Titolo | Voto gioco | Commento | Data commento | |
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Village | 8,0 | La meccanica è davvero originale rispetto al panorama tedescoide, è abbastanza aderente all'ambientazione anche se poco "realistica": stabilire chi far morire della propria famiglia per portarlo agli onori delle cronache nella giusta categoria...un potere da divinità! Non concordo su alcune opinioni relative all'assenza di interazione. La mia ragazza si è arrabbiata di brutto per un utilizzo "bastardo" del pozzo che mi ha consentito di riutilizzare il mercato, vendendo l'unica merce in suo possesso. Di possibili "entrate a gamba tesa" ce ne sono, in particolare vedo il pozzo come risorsa molto utile allo scopo. Divertente, ben ambientato, non eccessivamente lungo. Forse si sarebbe potuto lavorare di più sulla longevità...mi riservo di giocarlo con l'espansione. | 18/11/2013 | |
A Feast for Odin | 8,0 | Ormai Rosemberg lo conosciamo, è praticamente l'amico di infanzia che rivedi con piacere e che non trovi mai diverso da come lo avevi lasciato. Non nascondiamoci dietro il cosplay da fanboy, i difetti ci sono e sono palesi: - Deja vu: piazzamento lavoratori, bestie che si moltiplicano, occupazioni, sfamare...e potremmo continuare ancora per molto; - Bulimico oltre misura; - Alea che, sebbene mitigata, può influire pesantemente; Ma se accettate questi difetti senza sviluppare i consueti pregiudizi avrete per le mani un gioco: - Rilassante: qualità rara per un cinghialone. E' vero, è anche merito del fatto che l'autore ha abbandonato la filosofia "starvation" già da molto tempo per situazioni di gioco più larghe dove l'azione utile è quasi sempre alla portata e sfamare la progenie non è un'impresa; - Coinvolgente: ogni mossa deve essere ben ponderata e il tetris tiene la mente piacevolmente al lavoro; - Solido: difficile trovare lacune nelle meccaniche, tutto gira alla perfezione nonostante la moltitudine di azioni possibili; Insomma Odino si fa notare e riesce ad emergere tra i titoli usciti quest'anno. La speranza per il futuro, mia come penso di molti altri, è quella di vedere l'autore lanciarsi in qualcosa di realmente nuovo (Feld e Wallace, seppur con risultati discutibili, quantomeno ci hanno provato in questi anni). | 31/01/2017 |