A&P Chronicles "Un soffio di vita dall'Antico Inganno" (prologo)

Da un diario anonimo dell'XI° secolo - 21 Marzo 1013

Parte I, Capitolo 1: "Prologo"

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Da un diario anonimo dell'XI° secolo - 21 Marzo 1013

Parte I, Capitolo 1: "Prologo"


Prologo

acciocché
questi miei scritti siano ben compresi dal lettore, voglia egli perdonarmi se mi
dilungherò, in questo prologo alla narrazione, nel descrivere la situazione
geografica, sociale e politica quale essa si presenta nei nostri tempi. Viviamo
in un'epoca difficile, soverchiati dalle conseguenze di quanto accadde negli
anni passati. Molte cose sono cambiate e tante altre cambieranno negli anni a
venire, siano essi vicini o lontani. Vi sono cose che stanno cambiando anche
ora, mentre raccolgo le idee per scrivere queste parole, e anche se non le
vediamo, gli effetti di questi cambiamenti ci condizioneranno profondamente.Non
immaginiamo neanche quanto le cose stiano cambiando proprio ora, in questo
momento.

Per
questo è importante che il lettore comprenda cosa è accaduto di recente, sul
finire del decimo secolo, perché si renda conto degli impatti che gli eventi
messi in atto dagli uomini hanno profonde conseguenze sul mondo e sulla nostra
vita. L'undicesimo secolo in cui oggi ci troviamo è frutto di questi eventi, e
non potremo comprendere il nostro tempo senza sapere cosa lo abbia originato in
passato. Né potremo cambiare il corso degli eventi che noi oggi mettiamo in
moto, se non comprendiamo il tempo in cui viviamo.

Il
lettore vorrà altresì perdonarmi la sfrontatezza nel non voler firmare questi
miei scritti. Essi nascono da un sogno, una premonizione, un'intuizione che
preannunciano nuovi importanti cambiamenti di cui sento che sarò testimone a
breve. In questi tempi alimentati dal sospetto e dalla diffidenza, in cui è
così facile vedere nuove lugubri ed improvvisate pire ardere ai bordi delle
strade e dei villaggi, non sarebbe saggio rivelare la mia identità. Eppure, una
spinta interiore, o forse una volontà superiore, mi impongono di lasciare una
testimonianza scritta, una traccia dei nuovi eventi messi in moto dal Grande
Tessitore, un complesso meccanismo di cause e conseguenze di cui sento che sarò
osservatore o forse attore. 

Ecco
dunque, o sconosciuto lettore di un'epoca che ti auguro sia migliore della mia,
che ti introduco quindi al mio tempo, e in seguito, agli eventi di cui  il
destino vorrà farmi partecipe nel misterioso disegno di cui oggi posso scorgere
solo i più sbiaditi contorni.

 

nel
corso del decimo secolo, una serie di eventi legati alle mire espansionistiche
dei rispettivi governanti ha portato al grande conflitto meridionale fra
l'Impero Auldim e l'Impero dei Maghi del Carusal, guerra che  non ha avuto soste,
tranne pochi e brevi momenti di tregua nelle rare occasioni in cui qualcuno si
è adoperato perché le cose fossero sistemate senza ricorrere allo 
scontro. L'ultimo tentativo in questo senso fu un trattato commerciale stipulato
fra i due imperi nonostante l'intervento di alcune fazioni avverse, che si
nascondevano all'interno degli stessi servizi segreti di uno dei due imperatori;
il breve periodo di tregua che ne seguì portò infine alla guerra dichiarata.

