A&P Chronicles 2004-2005 (III, 6)

Le Cronache della Rinascita

dagli scritti di Aurelian il Vecchio - 19 Agosto 2120

Parte III, Capitolo 6: "Vermi nel deserto"

Seduta del 14/09/2004

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Le Cronache della Rinascita

dagli scritti di Aurelian il Vecchio - 19 Agosto 2120

Parte III, Capitolo 6: "Vermi nel deserto"

Seduta del 14/09/2004

Vermi nel deserto 

era
ormai pomeriggio inoltrato e già tutti pensavano solo al riposo da quella
calura opprimente, quando Foraeean notò qualcosa di diverso nella sfera scura
che avvolgeva la sagoma di Krilzit. Quando la compagnia si era rimessa in
marcia, Mutumbark e Hond si erano messi alla testa del gruppo, come al solito,
mentre l'anziano aveva preferito tenersi un po' più indietro, chiudendo la fila
a non meno di quaranta passi dalla sfera misteriosa che seguiva il carro. Anche
quando la situazione si era fatta più difficile, a causa dell'arsura e
dell'inedia che inevitabilmente assaliva i viaggiatori in quelle lande desolate,
Foraeean non aveva smesso di tenere gli occhi puntati su quella orrenda
manifestazione di energia preumana, che ora stava cambiando.

Dapprima,
la sfera sembrò più trasparente, ma poco a poco il carusaliano comprese che il
globo di energia si stava disfacendo. Ad un tratto, scomparve del tutto,
lasciando improvvisamente libera la Drow al suo interno, che ruzzolò a terra
rotolando varie volte su sè stessa prima di fermarsi. Foraeean la
raggiunse, constatando che era viva e cosciente.

-
Stai bene, Krilzit? 

-
Sto bene - disse lei, spolverandosi la sabbia dalle vesti, mentre riguadagnava
la posizione eretta. 

-
Come è accaduto? - chiese Foraeean, facendo con un dito un gesto circolare
davanti a sé, come a indicare il globo scomparso.

-
Non saprei di preciso. Dall'interno della sfera vedevo e sentivo tutto, ma non
potevo agire, - .fece una pausa, sbuffando. - Ad ogni modo, ho tentato anche io
di capire di cosa si trattasse, ma la sfera era generata da un potere molto più
grande del mio, probabilmente non invocato da una persona o da un essere come
noi lo intendiamo. Direi piuttosto che si trattava di una bolla di energia
magica rimasta imprigionata nella terra, che per qualche ragione si è attivata
su di me...

Foraeean
annuì con il capo, volgendo lo sguardo a terra. Erano le stesse conclusioni cui
era arrivato lui, ma purtroppo continuavano a non avere spiegazioni.

-
Credo tuttavia che non sia finita qui - proseguì Krilzit. - Così come è
comparsa una volta, la sfera potrebbe tornare ancora, su di me o su un altro, e
non sappiamo né come né quando. Sento che la sua energia non si è dispersa,
ma solo assopita, se comprendi cosa intendo...

Il
vecchio annuì ancora, la sua attenzione attratta dal suolo. Il resto del gruppo
si stava allontanando, non essendosi gli altri accorti della liberazione di
Krilzit. Ma la misteriosa lastra simile a ossidiana che si stendeva al di sotto
della sabbia e dello strato di terra compatta incuriosiva Foraeean, il quale
pensava che potesse avere una relazione con la sfera nera. Iniziò a scavare con
le mani, invitando la Drow ad aiutarlo. Voleva constatare se anche in quel punto
passava lo strato vetrificato nero, forse se non lo avesse trovato si sarebbe
spiegata la sparizione del globo. Invece la lastra era sotto i loro piedi, a una
profondità lievemente diversa, ma c'era e sembrava stendersi ovunque sotto le
Terre Brulle. 

