La Guerra dell'Anello

Un piccolo gioiello, a costi più che ragionevoli.
Le regole sono complesse solo da spiegare, ci vuole un po' di tempo per entrare nelle meccaniche solo durante la prima partita. Per il resto il gioco riesce a rendere bene la storia a cui è ispirato...non contano solo gli eserciti ma anche i singoli personaggi ed una buona dose di eventi fortunati concatenati nel modo giusto. Dispiacerà a chi a voglia di avere "tutto sotto controllo" in modo strategico perché nulla è davvero così prevedibile, piacerà molto (per lo stesso motivo) agli appassionati di Tolkien.

Forse uno dei giochi più a tema che abbia mai visto, si rivive praticamente il romanzo/film dal momento in cui la Compagnia parte da Granburrone per andare a distruggere l'Anello. Anche se le due fazioni hanno due modalità di vittoria quello più ovvio per chi gestisce l'Ombra e di schiacciare militarmente i Popoli Liberi, mentre questi ultimi devono resistere agli assalti il più a lungo possibile per dare tempo alla Compagnia di distruggere l'Anello. Ottima anche l'idea delle carte con doppia funzione: se per qualche motivo un evento non può essere giocato perché si è passati ad una situazione successiva del gioco la carta in questione può essere utilizzata nei combattimenti, praticamente riducendo al minino casi in cui ci si ritrova in mano carte inutilizzabili.

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Scriveva Alex Randoph in una giustamente famosa relazione sul significato e il valore dei giochi da tavolo (“homo ordinator”) che “la categoria più vicina ai giochi è forse il raccontare storie”, con due importanti differenze e cioè che nei giochi da tavolo sono essenziali l’incertezza (del finale di ogni partita) e la giustizia o se vogliamo la pari opportunità di vincere data ai giocatori.
Per quel che mi riguarda “la guerra dell’anello” risponde molto bene alle considerazioni di Randolph che ho citato.
L’elemento narrativo è straordinariamente presente anche grazie al tema cui si ispira (la saga di Tolkien).
Inoltre il gioco cattura per la tensione che si respira durante la partita proiettata verso un finale che non è scontato per nessuno.
Quanto al bilanciamento direi che dopo 15 partite fatte, se i giocatori hanno pari livello di esperienza, non si notano grandi differenze in termini di chance di vittoria tra popoli liberi e popoli dell’ombra (forse qualche dubbio resta sull’utilità concreta degli Uomini del Nord e dei Nani e su alcune aree della plancia che non sono facili da utilizzare al meglio). Ci sono certamente i dadi, ma direi che a me e alle persone con cui ho giocato non disturbano affatto ed anzi hanno la loro funzione in un gioco di guerra come questo.
Ottimo titolo. Quando si ripresenta l’occasione, ci gioco sempre molto volentieri.