L’illusione del tempo mancante… la realtà di quello sprecato

Lo inseguiamo, lo cerchiamo, lo desideriamo.
Il tempo è sfuggente, o abbiamo noi le mani bucate?

Editoriale

Quante volte leggendo e parlando di giochi da tavolo salta fuori una problematica fondamentale: il tempo. Questa entità sfuggente che cerchiamo di acciuffare, ma che ci fa sentire come se cercassimo d'imbrigliare una nube di fumo con una retina per farfalle, in una giornata di bora triestina. Il problema potrebbe essere riferito ad ogni ambito della nostra vita, ma sono i giochi da tavolo che ci interessano e quelli su cui voglio soffermarmi. Premetto che non voglio essere frainteso e offendere qualcuno, sto generalizzando e non entro nel merito di problematiche particolari personali che ognuno potrebbe avere, ma se anche una sola persona dovesse riflettere solo per un minuto su quanto scrivo, sarò soddisfatto

Tantissimi si lamentano di non aver tempo per giocare, se non molto sporadicamente. Mi dicono che sono fortunato a riuscire a giocare così tanto, che per loro è impossibile giocare giochi che vanno oltre tot ore perché non riescono a trovare un buco per farlo, eccetera. 

Anche l’industria dei giochi si è regolata di conseguenza, basti pensare ai vecchi giochi Avalon Hill che non duravano mai meno di tre o quattro ore e richiedevano un numero elevato di giocatori. Oggi si producono invece molti giochi che girano in solo o con pochi giocatori e raramente escono titoli che superano le tre ore con pensatori al tavolo. 

Si chiamavano giochi di “società” un tempo… adesso basta collezionare scatole e miniature.

È proprio questa che è cambiata, direbbe qualcuno di voi, la società: prima c’era più tempo!

Siamo sicuri che sia così? Negli anni Ottanta c’era più tempo o se ne sprecava meno? 

I giochi da tavolo hanno la fortuna di essere un passatempo che non necessita di essere svolto di giorno, con meteo favorevole o in precise fasce orarie (come possono essere uno sport o altro). Quello che serve sono: il gioco, le persone giuste e qualche ora per esser felici

Il primo è facilmente risolvibile con negozi e Internet, il secondo è lo scoglio fondamentale e il terzo è il dito dietro cui molti si nascondono più o meno consapevolmente. 

È per me quasi inconcepibile che una persona che risolve i primi due problemi, sostenga di non poter trovare tre ore durante tutta la sua settimana per fare almeno una partita; non dico quattro sessioni settimanali, ma una. 

Credo che sia necessario interrogarsi a volte: se non riesco a trovare un buchino per qualcosa che mi rende felice, o sbaglio a concentrare i miei interessi su questo ambito, o sbaglio qualcosa nella mia vita. Solitamente la causa che ognuno (anche io certe volte) non tarda a individuare è la mancanza di tempo, perché “oggi è tutto più frenetico”, perché “si lavora troppo”, perché “ci sono i doveri, la casa, la famiglia, i figli”, eccetera. 

Credo che queste cose ci siano sempre state, quello che non c’era era Internet, le Console, i cellulari, Netflix e distrazioni di questo genere. Quante ore sprechiamo in questo modo per poi lamentarci di non avere tempo? Sfido chiunque sostenga di aver voglia di giocare ai giochi da tavolo ma di non avere tempo, di conteggiare le ore di utilizzo dello schermo del cellulare o di prendere nota di quante puntate di serie tv guarda su Prime o Netflix durante la settimana. Quante persone sostengono che la sera, dopo cena, non possono giocare perché non possono fare troppo tardi perché altrimenti la mattina sono K.O. a lavoro… beh io mi chiedo: quante di queste alle 22 dormono? Oppure sono davanti a serie TV o nel letto con il cellulare sparato in faccia fino a mezzanotte come minimo?

