A&P Chronicles 2004-2005 (III, 7)

Le Cronache della Rinascita

dagli scritti di Aurelian il Vecchio - 31 Agosto 2120

Parte III, Capitolo 7: "La Ferita della Terra"

Sedute del 21/09/2004 e 05/10/2004

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Le Cronache della Rinascita

dagli scritti di Aurelian il Vecchio - 31 Agosto 2120

Parte III, Capitolo 7: "La Ferita della Terra"

Sedute del 21/09/2004 e 05/10/2004

La Ferita della Terra 

la
situazione e l'umore si erano fatti via via più critici mano a mano che i
giorni erano passati, alimentando insoddisfazioni e nervosismi che non
attendevano altro che un'occasione per esplodere in tutta la loro drammatica
gravità. Forse per il caldo, per la difficoltà sempre maggiore nel trovare un
contatto con gli dei o per la poca acqua che riuscivano a creare ogni giorno, o
forse ancora a causa degli strani sogni e delle visioni che avevano avuto, 
forse per tutto questo e altro ancora, giunsero infine al vertice della
tensione. Erano tutti di malumore, pronti ad individuare negli altri colpe e
responsabilità per una situazione che sembrava sfuggire alle loro possibilità
di controllo, con scarsa fiducia in ciò che li attendeva lungo il
cammino. 

Lo
stesso Jack, normalmente gioviale e impervio ai malumori della gente comune, era
buio in volto e sembrava tenere il broncio con il suo viso da bambino mai
cresciuto. Hond era in collera con Foraeean per via di quanto era accaduto
nell'Altopiano del Vespro e per tutte le cose che il mago sembrava sapere e
celare ai compagni. Merpol, dal canto suo, ce l'aveva un po' con tutti poiché
come ogni buon nano si fidava solo di sé stesso e della sua gente. Nel dubbio,
tutti sembravano comunque prendersela con il gigantesco Mutumbark, dimentichi
del fatto che aveva salvato loro le vite, preferendo ipotizzare bizzarre ipotesi
sul reale motivo che lo aveva spinto ad agire in tal modo. Krilzit era esonerata
dalle critiche solo perché non presente, ancora chiusa nella sfera magica, il
che la tenne fortunatamente fuori dalle accese discussioni che seguirono.

Jack
arrivò a proporre di macellare il cavallo di Hond per avere un po' di cibo
fresco, cosa che per poco non causò l'ira del cavaliere, pronto a staccargli la
testa con la sua spada. Mutumbark reagì sprezzante alle parole del nano, il
quale a sua volta non fu da meno. Vi fu qualche insulto, poi una spinta e infine
un calcio. Il nano e l'ogre vennero alle armi. Hond si frappose fra i due,
invocando un qualche potere di fuoco che ebbe solo l'effetto di far infuriare di
più i contendenti, rendendosi inviso ad entrambi. Merpol fu abbattuto da un
colpo di Mutumbark, ma prima che questo potesse proseguire lo scontro con Hond
entrambi si ritrovarono immersi nella sabbia fino al petto. A nulla valse quell'espediente
di Foraeean, poiché i due, quando Jack si avvicinò con la corda assicurata al
carro per tirarli fuori, continuarono a insultarsi a vicenda, fino a che l'ogre
riuscì a estrarre il braccio che impugnava l'arma e con un colpo alla testa
mise a tacere anche il cavaliere. 

Dato
sfogo agli istinti naturali per troppo tempo repressi, con Merpol e Hond privi
di conoscenza, la situazione si normalizzò in qualche modo, mentre gli altri
apprestavano le prime cure ai malcapitati, che tuttavia si temeva avrebbero
ripreso ad azzuffarsi una volta ripresi i sensi. Così Foraeean ricorse ad
un  potere mentale che avrebbe convinto i contendenti di essersi
accapigliati a causa di un effetto negativo della magia delle Terre Brulle,
espediente che riuscì evitando così altre inutili e possibilmente peggiori
conseguenze. Con il solo Merpol ancora in gravi condizioni a causa della scarsa
efficacia delle preghiere curative, ripresero il cammino, cercando di portarsi
in una zona dove gli dei potessero essere loro più vicini.

