
Casto è un personaggio incredibile e di un'intelligenza rara. Questo potrebbe essere il suo primo gioco che mi interessa giocare.
Un nuovo gioco di Immanuel Casto, stavolta alle prese con un party game a ruoli nascosti
Per chi non lo sapesse, Immanuel Casto è un artista che si cimenta in vari campi, tra cui la musica e, da qualche anno, il gioco da tavolo. Tra le altre cose, è iscritto al Mensa, ovvero l'associazione che riunisce il 2% mondiale di persone col più alto QI (sopra il 130).
Il suo nome, nel mondo del gioco da tavolo, è già stato in parte attenzionato per Squillo, un filler per 2-6 giocatori che aveva riscosso più successo e fatto più rumore per il tema trattato e per le illustrazioni sulle carte, che non per le meccaniche.
Non si può più dire niente è un party game per 3-12 giocatori (su BGG, mentre sulla scatola c'è scritto 4-12), della durata di 15-30 minuti a partita, adatto a un pubblico adulto, basato su meccaniche di ruoli nascosti, deduzione.
Dopo un primo giro di indizi, il giocatore potrà provare a indovinare oppure chiedere un altro giro, eliminando, nel secondo caso, una delle sei carte (e, ovviamente, perdendo se elimina quella giusta). Può chiedere anche ulteriori giri, tenendo, però, presente che le carte indizio in mano ai giocatori diventano sempre meno, per cui gli indizi saranno sempre meno adatti.
Non ci sono punti nel gioco, anche se sarebbero facilmente implementabili. Semplicemente ogni manche fa storia a sé ed è consigliato fare l'Ingenuo almeno una volta a testa.
Buoni, anche se la scatola ha una dimensione poco adattabile alle altre comuni. Le illustrazioni sulle carte sono ben fatte e adeguatamente “forti” per il prodotto. Nelle altre carte ci sono solo scritte.
Il mondo dei social, con tutta la fauna che lo popola e tutte le innumerevoli discussioni che si scatenano attorno a qualsiasi cosa.
Detto questo, secondo me il gioco si presta a un paio di livelli di approccio.
Il primo è quello più superficiale, che, banalmente, genera ciò per cui il gioco è costruito: divertimento. Per cui si ride delle immagini spinte, dei riferimenti all'attualità, si fanno battute, si creano situazioni tra l'imbarazzante e l'ilare. Va benissimo, potremmo anche fermarci qui, che il gioco avrebbe già fatto il suo dovere.
Buon party game, anche se per i ruoli nascosti ce ne sono di migliori. Qui la leva primaria sono proprio le situazioni inusuali e piccanti con cui si ha a che fare, anche se rischiano di esaurire la loro carica nel giro di non molte partite.
Per i temi rappresentati lo consiglio, oltre che a un pubblico adulto come dice la scatola, anche a una compagnia non troppo permalosa e dotata di sufficiente senso dell'umorismo (cosa, ad oggi, per nulla scontata).
Check: Party Game Stats (* = sufficiente, ** = buono, *** = ottimo)
- Una famiglia non giocante può capirlo da sola? ***
- È facile da spiegare al babbano che sbuffa dopo le prime due regole e dice “non ci ho capito nulla”? ***
- Tiene al tavolo una compagnia anche numerosa? ***
- Se rimanete in pochi funziona lo stesso bene? *
- È sufficientemente rapido da giocare o è eterno come Trivial Pursuit? ***
- È nozionistico come Trivial Pursuit o stimola il giocatore a trovare soluzioni creative? **
- Riesce a non frustrare troppo chi sta perdendo? ***
- Riesce ad adattarsi a gruppi misti, con persone di diverse età e bambini? *
- È rapido nel suo svolgimento e ritmo o rischia di arenarsi a causa di qualche giocatore poco adatto? ***
- Diverte, nel senso puro del termine, come dovrebbero fare tutti i party game? **
- Ha materiali ed estetica accattivanti? **
- Ha elementi di game design che lo rendono fresco e moderno? *
Casto è un personaggio incredibile e di un'intelligenza rara. Questo potrebbe essere il suo primo gioco che mi interessa giocare.
😂 😜 😂
C'è una edizione limitata, uscita a Lucca '22, che ha più carte e riempie tutta la scatola.
E poi lasciatemi dire che poteva cambiare nome... Lo ha fatto per vendere di più?
Ormai il sommo antico recensisce proprio qualsiasi cosa....... 🤣 merito delle associazioni!! Se ho capito bene la meccanica dell'indizio si/no/via di mezzo è tipo One Key, ma con frasi al posto di disegni. I ruoli addizionali sembrano divertenti :)
L'idea è molto carina e in tempi di giochi trasferiti dall'Africa a una cometa in nome del politically correct, una tematica del genere è una boccata d'aria (per quanto sia un gioco di nicchia). Il problema di questo come si tutti i giochi del genere è che per non stufarsi dopo 3 partire serve una quintilata di carte (ergo, espansioni)
Gabbi ho eliminato il mio commento 😂😜😂
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