L’Impero Auldim,
concentrando tutte le energie a disposizione nella guerra con il Carusa, iniziò a
sfaldarsi a causa di alcune spinte intestine che andavano in direzioni del tutto
diverse dai piani dell'Imperatore. Lorkhan, governatore dell’Impero Auldim settentrionale, si
proclamò Imperatore del Nord ed invase i Piccoli Regni nella speranza di crearsi una più ampia base di potere per la conquista del trono di Lalad-Nor. Vista la minaccia, i Piccoli Regni si coalizzarono, formando l’Alleanza Ossadiana e sconfiggendo in seguito lo stesso Lorkhan, la cui morte segnò di fatto la fine della presenza imperiale Auldim nel continente settentrionale.
Qui nacque il Ducato di Moran, unico ed ultimo erede delle tradizioni Auldim. 

Verso la fine del secolo, la guerra infuriava e il Carusal utilizzò quello che
oggi viene chiamato il Grande Incantamento, nel disperato tentativo di far volgere a suo favore gli esiti di una guerra che sembrava ormai
persa. Ma l’imponente ricorso a energie magiche non del tutto note e imbrigliate causò effetti disastrosi, primo fra tutti la trasformazione della regione al confine tra i due imperi in un’arida e desolata landa desertica,
oggi chiamata Terra Brulla. Intere regioni come la fiorente e prospera Marca dei
Maghi scomparvero con il disastro, lasciando al proprio posto un deserto di
rovine fumanti.

Le
drammatiche conseguenze dell’evento portarono all’intervento degli Elfi del Dorinan e del Nivelenve,
che scesero in guerra a fianco dell’Impero Auldim sconfiggendo e portando alla
dissoluzione dell’Impero dei Maghi del Carusal, che oggi è solo un ricordo ed
il cui stesso nome viene spesso pronunciato sottovoce. Pochi anni dopo, iniziava
l'undicesimo secolo e vi era ancora tanto da fare per sistemare le cose. 

vittorioso
ma esausto per lo sforzo bellico, l’Impero Auldim, ha perso le sue storiche province settentrionali e meridionali, la Marca delle Pianure e parte dei domini nell’Arcipelago Equatoriale. Di fatto, le risorse e gli uomini impiegati nella guerra sono costati moltissimo e anche per via della notevole contrazione del territorio direttamente controllato,
è opinione comune che oggi l’Impero versi in condizioni politico-economiche piuttosto critiche, nonostante la cosa non venga ovviamente divulgata. Per fare fronte almeno in parte alla consistente riduzione de suoi confini, l’Impero Auldim sembra favorevole ad accettare la proposta degli Elfi riguardante la costituzione di un Principato del Carusal dai resti del precedente e dissolto Impero dei Maghi. 

A peggiorare la situazione, gli esiti disastrosi causati dall’impiego del Grande Incantamento hanno ulteriormente alimentato
un clima di forte instabilità politica, costringendo il Leone di Auld a prendere dei provvedimenti
estremi, come la messa al bando della magia nell’impero, cui sono seguiti
provvedimenti analoghi in quasi tutte le altre nazioni. Oggi, entro i confini
dell'Impero Auldim sono ufficialmente proibite le scuole e la pratica della magia ed
anche l’impiego della magia mistica è consentito solo dietro autorizzazione
ufficiale e solo per scopi religiosi e curativi se amministrata da membri del
culto ufficialmente riconosciuti. Voci non confermate sostengono che l’imperatore
possa aver segretamente mantenuto sotto il suo diretto controllo alcune scuole di magia, una sorta di servizi segreti per attività sotto
copertura, ma tali voci vengono sistematicamente smentite dal governo centrale,
che le addebita a chi desidera alimentare l'attuale instabilità politica. A
riprova di questo, nono sono rari provvedimenti particolarmente esemplari nei
confronti di chi contravvenga al bando sulla magia. 

