The Speicherstadt

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The Speicherstadt
Voto recensore:
7,4
Ambientazione
Il gioco è ambientato all’inizio del XX secolo ad Amburgo, e precisamente nel distretto commerciale dello “Speicherstadt” in cui attraccavano le navi da trasporto. I giocatori impersonano i capi delle grandi aziende che vi operavano e che competono per aggiudicarsi le carte commercio (che danno vari benefici) e ottenere punti vittoria. Complessivamente, la sensazione è che l’ambientazione sia alquanto posticcia e astratta, caratteristica tipica della maggior parte dei german games e, nello specifico, delle creazioni di Stefan Feld.

Il Gioco
Il gioco è sostanzialmente basato su una meccanica d’asta, che tuttavia in questo titolo viene gestita con un approccio assai particolare, che può risultare stuzzicante anche per i giocatori più avvezzi al genere.
Il gioco si compone di diversi round (in numero crescente al decrescere dei giocatori) e ogni round si compone di cinque fasi:

Rifornimento: vengono piazzate sulla plancia, in corrispondenza degli spazi sottostanti i “magazzini” dello Speicherstadt, le carte commercio disponibili per essere acquisite in questo round. Tali carte sono suddivise in 4 stagioni (dall’inverno all’autunno successivo) e sono di tipo diverso: carte contratto (che danno punti vittoria a fine partita se i contratti che vi sono raffigurati vengono rispettati, ovvero se il giocatore riesce a piazzare su di esse i cubetti merce richiesti), carte nave (che forniscono i cubetti merce, pescati casualmente dal sacchetto e necessari per i contratti), carte artigiano (che consentono di trasformare cubetti in denaro) e carte varie destinate a dare punti a fine partita o a incrementare le entrate durante il gioco. A queste si aggiungono le carte fuoco e le carte pompiere, su cui tornerò a breve.

Richiesta: è il fulcro del gioco. In ordine di turno, ciascun giocatore piazza un proprio lavoratore nella prima posizione libera del magazzino che si trova sopra la carta che interessa.

Acquisto: una volta che tutti hanno piazzato i propri lavoratori si procede all’acquisizione delle carte, partendo da quella a sinistra. Il primo giocatore che ha piazzato il proprio lavoratore (ovvero quello più in basso nella fila) sceglie se comprare la carta, pagando tante monete quanti sono i lavoratori che lo sovrastano nella fila + 1, ovvero passare, ritirando il proprio lavoratore. In quest’ultimo caso, la parola passa al proprietario del lavoratore in posizione immediatamente superiore, al quale competono le stesse scelte… ma naturalmente questo secondo giocatore, se dovesse scegliere di acquistare la carta, pagherebbe 1 moneta in meno del giocatore precedente! In questo stanno la dinamica fondante e, al tempo stesso, il principale dilemma del gioco: conviene piazzare per primi, con il rischio di dover pagare molto la carta e, magari, di non avere denaro a sufficienza, oppure piazzare in un secondo momento, cosa che espone al rischio di vedersi soffiare la carta da un giocatore piazzatosi prima nella fila?

Carico: i giocatori piazzano le merci acquisite nel turno sui contratti già posseduti, sugli artigiani per ottenere denaro fresco, nel magazzino, avendo altresì la possibilità di scambiare due merci per una moneta oppure tre merci per un’altra merce qualsiasi.

Entrate: ogni giocatore riceve una moneta (o due, se possiede la carta banca).

Un altro interessante elemento è dato dalla presenza di carte Fuoco. Quando nella fase di rifornimento compare una di tali carte, il gioco viene sospeso e si procede immediatamente a conteggiare il valore complessivo delle carte pompiere possedute da ciascun giocatore. Il giocatore con il valore più alto riceve altrettanti punti vittoria, mentre il giocatore col valore più basso riceve lo stesso numero di punti negativi. Questo meccanismo, dal momento che non premia né penalizza i valori intermedi di carte pompiere, innesca dunque due “competizioni”: la prima per conseguire il maggior numero di punti e la seconda per non essere l’ultimo in questa speciale classifica.
Una volta esaurita la fase innescata dalla carta Fuoco, la stessa viene sostituita e si procede normalmente con il round di gioco.
All’esaurimento delle carte, chi ha più punti è proclamato vincitore.

Considerazioni
Normalmente Speicherstadt viene considerato un titolo minore di Stefan Feld, un autore che si è imposto come uno dei principali autori di german games negli ultimi anni, grazie a capolavori del genere quali “Notre Dame”, “In the Year of the Dragon” e “Macao”.
Innegabilmente il gioco non ha la stessa profondità strategica di tali titoli, ma è in grado di sottoporre ai giocatori importanti dilemmi tattici, grazie a un solo meccanismo innovativo di asta.
Naturalmente, come è tipico dei giochi d’asta, l’interazione è molto alta e la scelta migliore, in questo gioco, è quella che avvantaggia chi la fa e che magari danneggia di più gli avversari. In generale, ritengo che non si possa assolutamente giocare (e tantomeno vincere) senza tenere sotto controllo i propri compagni di gioco, tentando, ove possibile, di mettere loro i bastoni fra le ruote.

Le regole sono davvero semplici e si spiegano in 5 minuti, rendendo il titolo appetibile anche per i principianti.
I round di gioco si svolgono in modo essenzialmente uguale: questo è un vantaggio per la fluidità del gioco, ma potrebbe alla lunga generare un senso di ripetitività.
Quanto alla scalabilità, premesso che non l’ho provato nella versione per due (che alla lettura delle regole, peraltro, non mi pare particolarmente interessante), ritengo che il meglio di sé lo dia in 3 o 4 giocatori, dal momento che in 5 lo svolgimento è leggermente più caotico e si rischia di venire estromessi dall’asta per interi round.

È assolutamente consigliabile giocare con la modalità “open coins”, che prevede che le monete siano visibili a tutti: questo consente di valutare con certezza le variabili del gioco ed eventualmente giocare contro il più ricco ed è un importante riequilibratore del gioco, per evitare la sindrome del “runaway leader”.
I materiali sono buoni, spartani e funzionali, nel più classico stile tedesco (legno e cartoncino), pur senza eccellere. Altrettanto può dirsi della grafica del tabellone e delle carte, curata dal noto Michael Menzel.
La dipendenza dalla lingua, ad eccezione del regolamento, è nulla (vi sono delle scritte ininfluenti per il gioco, come i titoli delle carte).
Pro:
Regole semplici e spiegabili in 5 minuti.
Un’unica, elegante meccanica di gioco implementata in modo molto elegante.
Materiali funzionali.
Alta interazione.
Contro:
Il ritmo di gioco può risultare monotono.
La scalabilità non è ottimale in 2 e 5.
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