[Anteprima] Alchemists

La Czech Games pubblica Alchemists di Matúš Kotry, un titolo per 2-4 persone della durata di 90 minuti. Sotto una corteccia di piazzamento lavoratori scopriamo un articolato gioco di deduzione, nel quale attraverso esperimenti e tentativi dobbiamo cercare di desumere le proprietà alchemiche degli ingredienti delle pozioni, generate casualmente ad ogni partita utilizzando una app per smartphone, e sfruttare questa conoscenza per conquistare ricchezza ma soprattutto per accrescere la nostra reputazione di alchimisti.

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Alchemists

La Czech Games pubblica Alchemists di Matúš Kotry, un titolo per 2-4 persone della durata di 90 minuti. Sotto una corteccia di piazzamento lavoratori scopriamo un articolato gioco di deduzione, nel quale attraverso esperimenti e tentativi dobbiamo cercare di desumere le proprietà alchemiche degli ingredienti delle pozioni, generate casualmente ad ogni partita utilizzando una app per smartphone, e sfruttare questa conoscenza per conquistare ricchezza ma soprattutto per accrescere la nostra reputazione di alchimisti.

 

Il gioco

I materiali, splendidamente illustrati da David Cochard (ricordate Dungeon Lords e Dungeon Petz?), includono tabellone principale, tabellone delle Teorie, carte Ingredienti, carte Artefatto, carte Favore, carte Scommessa, tasselli Sigillo, tasselli Sovvenzioni, tasselli Avventuriero, segnalini Alchemici, segnalini Ordine di Turno, segnalini punti Reputazione, segnalini Conflitto, segnalino Primo Giocatore, cubetti Azione e infine schermi – laboratorio tridimensionali per i giocatori.

Il cuore di Alchemists  è un meccanismo di deduzione piuttosto articolato, basato su 8 carte Ingredienti e 8 cosiddetti Alchemici, ossia gruppi di 3 elementi diversi per colore (verde, blu o rosso), segno (+ o -) e/o grandezza (piccolo o grande). All’inizio del gioco, una app per smartphone abbina casualmente e segretamente ciascun Ingrediente a un Alchemico. I giocatori non conoscono gli Alchemici corrispondenti a ogni Ingrediente, ma possono miscelare due Ingredienti per preparare una Pozione: la app scansiona le carte Ingrediente, combina i corrispondenti Alchemici (secondo un algoritmo su cui non ci soffermiamo) e crea uno tra 6 tipi possibili di Pozione: Guarigione, Velocità, Saggezza, Veleno, Paralisi e Pazzia. Poiché l’algoritmo dell’alchimia è noto, dalla Pozione ottenuta possiamo dedurre informazioni (parziali) sui due Alchemici che la compongono.

Ma in che consiste il gioco? Attraverso le molteplici azioni disponibili – ed ecco dove entra in funzione il secondo meccanismo di Alchemists, un più classico piazzamento lavoratori – dobbiamo cercare di raccogliere indizi per dedurre gli Alchemici corrispondenti agli Ingredienti, e sfruttare questa conoscenza per migliorare le nostre attività di alchimista: produrre e vendere Pozioni e pubblicare, condividere o confutare teorie scientifiche sugli Ingredienti. Badate che possiamo fare queste cose anche da dilettanti, azzardando conclusioni senza una completa conoscenza (e in molti casi capiterà): ma prima o poi ne subiremo le conseguenze.

Il gioco dura 6 round. All’inizio di ogni round scegliamo l’ordine di turno piazzando il nostro segnalino su uno spazio dell’apposita traccia. Più avanti vogliamo stare e meno benefici abbiamo: ad esempio, il primo spazio costa 1 pezzo d’oro e non regala nulla, mentre l’ultimo non costa nulla e regala 2 carte Ingredienti e 1 carta Favore. Poi, in ordine inverso di turno (dall’ultimo al primo), scegliamo le azioni che vogliamo fare, piazzando i nostri cubetti sugli spazi azione del tabellone (alcune azioni possono essere fatte due volte spendendo più cubetti). Gli spazi azione non sono esclusivi, pertanto tutti possono fare le stesse azioni e chi è davanti in ordine di turno è avvantaggiato dal sapere quali azioni hanno scelto gli avversari. A questo punto si effettuano tutte le azioni, stavolta secondo l’ordine di turno.

Facciamo una panoramica sulle azioni disponibili: acquisisci una carta Ingrediente; trasforma una carta Ingrediente in oro; acquista un Artefatto (conferisce un’abilità o azione speciale o vale punti vittoria alla fine del gioco); crea una nuova Pozione e sperimentala su uno studente o su te stesso; crea e vendi una Pozione a un Avventuriero (ottieni oro in funzione di quante garanzie scegli di dare sulla qualità della Pozione); pubblica una Teoria, dichiarando un abbinamento Ingrediente – Alchemico (che può anche essere sbagliato!) e apponendovi un tuo Sigillo; condividi una Teoria pubblicata da un avversario, aggiungendovi un tuo Sigillo; o infine confuta una Teoria pubblicata, dimostrando che l’abbinamento Ingrediente – Alchemico è sbagliato. Le azioni sono poi condite con ulteriori regole, opzioni e varianti su cui sarebbe troppo lungo soffermarci.

