Futbirée: il calcio da tavolo definitivo

Ecco a voi il Futbirée!

Prime Impressioni
Giochi

Tempo fa, in un altro articolo di prime impressioni, scrivevo più o meno così...

“Domenica e divano, bel sole, profumo di primavera, silenzio e voglia di qualcosa di ludicamente nuovo. Apro Facebook e trovo per caso un video di una partita tra due giocatori a uno strano incrocio tra dama e scacchi a tema calcistico. Minimale, portatile, astratto, profondo, materiali del prototipo e grafica accattivanti. Giocano al tavolo di un pub, favellando davanti a una birra. Nemmeno il tempo di pensarci e parte la scimmia a velocità supersonica. Mi iscrivo al gruppo ufficiale, leggo avidamente ogni post, attendo con ansia ogni revisione del regolamento e la versione print & play. Taglia, incolla, prova e il danno è fatto: ormai sono un fan di Davide Ghelfi, autore di rara umiltà e bravura, il quale sembra il solo a non voler credere agli ultrà della curva che già chiamano il suo Futbirée capolavoro”.

Sono passati quasi tre anni dal mio primo contatto con questo gioiellino e l’hype, in vista di una prossima pubblicazione, è rimasto a livelli stellari.

Introduzione

Parafrasando il pensiero dell’autore, possiamo affermare che il Futbirée sia un chess-ish football game da scacchiera, ispirato e ambientato nell’epoca del primo football di fine ‘800. Il campo, le sue zone, le variazioni (regole diverse su diversi campi), la “lirica” della terminologia, lo rendono un pre-football, o un pre-soccer. In tal senso, i calciatori avranno, nella versione finale del gioco, non già nomi calcistici riferiti ai ruoli moderni che tutti conosciamo, ma i nomi dei mestieri che, metaforicamente, ne descrivono le specifiche attitudini. Il primo football non era professionistico, ma giocato da normali lavoratori. Aspettiamoci, quindi, un difensore “The Butcher” (il macellaio), che non va di certo per il sottile o magari un centrocampista “The Taylor” (il sarto), per la sua abilità di cucire il gioco coi suoi mezzi spostamenti e i suoi tocchi su misura. Ma questa è solo la bellissima veste storica che ambienta solide meccaniche di movimento su scacchiera, poteri variabili e collezione punti.
Per me tutto questo rappresenta un condensato unico nel suo genere, perché riesce a esprimere l’essenza della sfida calcistica riuscendo, senza simulare, dove molti velleitari simulatori hanno miseramente fallito fino ad ora. Vediamo perché.

Prime Impressioni

Una partita a Futbirée si gioca su una griglia rettangolare 4x6, suddivisa in ventiquattro zone, un po’ come le case negli Scacchi, in un tempo massimo di quattro Frazioni. La pedina del pallone e dei calciatori (quattro per squadra, selezionati tra sette differenti ruoli a disposizione di ogni giocatore) si muovono in questi spazi con l’obiettivo di marcare punti Fut, che concorrono a definire il punteggio finale del match.

Ogni contendente, dopo aver composto la propria formazione, la dispone in campo sulle quattro caselle più vicine a sé. Durante il possesso palla, si devono muovere prima il pallone e poi un proprio calciatore, entrambi in linea retta (verticale, orizzontale o diagonale) e fino al massimo della distanza consentita nella direzione scelta. Si possono attraversare solo zone vuote e ci si ferma in corrispondenza di altri pezzi (pedine) o dei bordi del campo.

Generalmente i calciatori si muovono tutti allo stesso modo, ma, esaurendo uno dei quattro Punti Vigore a disposizione (o in alternativa, risparmiando il punto, ma subendo una sanzione), possiamo invece attivarne momentaneamente i ruoli, ovverosia delle abilità speciali riconoscibili tramite apposita iconografia. I ruoli speciali sono una delle parti più divertenti e particolari della meccanica di gioco (consideriamo i nomi attuali come epiteti “provvisori”), perciò vediamoli subito:

  • Defender: può spingere qualunque calciatore, spostandolo fino a fine corsa;
  • Kaiser: può portare con sé (tirare) un qualsiasi calciatore adiacente, contemporaneamente al proprio movimento e sulla linea dello stesso;
  • Metodista: può interrompere la sua corsa senza dover avanzare fino in fondo;
  • Winger: può saltare qualunque calciatore, andandosi a posizionare nella zona subito successiva a esso;
  • Forward: può muoversi prima del pallone;
  • Enganche: se mosso, consente di non spostare il pallone;
  • Fuoriclasse: può ignorare le marcature.

Effettuate le mosse e capovolta la clessidra (da 180 secondi, predisposta a mezza sabbia a ogni inizio frazione), il possesso palla passa all'avversario.
Durante la partita avremo sempre un massimo di soli due calciatori in difesa (Regola della Difesa) e non sarà mai possibile una linea orizzontale da quattro pedine, proprie o dell’avversario (Divieto del “Quarto in Linea”).