Superarono
una duna ed un avvallamento, quindi si portarono su una nuova cresta che
superarono riscendendo verso il pianoro attraversato dalla gigantesca frattura
osservata da lontano, e qui si accamparono, trovando nuova e maggiore energia
mistica per le cure di cui avevano bisogno. Quindi, si apprestarono a passare la
giornata fino a che la calura sempre più intensa non avesse ceduto il posto
alla notte.  

quando
si risvegliarono, le animosità del giorno precedente sembrarono dimenticate, o
almeno sopite per un altro po', il che diede al gruppo la possibilità di
concentrarsi nuovamente sulla missione e sul viaggio ancora lungo. La fessura,
in lontananza, emetteva bagliori rossi che emanavano dai suoi bordi
frastagliati, dandole l'aspetto di una vasta ferita inferta nella terra stessa.
Mentre Foraeean si diede da fare per preparare un infuso che avrebbe rimesso
Merpol in condizioni migliori, rendendogli tuttavia i denti di un blu
luminescente, gli altri si prepararono per riprendere il viaggio, e Jack
estrasse una sorta di cannocchiale dalla sua borsa, con il quale prese a 
osservare la ferita.

-
Ehi, c'è qualcosa laggiù! - disse ad un tratto il mezzuomo, richiamando
l'attenzione dei compagni.

Come
ebbero modo di constatare, infatti, quella che sembrava una crepa naturale nel
terreno doveva aver visto la mano dell'uomo, in una qualche epoca impossibile da
determinare. Lungo il bordo dal loro lato, infatti, invisibile senza lo
strumento di Jack, notarono l'inizio di un sentiero che sembrava procedere verso
il basso, all'interno della voragine stessa.

-
Dunque sembra esserci una strada fatta da qualcuno - commentò Hond, dopo aver
armeggiato inutilmente con il cannocchiale fino a che Jack non glie ne mostrò
l'uso corretto. - Sempre che non sia solo una scorciatoia per farsi un bel bagno
nel magma che ribolle laggiù! - aggiunse, distogliendo lo sguardo.   

-
Ad ogni modo, non abbiamo alcuna scelta, mi pare...

Rassettarono
le poche cose sgombrando il temporaneo accampamento, e ripresero il viaggio,
nuovamente con Merpol alla guida del carro. Mano a mano che procedevano in
avanti, le ombre rossastre proiettate dalla frattura sembravano farsi più alte
e dardeggianti, mentre folate di aria calda li investivano a tratti, rendendo
sempre più difficile anche il respiro. Ad un tratto Jack ebbe l'impressione di
alcune creature che volteggiavano in aria sulla voragine, ma non ebbe modo di
osservarle una seconda volta, anche se i sensi di Foraeean erano sempre più in
allarme, avvertendo una crescente intensità di magia preumana.

Il
carro ebbe un violento sussulto, che costrinse Merpol a fermarsi per controllare
di non aver rotto una delle ruote. Scesero per controllare, rendendosi conto che
lo scossone era dovuto ad una sorta di gradino dal quale erano scesi, senza
notarlo nell'oscurità notturna. Con grande sorpresa, si accorsero che non si
trattava di una semplice asperità del terreno, ma di un'impronta gigantesca
nella quale si trovavano adesso. La creatura che aveva impresso quell'impronta
avrebbe potuto sovrastare in altezza anche i vermi che avevano incontrato!

Senza
avvertire altri segni di inquietanti presenze, a parte la sensazione di disagio
di Foraeean che iniziò a manifestarsi anche a Hond e Mutumbark, dopo un breve
tratto giunsero infine al bordo della grande ferita della terra, dove il calore
era quasi insopportabile. Folate di aria caldissima investivano i loro visi,
mentre il magma ribolliva ad una profondità ignota, dando come unica
testimonianza di sé un rombo gorgogliante e bagliori rossastri che si
proiettavano lungo le pareti a picco della voragine, che si spingeva fin dove
l'occhio non poteva giungere. La fenditura si stendeva fino all'orizzonte ed era
ampia oltre trecento passi, una distanza decisamente insuperabile con mezzi
normali.

Davanti
a loro, una specie di sentiero scavato certamente non dalla natura si snodava in
discesa, serpeggiando in una serie di tornanti ripidi che conducevano ad una
cengia ricavata sul fianco della grande voragine. Qui, simile ad una misteriosa
presenza ultraterrena, un lungo e stretto ponte di pietra varcava l'abisso,
sostenendosi apparentemente solo alle due estremità, per raggiungere il lato
opposto, dove un altro sentiero tortuoso risaliva il precipizio per condurre al
di là del baratro. Pochi passi davanti a loro, proprio all'inizio della
discesa, trovarono le tracce abbastanza recenti di due cavalli ed un mulo: anche
i misteriosi rapitori del fratello di Foraeean erano passati di là.