Montarono
a cavallo e si affrettarono a raggiungere gli altri, più avanti.

viaggiarono
fino a che il sole non scomparve, lasciando il posto ad una notte fredda e
stellata ma priva di luna, che mise a dura prova la vista di coloro che non
avevano il dono dell'infravisione. Hond, che con sorpresa degli alti sembrò il
più lieto nel constatare la liberazione di Krilzit dalla sfera, fu costretto a
viaggiare sul carro dopo avervi legato il cavallo, per non rischiare di
azzopparlo nel buio. Su suggerimento di Foraeean, Krilzit preparò una mistura
di erbe sconosciute che servì tanto ai compagni quanto ai cavalli per vincere
quella sensazione di apatia che li avrebbe portati allo sconforto, cosa che in
qualche modo riuscì a risollevare il morale del gruppo, convincendoli a
proseguire il viaggio.

Foraeean
si avvolse nella sua pelliccia mentre anche gli altri ricorsero alle coperte ed
alle giacche pesanti, per affrontare la notte gelida. In breve, il vecchio
dormiva nel retro del carro assieme a Jack e Hond, mentre il colossale orco
proseguiva instancabile la sua marcia alla testa del gruppo. Merpol, con Krilzit
nuovamente a fianco in cassetta, continuava a condurre il carro con nuove
energie, nel tentativo di sfruttare la notte per coprire quanta più strada
possibile. Era indispensabile uscire da quell'inferno prima che i vuoti di magia
o altri strani incontri avessero la meglio sulla compagnia. Per questo Jack
aveva suggerito di viaggiare più decisamente verso nord, infatti sperava in tal
modo di abbreviare l'attraversamento del deserto di almeno una giornata.

All'alba
si fermarono, esausti. Perfino Mutumbark era stanco ora che la pozione di
Krilzit aveva quasi esaurito i suoi effetti, e i cavalli avevano bisogno di
acqua e riposo altrimenti avrebbero ceduto, un rischio che non potevano
permettersi. Scesero dal carro, intenzionati ad approntare un riparo per
trascorrere il giorno, quando un improvviso tremito scosse la
terra.   

Si
guardarono perplessi, mentre un secondo tremore fece vibrare le assi del carro.

- E
ora che sta succedendo, per le piattole della barba di Morgrim? - imprecò il
nano.

-
Un terremoto? - Hond abbassò lo sguardo verso terra, mentre un altra scossa,
più forte delle precedenti, smosse la sabbia sotto i loro piedi.  

Foraeean
si inginocchiò rapidamente, ed iniziò a scavare, dapprima nella sabbia, poi
nella terra compatta, fino a rivelare lo strato vetroso che in quel punto si
trovava quasi a un braccio di profondità. Le scosse e le vibrazioni
continuavano, con frequenza e intensità crescenti, provocando i nitriti dei
cavalli che rischiavano di imbizzarrirsi. Hond corse verso le bestie, nel
tentativo di calmarle, mentre una sagoma scura indistinta si affacciava
all'orizzonte, davanti a loro.

-
Cos'è? - chiese l'esmeldiano, puntando il dito verso la strana forma ancora
indistinta. Krilzit balzò sul carro inforcando i suoi occhiali di vetro scuro,
scrutando l'orizzonte.

In
quel momento, il tremore divenne una sola scossa continua, che faceva sussultare
i cavalli e costringeva le gambe ad uno sforzo per restare in piedi. Foraeean,
raggiunto finalmente lo strato simile all'ossidiana, lo vide creparsi
d'improvviso, una spaccatura larga non meno di un palmo.

-
Non è possibile... - balbettò Krilzit, incredula.

-
Cosa vedi? - incalzò l'esmeldiano, mentre cercava di ammansire i cavalli sempre
più irrequieti.

-
Vermi - disse la Drow, voltandosi verso gli altri. - Un branco di Vermi
giganteschi, alti come palazzi... e vengono nella nostra direzione!. 

non
ci volle molto perché anche gli altri iniziassero a distinguere le sagome scure
che si avvicinavano, rombando e facendo vibrare la terra. Simili a enormi
serpenti ma dall'aspetto tozzo e privo di testa e coda, dall'apparenza ricoperti
da una pelle dura e simile alla roccia, centinaia di vermi colossali avanzavano
verso il gruppo, aprendo e chiudendo quelle che dovevano essere enormi mandibole
che servivano per penetrare nel terreno come una gigantesca punta di scalpello.
Alcuni strisciavano, facendo vibrare la terra per miglia di distanza, altri si
ergevano in alto, chiudevano le mascelle e quindi piombavano verso il basso come
un maglio, incuneandosi al di sotto della superficie con un boato
impressionante.  

