L’italiano Roberto Pestrin col suo Dojo Kun ci porta nel mondo delle arti marziali permettendoci di vestire i panni di un Sensei: un Maestro di arti marziali che dovrà gestire nel miglior modo possibile la propria palestra ammettendo nuovi atleti, comprando nuove attrezzature, cercando avventure e facendo partecipare i propri allievi a tornei di arti marziali, il tutto per far ottenere prestigio al proprio dojo. Il gioco edito da Yemaia è andato Sold Out ad Essen e Lucca ed è ritornato da poco disponibile sugli scaffali dei negozi. Il gioco ha fatto molto parlare di se in questi due mesi e dopo le nostre prime impressioni approfondiamo il nostro punto di vista.
Il gioco
Essendo Dojo Kun un gioco di combattimento partiamo in questa recensione a parlare di come funziona il combattimento, per permettervi di capire meglio le varie azioni disponibili (così come consigliato dal regolamento).
Ogni atleta inviato al torneo lancerà un numero di dadi nei 4 colori pari al livello di esperienza raggiunto dall’atleta in ogni disciplina (ad esempio lancerà x dadi rossi e x dadi blu). I risultati ottenuti vengono registrati sulla plancia combattimento e vengono risolti secondo lo schema riportato sulla plancia per cui ogni simbolo salto ottenuto riduce una presa avversaria, ogni presa annulla un simbolo parata ed ogni parata residua annulla un colpo avversario. Il colpo è l’azione di attacco necessaria per vincere lo scontro in quanto vince l’atleta che porta a segno più colpi. In caso di parità entrambi gli atleti ottengono una ferita che abbasserà per la durata di tutto il torneo una caratteristica a scelta del giocatore, facendogli lanciare un dado in meno.
Durante il preludio (i tre turni di preparazione) Dojo Kun sfodera la sua anima german sfruttando meccaniche di piazzamento lavoratori. Vediamo le azioni disponibili.
Sulla plancia dojo è possibile far allenare i nostri atleti posizionandoli sugli spazi attrezzatura: l’atleta che si allena ottiene immediatamente un livello del colore corrispondente e/o il ki (energia spirituale) indicato e il sensei può seguire da vicino l’allenamento degli atleti, ovvero spostare nelle plance centrali le pedine atleta dopo che hanno fatto un allenamento nel dojo.
Sulle plance centrali il sensei può ampliare il proprio dojo, reclutare nuovi atleti e acquistare nuove attrezzature (azione che può essere svolta anche dal senpai).
Sulla plancia atleti si possono ottenere segnalini ki, punti vittoria, ottenere tecniche segrete pagando ki e che garantiscono un simbolo permanente in combattimento, pagare ki e perdere un livello di esperienza per ottenere due livelli a scelta, completare un’avventura spendendo ki e ottenendo le ricompense relative, imparare una mossa speciale da sfruttare nel combattimento o prenotarsi per il torneo diventando anche primo giocatore.
Viene quindi estratto casualmente un atleta per ciascun giocatore e, partendo dal giocatore che per primo ha svolto l’azione di prenotazione, si potrà abbinare il secondo atleta con uno degli sfidanti. Se più giocatori non hanno svolto l’azione di prenotazione, vengono posizionati casualmente.
Dopo aver fatto gli abbinamenti partono i vari combattimenti, prima dei quali i giocatori non coinvolti nello scontro possono fare un pronostico sull’esito dello scontro dichiarando chi vincerà ed ottenendo un punto vittoria in caso di pronostico esatto.
Alla fine del torneo ogni atleta otterrà punti vittoria in base alla posizione raggiunta.
Dopo le due stagioni ed il secondo torneo il gioco termina ed ogni giocatore ottiene i punti vittoria dati dagli atleti, dalle attrezzature, dalle espansioni del dojo e delle mosse speciali.
Considerazioni
L’ottimo successo avuto alla fiera di Essen che ha fatto registrare il meritato sold-out, l’epopea delle copie scomparse nel viaggio dalla Germania all’Italia, apparse appena in tempo per il sold-out al Lucca Comics, e la temporanea irreperibilità del titolo negli store hanno contribuito a far crescere l’hype per Dojo Kun e le aspettative dei tanti giocatori che aspettavano al varco l’uscita del titolo.