Ma come si ottengono i punti Fut? Proprio come nel calcio reale: facendo Goal! Se ne segna uno ogniqualvolta si muove la palla in Area, ossia in una delle due caselle centrali della Linea Difensiva avversaria. É consentito segnare anche nelle zone agli angoli, ma in questo caso la marcatura prende il nome di Rouge (una sorta di “meta”, in prestito dal Rugby). Si ottengono gli stessi punti Fut di un Goal oltre a una ripercussione più svantaggiosa sulle modalità d’innesco della frazione successiva.
Ovviamente, è possibile subire Autogoal e Autorouge, come nella realtà.

Ma non è tutto così semplice: condizione necessaria per essere autorizzati a fare Goal o Rouge è avere in difesa una pedina (compagine Spavalda) o nessuna (compagine Impavida, che garantisce inoltre la medesima abilità del Forward in modo automatico a tutta la squadra) e non aver commesso falli nel turno (già, nel Futbirée ci sono anche i falli e le sanzioni!). Marcare Goal/Autogoal o Rouge/Autorouge ci fa guadagnare punti Fut in base a quanto saremo stati coraggiosi durante la nostra azione di attacco.
In dettaglio, otteniamo quindi:

  • 1 Fut, se la compagine, al momento della marcatura, è spavalda;
  • 2 Fut, se è impavida e con almeno due calciatori nella metà campo avversaria. Una condizione particolare di gioco (denominata Prestigio) può, infine, generare un repentino ribaltamento di fronte, una possibilità costante per la squadra in difficoltà di guadagnare la momentanea conduzione del match, seppure con solo 1 Fut di vantaggio (regola del “vantaggio di 1”). Questa norma è molto utile per rendere le partite combattute fino all’ultimo granello di sabbia, in qualsiasi situazione.

La fine del match, che può virare come nel calcio reale sia in una vittoria/sconfitta che in un pareggio, è decretata da alcune condizioni speciali, tra cui, ad esempio:

  • fine della quarta frazione;
  • vantaggio di quattro o più punti Fut (Manifesta Superiorità);
  • si verificano le premesse della variazione attiva (una condizione particolare valida solo per la partita in corso e determinata prima del match tra le sei a disposizione);
  • vengono realizzati Goal o Rouge in Futbirée.

Ma cosa significa fare Futbirée? Per realizzare la mossa più importante e che dà il nome al gioco stesso, dovremo sfruttare il possesso palla per riuscire a disporre i nostri calciatori in compagine impavida e su linee ortogonali differenti. Questa particolare condizione ci dà la possibilità di ottenere dei benefici funzionali all’economia della partita:

  • recuperare fino a due punti vigore;
  • effettuare fino a tre sostituzioni (e recuperando un punto vigore ciascuna).

Ma la cosa più importante è che fare Goal (o Rouge) in Futbirée non solo porrà termine al match ma ci farà anche vincere automaticamente la partita (regola “1 o vantaggio di 1”).

A dire la verità, i Futbirée non sono così facili da ottenere, soprattutto per giocatori inesperti a inizio carriera, però, con un po’ di allenamento ed esperienza, si impara a pensare d’anticipo e diventa più frequente visualizzare la sequenza di passaggi favorevole allo scopo.
Vero anche che non è una condizione necessaria in assoluto, perché per vincere abbiamo a disposizione molte altre soluzioni tattiche, come le già citate abilità dei calciatori, ma anche Marcature, Pressing, Falli e relative sanzioni, Disdoro e Fuorigioco. Vediamo qualche dettaglio in più:

  • Marcatura: al costo di un punto vigore è possibile interdire completamente il movimento di un calciatore avversario (a “uomo”) oppure vietare l’accesso a una particolare zona (casella) del campo (a “zona”);
  • Pressing: se un contendente è impossibilitato a muovere prima il pallone, l’avversario si aggiudica un pressing e vince la frazione (senza ottenere punti Fut);
  • Fallo: configurazioni non consentite (es. linea da tre) o azioni di gioco (es. uso dei ruoli senza spendere punti vigore) a cui conseguono sanzioni;
  • Sanzioni: al secondo fallo, il calciatore in oggetto non può più utilizzare la sua specifica abilità né commettere alcun fallo per la restante durata del match;
  • Fuorigioco: non si può mai effettuare un movimento in avanti del pallone che lo porti sulla linea di fuorigioco, dove cioè si trovi il calciatore avversario più vicino alla porta rispetto a tutti gli altri;
  • Disdoro: se la clessidra (che rappresenta il “fiato”) termina prima della conclusione dell’azione del giocatore in possesso palla, la frazione termina con un goal da tre Fut o un Goal in Futbirée (e conseguente fine del match), a scelta.

