
Nutrivo buone aspettative su questo gioco, invece si è rivelata una delle più noiose sessioni ludiche in vita mia... Il gioco c'è e ha anche meccaniche interessanti (per questo non mi sento di mettere meno), ma è entusiasmante come una gastroscopia.
Kaivai, by the Ostertag brothers, is a board game about a dynamically-growing island region and the various uses of the islands. The title is Polynesian and means "Water eaters".
The game is about catching fish to trade for shells and points. The shell money is used to build up the islands, in order to gain more points. At the start of the game the players bid for turn order. The highest bidder goes first and may move his ships - but must pay dearly for new islands. Those who bid less get to pay less for the islands, but don’t get to move as much. The players can choose from six different player actions. When a player chooses and action for the first time, it’s free. But if it’s chosen a second time, it must be paid for and the payment increases each subsequent time that action is chosen. At the start of the next round, the value of the shells is reduced and the fish come closer to rotting. After 8 rounds comes the final scoring, in which the portions of the islands controlled by the players are counted.
(Spielbox)
Expanded by:
Kaivai Expansion
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Sarebbe 7,5 ma dopo una sola partita preferisco abbassare mezzo voto.
Bel gioco, ma non mi ha entusiasmato come dalle aspettative che mi ero creato.
Il meccanismo dei gettoni influenza, difficilissimi da riguadagnare, limita moltissimo le azioni possibili, rendendolo un gioco estremamente difficile oltre che "crudele", il che ne costituisce sicuramente il fascino, ma allo stesso tempo solleva quelche perplessità...
Non sono poi assolutamente d'accordo sulla presenza dei dadi per stabilire il buon fine o meno della pesca: dato che svolgere l'azione comunque quasi sempre costa molto (in termini di gettoni influenza), introdurre un fattore aleatorio così incontrollabile può influire pesantemente l'esito delle partite, e sinceramente, non ne avvertivo affatto il bisogno.
Molto azzeccato invece il meccanismo della "svalutazione" di pesci e conchiglie.
Comunque, va sicuramente giocato un certo numero di volte prima di poterne apprezzare in pieno le caratteristiche.
Gioco molto originale e con una bella ambientazione. Fattore fortuna leggermente presente, anche se mitigato dai dadi speciali. Bella la fase dell' "asta" in cui la propria scelta influisce su molti fattori in maniera opposta. Interessante il meccanismo delle azioni che diventano sempre più costose in termini di segnalini influenza una volta scelte (ed i segnalini influenza non bastano mai...). Difficile forse capire una giusta strategia alla prima partita, sicuramente un gioco da provare più volte. Materiali molto buoni e prezzo contenuto considerato che è un'autoproduzione. Peccato per il tabellone che si piega a metà e non in quattro che ha portato ad una scatola gigantesca che rimane quasi vuota di dentro...
Eccezionalmente bello. Strutturato perfettamente, un gioco tosto, difficile, duro, spietato e cattivo. Sbagliare un paio di mosse vuol dire perdere, senza appello. Tirato fino alla fine e agonistico visto i vari modi di far punti. Meravigliosa l'asta, che asta non è, ma che è studiata perfettamente, coinvolgendo ragionamenti veramente articolati. Ottima l'idea delle azioni da pagare in maniera proporzionale a quante volte si fa l'azione nel turno. Tanti edifici che si prestano a costruire varie strategie, anche se su 6 edifici 3 sembrano decisivi, uno solo se si percorre una strategia precisa, gli altri poco utili. In realtà non si può giocare senza l'espansione che lo trasforma in un gioco diverso. Proprio a causa dell'espansione alcuni edifici del base diventano inutili. In generale un giocone eccellente che ha un difetto clamoroso: la durata, troppo lungo e troppo esigente. ma davvero un bellissimo gioco. forse se si chiamasse Ticket to Kaivai, sarebbe più conosciuto o più cercato.... ma al momento convincere che sia un bel gioco appare un'impresa titanica...
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