Cosa ci si deve aspettare da Dojo Kun?
Innanzitutto Dojo è un ibrido, ovvero un miscuglio di meccaniche german e american (anche se il piatto della bilancia pesa di più dalla parte tedesca) e i puristi di uno o dell’altro genere difficilmente adoreranno questo titolo, ma se siete degli amanti dei titoli che diano un po’ da pensare e non disdegnate il lanciare dadi per menar le mani, allora Dojo Kun è il titolo che fa per voi.
L’ambientazione è sicuramente ciò che ha fatto maggiormente presa sul pubblico e che ha contribuito al successo del titolo. La scelta di strizzare entrambi gli occhi al mondo dei videogame, manga e film d’azione anni ’80 ha procurato uno stuolo di nostalgici (come noi) smaniosi di avere un gioco in cui poter far sfidare Jean-Claude Van Damme e Honda, Bruce Lee e Ken Shiro. Ma il gioco non è fatto solo di ambientazione e splendida grafica.
La struttura su cui poggia Dojo è solidissima molto ben playtestata, il gioco infatti pur dando la possibilità di differenziare il proprio dojo grazie a molti atleti diversi, risulta essere molto ben bilanciato, sarà unicamente merito del giocatore se un atleta risulterà più forte di un altro. Una maggiore variabilità sarebbe anche stata apprezzata nelle carte avventura e mosse speciali per quanto sapere esattamente quali usciranno aumenta la profondità strategica del gioco.
Sulla scalabilità si è fatto un gran discutere, anche sul nostro forum, e molti la indicano come punto critico del gioco. A nostro avviso non è così. Abbiamo fatto moltissime partite a due giocatori, la modalità che pare essere la meno congeniale. A nostro avviso la scalabilità resta buona anche in 2 giocatori pur senza tappare nessuno spazio azione. Gli atleti e le attrezzature a disposizione diminuiscono col numero di giocatori e deve essere premura dei giocatori non lasciare carta bianca all’avversario su una delle due strategie cercando di ostacolare l’avversario. Nel torneo, per sopperire alla mancanza di atleti, si utilizzano gli atleti del dojo del teschio, davvero forti e difficili da sconfiggere che saranno gestiti dall’avversario con valori di forza prestabiliti. In 4 giocatori tutto trova comunque un suo naturale bilanciamento ed è la configurazione migliore in cui provare il titolo, pur restando molto godibile in 2 e 3. Si può anche giocare in solitario e questo va sicuramente a dare un punto in più alla scalabilità.
Dal punto di vista dei materiali, abbiamo apprezzato molto alcune scelte come il tabellone centrale a plance componibili che permette di giocare Dojo su qualsiasi tipo di tavolo e le plance giocatore espandibili, così come la grafica davvero bella. Ci sono però alcune scelte non perfettamente azzeccate: ci sono molti segnalini che allungano il setup e alcune fasi del gioco, inoltre i gettoni degli atleti del dojo del teschio sono diversi rispetto a quelli degli atleti rendendo falsata la pesca casuale degli abbinamenti per il torneo (scoglio in realtà facilmente aggirabile in mille modi lasciati alla fantasia dei giocatori).
In conclusione, ci sentiamo di consigliare Dojo Kun non a chiunque, ma a chi sta cercando un fillerone da un’ora in cui farsi due risate lanciando dadi ma che integri anche una parte più ragionata e gestionale. Un ottimo gioco per presentare la nostra passione anche ad amici “babbani” che saranno incuriositi da questo titolo per noi sicuramente promosso.
Elementi di Sintesi
- Dipendenza Linguistica: Nessuna ad eccezione del regolamento presente in italiano.
- Incidenza Aleatoria/Strategica: Gioco principalmente strategico, incidenza aleatoria presente nel torneo.
- Scalabilità: Alta, si può giocare in 1-4 giocatori.
- Componentistica: grafica bellissima, ma tanti (troppi?) segnalini che rallentano il gioco.