La
sensazione di disagio di Foraeean e Hond si era ulteriormente acuita in quegli
ultimi passi, e dovette essere insopportabile per Mutumbark, il quale crollò a
terra privo di sensi. Quasi contemporaneamente, uno sfrigolio alle loro spalle
annunciò il dissolversi della sfera che imprigionava Krilzit, la quale ruzzolò
a terra, rialzandosi prontamente.

-
Sembra proprio che uno di noi debba essere sempre trasportato dagli altri -
commentò Hond, lanciando uno sguardo incurante all'indirizzo dell'ogre.
Foraeean evocò il suo potere per creare una sorta di ripiano fluttuante, sul
quale caricarono, non senza fatica, il corpo del compagno affinché li seguisse,
dato che non sarebbe stato possibile issarlo sul carro. Quindi tornarono a
voltarsi verso la fenditura, incerti e preoccupati al tempo stesso.

-
Bene, c'è un solo modo per attraversare questo dannato posto, il più ovvio! -
Merpol ruppe gli indugi, facendo schioccare le redini per incitare i cavalli a
procedere verso il basso.

raggiunsero
la cengia rocciosa senza difficoltà, il carro preceduto da Hond e Foraeean che
veniva seguito dal corpo fluttuante di Mutumbark. Fu subito chiaro che la
larghezza del ponte di pietra non era tale da passare agevolmente con il carro,
pertanto Krilzit si adoperò per bendare i cavalli affinché non si
imbizzarrissero una volta iniziata la difficile traversata. Quindi, il vecchio
ed il cavaliere incitarono le proprie cavalcature a fare i primi passi  sul
ponte, constatandone l'apparente solidità prima di fare un cenno agli altri
perché li seguissero.

-
Veloci! - incitò Hond, facendo un cenno con la mano.

Vi
fu una sorta di vibrazione quando il carro si avviò lungo il ponte, come se
l'intera struttura, benché di pietra, fosse in qualche modo elastica. Nonostante
il disagio causato dalla vibrazione, il ponte sembrava reggere al peso, e in
breve furono a circa un quarto del percorso, quando d'improvviso alcune sagome
scure emersero dal parapetto volteggiando in aria attorno a Hond e Foraeean con
aria decisamente minacciosa.

Sembravano
simili agli esseri che avevano incontrato tanto tempo prima in una torre
diroccata nel nord di Romeldan, quando per la prima volta avevano avuto prova
della minaccia preumana. Dall'aspetto simile a cani mastini dalla testa
incassata nella parte anteriore del corpo, le creature erano provviste di ali
membranose e zampe robuste con lunghi artigli, i loro corpi erano a tratti
percorsi da scariche di energia elettrica che li facevano sfrigolare mentre
aprivano le fauci irte di zanne giallastre. Ad uno schiocco di dita, Foraeean fu
avvolto da un campo di energia bluastra che impedì alle creature di
avvicinarsi, mentre Hond fu assalito e costretto a difendersi assestando un paio
di fendenti ad uno dei preumani.

-
Sbrigati! - gridò Jack strattonando Merpol dal retro del carro, - abbiamo
visite anche dietro di noi!

Dalle
numerose crepe che si aprivano nel fianco della voragine, infatti, altre
creature erano fuoriuscite, procedendo a grandi balzi o spiccando direttamente
il volo verso il carro. Una di esse balzò all'interno e colpì Krilzit mentre
tentava di invocare la sua magia, mentre le altre inziavano a tamburellare sul
telo superiore, cercando di guadagnare terreno.

-
Avanti! Avanti! - gridò Merpol, rendendosi conto della situazione, frustando i
cavalli e incitandoli a procedere. Ma davanti al carro Hond e Foraeean erano
stati bloccati dall'assalto e impedivano il passaggio, spostandosi di poco alla
volta, troppo poco per evitare un impatto disastroso. 

Foraeean
riuscì ad avvicinarsi al cavaliere, inglobandolo nella sua aura protettiva, in
modo che non fosse ulteriormente attaccato dalle creature, che ora iniziavano ad
assalire Merpol e Jack. jack cercava di aiutare Krilzit con la balestra, ma fu
troppo impreciso per colpire l'avversario. Afferrata la grande ascia, il nano
menò due colpi alle sue spalle, quasi alla cieca, aprendo un grande squarcio
nel pianale del carro, ma liberando Krilzit dall'incomodo ospite che l'aveva
assalita. La Drow, ritrovata la concentrazione, fece esplodere un colpo di
energia all'interno del carro, che ebbe l'effetto di scagliare lontano le
creature che vi erano aggrappate.

