnia degli Schiavi delle Foglie
aveva ottenuto un primo risultato positivo.

Non
si poteva tuttavia dire che si trattasse di un gruppo solido e affiatato, questo
certamente no. Lo si capiva, fra l'altro, da come si erano divisi nella gola,
ciascuno per conto proprio, senza una strategia comune, la qual cosa aveva
portato ad un caos totale dal quale solo fortunosamente, forse, il gruppo era
uscito indenne. Quel che ancora mancava nel gruppo era il gruppo stesso. Si
trattava piuttosto di sei individui distinti, che in comune avevano solo la
condivisione di una condizione particolarmente spiacevole, ma forse questo non
bastava a farne una compagnia. Poteva infatti la comunanza delle sorti che li
univano nella faccenda delle foglie annullare il divario culturale e morale che
c'era fra gli elfi silvani e la Drow? Poteva forse questo compensare l'innata
individualità e l'altrettanto congenita  imprevedibilità di un mezzuomo?
Potevano questi fatti comprendere le motivazioni di un uomo che ha rimesso la
sua vita nelle mani del fato?

La
sola cosa che avrebbe potuto trasformare quell'insieme di persone così diverse
in un gruppo era ancora ben lungi dal verificarsi. Per il momento, si poteva
solo prevedere che, qualora fossero finiti gli effetti del veleno che li rendeva
schiavi delle foglie, ognuno sarebbe tornato per la propria strada, non avendo
alcunché in comune con gli altri. E, a peggiorare la situazione, nel gruppo non
era ancora emersa alcuna personalità che spontaneamente potesse essere
accettata per  quel ruolo di  guida, o di capo carismatico, di cui ci
sarebbe stato bisogno. Forse non c'era ancora una personalità abbastanza forte
per questo, o forse erano tutti caratteri troppo forti.

Tutta
questa situazione, che rivelava ancora una sostanziale immaturità del gruppo,
si traduceva poi in esasperanti discussioni ogni volta che c'era da prendere una
decisione. Ciascuno aveva la sua idea e cercava di imporla agli altri, oppure
come nel caso di Jack e Foraeean, si limitavano a fare ciò che gli passava per
la testa o che ritenevano più giusto per loro stessi. In questo modo andò la
decisione su come fosse più opportuno rimettersi in marcia.

Molti
erano dell'opinione di seguire la strada di montagna da cui erano venuti i nani,
anche se questa si sarebbe rivelata certamente più lunga del passaggio
attraverso le caverne, poiché non desideravano sfidare la sorte
nell'attraversamento del baratro o in un eventuale nuovo scontro con i ragni
giganti. Ovviamente, c'era anche chi considerava il fattore tempo. Nessuno
sapeva con certezza quanti giorni ci sarebbero voluti per la nuova strada, prima
di aggirare la montagna, e la necessità di considerare la scorta di foglie in
loro possesso portava a scegliere una via forse meno sicura ma certamente più
nota.

"Io
passerò per le caverne in ogni caso" - disse ad un tratto Tandel, rompendo
gli indugi. "Non posso abbandonare il mio cavallo su queste montagne, alla
mercé dei predatori!".

Fu
forse in quest'occasione che vi fu una prima dimostrazione di spirito di gruppo,
poiché in qualche modo questa considerazione comportò la scelta per tutti. Non
saprei se Jack fu d'accordo per curiosità o altro, così come probabilmente
Foraeean vi lesse qualche indicazione del fato e Krilzit non si poteva certo
dire a disagio nel sottosuolo. Tuttavia, alla fine optarono tutti per un nuovo
attraversamento delle caverne e tornarono ad infilarsi nel passaggio.

raggiunta
la caverna del crepaccio, fu subito evidente che l'affaticamento di Foraeean non
gli avrebbe permesso di invocare alcun sortilegio, questa volta, che potesse
aiutarli nel varcare l'abisso dinanzi ai loro occhi. Mentre gli altri
discutevano il modo più sicuro per organizzare il passaggio, i due elfi silvani
saltarono agevolmente dall'altro lato dopo una breve rincorsa, e si avvicinarono
all'uscita opposta, che trovarono sbarrata dalle ragnatele.

"Ci
sono altri ragni!" - gridò Tandel, mentre già qualcosa si muoveva davanti
a loro, al di là della cortina appiccicosa. Gelgoog sfoderò la spada e si
preparò al combattimento.

