lieti di essere stati al tuo tavolo in quella serata, anche se, quel punto in più...
Prima o poi doveva accadere che il Dado scrivesse per la Tana un suo articolo esclusivo. Siccome non c'è bisogno di presentazione, vi lasciamo al pezzo senza altri indugi.
Rumore di sottofondo nel locale, giorno di ordinaria follia in ufficio, una giocatrice al tavolo accanto che somiglia a Ornella Muti quando aveva 20anni. Quale che sia la tua scusa non ha importanza e non cambia le cose di una virgola: hai cannato una regola. Una sola singola maledetta regola, una sola carta in un mazzo di 110, mezza riga di testo, 3 parole a contarle da pestino, e hai compromesso l’intera partita.
Capita a tutti, a me è capitato un paio di settimane fa con Lords of Waterdeep, ho interpretato l’effetto della carta che vedete affianco: “Ogni volta che prendi denaro, prendi cubetti neri”, cubettI plurale, e gli altri al mio tavolo se ne sono accorti quando oramai ne avevo accumulati una ventina, mal contati, sulla mia scheda.
Abbiamo provato a riavvolgere, a ricostruire le mie mosse precedenti e a togliere altrettanti cubetti [perché a fine partita ogni cubetto rende 1 pv], ma alla fine dei giochi, al momento del conteggio, quando sono risultato primo sul percorso punti per soli 2 pv sul secondo, tutti hanno avuto una sensazione di “Meh…”.
[Torni a casa e nel tragitto in macchina l’amico [Red] ci mette su il carico da novanta su whatsapp massacrandoti con l’altro socio rimasto a casa: “Oh Dado ha cazzato tutto Lords of Waterdeep”
“Comecomecome? Spiega!”
Il resoconto parte, esagerato e osceno come tutti i veri sfottò, con gran finale di te seppellito dai cubetti neri che si vedevano solo le braccine fuori. Ci sta tutto e contribuisci pure tu]
Ma il punto è che forse tornassi indietro mentirei.
Okay, in questo caso specifico se ne sono accorti gli altri del mio errore, ma se non se ne fossero accorti intendo, se me ne fossi accorto solo io a tre quarti di partita, ecco, forse avrei fatto finta di niente, e salvato (almeno) la loro di serata.
Vincere non c'entra niente, non è quello il punto, la questione, invece, è non rovinare la serata agli altri, oltre che la partita, non lasciar loro quella sensazione sgradevole di aver speso 90 minuti su ogni singola mossa ben ponzata in una partita sballata fin dall’inizio.
Perché per quanto potrete essere scrupolosi e pestini nella ricostruzione a ritroso dei turni sbagliati, se correggerete in corso d’opera a fine partita rimarrà sempre comunque il dubbio di non avere aggiustato tutto in maniera perfetta, di avere favorito con i propri errori questo o quell’altro giocatore.
Perché la verità è che una partita rotta per bene non si può aggiustare riavvolgendola, allora quando realizzi di non poter più né vincere né perdere, forse puoi cercare di salvare almeno il divertimento degli altri.
Quindi, forse, in questi casi, conviene essere un po’ più amico e un po’ meno giocatore.
Di quegli amici che venivano a sentirti suonare nei circoli ARCI, con obbligo di consumazione e maggiorazione per la serata, anche se eri palesemente una chiavica e le tue canzoni erano tutte un giro di do.