La
compagnia rimase immobile per alcuni preziosi istanti, contemplando l'immane
spettacolo. "Uno spettacolo della natura perversa di questo luogo"
pensò Foraeean, dopo aver constatato che non si trattava di un'altra
manifestazione di energia preumana. Il branco proseguiva nella loro direzione, e
non sembrava esserci scampo. Occupavano una tale ampiezza lungo l'orizzonte che
anche frustando a sangue i cavalli non sarebbero riusciti ad evitarli.

I
primi vermi del branco eruppero dalla terra a breve distanza, proiettando verso
l'alto tonnellate di roccia, sabbia e frammenti della lastra vetrosa che si
frantumava, per poi piombare pesantemente a terra dove tornavano a strisciare
nella loro avanzata. Ogni volta che uno di quei colossi colpiva la terra, il
suolo sobbalzava violentemente, e il carro scricchiolava minacciosamente alle
spalle del piccolo gruppo. Il primo passò alla loro sinistra a non più di
dieci passi, era alto almeno duecento braccia ed anche più lungo. Procedeva
emettendo uno stridore di pietra, come se fosse realmente fatto di roccia. Le
gigantesche placche di cui era rivestito si flettevano nel movimento, lasciando
fuoriuscire sbuffi di polvere e sabbia dalle giunzioni, mentre centinaia di
appendici simili a piccoli tentacoli frustavano l'aria nelle vicinanze.

-
Non ci ha visti! - esclamò Hond, constatando che la creatura passava loro a
fianco senza degnarli di interesse. 

-
Siamo troppo piccoli per loro, il rischio che corriamo è che ci schiaccino nel
percorso - urlò Foraeean, mentre un secondo verme, di poco più piccolo,
passava a non più di venti passi alla loro destra. Ora si trovavano in mezzo al
branco di passaggio, il rombo era assordante, e non riuscivano più neanche a
sentire le loro stesse voci, per quanto urlassero. Dieci, cinquanta, forse
cento vermi colossali passarono a destra e a sinistra, giungendo anche a meno di
dieci passi dal carro, ma fortunatamente non direttamente su di loro. Merpol e
Mutumbark potevano udire i battiti del cuore farsi più veloci, avevano le gambe
di pietra e per quanto nelle loro teste volessero solo fuggire, il terrore li
aveva resi incapaci di muoversi. Jack, Hond e Krilzit tentavano disperatamente
di trattenere i cavalli, bendandoli con gli stracci perché non vedessero ciò
che certamente li avrebbe fatti impazzire di paura. Foraeean mormorava parole
che nessuno udiva.

Ad
un tratto, un mostro di almeno cento braccia emerse a pochi passi dal carro,
direttamente davanti, chiuse le mandibole e si piegò in avanti per tuffarsi
nuovamente nel terreno. Hond e Krilzit balzarono di lato, correndo verso destra
per allontanarsi dal luogo in cui sarebbe avvenuto l'impatto. Jack, spalancando
gli occhi, fece schioccare le redini per costringere i cavalli ad un rapido
scarto sulla destra, ma le bestie sembravano paralizzate. Saltò giù dal carro
e seguì i compagni, alla cui fuga si erano aggiunti Foraeean e Mutumbark.
L'orco, ripresosi dallo spavento, aveva sollevato di peso il nano e lo portava
sotto braccio come un fagotto.

Uno
schianto. La terra sobbalzò facendo quasi perdere loro l'equilibrio, quindi si
udirono nitriti disperati e furono colpiti da una pioggia di sabbia e roccia
quando il verme completò la sua discesa verso terra, rombando nel sottosuolo,
ma non smisero di correre fino a quando non si trovarono abbastanza lontani dal
pericolo. Ce l'avevano fatta tutti, anche Merpol si era ripreso dal terrore che
lo attanagliava dopo essere stato scagliato violentemente a terra da Mutumbark.
Ora sembrava che il grosso del branco fosse passato. Ne restavano ancora di
vermi, ma sembravano più piccoli, anche se le loro dimensioni erano pur sempre
ragguardevoli. Probabilmente, come accade per molti animali, gli anziani
facevano il percorso. 