Il Futbirée si presta perfettamente per essere impiegato sia in sfide singole che in tornei o campionati, in quanto il sistema di punteggi e spareggi viene normato in modo semplice e lineare.
Nel caso di specie, si assegnano Punti Classifica (pC) al termine di ogni match: 1 pC in caso di pareggio, 2 o 3 pC in caso di vittoria, in base alla differenza Fut. E ricordatevi: esiste il referto arbitrale che ci ricorda i falli commessi dai nostri calciatori e, pertanto, in caso di doppia ammonizione, all’inizio della partita successiva essi partiranno con un cartellino (Richiamo) già assegnato.

Ci sono molti indizi che mi portano a pensare al Futbirée come al calcio da tavolo (e da pub) definitivo...

Conclusioni

Imparare a giocare al Futbirée richiede qualche partita di rodaggio, ma posso assicurare che, fin dalla prima partita, si riesce a respirare il profumo del manto erboso. Non è un motore di simulazione, nemmeno vuole esserlo. Però riesce brillantemente, con il suo design fondamentalmente astratto, a ricreare l’atmosfera della sfida calcistica, caricandola di quella sottile tensione scacchistica e di un livello strategico che invogliano a giocare e rigiocare. Per trovare la formazione migliore, le aperture più efficaci, il modo più furbo per sfruttare la variazione in corso (es. The Crown: la parità al termine di una qualunque frazione determina la fine del match), azzeccare la sostituzione al momento giusto, imbeccare il Futbirée, gestire al meglio il fiato e così via.

La possibilità di comporre la squadra a piacimento e disporla in campo in modi sempre nuovi consente al giocatore di sperimentare abbinamenti tra ruoli diversi e di imparare a sfruttarne le sinergie. Senza poi dimenticare il tatticismo delle marcature, altro aspetto tutto da esplorare prima di poter essere adeguatamente padroneggiato.

Il meccanismo della clessidra rappresenta, infine, l’aspetto cinematico dell’azione. Il gioco del calcio non è fatto di “immagini” statiche in sequenza, è un vero e proprio susseguirsi di scambi, coperture, tentativi a rete. Un vero film, uno spettacolo con tanto di telecronaca. Sfruttare tutto il “fiato” a disposizione ci consente azioni ragionate e di qualità, a scapito però di lasciare altrettanto tempo a disposizione all’avversario. In alcune situazioni potremmo voler sfruttare il poco fiato rimanente all’altra squadra, per provare a inanellare una serie di veloci e rapidi possessi palla, sperando in qualche errore difensivo. Geniale e funzionale, nella sua semplicità. Certo, serve allenamento, ma 15-20 minuti si trovano sempre con discreta facilità.

A questo punto non penso che sia necessario esplicitare ulteriormente il mio giudizio su quest’opera, anche perché credo che la mia passione per il Futbirée, che seguo ormai da anni, sia piuttosto chiara. Onore e gloria, quindi, al suo autore, al quale chiedo in prestito alcune sagge parole usate tempo fa:

“Ci sono due modi di giocare: uno da gentleman, l’altro invece plebeo, venale, insomma il modo di giocare di una canaglia qualsiasi.” (F.M.C. Dostoevskij).

La tradizione del Futbirée ha mosso i primi passi su un minuscolo tavolino, in un luogo e in un tempo che non ci sono più. Praticato inizialmente con tappi metallici e monete, anche e soprattutto a temperature siderali, il cimento si è evoluto grazie allo sparuto gruppo di pionieri che hanno contribuito a fissarne le norme, l’interpretazione e lo spirito, guidati dal comune convincimento che il 'Futbiréeista', alla regola che corregge l’emozione, preferirà sempre l’emozione che corregge la regola.

Vi ringrazio per avere letto fino a qui e concludo con un’immagine che mi sta particolarmente a cuore, tratta da una vecchia versione del regolamento del Futbirée del nostro Davide Ghelfi, che riassume lo spirito ultimo del cimento.

Da applausi... e da applicare a qualsiasi tavolo, fisico o metaforico che sia.
Ora tutti in curva in attesa della versione fisica del gioco. Il Futbirée è cosa buona e giusta e merita un posto sui nostri scaffali.

Che match! Che emozioni! W il Futbirée!

Commenti

"Prossima pubblicazione" tipo quando????...

Sembra tutto molto bello. Il P&P e il regolamento si possono ancora reperire da qualche parte? 

Ciao Carleto,

non appena avrò terminato di aggiornare tutto caricherò l'ultima versione su The Futbirée Club (FB)

tipo boh... (ma sicuramente, in una qualche forma, prima del prossimo scudetto del Genoa... :) 

chi pubblicherà il gioco ?

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