Il nostro obiettivo è ottenere punti Reputazione: lo possiamo fare pubblicando teorie, confutando teorie, ottenendo la maggioranza di teorie pubblicate / condivise alla fine di ogni round, partecipando con l’adeguato numero di pubblicazioni alle Conferenze intermedie e partecipando all’Esibizione finale. Ma attenzione che possiamo anche perdere punti Reputazione, quando vendiamo Pozioni palesemente sbagliate e in sostanza ogni volta che una nostra Teoria viene confutata o si dimostra pubblicamente errata. I punti Reputazione influenzano inoltre alcuni aspetti del gioco.

A fine partita i punti Reputazione si convertono in punti vittoria, ai quali si aggiungono quelli derivanti dagli Artefatti e dalle Sovvenzioni ricevute. Infine, in un’apoteosi di gloria o di disfatta, la app finalmente ci svelerà la verità sulle Teorie: si saprà quali erano giuste e quali sbagliate e ognuno guadagnerà o perderà punti vittoria in funzione del risultato e del numero e tipo di Sigilli apposti sulle Teorie durante la partita. Chi ha più punti vince.

Alchemists è disponibile in pre-ordine a 40€.

 

Prime impressioni

Difficile non restare colpiti dallo splendore grafico di questo titolo, ricco, vivace e davvero di altissimo livello, come Cochard e la Czech Games ci hanno abituato in precedenti titoli quali Dungeon Lords e il suo sequel Dungeon Petz. Anche il regolamento è chiaro e ben fatto e, nonostante la complessità e la quantità di regole, si impara facilmente anche grazie alle illustrazioni e agli abbondanti esempi. L’ambientazione è curata e simpatica, e oltre che nella grafica si riflette anche nei vari risvolti delle regole.

Alchemists offre un panorama di gioco senz’altro molto articolato e dotato, al di là del lineare schema azione – deduzione, di discreta complessità e spessore. Alcune azioni sono arricchite da molte opzioni, varianti e conseguenze che richiedono un’elevata attenzione ai dettagli nella pianificazione delle proprie attività, tenendo sempre presenti i vari effetti sulla reputazione. 

Sotto la corteccia della classica e rodata meccanica di worker placement, il dispositivo di gestione dell’alchimia appare interessante, originale (per quello che posso affermare in base alla mia limitata conoscenza) e ben concepito, anche se in realtà poco di esso traspare ai giocatori, rimanendo nei meandri del software. Alla fine infatti il nocciolo del gioco è il meccanismo di deduzione che, a partire dai risultati delle Pozioni, progredisce per indizi ed esclusioni.

E qui vorrei darvi un’impressione assolutamente personale, che potrete non condividere o considerare un dettaglio funzionale. Da una parte l’idea di utilizzare la app mi affascina, oltre che ovviamente risolvere un problema non da poco; però non mi va molto giù l’interferenza del software e del cellulare nel gioco da tavolo. Tiratemi pure i pomodori, ma preferirei rimanere sul tradizionale (poi lasciamo perdere che non possiedo uno smartphone, ma questa probabilmente oggi è una rarità). Comunque bisogna specificare che il ricorso alla app non è obbligatorio, anche se facilita di molto la gestione del gioco: in alternativa infatti è prevista la possibilità di ricorrere a un game master il quale non gioca ma, attraverso le tabelle in dotazione, genera gli abbinamenti alchemici e ne custodisce i segreti fino alla fine del gioco, rivelando man mano ai giocatori i risultati dei loro esperimenti. Alzi la mano chi vuole fare il master, e scusate la digressione.

Mi ha intrigato invece l’interazione che traspare dal meccanismo della pubblicazione e confutazione delle Teorie: sembra divertente la possibilità di rischiare affermando Teorie solo ipotetiche, e dall’altra parte cercare di confutare la Teoria di un avversario – con la possibilità ovviamente di sbagliarsi.

L’alea non sembra un fattore significativo: le varie carte vengono scelte da un lotto scoperto e sono note dall’inizio del round. Una certa casualità esiste nella preparazione di una Pozione, nel senso che un risultato sfortunato potrebbe non darci alcun indizio rilevante; ma a questo problema dovremmo ovviare noi, pianificando accuratamente i passi del nostro percorso deduttivo.

In definitiva Alchemists si presenta come un articolato gioco di azione e deduzione che definirei di difficoltà media, ma che comunque non direi adatto ai giocatori occasionali o alle prime armi, vista la quantità di regole e opzioni. Personalmente mi attira così così, ma devo dire che mi ha comunque incuriosito e vorrei provarlo.