In
quel momento, una vibrazione ben più possente delle precedenti percorse il
ponte, facendolo vibrare fino all'ultima pietra. Jack, rivolto verso il fondo
del carro, sgranò gli occhi, la schiena percorsa da un brivido gelido mentre i
peli gli si rizzavano sulla schiena e sui piedi. Una mano artigliata di
dimensioni pari a quelle del carro o forse superiori, era emersa dal baratro,
aggrappandosi al bordo da cui provenivano. Le dimensioni del braccio che la
sorreggeva, e l'immane ombra disumana che si intravedeva poco più sotto nella
voragine, annunciarono al mezzuomo che un essere da tempo dimenticato stava per
scendere in campo.

-
Via da qui, presto! - gridò Jack, la cui voce non era mai stata così
preoccupata.

Il
grido fu così forte che Hond si volse nella direzione indicata dal compagno, e
vide il braccio dell'essere alle loro spalle. Il cavaliere rimase a bocca
aperta, congelato dal terrore, mentre Foraeean cercava di concentrarsi per
mantenere la sua barriera magica che iniziava a dare segni di cedimento. 

-
Per i denti cariati e le pulci della barba di Morgrim! - bestemmiò il nano,
dopo una rapida occhiata alle sue spalle, strabuzzando gli occhi e frustando
ancora i cavalli.

Il
carro scattò in avanti, le bestie impazzite per il terrore ed il dolore, ma
Hond e Foraeean erano ancora fermi poco davanti a loro. Vi fu un impatto
terribile, cui seguirono nitriti disperati ed il rumore del legno che si
infrangeva. I due cavalli di sinistra avevano travolto la piattaforma fluttuante
su cui si trovava Mutumbark, cadendo uno sull'altro e spezzandosi le zampe
anteriori. Gli altri avevano trovato un varco parziale costringendo di fianco il
cavallo da guerra di Hond, il quale fu sbalzato di sella e precipitò giù dal
ponte. Con uno scatto disperato, il cavaliere era riuscito a tenere ferma la
presa sulle briglie e ora pendeva dal ponte alla mercé delle creature volanti,
non più protetto dalle difese magiche di Foraeean.

Non
ci volle molto perché Jack si rendesse conto che il carro era inutilizzabile.
Le due ruote anteriori e l'assale erano spezzati, il carro ora poggiava davanti
sui suoi stessi rottami e in parte sui cavalli morenti. Una rapida occhiata alle
spalle lo convinse a saltar giù in tutta fretta, correndo a perdifiato verso il
lato opposto del ponte, mentre gridava agli altri di fare altrettanto. Anche il
nano comprese quanto era accaduto e scese dolorante, mentre le creature volanti
lo assalivano da tutte le parti. Incapace di difendersi, crollò a terra,
perdendo i sensi mentre con amara ironia si rendeva conto che avrebbe giaciuto
sul corpo dell'ogre.

Krilzit
saltò giù dal carro per balzare in sella al cavallo di Hond, senza rendersi
conto che esso era trattenuto dal peso del cavaliere che penzolava al di là
della balaustra. Alle sue spalle, la gigantesca e disumana creatura si stava
voltando, alzando minacciosamente un braccio in direzione del ponte di
pietra. 

Ad
un comando di Foraeean, il cavallo mosse qualche passo in avanti, iniziando a
trascinare verso l'alto il suo proprietario, che subiva inerme gli attacchi dei
preumani, le cui forze erano rinvigorite dalla paura stessa degli avventurieri,
oltre che dalla situazione. L'esmeldiano era ormai in punto di morte quando
Krilzit cercò di alleggerire il suo peso con la magia, in modo da consentirgli
di resistere alla trazione esercitata sulle braccia dalla scomoda posizione, e
fu il vecchio a salvargli la vita. Richiamando un antico potere runico, Foraeean
proiettò un'immagine di sé stesso abbastanza reale da poter versare in bocca a
Hond la miracolosa pozione ricavata dall'estratto del cactus curativo, ma in
quel momento vi fu un sordo boato e tutto divenne confuso.  