I numerosi oppositori politici all’imperatore,
che vantano posizioni storicamente contrarie alla guerra con il Carusal e
figurano quindi immuni dalle colpe dei suoi esiti, escono oggi allo scoperto
più di quanto non accadesse in passato, forti di un'autorità centrale che,
malgrado le spie ed i delatori disseminati ovunque, non può esercitare lo
stesso controllo di un tempo, avendo perso il favore di parte della popolazione.
Nelle province più giovani e più distanti si verificano talvolta moti
insurrezionalisti che fino ad oggi sono sempre stati sedati con la forza.

l’Impero dei Maghi del Carusal non esiste più
se non nei ricordi di qualcuno, dissoltosi dopo il Grande Incantamento e l’intervento degli Elfi al fianco dell’Impero Auldim, i quali progettano ora di farne un principato.
Per chi vive nel nostro tempo è difficile farsi un'idea di cosa fosse questa
nazione ora scomparsa, cui vengono attribuite le colpe che da sempre sono dello
sconfitto, più quella innegabile dovuta all'impiego del Grande Incantamento con
le sue conseguenze. 

Di
fatto, il crollo dell'Impero dei Maghi è avvenuto in modo piuttosto repentino,
sebbene la guerra avesse negli ultimi tempi preso una piega sfavorevole. Le
popolazioni dei territori interni si sono ritrovate in breve tempo prive del
supporto e del controllo del governo centrale, sentendosi abbandonate a sé
stesse proprio da coloro che fino a poco prima avevano dato vita ad una
struttura sociale organizzata e rigorosa. Oggi queste popolazioni si riorganizzano in piccole comunità indipendenti,
che tornano ad una struttura rurale basata sull'agricoltura e l'allevamento,
chiudendosi in sé stesse e riducendo sensibilmente i rapporti con l'esterno, dovendosi
confrontare con problemi urgenti di sopravvivenza, come la fame, le carestie, le
epidemie. Se in questi insediamenti vivano oggi superstiti o disertori delle
forze imperiali o di governo carusaliane non è possibile accertarlo, sebbene
sembri probabile, poiché rivelare tali provenienze può comportare esecuzioni
sommarie per via della profonda rabbia diffusasi fra la popolazione nei loro
confronti. La stessa magia, un tempo comune fra questa gente, è oggi
considerata un crimine, e chi dovesse essere così incauto da manifestare tali
poteri in questi luoghi rischia con tutta probabilità di finire arso su un
rogo, lapidato o semplicemente lasciato alla furia della folla.

I
territori al confine con l’Impero Auldim sono divenuti “Terra Brulla”, un’arida e desolata regione dove dei ricchi insediamenti non restano che rovine abbandonate da qualsiasi forma di
vita normale. Nei primi anni dopo la fine della guerra, sono state tentate spedizioni di gruppi organizzati e di avventurieri improvvisati, attratti dalla prospettiva di impadronirsi delle ricchezze e degli oggetti magici che certamente giacciono abbandonati in giro per queste terre. Quasi nessuna di queste spedizioni ha avuto successo, i pochi superstiti che ne sono tornati narrano di incredibili quanto perverse modifiche alla natura stessa dei luoghi, nonché di strani e pericolosi incontri che rasentano a detta di molti più la leggenda che la realtà.
La politica e la diplomazia dei vincitori, l’Impero Auldim coadiuvato dal supporto degli Elfi, ha fatto in modo che l’opinione pubblica tenda oggi a ritenere l’Impero dei Maghi come il responsabile principale del grande conflitto, il cattivo della situazione. A conseguenza di questo atteggiamento, in alcuni luoghi sembra quasi un tabù parlare anche al passato dell’Impero Carusaliano, che viene sempre più spesso indicato generalizzando il termine di Terre Brulle che invece sarebbe proprio solo della zona di confine con l’Impero Auldim. 

All’interno del territorio, ma soprattutto nella zona propriamente detta Terra Brulla a causa della sua estrema pericolosità, le vie e le strade commerciali che prima costituivano l’ossatura dell’Impero vengono oggi abbandonate dato il chiudersi in sé delle piccole comunità rurali superstiti. Sono quindi frequenti fenomeni di brigantaggio che, aggiunti alle voci riportate dai pochi superstiti delle spedizioni, rendono progressivamente sempre meno attraente l’idea di avventurarsi alla ricerca dei tesori che l’ex Carusal ancora nasconde. 