Non voglio criticare nessuno, voglio solo dire che il tempo mancante si trova eliminando quello sprecato

Non mi dilungo troppo su quelli che “il/la mio/a compagno/a mi rompe le palle se lo/la lascio solo/a a casa”, perché se per una o due sere settimanali si offendono perché andate a fare qualcosa di personale che vi rende felici invece di vegetare sul divano davanti Netflix, allora interrogatevi su chi avete a fianco.

Tralascio completamente quelli che mi dicono che sono folle a giocare giochi da sei o otto ore. Magari è gente che fa binge watching da sei ore a sera e dodici ore nel fine settimana, o si spara quattro ore di PlayStation filate, ma dà del folle a me che sto con gli amici otto ore a giocare, ridere, mangiare e bere. 

Riappropriamoci della nostra vita e di quello che ci fa stare bene e ci rende felici. Per le rotture di palle, purtroppo, c’è sempre tempo.

Commenti

Agzaroth scrive:

Il più grande criminale della storia è quello che ha inventato la divisione dei giorni in settimane. Avessero fatto una pentamana con weekend lungo saremmo tutti più contenti.

Per questo io lavoro su 3 turni a ciclo continuo, non so più cosa sia la settimana 😂

Unico problema ho un sacco di tempo quando gli altri sono impegnati e viceversa 😅

Agzaroth scrive:

Il più grande criminale della storia è quello che ha inventato la divisione dei giorni in settimane. Avessero fatto una pentamana con weekend lungo saremmo tutti più contenti.

I visionari della rivoluzione francese provarono a introdure una "settimana" di dieci giorni di cui tre festivi, con un guadagno complessivo di tempo libero durante l'anno non indifferente. Non ha funzionato perché già allora il mondo era troppo globalizzato per sostenere scansioni del tempo così differenti tra paese e paese.

madagelo scrive:

Agzaroth scrive:

 

Il più grande criminale della storia è quello che ha inventato la divisione dei giorni in settimane. Avessero fatto una pentamana con weekend lungo saremmo tutti più contenti.

 

 

Per questo io lavoro su 3 turni a ciclo continuo, non so più cosa sia la settimana 😂

Unico problema ho un sacco di tempo quando gli altri sono impegnati e viceversa 😅

a metà tra il sogno e l'incubo

Perdonami, ma il tuo articolo, come ti hanno già ampiamente fatto notare meglio di me molti altri utenti, è piuttosto superficiale. 

Trai conclusioni affrettate e, per lo più inesatte. A parte l'errore nello scegliere la definizione di tempo "sprecato" per il tempo libero non impiegato nel gioco da tavolo, esistono davvero persone che hanno poco tempo per i giochi, fidati. 

Mi dispiace tu abbia dato questa lettura all'articolo. Per fortuna, la maggior parte delle persone hanno capito il senso del discorso, che era ben lungi dall'ergermi a figura suprema e dispensatore di verità 

 

aleaiacta scrive:

 

andrenn87 scrive:

 

Sicuramente più alto dell'inutilità della tua considerazione provocatoria. 

 

 

 

Perdonami ma qui chi si prodiga in chiacchiere vuote ergendosi oltretutto a giudice delle vite degli altri o ad oracolo dispensatore di verità urbi et orbi non sono certo io. 

Ottima riflessione. A me talvolta capita con lo sport una sensazione simile. Ho periodi in cui sono fuori allenamento e il pensiero dell'intensità che dovrei mettere per tornare a regime, mi fa desistere dal provarci. 

Jul1us scrive:

Classe 1983. Oggi ho la bellezza di 38 anni e vado per i 39. In 6 mesi, con due bimbi piccoli, sono riuscito a giocarmi solo qualche scenario di Destinies. Mi sono arrivati, nel frattempo, This War of Mine e Folklore. Netflix (o simili) continuo a guardarlo sia per passare anche del tempo con mia moglie, la sera, sia perché negli ultimi anni non è solo il fattore tempo, ad essere per me cambiato, ma è "l'intensità". Non riesco più a impegnarmi a fondo in una cosa che sia una per un lungo periodo. Gioco anche con il pc e ho una miriade di giochi da finire. Come dire: un conto è dedicarsi costantemente ad una cosa, un conto è farla una volta, poi dimenticarsi le regole oppure cosa si stava facendo (in uno scenario o in un videogame). E' frustrante. E non ti fa sentire bene. E il gioco poi lo abbandoni perché non trovi quella soddisfazione che cerchi. Non so se è così per altri... A volte più che una cosa impegnativa sento il bisogno di qualcosa di rapido e appagante. Nei videogame una partita a Fifa e non ad Elden Ring. Nei giochi da tavolo... Beh a me piacciono complessi quindi resto fregato.

