In the Name of Odin: anteprima Essen 2016

La seguente anteprima è basata sulla sola lettura delle regole e le conseguenti prime impressioni. In nessun modo ha valore di recensione. 


Dopo Blood Rage i vichingi impazzano nei giochi da tavolo e questo ennesimo gioco ne dà la sua versione, basata su gestione carte e collezione set. Per 2-5 giocatori, 45-60 minuti, età consigliata 13+, In the Name of Odin ci mette nei panni di jarl vichinghi che devono edificare un villaggio, costruire navi, assoldare uomini ma soprattutto razziare.

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In the Name of Odin

La seguente anteprima è basata sulla sola lettura delle regole e le conseguenti prime impressioni. In nessun modo ha valore di recensione. 


Dopo Blood Rage i vichingi impazzano nei giochi da tavolo e questo ennesimo gioco ne dà la sua versione, basata su gestione carte e collezione set. Per 2-5 giocatori, 45-60 minuti, età consigliata 13+, In the Name of Odin ci mette nei panni di jarl vichinghi che devono edificare un villaggio, costruire navi, assoldare uomini ma soprattutto razziare.
Regolamento inglese: https://www.boardgamegeek.com/filepage/135630/rules-play
Video di partita completa: https://www.boardgamegeek.com/video/91221/name-odin/name-odin-walkthrough

IL GIOCO

La gestione di ogni turno individuale è fatta tramite sei carte pescate da un mazzo comune, che il giocatore rimpingua poi a fine turno. Ogni carta ha due simboli: uno di azione (guerra, costruzione, navigazione) e uno di arruolamento per i vichinghi (meeple) rossi, verdi o blu, ovvero guerrieri, mercanti, marinai. 
Le carte possono essere giocate anche a coppie o tris, per prendere ad esempio un edificio che costa 2 simboli costruzione o una nave che costa 3 navigazione o una carta jarl che costa 3 guerra. Allo stesso modo, con i simboli colorati, si prendono 1-3-6 vichinghi di quel tipo (rosso, verde, blu) per 1-2-3 carte giocate.
Delle sei carte che il giocatore si trova in mano all'inizio di ogni turno ne può cambiare sempre una da una plancia comune, per cercare combo migliori. Con le carte, abbiamo detto, costruisce edifici (punti vittoria e abilità speciale), navi (punti vittoria e abilità speciale) e assolda jarl (abilità speciale e aiuto nei raid). Già, i raid sono il timer del gioco e anche il modo per prendere più PV. Sono un mazzetto di carte disposto su un display del tabellone. Per compiere il raid, il giocatore deve usare una nave e spendere carte e/o meeple vichinghi (aiutato dai simboli della carta jarl) per soddisfare la richiesta di simboli della carta raid (es: 3 marinai, 2 guerrieri, 1 mercante). A questo punto l'imprevisto: gli avversari possono giocare dalla mano una carta a testa (in genere una che voglio scartare e sostituire) e il mazzo provvedere comunque a mettere in tavola fino a tre carte che il giocatore che ha eseguito il raid deve annullare, anche qui pagando simboli (guerra, navigazione, costruzione) con le eventuali carte avanzate dalla sua mano o con altre cose a sua disposizione, come le abilità speciali di carte jarl o nave. A seconda di quante ne annulla, riceve un bonus o un malus sui PV della carta.
Quando terminano le carte raid la partita finisce immediatamente e si contano i punti. 

PRIME IMPRESSIONI

Gli elementi vichinghi ci sono un po' tutti: costruzioni tipiche, drakkar, capi clan, razzie. Il problema però, per chi di voi cerca molta ambientazione, è che è tutto un po' liofilizzato, a partire proprio dai raid, che sono il cuore del gioco e che si riducono a un set collection per prendere la carta. Anche la meccanica base molto astratta, non contribuisce.
Per chi invece cerca un gestionale di peso medio, durata contenuta e media difficoltà (il 13+ suggerito mi pare troppo), senza troppo pretese di impersonare davvero un vichingo, In the Name of Odin potrebbe essere una buona scelta.
L'interazione è essenzialmente indiretta e diventa anche molto difficile vedere quali elementi stiano puntando ad acquisire gli avversari, dato che ognuno tiene le proprie sei carte visibili solo a se stesso. Traspare quindi un gameplay molto tattico, costruito turno per turno. Anche le carte giocate sui raid saranno più carte da togliersi di mano, sperando di pescarne di più utili per fare combo, piuttosto che carte preziose giocate per fare male; tanto ci pensa comunque il mazzo ad estrarne fino a 3 per ostacolare il raid nemico.
Insomma, non siamo di fronte a un miracolo ludico, ma nemmeno a un brutto gioco: se vi ha particolarmente ispirato, dategli una possibilità.