Valutando
la situazione dal punto di vista della popolazione, l'ipotesi degli Elfi di
costituire un Principato del Carusal con l'approvazione dell'Impero Auldim
potrebbe solo migliorare le cose in questo periodo così difficile.

il
recente conflitto e soprattutto i suoi disastrosi esiti sono stati per gli Elfi solo
una conferma della loro tradizionale visione della razza umana come inutilmente
bellicosa ed immatura. L’intervento in guerra al fianco dell’Impero Auldim e
l'attuale supporto più o meno velato nel governo di alcuni possedimenti da
parte degli Elfi non è infatti motivato da una particolare simpatia nei confronti dell’imperatore e degli Auldim in generale, ma piuttosto nella loro convinzione che fosse necessario prendere una posizione, la meno peggiore possibile, prima che le cose potessero avere conseguenze disastrose anche sui limitrofi regni elfici. 

Dopo
la guerra, gli Elfi hanno assunto un ruolo importante nella attuale riorganizzazione
politica di alcune parti del continente meridionale, dove fungono di fatto da “governanti-ombra” in molti degli stati
nascenti.
Cosa realmente facciano poi gli Elfi all’interno dei loro regni non ci è dato
conoscere, come sempre, per via delle profonde differenze fra le nostre razze.
Tuttavia, avendo una visione ed una valutazione delle cose completamente diversa dagli umani, gli Elfi continuano ad utilizzare la magia nei loro possedimenti, essendo convinti che essa non sia pericolosa in sé ma possa essere pericoloso l’impiego che se ne fa.
Questo atteggiamento, ovviamente non compreso dagli umani, porta oggi le popolazioni più vicine agli stati
elfici a guardarli con sospetto, dato che il loro continuo impiego della magia è in contrasto con quella messa al bando che pare attualmente una tendenza comune e di buon senso. Ciò vale, naturalmente, solo per la popolazione comune e non nei centri di potere come Lalad-Nor, Bor-Sesirim, Carusal, etc… dove l’aiuto attuale e passato delle popolazioni
elfiche è ben noto e ritenuto di fondamentale importanza per tutti.
Ad ogni modo, le nazioni elfiche sono nell’XI° secolo di Terala i soli stati del continente meridionale in cui esistano ufficialmente delle scuole di magia. 

al
margine meridionale del continente, il  Ducato di Rovil ed il Regno di Meldan
si sono uniti all'inizio del secolo dando luogo al Regno di Ro-Meldan, governato dalla prima dinastia meldaniana. Pur essendo appena nata, questa nazione è già consapevole di essere divenuta, con la scomparsa del Carusal, la sola potenza effettiva della parte meridionale del continente.
Nei primi tempi dopo la fine della guerra, fu proprio da questa regione che partivano e venivano organizzate le spedizioni che cercavano fortuna nei territori dell’ex Impero dei Maghi, peraltro molto vicino ai suoi confini nella zona nordoccidentale. Anche in quest’epoca, nonostante gli scarsissimi risultati di tali spedizioni ed i rischi crescenti che comporta l’avventurarsi in una terra che di fatto è di nessuno, è pur sempre nel regno di Ro-Meldan che si manifesta qualche interesse in tal senso. Tali interessi sono ufficialmente giustificati dalla necessità di comprendere e tenere a bada i pericoli che possono nascondersi a così breve distanza dal regno, ma
è opinione diffusa che siano motivati dalla segreta aspirazione di entrare in possesso di qualche preziosa reliquia magica dello scomparso impero, il cui possesso potrebbe proiettare Ro-Meldan in una posizione di sicuro prestigio e privilegio rispetto alle altre potenze del continente. 

