Un gioco da tavolo gradevole ma forse po' troppo costoso questo "Hey! That's my fish", dove lo scopo è isolare i propri pinguini su isolotti abbastanza estesi in modo da guadagnare più pesci degli altri.
Scritto da
lippo il 02/01/2004
Il gioco nasce da un’idea di un autore lituano, Alvidas Jakeliunas (Pingvinas è il termine per “pinguini” nella sua lingua) successivamente riveduta e corretta assieme a Gűnter Cornett, noto per essere l’autore di giochi come Kahuna. Il gioco mi aveva attratto fin dalla sua descrizione per la semplicissima idea su cui si basava, una di quelle che fanno dire “come mai nessuno ci aveva pensato prima?”. Come si sa, però, i giochi vanno provati e non giudicati dal regolamento e all’atto pratico Pingvinas si è rivelato un simpatico giochino tattico, rapido da imparare e da giocare.
Il campo di gioco rappresenta il “pack” del continente Antartico e va preparato accostando le 60 tessere in legno secondo uno schema a piacere. Ogni giocatore a turno piazza uno dei propri pinguini (se si gioca in 2 se ne hanno quattro a testa, in 3 se ne hanno tre, in 4 solamente due) su una tessera raffigurante un solo pesce. Quando tutti hanno posizionato i loro pinguini si può iniziare. Al proprio turno i giocatori muovono uno dei propri pinguini in linea retta, in una direzione qualsiasi e di un numero di tessere a piacere, tenendo conto che sia gli altri pinguini sia i “buchi” lasciati da tessere tolte dal tavolo bloccano il passaggio. A mossa terminata, il giocatore preleva la tessera su cui si trovava il pinguino PRIMA di muoversi e la mette davanti a sé. A fine partita ogni pesce raffigurato varrà un punto.
Lo scopo dei giocatori è quindi quello di riuscire a spaccare il campo di gioco isolando i pinguini avversari su isolotti piccoli e, allo stesso tempo, rimanere soli su territori più estesi per poter raccogliere indisturbati molte tessere e quindi molti pesci.
Quando un pinguino rimane su una tessera isolata viene tolto dal gioco assieme alla tessera che andrà a far punti per il giocatore. La partita termina quando nessun giocatore ha la possibilità di effettuare una mossa valida.
Pro:
Si tratta di un prodotto gradevole che, grazie alla sua essenzialità e mancanza di fattore fortuna, potrebbe piacere soprattutto agli amanti dei giochi da scacchiera che vi troveranno un gioco con cui sfidare la moglie o gli amici meno appassionati o per introdurre il figlioletto ai primi giochi più seri. Funziona bene con qualsiasi numero di partecipanti e data la sua brevità non rischia di stancare.
Contro:
Per contro è un gioco in cui la partita vera e propria si svolge nella prima parte con la raccolta delle tessere con tre pesci poi quelle da due con la contemporanea creazione di isolotti su cui non rimane altro che passare una per una le tessere e raccoglierle. Questo fa si che le scelte importanti e la tensione svaniscano nella seconda metà della partita e ciò dà una sensazione di “anti-climax” che fortunatamente disturba fino ad un certo punto visto che la partita dura una decina di minuti.
Inoltre, avrei forse apprezzato la presenza di qualche tessera in più (magari da impiegare come regole opzionali) che anziché dare pesci permetta qualche azione speciale. Ad esempio l’affondamento di una tessera con conseguente tuffo in acqua di un pinguino e perdita di un turno di gioco per riportarlo sul “pack”, spostamento di una tessera tipo “deriva dei continenti” (queste due idee sono chiaramente ispirate dal gioco “Trias” di Ralf Lehmkuhl e pubblicato nel 2002 dalla Gecko Games) o ancora un uccello che rubi il pesce da una tessera lasciando a bocca asciutta un pinguino avversario. Sono solo idee buttate lì e non testate, ma che potrebbero introdurre un po’ di varietà e qualche scelta tattica supplementare.
Nota finale: il gioco è piuttosto costoso, soprattutto se paragonato al suo valore ludico. Forse normali tessere in cartoncino (vedi ancora il già citato Trias) sarebbero costate meno?