Jack
prese una rincosa e saltò il crepaccio senza apparente difficoltà, nonostante
le sue gambe ben più corte di quelle dei suoi più alti compagni, mentre il
primo ragno usciva dal cunicolo per aggredire Tandel. Quasi immediatamente,
altri due ragni, rapidi e agili, uscirono dalla cavità per impegnare Gelgoog,
il quale iniziò subito a roteare la spada per fronteggiarli. Uno dei due mostri
cadde quasi subito, squarciato a metà dalla sua lama, investendolo di liquame
giallastro. Dall'altro lato, intanto, Cedric aveva iniziato a dare manforte con
il suo arco, concentrando i suoi tiri sul secondo avversario di Gelgoog.

Fu
a quel punto che Krilzit si preparò e effettuò il suo salto. Tradita
dall'irregolarità del bordo, la Drow mise un piede in fallo e precipitò con un
urlo nel precipizio.

"Krilzit
è caduta nel crepaccio!" - urlò Cedric agli altri, senza smettere di
scagliare frecce. In quel momento Tandel ebbe ragione del suo avversario, e
immediatamente dopo, anche il ragno fronteggiato da Gelgoog fu abbattuto.

"In
ogni caso passare da qui non mi sembra sicuro!" - gridò Gelgoog in
risposta. Cedric aveva lasciato l'arco e si era sporto sul burrone, per
verificare le sorti di Krilzit.

"Per
Sifala, non si vede niente!" - imprecò il marinaio, constatando che il
buio gli impediva di distinguerne la forma. Foraeean si avvicinò e iniziò a
mormorare qualcosa, nonostante apparisse assai affaticato e bisognoso di riposo.
Tandel e Gelgoog stavano prendendo la rincorsa per il salto, avendo deciso di
non proseguire da quella parte.

Ma
il destino è sempre in agguato quando si tratta di noi creature mortali che non
possiamo comprenderne gli arcani disegni. Chi avrebbe mai detto che un elfo
silvano potesse fallire un salto che persino un mezzuomo era riuscito a compiere
con tanta disinvoltura? Eppure è ciò che accadde. Sotto gli occhi increduli
dei suoi compagni, Tandel fu vittima della sua stessa decisione di non
abbandonare il cavallo, che lo aveva portato a scegliere quella strada, e
precipitò anche lui nel crepaccio. Un tonfo sordo ne annunciò l'impatto sulle
rocce.

In
quel momento una luce si accese, senza sorgente apparentemente visibile,
illuminando l'interno del crepaccio. Le due pareti erano quasi verticali e
sprofondavano verso un buio ancora più profondo, senza rivelare il fondo della
caduta. Krilzit era chiaramente priva di conoscenza e sanguinante, adagiata su
un ciglio ad una decina di braccia più sotto, che fortunatamente ne aveva
arrestato la caduta. Similmente, ma dall'altro lato, anche Tandel giaceva, ad
una profondità maggiore, laddove l'ampiezza del crepaccio sembrava ridursi a
circa due passi per via dell'inclinazione delle pareti.

"Non
c'è tempo da perdere!" - esclamò Cedric, iniziando a srotolare una corda
che portava nello zaino. Data la profondità, fu necessaria giuntarla con una
seconda, quindi il marinaio si affidò a Gelgoog, che avrebbe tentato di
sostenerlo mentre si calava nel crepaccio per prestare le prime cure ai due
malcapitati, sperando che non fosse già troppo tardi. Con molta attenzione, e
facendo ricorso a tutto quanto aveva imparato nelle acrobazie lungo il sartiame
quando il mare era in tempesta, il marinaio si calò nella voragine, mentre
Gelgoog puntava i piedi a terra per non farsi trascinare dal suo peso. Jack si
premurò di bagnare la corda nel punto in cui sfregava contro il bordo roccioso,
temendo che l'attrito potesse tagliarla.

In
breve, Cedric raggiunse Krilzit, sul primo ciglio di roccia, constatando che la
Drow era gravemente ferita, ma ancora viva. Non avendo con sé il necessario,
non fu in grado di prestarle alcuna cura, e dovette rimandare la cosa ai suoi
compagni, dopo che l'ebbe assicurata alla corda. Gelgoog dovette ricorrere a
tutte le sue forze per issarla in superficie, dato che ora il peso della
compagna si aggiungeva allo sfregamento della corda sulla roccia, che iniziava a
sfilacciarsi nonostante le cure del mezzuomo. Nel frattempo, Cedric studiava un
modo per scendere ancora più in basso e raggiungere Tandel senza perdere tempo.
L'elfo si trovava solo un paio di metri più in basso, ce la poteva fare con un
salto. E ce la fece, anche se non si accorse di posare i piedi sul corpo dello
sfortunato.