In ogni caso condivido quanto detto nell'articolo... E' solo che non ritengo sia sempre una questione di priorità. A volte lo vorresti proprio fare, ma la troppa "intensità" non te lo permette: scegli il gioco, studia il regolamento, fai il primo scenario (magari tutorial) e già è passata una serata. Magari la volta successiva è dopo 1 mese...  

Se togli il gioco e mettin un'altra passione, il risultato del discorso non cambia. Vi fossilizzate su singole frasi, senza guardare al fatto che è proprio un discorso generale e di ampio respiro. Non posso analizzare la vita di 60milioni di persone e valutare le singole priorità di ognuno. Credo che tutti sprechiamo tempo durante la giornata, chi più, chi meno. il trucco sta nell'accorgersene e ottimizzare. 

Andrea_81 scrive:

Perdonami, ma il tuo articolo, come ti hanno già ampiamente fatto notare meglio di me molti altri utenti, è piuttosto superficiale. 

Trai conclusioni affrettate e, per lo più inesatte. A parte l'errore nello scegliere la definizione di tempo "sprecato" per il tempo libero non impiegato nel gioco da tavolo, esistono davvero persone che hanno poco tempo per i giochi, fidati. 

Un articolo che ha un suo perché, ma mi sembra molto semplicistico. Azzardo anche che mi sembra scritto da una persona senza figli. Prima di avere figli avrei potuto dedicare una domenica a un gioco di otto ore. Ora sarebbe molto complicato. Ultimamente gioco spesso, gioco anche con mia moglie e giochiamo quasi solo a giochi che si risolvono entro l'ora. Per fare una partita a terraforming Mars dobbiamo proprio organizzarci e incastrare tutto alla perfezione. Guardare una serie TV, il cellulare, i videogiochi, è un tempo impegnato in maniera diversa: se sei stanco e sai che i bambini si alzeranno alle 6 del mattino 365 giorni all'anno, festivi compresi, puoi immediatamente spegnere la tv e riaccenderla l'indomani da dove hai interrotto. Un gioco da tavolo no. A meno che non si abbia una stanza dedicata. Senza contare che per giocare magari arrivano ospiti e non è che a metà partita si può dire so è fatto tardi andatevene, interrompiamo tutto. Giocare di giorno ci. Bambini di 2 o 4 anni per casa che toccano tutto e ovviamente sono incuriositi da quello che fanno i grandi è impensabile. Insomma, per me sono i figli piccoli la discriminante. Se Andrenn ne avrà e non saranno i rari casi di bambini che dormono 12 ore e dove li metti stanno, improvvisamente non avrà tempo nemmeno lui di giocare. E magari inzierà a guardare più serie TV.  Poi ovvio, se il rapporto di coppia è quello di una volta in cui la moglie si occupa dei figli e il marito fa i cavoli o suoi e esce ogni sera tornando quando vuole (ne conosco, succede) o va via tutta la domenica per i fatti suoi, allora giocare 8 ore è possibile. Dove entrambi i genitori si occupano dei bambini è molto più difficile. 

Hai ragione, non ho figli. Ho però la fortuna di far parte di più gruppi di gioco, dove molto ma molto di frequente, gioco con persone che hanno figli di qualsiasi età (tralasciando chi gioca anche a giochi splotter con figli di 9-10 anni... Invidia). Solitamente per quello che mi raccontano, la fase critica in cui è difficile trovare spot per giocare, è fino ai 4-5 anni, poi diventa un po' meno difficile da gestire. Però ripeto magari saranno tutte persone molto fortunate, ma vi assicuro che non sono poche. Fra l'altro ho due genitori molto giovani e ricordo che quando ero molto piccolo, mi ritrovavo qualche sera a dormire dai nonni, talvolta con mio cugino e ci divertivamo un casino (ma questa è un'altra storia e altre circostanze). Ovviamente lungi da me sminuire la complessità della gestione del tempo libero in una famiglia con figli. 