Il
braccio della creatura si era abbattuto sul ponte, mandandolo in frantumi.

per
un tempo che parve lunghissimo, si trovarono a volare in aria, scagliati
dapprima verso l'alto assieme ai cavalli, alle scheggie di roccia del ponte e
tutto il resto, osservando come distaccati quanto accadeva sotto di loro. Una
confusione di detriti, voci, urla e versi di ogni genere li accompagnò nel volo
innaturale, finché si resero conto dell'inizio della caduta. Quindi
precipitarono verso il basso, inesorabilmente, troppo terrorizzati e sorpresi
per poter approntare una qualsiasi difesa o per limitare i danni di un impatto
che sapevano essere inevitabile. Infine, colpirono il suolo, duro, ostile
come tutto ciò che avevano incontrato nelle Terre Brulle, e venne il buio. Solo
Mutumbark rimase cosciente, rendendosi conto che, fortunatamente, erano stati
scagliati dall'altro lato della voragine, e non erano precipitati al suo
interno. Le prime voci che udirno, al risveglio, erano quelle di Jack e
Mutumbark, i quali si diedero da fare per rianimare i compagni.

-
Volete sapere una bella cosa? Dopo il volo si è calmato tutto: sono sparite le
creature volanti, ed è sparito anche il colosso... - annunciò Jack mentre
ancora riprendevano i sensi. - Siamo dall'altra parte, e  siamo tutti vivi!
Una magnifica esperienza, non trovate?

-
Taci, mezzuomo! A giudicare da tutto ciò che mi fa male, sono sicuramente
morto, e anche in malo modo... - intimò il nano, sempre il meno propenso a
sopportare le sue ilarità. Erano tutti coperti di abrasioni, lividi e gonfiori,
ogni singolo osso del corpo doleva in maniera indicibile, ma effettivamente
erano incredibilmente vivi.

Ci
misero un po' per riprendersi, e quando furono nuovamente in grado di ragionare
lucidamente, fu il momento di constatare la triste realtà. Avevano perduto
praticamente tutto l'equipaggiamento ed i cavalli, non avevano più il carro,
né acqua, né cibo. Ciò che restava e non era stato inghiottito dalla ferita
della terra erano frammenti di legno, carcasse di cavallo, oggetti sparsi in
giro. Davanti a loro avevano ancora molto cammino da fare in quel deserto.

Fortunatamente,
si resero conto che gli dei sembravano ora più vicini a loro, e non fu
difficile ricorrere alle cure più urgenti, sia attraverso la preghiera, sia con
l'infuso di Foraeean. Verso sera, con grande sollievo di Hond, il suo cavallo da
guerra li raggiunse, chissà da dove. La povera bestia era coperta di ferite e
ammaccature, e probabilmente era rimasta terrorizzata a lungo prima di ritrovare
la forza di avventurarsi alla ricerca del padrone. Ma almeno un cavallo lo
avevano, e questo rinfrancò almeno in parte l'umore del gruppo, o almeno quello
di Hond.

Riposarono
fino a che non furono nuovamente in grado di marciare, provvedendo a recuperare
ed essiccare la maggior scorta possibile di carne di cavallo, che sarebbe stato
il loro solo cibo per i giorni successivi, anche se Hond si rifiutava
categoricamente di cedere a quella barbara forma di sostentamento. Infatti, nei
giorni che seguirono, il cavaliere esmeldiano fu quello che maggiormente patì
gli stenti della fame, rifiutandosi di mangiare carne di cavallo. Ma almeno
l'acqua non mancò, sebbene fossero costretti a razionarla piuttosto
rigidamente, e riuscirono ad avanzare nelle desolate Terre Brulle per giorni e
giorni senza ulteriori incontri ostili, fino a che i loro corpi furono
completamente ristabiliti, mentre l'umore era sempre più nero e nuove tensioni
rischiavano di esplodere da un momento all'altro.

Infine,
dopo l'ennesima notte di marcia, decisero di accamparsi per passare il giorno
come al solito, con sempre meno speranza a sostenere i loro sforzi. Ma al
sorgere del sole, i primi raggi rivelarono finalmente qualcosa di diverso
all'orizzonte. Non più l'infinita distesa di sabbia e terra che si confondeva
con il cielo, non più il caldo opprimente dei giorni passati. Una lievissima
brezza di aria fresca spirava da nord, dove a poche miglia di distanza la terra
era separata dal cielo da una densa striscia di lussureggiante vegetazione.

Il
viaggio attraverso le Terre Brulle si era concluso. Avevano infine avvistato i
boschi del Dorinan.