"Ah sì, il Mahjong, ci giocavo sempre a scuola in aula computer."
Sì, le tessere sono quelle; ma il gioco è un altro. Gli autori Lorenzo Silva, Hjalmar Hach e Luca Ricci, sotto lo sguardo attento dalla Horrible Games, hanno pure provato ad ambientarlo: il castello del Drago ha perso potere e influenza e sta a noi riottenere il favore dell'antico drago saccheggiando i mattoni per costruirci il nostro castello. Chi avrà meno punti dopo quarantacinque minuti verrà incenerito dall'alito sputafuoco del drago.
No. Non è vero. Ma ci stava bene.
Il gioco
Abbiamo già descritto le meccaniche del gioco nella nostra anteprima scritta in vista delo Spiel di Essen, ma le riportiamo brevemente anche qui.
Nel gioco base si crea il castello del drago impilando le tessere del Mahjong secondo uno degli schemi proposti o a sentimento, rispettando però alcune indicazioni base, dopodichè- scegliere una coppia di tessere con lo stesso simbolo e valore: la prima deve trovarsi sul piano più alto del castello e entrambe devono avere un lato lungo libero;
- scegliere una tessera dal piano più alto (ovviamente libera) e prendere un sacrario dalla riserva;
- scartare una tessera dal piano più alto, libera, e prendere un punto vittoria.
Le tessere prese vanno immediatamente posizionate nel proprio reame, a faccia in su e in caselle libere. Se quattro o più tessere della stessa famiglia sono adiacenti ortogonalmente si devono immediatamente consolidare, ovvero ribaltare, per ottenere punti in base alla qualntità di tessere consolidate. Inoltre in base alla famiglia delle tessere, sulle tessere appena consolidate si posizionano sacrari, che forniscono punti a fine partita. Una tessera consolidata (e senza sacrario su di sè) è considerata uno spazio libero sulla nostra plancia e sucessive tessere potranno esservi posizionate sopra: questo perchè i sacrari più sono costruiti in alto, più punti forniscono.
Nella modalità avanzata si hanno due aggiunte:
- le carte spirito, che forniscono un'azione aggiuntiva attivabile nel proprio turno spendendo una tessera ancora da consolidare del nostro reame o un sacrario dalla nostra riserva. Gli spiriti offrono azioni molto varie e potenti - ad esempio costruire un sacrario aggiuntivo, consolidare set di tessere più piccoli, prendere tessere diverse.
- le carte drago, che forniscono punti bonus a fine partita se la condizione riportata - per esempio particolari posizionamenti dei sacrari o set di tessere non consolidate - è soddisfatta.
Considerazioni
Partiamo subito col rispondere a tutti quelli che dicono che Dragon Castle "è come il Mahjong". Come abbiamo scritto nel titolo, ma anche no! Gli autori si sono chiaramente ispirati al solitario divenuto globalmente famoso grazie a Windows XP, ma ne condivide solo pochi aspetti - del resto il Mahjong vero e proprio è un gioco fatto di combinazioni più simile ai nostri giochi di carte. Quello che potrebbe quindi frenare a una prima vista da parte di un giocatore sbadato va inceve ben sottolineato: Dragon Castle è un gioco che utilizza le tessere del Mahjong, ma offre una sfida tutta nuova e avvincente.
Il gioco base, quello senza spiriti e draghi, è un buon metodo per capire le meccaniche di gioco, fatte di ottimizzazione delle mosse, scelte che uniscono il massimo profitto per sè e il maggior fastidio per gli avversari. L'interazione si vede sulla plancia centrale, e si manifesta principalmente verso il giocatore successivo in ordine di turno, scegliendo tessere che non liberino quelle che servono a lui, o sottraendo la tessera che gli permetterebbe di chiudere un set. In due giocatori è più semplice marcare l'avversario, mentre in più giocatori si tende a concentrarsi sul giocatore seduto alla nostra sinistra; questa modalità è anche vero che risulta essere un po' monotona dopo alcune partite, ma per fortuna entrano in gioco gli spiriti e i draghi.
Nella modalità avanzata le carte spirito aprono nuove possibilità strategiche e aumentano ancheLa scalabilità è buona; come abbiamo detto in due giocatori è più facile controllare bene l'avversario e pianificare i propri turni a venire, mentre in quattro giocatori risulta esserci meno controllo e si deve rivalutare le proprie mosse al proprio turno. I materiali sono molto buoni, di sicuro sopra la media, peccato solo per le plance giocatore che sono molto sottili; abbiamo letto inoltre di lamentele circa l'assenza del sacchetto in stoffa: noi lo abbiamo perché abbiamo preso il gioco in fiera; ma, per quanto bello, non è assolutamente indispensabile. Il vero valore sono le tessere del Mahjong, spesse, belle al tatto e alla vista. Sull'ergonomia segnialiamo qualche problemino: impilare e prendere le tessere dal castello centrale e ribaltare sulle plance quando si consolida può provocare crolli se il tutto non viene fatto con attenzione. Altro piccolo difetto è la preparazione del gioco, che risulta essere un po' lunga - niente di impressionante e c'è sicuramente di peggio, ma un po' annoia.
In conclusione, il gioco ci è piaciuto , e pure parecchio se si considera che noi, generalmente, non adoriamo gli astratti: c'è da dire che, tra questo e Azul quest'anno Essen ci ha regalato due bei giochi. Dragon Castle è un acquisto che vale la pena se piacciono gli astratti, nonostante un prezzo importante (seppur nella media col mercato) e giustificato dai materiali.