 

Bubugod scrive:

Un articolo che ha un suo perché, ma mi sembra molto semplicistico. Azzardo anche che mi sembra scritto da una persona senza figli. Prima di avere figli avrei potuto dedicare una domenica a un gioco di otto ore. Ora sarebbe molto complicato. Ultimamente gioco spesso, gioco anche con mia moglie e giochiamo quasi solo a giochi che si risolvono entro l'ora. Per fare una partita a terraforming Mars dobbiamo proprio organizzarci e incastrare tutto alla perfezione. Guardare una serie TV, il cellulare, i videogiochi, è un tempo impegnato in maniera diversa: se sei stanco e sai che i bambini si alzeranno alle 6 del mattino 365 giorni all'anno, festivi compresi, puoi immediatamente spegnere la tv e riaccenderla l'indomani da dove hai interrotto. Un gioco da tavolo no. A meno che non si abbia una stanza dedicata. Senza contare che per giocare magari arrivano ospiti e non è che a metà partita si può dire so è fatto tardi andatevene, interrompiamo tutto. Giocare di giorno ci. Bambini di 2 o 4 anni per casa che toccano tutto e ovviamente sono incuriositi da quello che fanno i grandi è impensabile. Insomma, per me sono i figli piccoli la discriminante. Se Andrenn ne avrà e non saranno i rari casi di bambini che dormono 12 ore e dove li metti stanno, improvvisamente non avrà tempo nemmeno lui di giocare. E magari inzierà a guardare più serie TV.  Poi ovvio, se il rapporto di coppia è quello di una volta in cui la moglie si occupa dei figli e il marito fa i cavoli o suoi e esce ogni sera tornando quando vuole (ne conosco, succede) o va via tutta la domenica per i fatti suoi, allora giocare 8 ore è possibile. Dove entrambi i genitori si occupano dei bambini è molto più difficile. 

Parto dalla questione iniziale: "tantissimi si lamentano di non aver tempo per giocare".

Secondo me la questione cruciale è la programmazione, fatta per tempo, con le persone giuste, e la tigna di tenere il punto anche a fronte delle inevitabili difficoltà. Questo naturalmente se il Gioco da Tavolo è il vostro hobby di elezione, ma essendo questo un sito dedicato al GdT parto dal presupposto che sia così. Se così non fosse quanto segue non è dedicato a voi.

1) Avere una serata/giorno da dedicare al gioco è importante, ancora più importante è che sia un momento fisso che tutti sanno essere dedicato a quello e solo a quello. Lottare per mantenerlo di fronte alle inevitabili difficoltà è altrettanto importante, così come sapere che è inevitabile che qualche volta debba essere spostato (mai cancellato). 

2) Quelli che giocano con voi devono essere altrettanto motivati nel mantenersi quello spazio libero per il gioco, se non lo sono (diciamo al secondo bidone tirato per motivi futili) escludeteli, vi stanno rovinando un momento dedicato al vostro hobby (a cui evidentemente non tengono quanto voi). Con il tempo vi creerete un gruppo di gioco tagliato su misura in cui i giocatori entreranno e da cui se ne andranno con i flussi e riflussi della vita;

3) programmare per tempo il gioco da fare, il set up, lo studio delle regole sono tutti elementi importanti per accrescere il piacere del tempo di gioco, ma la cosa più importante è la tigna, cercare sempre di superare le difficoltà che si pongono tra noi e le nostre (poche) ore dedicate al gioco. Sarà dura all'inizio poi diventerà un tempo vostro, che gli altri rispetteranno, e che vi darà molta felicità. Tempo ben speso.  