Erano
ormai quasi fuori dal caos quando uno dei vermi più piccoli emerse di fronte a
loro. Pur identico agli altri, questo doveva essere un cucciolo, infatti non
raggiungeva le quattro braccia di altezza, ma proprio per questo era il solo che
li avesse potuti notare. Si erse davanti al gruppo, minaccioso, sibilando
nell'aria con le sue fruste e spalancando le mandibole irte di zanne disposte su
più file. Qualcuno gridò qualcosa, ma il frastuono impediva ancora di udire le
voci. Tutti compresero che il verme li stava per attaccare. 

Due
dardi di luce magica bluastra furono scagliati dalle mani di Krilzit verso la
bocca aperta del mostro, ma la creatura fu rapida a serrare le mandibole e i
globi si dispersero al contatto con la dura scorza del verme. Mutumbark e Merpol
si disposero ai lati della bestia, per evitare di venirne schiacciati,
esponendosi tuttavia alle sue fruste, che colpirono pesanti come mazze ferrate.
A nulla valsero i loro attacchi, che non sembravano provocare danno. Le armi
rimbalzavano sulla corazza del mostro, come fosse pietra. Jack iniziò a correre
per aggirare la creatura, nel tentativo di arrampicarvisi per scovare qualche
punto debole. Foraeean levitava in aria a pochi passi di distanza, tentando a
sua volta di evitare le fruste.

Coperti
di ferite e con le armature profondamente ammaccate dalle fruste del verme,
Merpol e Mutumbark iniziarono a comprenderne i movimenti, concentrando i loro
attacchi sui punti in cui le scaglie pietrose sembravano avere delle giunture,
fino a che l'orco trovò un varco e causò al mostro una profonda ferita dalla
quale, invece del sangue, sgorgava un rivolo di sabbia. Merpol raccolse allora
le sue forze e vibrò un unico possente colpo nello stesso punto, che giunse
così in profondità da abbattere la creatura all'istante. Ma non ebbe il tempo
di esultare, poiché quella che era loro sembrata la coda del verme era in
realtà un secondo essere, altrettanto aggressivo, che subito si rizzò
torreggiando su di loro dalle sue cinque braccia di altezza.

Due
nuovi globi luminosi partirono dalle mani di Krilzit, ed uno riuscì a colpire
il verme introducendosi nelle fauci prima che questo potesse serrarle per
difendersi. A causa della sorpresa, Mutumbark e Merpol furono nuovamente colpiti
dalle fruste che credevano ormai immobili, e si ritrovarono costretti a
proseguire il combattimento. Alle spalle del mostro, Jack si era ripreso da una
frustata che lo aveva scaraventato violentemente a terra lasciandolo
sanguinante, e riuscì ad afferrare un tentacolo prima che lo raggiungesse alla
testa, usandolo come una fune per issarsi sulla groppa del gigante. Ma non ebbe
il tempo di studiarne le debolezze, poiché ancora una volta il nano si abbatté
con la sua furia sotto forma di ascia a due mani, ammazzando il verme con un
solo colpo. La creatura stramazzò pesantemente al suolo, esanime, facendo
ruzzolare a terra il povero Jack e travolgendo quasi lo stesso Foraeean.

il
branco era quasi passato quando il secondo verme fu abbattuto da Merpol, e
fortunatamente non vi furono altri cuccioli in cerca di avventure, poiché
difficilmente avrebbero retto un terzo combattimento. Erano tutti sfiniti per la
fatica e molti erano gravemente feriti, anche se per il momento il dolore
passava in secondo piano. Tirarono un sospiro di sollievo quando infine, alcuni
istanti più tardi, il rombo prese a smorzarsi alle loro spalle, nessun altro
verme visibile davanti a loro. Crollarono a terra esausti, incapaci anche solo
di parlare per qualche minuto. 