La lunga tradizione di una fitta rete di spionaggio, nonché la cultura che da sempre porta i romeldani a utilizzare ogni mezzo e strumento per fini politici e militari, fa sì che in quest’epoca Ro-Meldan sia il solo stato che tolleri e consenta l’uso della magia all’interno dei propri confini, sebbene esso sia disciplinato da una serie di nuove leggi.
Ad esempio, gli utilizzatori di magia devono dichiararsi e farsi riconoscere all’ingresso in una città romeldana, presso un posto di guardia che provvede a rilasciare un lasciapassare e informa gli interessati delle regole di condotta da osservare. E’ possibile far uso di magia a scopo di utilità personale (inclusa la magia mistica curativa e religiosa), ma in nessun caso è consentito operare poteri magici che abbiano effetto su terzi non consenzienti e tutte quelle forme magiche che possano costituire in qualche modo danno per cose o esseri viventi sia pure animali. Chi viene sorpreso a far uso della magia e non possiede il lasciapassare viene normalmente processato e incarcerato, espulso o decapitato a secondo della gravità del reato. Chi in possesso del lasciapassare contravviene alle norme di impiego della magia previste da Ro-Meldan viene solitamente condannato a multe pecuniarie, a meno che non abbia causato danni a cose o esseri viventi, nel qual caso è prevista la reclusione, l’espulsione e nei casi più gravi la morte per decapitazione.
Nonostante ciò, allo scopo di non compromettere i rapporti con le altre nazioni che hanno adottato criteri diversi in relazione alla magia, anche a Ro-Meldan sono ufficialmente vietate le scuole di magia, sebbene sia opinione comune che ne esistano almeno un paio illegali e magari segretamente finanziate dal governo. 

gli esmeldiani, per
la loro natura e cultura ancora primitive rispetto a Auldim, Carusaliani e Romeldani, hanno reagito agli eventi bandendo la magia da tutte le province e gli stati di cui sono composti. Laddove sia presente una forma di potere centrale
(la storica nobiltà terriera), l’uso della magia comporta l’arresto ed un processo che solitamente si traduce in lunghi periodi di reclusione, nei casi più gravi (quando si sia arrecato danno a qualcuno) anche la morte. Nelle zone rurali e più lontane da una forma di potere e di governo (piccoli nobili, villaggi agricoli, etc…), chi usa la magia viene bandito dal paese, rimesso alle autorità ove possibile o nei casi più esasperati si possono verificare linciaggi ed esecuzioni sommarie. 

La magia clericale è vista e tollerata come nell’impero Auldim, solo per scopi curativi e religiosi quando operata da ministri del culto formalmente riconoscibili, ma la diversa cultura esmeldiana ha fatto sorgere un problema in più a questo proposito, quello dell’eresia. Infatti, chiunque manifesti poteri magici clericali e non venga riconosciuto come un’autorità religiosa viene usualmente etichettato come eretico, ovvero un individuo che ha sovvertito i poteri divini senza essere un religioso. In questi casi è sempre prevista la morte. 

La creazione dell’ordine cavalleresco della Rosa Bianca alla fine del X° secolo, e la fondazione “a cascata” di numerosi altri ordini di cavalleria dopo il primo, hanno profondamente mutato gli aspetti gerarchico-sociali in Esmeldia. La popolazione nutre profonda ammirazione e fiducia assoluta nei confronti dei cavalieri, che si distinguono spesso per gesta che incontrano facilmente il loro favore: difendere i contadini dalle scorrerie dei briganti, prendere le parti di chi subisce abusi ad opera di qualche piccolo nobile di provincia, intervenire nei problemi degli insediamenti prestando il proprio aiuto alla popolazione, sono tutti esempi del codice comportamentale dei cavalieri esmeldiani
dei nostri giorni.
Questo inizia a minare il potere della storica oligarchia nobiliare esmeldiana, fin troppo spesso prona alle influenze Auldim nelle epoche più recenti, che non può far altro che dare appoggio agli ordini cavallereschi per non perdere popolarità.
Inoltre, negli ultimi anni sono sorti i primi ordini di cavalieri templari, che al codice di condotta basato sull’onore e la giustizia aggiungono, ed in alcuni casi sostituiscono, la fede religiosa dei vari culti, primi fra tutti quelli di Uldan e Maethus. 