Già
a prima vista, il marinaio comprese che non c'era nulla da fare. Tandel giaceva
in una posizione innaturale, con la testa girata ad un angolo insolito rispetto
alla linea delle spalle. Provò una fitta nel constatare la morte del compagno,
e fu difficile trovare la voce per annunciare la triste scomparsa agli altri.
Attese che la corda fosse nuovamente calata fino a lui e vi assicurò il corpo,
al quale, pensava, avrebbero dato almeno una degna sepoltura. Ma quando ormai
era quasi fatta, la corda si tagliò, e il corpo di Tandel precipitò
nuovamente, questa volta direttamente verso il centro della voragine.

Nessuno
disse una parola. Il silenzio calò, gelido, sulla caverna e nell'orrendo
crepaccio. Ora la corda non era neanche sufficiente a issare Cedric, poiché fu
necessario eliminare tutta la parte in canapa, salvando solo il tratto di fune
elfica di Gelgoog. Cedric fu costretto a balzare nuovamente verso il ciglio dove
aveva trovato Krilzit, lanciandosi nel vuoto e trovando un appiglio con le mani
che lo sorresse alla piattaforma sopra di lui. Quindi, si issò e attese che
quanto restava della fune venisse calata ancora una volta per trarlo in salvo,
con grande sforzo di Gelgoog che, per accorciare la distanza, aveva dovuto
nuovamente saltare dall'altro lato.

Ora
Jack, Gelgoog e Cedric si trovavano dal lato interno delle caverne, mentre
Foraeean e Krilzit, che aveva riaperto gli occhi da poco, erano dall'altro lato
del crepaccio.

Di
Tandel non restava neanche un corpo da seppellire.

Di
lui restava solo il ricordo, ed un cavallo che avrebbe atteso invano il ritorno
del padrone...

l'improvvisa
perdita di Tandel aveva sorpreso e raggelato tutti per la crudezza con cui gli
eventi si erano susseguiti nel loro nefasto svolgimento. Persino Krilzit, un
Elfo Oscuro, un nemico atavico degli altri elfi, rimase in rispettoso silenzio,
forse turbata a suo modo per l'accaduto. Solo Jack sembrava aver reagito con
sufficiente noncuranza alla cosa, ma del resto si sa che i mezzuomini sono
abituati a misurare tutto in termini di esperienza, e per loro la morte non è
che l'esperienza suprema. Non è quindi escluso che Jack, in quel frangente, non
abbia provato addirittura un minimo di invidia per Tandel, per paradossale che
questo vi possa sembrare...

Approfittando
infatti del momento di calma che seguì la morte di Tandel, Jack ne aveva
approfittato per dare un'occhiata all'interno del cunicolo invaso dalle
ragnatele, delle quali si era liberato grazie alla torcia che aveva ripreso con
sé. A pochi passi dall'entrata, notò subito un involto biancastro che pendeva
dal soffitto, non una comune ragnatela, ma piuttosto una specie di bozzolo. La
sua curiosità fu messa duramente alla prova quando notò che qualcosa,
all'interno dell'inusuale fagotto, sembrava muoversi debolmente.

"Cosa
abbiamo qui?" - si chiese il mezzuomo, estraendo un coltello dalla cintura.
Si avvicinò all'involucro e prese ad aprirlo con cautela, per non rischiare
brutte sorprese ma, soprattutto, per non rovinarne l'eventuale contenuto, che
doveva essere qualcosa di estremamente interessante, a parer suo.

Un
ciuffo di peli rossicci emerse dall'apertura che Jack aveva praticato nel
bozzolo. Incuriositò, proseguì, fino a individuare un'escrescenza carnosa
bitorzoluta, che si sarebbe detta un naso, se non fosse che sembrava davvero
inusuale e soprattutto sottosopra rispetto ai normali nasi che si rispettino.
Decise quindi di andare a fondo con quella cosa, e con un colpo deciso aprì
l'intera parte inferiore del sacco appiccicoso, dal quale un grosso corpo
pesante crollò a terra, mancandolo di pochissimo.

"Per
tutti i denti e le cicatrici di Morgrim! Se prendo il farabutto che mi ha fatto
questo..." -  il nano che era caduto fuori dal bozzolo si rialzò
goffamente, guardandosi attorno. Quando vide il mezzuomo strabuzzò gli occhi,
incredulo che una creatura normalmente giudicata tanto insignificante e innocua
gli avesse dato la libertà. Era abbastanza malconcio, e nei punti in cui la
pelle era scoperta erano visibili le ferite e le punture dei ragni, in
particolare di quelli più piccoli, che dovevano aver iniziato a nutrirsi da
quel bozzolo solo da poco.

"
E tu chi saresti?" - chiese il nano, incuriosito.