Personalmente

Tutti i mercoledì sera mi trovo alle 19:00 con l'amico Fred, pizza veloce quattro chiacchere e poi verso le 20:15 cominciamo a giocare: Advanced Squad Leader. Sono 6 anni che lo facciamo tutte le settimane (periodo pandemico a parte), 3 figli lui, 2 figli io, entrambi sposati, tutti e due con lavori impegnativi. Capita mediamente una volta al mese che uno dei due non possa, anticipiamo al martedì oppure posticipiamo al giovedì o venerdì. Quasi mai la sessione salta. Fino all'anno scorso finivamo verso le 00:30 adesso anticipiamo alle 23:30 24:00 perché la sveglia di entrambi è puntata alle 06:45 e ci vogliono 40 minuti per tornare a casa. Questo è il modo in cui sono riuscito ad affinare le mie capacità in ASL ed a mettere in cascina una trentina di partite in più all'anno.

Da venticinque anni ho un gruppo di amici che si trova minimo una volta alla settimana (a volte due) presso la casa di Nando Ferrari per giocare giochi con 3+ giocatori (il gruppo conta una decina di persone anche se i duri e puri sono 4-5). Adesso c'è un gruppo whatsapp (prima le telefonate) il sabato o la domenica viene deciso un gioco, proposte un paio di serate e fioccano le adesioni fino al numero max di giocatori, Nando prepara il set up e ci si trova verso le 20:30-21:00 le defezioni sono inevitabili ma sono poche e giustificate da motivi seri vengono sempre accolte (un paio di tira-bidoni si sono avvicinati, ma sono stati prontamente allontanati). Nei multiplayer la defezione si assorbe più facilmente in quanto si scala di un giocatore. Qui si va più per le lunghe con partite che finiscono per le 01:00 - 01:30 questo è il motivo per cui personlamente riesco sempre più raramente a partecipare, Però gli altri continuano sempre a trovarsi. Ed anche qui parliamo di personale sposate, che lavorano (a parte un paio di pensionati).  

Aggiungo che molte volte finisco la giornata lavorativa completamente distrutto, la voglia sarebbe quella di dare buca, ma tengo duro e non me ne pento mai, anche se la mattina dopo sono uno straccio.     

I miei figli e mia moglie sanno che quando gioco sono contento e visto che con loro tendo a passare tutto il mio residuo tempo libero, non hanno nulla da eccepire, anzi mi incoraggiano. 

Tanta stima, non solo per come tieni duro nel fare una cosa che ti piace, anche a costo di sacrifici, ma quanto per aver capito il senso della mia provocazione. Il gdt può essere sostituito con qualsiasi altra passione, ma il succo del discorso non cambia. Bisogna coltivare le passioni, anche a costo di sacrifici di sonno e compromessi con i doveri. Alla fine il ritorno sarà sempre positivo per se stessi. 

cosarara scrive:

Parto dalla questione iniziale: "tantissimi si lamentano di non aver tempo per giocare".

Secondo me la questione cruciale è la programmazione, fatta per tempo, con le persone giuste, e la tigna di tenere il punto anche a fronte delle inevitabili difficoltà. Questo naturalmente se il Gioco da Tavolo è il vostro hobby di elezione, ma essendo questo un sito dedicato al GdT parto dal presupposto che sia così. Se così non fosse quanto segue non è dedicato a voi.

1) Avere una serata/giorno da dedicare al gioco è importante, ancora più importante è che sia un momento fisso che tutti sanno essere dedicato a quello e solo a quello. Lottare per mantenerlo di fronte alle inevitabili difficoltà è altrettanto importante, così come sapere che è inevitabile che qualche volta debba essere spostato (mai cancellato). 

2) Quelli che giocano con voi devono essere altrettanto motivati nel mantenersi quello spazio libero per il gioco, se non lo sono (diciamo al secondo bidone tirato per motivi futili) escludeteli, vi stanno rovinando un momento dedicato al vostro hobby (a cui evidentemente non tengono quanto voi). Con il tempo vi creerete un gruppo di gioco tagliato su misura in cui i giocatori entreranno e da cui se ne andranno con i flussi e riflussi della vita;

3) programmare per tempo il gioco da fare, il set up, lo studio delle regole sono tutti elementi importanti per accrescere il piacere del tempo di gioco, ma la cosa più importante è la tigna, cercare sempre di superare le difficoltà che si pongono tra noi e le nostre (poche) ore dedicate al gioco. Sarà dura all'inizio poi diventerà un tempo vostro, che gli altri rispetteranno, e che vi darà molta felicità. Tempo ben speso.  