Il potere esercitato direttamente o indirettamente dall’Impero Auldim nel secolo precedente si
è praticamente dissolto, favorendo così la nascita di una nobiltà di rango più raffinata ed evoluta che in precedenza. Tale cambiamento comporta, anche in questo secolo, a questioni e scontri fra “vicini di casa”, laddove i nobili tendono ora ad estendere i propri possedimenti per formare non più semplici baronati indipendenti, ma piuttosto delle vere e proprie città-stato, contee, ducati, arrivando anche a ipotizzare un regno d’Esmeldia. Come logica conseguenza di questa nuova fase di estensione del territorio,
alcune regioni esmeldiane hanno iniziato a manifestare mire espansionistiche
tendenti all'annessione delle Terre Selvagge.
In questa storica fase di cambiamento dell’Esmeldia, gli ordini di cavalleria si pongono naturalmente come arbitri, poiché il loro appoggio rappresenta un fattore cruciale per incontrare il favore della popolazione.

per
quanto riguarda i Nani, come spesso è accaduto nella storia di Terala, essi sono stati toccati poco e nulla da quanto è accaduto e continuano a comportarsi come
sempre hanno fatto, proseguendo la loro vita fatta di rigide convinzioni spesso
immobili attraverso le ere e la storia stessa. I Nani continuano infatti a
gestire le loro attività interne così come quelle esterne, prevalentemente
basate sul commercio conseguente alle loro attività minerarie e di forgia.
Sebbene non sia facile ottenere informazioni certe, il massiccio impegno di
materiali richiesto dalla guerra, soprattutto per quanto riguarda la forgia
delle armi, delle corazze e degli altri apparati necessari, lascia supporre che
i Nani possano aver intessuto intense relazioni commerciali tanto con l'Impero
Auldim che con l'Impero dei Maghi a cavallo fra il decimo e l'undicesimo secolo.
Se questo fosse vero, le nazioni naniche attuali sarebbero probabilmente gli
stati più ricchi del nostro tempo.

Relativamente
alle altre popolazioni, i Barbari delle Grandi Pianure tornano in questi anni a suddividersi negli abituali clan, non senza sanguinose lotte intestine per l’affermazione di nuovi capi, laddove il periodo di dominio aveva alterato le loro strutture sociali abituali.
I pirati infestano le acque equatoriali rendendo sempre più difficoltose le rotte
commerciali, che fanno ristagnare l'economia di numerose città. Per risolvere
il problema, un accordo fra i nobili Auldim e Arnathiani ha portato di recente
alla fondazione dell’Ordine del Leone Marino con lo scopo di combattere i
pirati. Con il declino dei commerci navali, i capitani Sevediani si sono trasformati intanto nei Principi dei Mari, diventando una nuova potenza navale, mercantile e guerriera al tempo stesso.

 

questa
è la complessa e delicata situazione del nostro continente all'inizio del nuovo
secolo, o lettore. Come certo avrai capito, quasi nulla resta più degli
equilibri che prima ci avevano sostenuti, dandoci le certezze e le conferme di
cui avevamo bisogno per vivere le nostre vite. Inizia in questi anni una nuova
era, solo casualmente annunciata dal rintocco di un nuovo secolo dalle campane
del Tempo. La visione non è chiara, ma fra tanti dubbi e incertezze una sola
convinzione può guidare oggi i nostri passi: che sia nostro compito e nelle
nostre possibilità tracciare una strada più agevole per i nostri successori...