"Io
sono Jack, e tu che ci facevi lì dentro? Non era scomodo? Come ci sei
entrato?" - il mezzuomo era davvero eccitato per la scoperta. Non capita
tutti i giorni di trovare un bozzolo che contenga un nano in buona salute, in
fin dei conti!

"Mi
chiamo Merpol, e ti ringrazio per avermi salvato da un'orribile fine, sono in
debito con te, fratello" - sottolineò l'ultima parola, dando al mezzuomo
una pacca sulla spalla, mentre guardava con disgusto quanto restava del bozzolo.
"Sono entrato qui con altri quattro compagni, ma siamo stati sopraffatti da
quelle bestie immonde, non so che fine abbiano fatto gli altri...".

"Io
ho degli amici, forse ti possiamo aiutare... vieni con me!" - rispose Jack,
non senza vanto, mentre invitava il nano a seguirlo.

Con
aria trionfante, Jack tornò alla caverna del crepaccio, seguito dal nano, la
cui vista fu motivo di ulteriore stupore per i suoi compagni, che per quel
giorno credevano di averne già viste abbastanza. Merpol si presentò e
raccontò anche agli altri la sua disavventura, riscuotendo un'immediata
solidarietà da parte di Gelgoog e Cedric, i quali si offrirono di accompagnarlo
per  controllare le sorti degli altri nani, mentre Foraeean e Krilzit
sarebbero rimasti in attesa del loro ritorno. In fin dei conti, il vecchio e la
Drow erano quelli che si trovavano più al sicuro, in quel momento, e non
sarebbero stati di grande aiuto, viste le loro attuali condizioni.

Ma
non ci volle molto perché il piccolo drappello di esploratori avesse conferma
dei loro inespressi timori. Facendosi strada fra le ragnatele, trovarono il
punto in cui i nani erano stati assaliti, dove Merpol poté rientrare in
possesso del suo equipaggiamento e del gigantesco flagello a due mani che era
solito utililzzare, un'arma dalle dimensioni davvero spropositate, che uno come
Jack non sarebbe neanche riuscito a sollevare. Le tracce del combattimento
rivelarono dove i corpi degli altri malcapitati erano stati trascinati, in una
caverna contigua che, fortunatamente, si rivelò priva dei suoi occupanti, e
dove giacevano altri quattro bozzoli sospesi dall'alto. Purtroppo, non poterono
far altro che constatare la morte dei compagni di Merpol, i cui corpi erano uno
spettacolo davvero raccapricciante, se avete una minima idea di come si nutrano
i ragni, svuotando le loro prede dall'interno, mentre esse sono ancora vive.

Quando
il piccolo gruppo tornò alla caverna del crepaccio, nessuno aveva più voglia
di proseguire là dentro. Sarebbe stato comunque necessario attraversare ancora
un'ultima volta la voragine che aveva inghiottito Tandel, e certamente tutti
pensarono a quella cosa con un misto di timore e preoccupazione. Gelgoog e
Cedric balzarono senza problemi dall'altro lato, lanciando la fune elfica a Jack
che aiutò Merpol ad assicurarsela in vita, giusto per sicurezza. 

Ed
infatti il nano, decisamente meno agile degli altri, pur mettendocela tutta per
fare il salto al meglio delle sue possibilità, sarebbe certo precipitato nel
vuoto, se Cedric e Gelgoog non avessero messo prontamente in tiro la corda
mentre questo era ancora a mezz'aria, quando fu chiaro che il suo salto era
maledettamente corto. Sotto l'effetto dello strattone, Merpol fu sbilanciato in
avanti e raggiunse il margine sicuro al di là del burrone atterrando in una
nuvola di polvere, fra le sue stesse imprecazioni e gli schiamazzi divertiti di
Jack. Ce l'aveva fatta.

"Ed
ora che farai?" - chiesero a Merpol, mentre si risistemavano approfittando
della pausa per riposare un poco. Il nano scrutò il gruppo, soffermandosi con
particolare attenzione su Jack, Gelgoog e Cedric, mentre si sistemava gli abiti.

"Per
la barba di Morgrim, voi tre mi avete salvato la vita, oggi, in due occasioni!
Siete miei fratelli e vi sono debitore per questo. Non vi lascerò fino a che
non avrò modo di sdebitarmi per quel che avete fatto!" - disse
corrucciando le ciglia, risoluto, sottolineando la solennità del suo impegno
dando un colpo a terra con il manico del pesante flagello.

La
Compagnia degli Schiavi delle Foglie aveva perso un membro, quel giorno, ma ne
aveva trovato un altro, che si univa a loro per motivazioni del tutto
differenti. Forse, quell'elemento di unità che avrebbe potuto contribuire alla
formazione di uno spirito di gruppo era arrivato in Merpol.