Davanti
ai loro occhi, il deserto delle Terre Brulle aveva cambiato fisionomia. Non più
un'infinita distesa piatta di sabbia, ma una terra contorta e devastata si
stendeva ora davanti ai loro occhi:  il passaggio dei vermi aveva lasciato
avvallamenti simili a burroni, buche profonde e larghe come laghi nei punti in
cui si erano interrati, rilievi prima inesistenti simili a piccole colline.
Ovunque si stendesse lo sguardo, peraltro limitato dalle dense nuvole di polvere
che ancora non si erano posate, tutto pareva cambiato. Solo il vento, costante
nelle sue folate calde, sembrava il solito.

Ricorsero
alle prime cure necessarie, per riguadagnare un po' di energie, constatando come
in tal caso le loro divinità non sembrassero così distanti come in precedenza
era accaduto. Lo avvertirono con sollievo, lieti di essere ancora vivi dopo una
così immane manifestazione della selvaggia natura di quel luogo. Poi, i loro
pensieri andarono al carro, alle provviste, ai cavalli e soprattutto all'acqua. 

-
Se abbiamo perso acqua e cavalli siamo morti - commentò amaramente Hond,
pensando tristemente al suo magnifico cavallo da guerra.

Jack
in testa, uno dopo l'altro si avviarono verso il punto in cui avevano dovuto
lasciare il carro poco prima. Non fu facile, poiché tutto era diverso, e furono
costretti a superare un avvallamento e due nuovi rilievi, lungo i quali
trovarono con sconforto alcune tracce delle loro cose: frammenti di legno, una
mezza ruota del carro. Poi, con grande sollievo, lo videro e compresero che
forse non tutto era perduto. Il verme non si era interrato travolgendo il carro,
ma lo aveva scavalcato, piombando a terra a non più di cinque passi. 

Il
carro era ancora lì, sebbene fosse capovolto su un fianco, con un asse spezzato
ed una ruota in meno; tuttavia, avevano le parti di ricambio nel doppio fondo, e
non sarebbe stato un grosso problema fare la riparazione. I cavalli erano ancora
aggiogati e legati, alcuni costretti ad una posizione alquato scomoda e
innaturale a causa del rovesciamento del carro. Uno dei cavalli era azzoppato e
fu necessario abbatterlo, riducendo il tiro a cinque, ma il vero problema era
l'acqua. Nel rovesciamento, le casse e le botti si erano sfasciate disperdendo
il loro contenuto. Se questo non era un problema per il cibo, lo era certamente
per l'acqua.

La
forza di Mutumbark fu necessaria per raddrizzare e sollevare il carro, così che
fosse possibile sostituire l'asse e la ruota rotti, con l'aiuto di Hond e Jack,
mentre Foraeean e Merpol si occuparono del problema dell'acqua. Fortunatamente,
il nano riuscì in qualche modo a riparare una delle botti che si erano
sfasciate, così ne avevano ora due utilizzabili, che provvidero a riempire
invocando gli dei. Ma gli dei erano tornati a farsi distanti, o forse lo erano
solo quando si trattava di creare l'acqua, pensarono i due, mentre constatavano
la scarsezza del prezioso liquido che la loro fede gli permetteva di riversare
nelle botti. Tuttavia, sarebbe bastato, senza esagerare, sempre che
l'allontanamento delle divinità non si fosse fatto ancor più marcato nei
giorni seguenti...

Una
volta fatte le cose più urgenti, si ritrovarono esausti e demoralizzati come
nei giorni precedenti, al punto che Krilzit somministrò loro ancora una dose di
quella misteriosa bevanda in grado di alleviare il loro umore. Sarebbe andato
tutto bene, pensava, almeno finché qualcuno non si fosse posto in modo più
deciso il problema di cosa stesse realmente bevendo. Ma non fu quella
l'occasione, e infine si riposarono trascorrendo il resto della giornata sotto
un rifugio di fortuna approntato come sempre con il telo di riserva del carro.

Dopo
il tramonto ripresero il viaggio, constatando come ora il vento avesse almeno in
parte livellato le asperità causate dal passaggio dei vermi. Nell'arco di una o
due giornate tutto sarebbe tornato come prima, cancellando ogni traccia di
quella strana migrazione, il che rendeva ancora più pericolose quelle creature,
le cui tracce non risultavano mai visibili per un tempo sufficiente a evitarle.
Anche perché Foraeean non riusciva a capacitarsi da cosa potessero fuggire
simili esseri...

marciarono
per tutta la notte, riparandosi come potevano dal freddo, e tornarono a riposare
durante il giorno successivo, grazie a un rifugio costruito da Foraeean con la
sua magia. Non ebbero altri incontri, fortunatamente, eppure il riposo non fu
rilassante come speravano, dal momento che furono assaliti da incubi e visioni
che li turbarono profondamente.

