Saboteur

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Saboteur
Voto recensore:
6,7
Introduzione

Saboteur nasce dalle mente di Frederic Moyersoen, autore olandese per la verità non particolarmente noto e prolifico, che sembra dilettarsi con una certa propensione nella creazione di filler e di brevi family-game (Gouda! Gouda!, Dynamit Joe, La Courte Paille). Tra le sue produzioni, a detta dello stesso autore Saboteur è quella sicuramente di maggior successo e, come vedremo, probabilmente non a torto.

In questo nuovo gioco di carte, i giocatori vestono i panni d’industriosi gnomi minatori che in gruppo, e aiutandosi a vicenda, cercheranno di scavare profonde gallerie alla ricerca di un prezioso filone d’oro. Sfortunatamente però, nella compagnia si nasconde qualche pericoloso sabotatore con il celato intento di mandare tutto all’aria.

Se i minatori onesti riusciranno a raggiungere il filone d’oro, si aggiudicheranno la “manche” e verranno ricompensati con costose pepite d’oro. Se invece per qualche losco motivo la loro spedizione andrà a rotoli, saranno i sabotatori a gongolare e a godersi il pregiato metallo nobile.

Il problema è che, per tutta la manche, la verità sui propri ruoli rimane sconosciuta, e soltanto al termine essa verrà palesata.

Meccanismo di gioco

Nonostante Saboteur sia un classico gioco di carte, esso svela nel suo funzionamento anche una meccanica tipica dei giochi di piazzamento. Lo svolgersi delle miniere infatti, con le loro diramazioni e i loro vicoli ciechi, si attua piazzando turno dopo turno le cosiddette “carte percorso” raffiguranti ognuna differenti combinazioni di cunicoli.

Affinché ogni minatore sia capace di proseguire le miniere, si rendono necessari gli opportuni strumenti di lavoro: piccone, lampada e carrello. Senza anche uno solo di questi utensili, sarebbe impossibile per il minatore svolgere il proprio lavoro. Ora, sebbene ogni giocatore parta già con tutto l’occorrente, può capitare che tra un turno e l’altro qualche mascalzone pensi bene di danneggiare uno strumento. Fortunatamente per lui, con il tempo o grazie all’intervento di un compagno, sarà possibile riparare lo/gli strumenti e riprendere lo scavo.

Ma, in termini di gioco, come si realizza il tutto?

Ogni giocatore dispone costantemente di sei carte in mano: ad ogni turno egli ha il diritto di giocarne una e di pescarne un’altra dal mazzo. Quest’ultimo è composto dalle già citate “carte percorso” e da una seconda tipologia di carte, dette “carte azione”. Se con le prime è possibile far progredire i cunicoli, con le seconde possiamo compiere determinate azioni, quali danneggiare o riparare strumenti, provocare una frana o guardare la mappa del tesoro (ovvero scoprire una carta destinazione – vedi oltre).

Lo scopo per i minatori è quello di arrivare, partendo da una carta iniziale (contrassegnata con la scala), alle “carte destinazione” sotto una delle quali si trova il tanto agognato filone d’oro. Ma come abbiamo visto, sfortunatamente per i minatori onesti, qualche membro del gruppo è un sabotatore e tenterà, senza troppo esporsi, di mandare all’aria tutti i piani.

I ruoli vengono assegnati all’inizio di ogni manche mediante la pesca di una carta da un mazzetto speciale. Il numero dei sabotatori varia in funzione di quello totale dei giocatori ma, nonostante questo, non è mai possibile sapere con certezza quanti siano i sabotatori effettivamente presenti nel gruppo. Il mazzetto dal quale pescare, infatti, ha sempre una carta in più del numero totale di giocatori.

Durante lo svolgimento del gioco, quando a seguito del losco tiro di qualcuno uno dei nostri strumenti si danneggia, non potremo più giocare carte percorso ma solo carte azione fino alla riparazione dell’oggetto. Tiri mancini come questi si possono giocare per svariati motivi: perché si sospetta che il giocatore sia un sabotatore, perché viceversa chi lo gioca è un sabotatore egli stesso, o perché semplicemente si vuole per primi arrivare al tesoro.

Arrivare primi infatti, è molto spesso un vantaggio, in quanto è proprio a partire dallo scopritore che, in senso orario, si effettuerà la spartizione del tesoro. Ogni minatore onesto pesca quindi casualmente una “carta tesoro” dall’apposito mazzo e, saltando i sabotatori ormai svelati, si continua a pescare fino a quando non sono state pescate un numero di carte pari al numero totale dei giocatori.

Ogni carta tesoro raffigura un certo quantitativo di pepite. Al termine delle tre manche di gioco, chi avrà collezionato più pepite d’oro sarà decretato il vincitore.

Commento

A nostro avviso questa volta Frederic Moyersoen merita i migliori complimenti, creando con Saboteur un gioco che, seppur nella sua semplicità, ha saputo dimostrarsi decisamente divertente e versatile.

L’interazione tra i giocatori si attesta sempre su alti livelli mentre la capacità di bluffing si rivela un elemento importante, capace di donare al gioco inaspettati colpi di scena. Turno dopo turno è divertente assistere a come, da una parte si instauri un crescente clima di diffidenza, e dall’altra si manifesti una sempre più affannosa ricerca di alleati fidati. Infine, le frequenti situazioni impreviste ed inattese, garantiscono ad ogni partita risate ed esclamazioni accalorate.

La brevità delle partite e l’alto numero di partecipanti possibili, collocano questo titolo sia nella categoria dei “filler” che in quella dei “party game” e, considerando in particolare l’ottimo rapporto qualità/prezzo, non si può che consigliarne l'acquisto.
Pro:
1- Se giocato in tanti e con lo spirito giusto Saboteur è davvero molto divertente.
2- Il costo è veramente irrisorio (in Germania si trova anche a 5 Euro).
3- Semplicissimo da spiegare e da imparare.
4- Buona la qualità delle carte e delle illustrazioni.
Contro:
1- Il sistema di punteggio è forse un po’ troppo dipendente dal fattore fortuna.
2- Si ha la sensazione di una non proprio perfetta scalabilità: in particolare il gioco in 3 o 4 persone, che implica una sola carta sabotatore, può determinarne la sua assenza in qualche manche.
3- Poiché in generale il divertimento è direttamente proporzionale al numero di giocatori, partite con 3 o 4 giocatori potrebbero avere poco senso.
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