Ogni
volta che tentava di riguadagnare il sonno, Foraeean rivedeva sua madre, che lo
osservava astiosamente, ripetendogli "tu non sei mio figlio". Jack non
riusciva a liberarsi dalla visione di un'oste che tanto tempo addietro lo aveva
quasi ucciso con un coltello da cucina per il furto di due torte appena sfornate.
Hond si ritrovò immerso nella luce più abbagliante, dalla quale emergeva una
delle incarnazioni di Elendos solo per rimproverarlo di accompagnarsi con
"gente simile": orchi, elfi oscuri... Ogni volta che si risvegliava di
soprassalto, osservava per un istante i suoi compagni, le domande che
continuavano a rimbombare nella sua testa, senza risposta, o con risposte che
non desiderava darsi quando in particolare osservava Krilzit che riposava di
fianco al nano.

Mutumbark
fu sconvolto dall'incubo che lo portò a rivivere l'episodio in cui aveva
liberato il gruppo dal suo clan, che in questo caso aveva sempre un finale
diverso e mai piacevole. Veniva sempre scovato e catturato, per essere
ricondotto al giudizio del clan stesso. Una volta veniva sopraffatto dalla folla
inferocita che lo smembrava nella sua furia, un'altra volta lo precipitavano in
una voragine senza fondo da cui emergeva una bestia orrenda, un'altra volta
ancora veniva legato e bruciato lentamente su una catasta di legno davanti alla
folla che esultava per lo spettacolo. 

Merpol,
similmente a Hond, aveva visioni della mensa eterna di Morgrim, alla quale
siedono tutti i nani meritevoli del favore del dio, ma ne veniva cacciato per
essersi accompagnato con un nemico della sua gente, un orco. Quanto a Krilzit,
infine, se gli incubi degli altri erano oscuri, i suoi lo erano ancora di più,
e al risveglio ricordava solo di essere stata sottoposta al supplizio della
scorticatura, normalmente inflitto alle spie che tradiscono.

Non
fu un buon risveglio al tramonto, dopo sonni tanto agitati. Senza alcuna voglia
di raccontare le proprie visioni, ciascuno comprese che gli altri erano stati a
loro volta disturbati profondamente e intimamente durante quello che doveva
essere il riposo, al punto che anche i poteri magici sembravano recuperati solo
in minima parte rispetto al normale. Peggio ancora, avevano consumato più acqua
del previsto, e si preannunciava l'indomani una giornata ancora più calda delle
precedenti.

E
così fu, infatti, quando infine sorse il sole dopo un'altra notte di viaggio e
si accinsero a riposare nuovamente. Strada facendo, avevano trovato una specie
di cactus che avevano sperato potesse fornire ancora un po' d'acqua, ma si era
rivelato in realtà una pianta rara e preziosa che serviva a medicare le ferite.
In altre circostante sarebbero stati lieti di quel ritrovamento, ma quel giorno
avrebbero preferito un normale cactus con qualche litrò d'acqua da spremere!

Quando
ripresero il viaggio la sera, si ritrovarono per la prima volta a marciare in
lieve salita, fino a che si trovarono sulla cima di un modesto rilievo, sotto il
quale si stendeva ancora il deserto, come una grande vallata. L'intera larghezza
della vallata, per quanto si spingesse il loro sguardo, era attraversata da una
frattura frastagliata i cui bordi apparivano rossastri, come una profonda ferita
nella terra. Il solo osservare quella fenditura provocava disagio, e Foraeean
avvertì presto una sgradevole emanazione di energia preumana.

-
Anche le fratture che comparvero nella torre in cui trovammo i primi preumani
erano rosse... - commentò Merpol, presagendo oscuri pensieri. Gli altri non
risposero.

Un
lieve sibilo alle loro spalle li fece voltare.

Krilzit
era nuovamente avvolta dalla sfera scura e galleggiava al suo interno.