Personalmente

Tutti i mercoledì sera mi trovo alle 19:00 con l'amico Fred, pizza veloce quattro chiacchere e poi verso le 20:15 cominciamo a giocare: Advanced Squad Leader. Sono 6 anni che lo facciamo tutte le settimane (periodo pandemico a parte), 3 figli lui, 2 figli io, entrambi sposati, tutti e due con lavori impegnativi. Capita mediamente una volta al mese che uno dei due non possa, anticipiamo al martedì oppure posticipiamo al giovedì o venerdì. Quasi mai la sessione salta. Fino all'anno scorso finivamo verso le 00:30 adesso anticipiamo alle 23:30 24:00 perché la sveglia di entrambi è puntata alle 06:45 e ci vogliono 40 minuti per tornare a casa. Questo è il modo in cui sono riuscito ad affinare le mie capacità in ASL ed a mettere in cascina una trentina di partite in più all'anno.

Da venticinque anni ho un gruppo di amici che si trova minimo una volta alla settimana (a volte due) presso la casa di Nando Ferrari per giocare giochi con 3+ giocatori (il gruppo conta una decina di persone anche se i duri e puri sono 4-5). Adesso c'è un gruppo whatsapp (prima le telefonate) il sabato o la domenica viene deciso un gioco, proposte un paio di serate e fioccano le adesioni fino al numero max di giocatori, Nando prepara il set up e ci si trova verso le 20:30-21:00 le defezioni sono inevitabili ma sono poche e giustificate da motivi seri vengono sempre accolte (un paio di tira-bidoni si sono avvicinati, ma sono stati prontamente allontanati). Nei multiplayer la defezione si assorbe più facilmente in quanto si scala di un giocatore. Qui si va più per le lunghe con partite che finiscono per le 01:00 - 01:30 questo è il motivo per cui personlamente riesco sempre più raramente a partecipare, Però gli altri continuano sempre a trovarsi. Ed anche qui parliamo di personale sposate, che lavorano (a parte un paio di pensionati).  

Aggiungo che molte volte finisco la giornata lavorativa completamente distrutto, la voglia sarebbe quella di dare buca, ma tengo duro e non me ne pento mai, anche se la mattina dopo sono uno straccio.     

I miei figli e mia moglie sanno che quando gioco sono contento e visto che con loro tendo a passare tutto il mio residuo tempo libero, non hanno nulla da eccepire, anzi mi incoraggiano. 

cosarara scrive:

Parto dalla questione iniziale: "tantissimi si lamentano di non aver tempo per giocare".

Secondo me la questione cruciale è la programmazione, fatta per tempo, con le persone giuste, e la tigna di tenere il punto anche a fronte delle inevitabili difficoltà. Questo naturalmente se il Gioco da Tavolo è il vostro hobby di elezione, ma essendo questo un sito dedicato al GdT parto dal presupposto che sia così. Se così non fosse quanto segue non è dedicato a voi.

1) Avere una serata/giorno da dedicare al gioco è importante, ancora più importante è ......

Bravo, DURO, PURO E TENACE.

Anche io cerco di mantenere una regolarità, con un approccio organizzativo di tipo militare....

Per motivi di lavoro esco da casa alle 7.20 del mattino e torno a casa alle 19.00 di sera. Fondamentalmente sto fuori da casa per lavoro 12 ore al giorno.

Nonostante tutto, mi sono organizzato e riesco a:

-Avere una serata di gioco in famiglia tutte le settimane con moglie e figlia di 15 anni;

-Avere il venerdì sera di gioco a casa di un amico, in 4-5 persone, tutte le settimane (mezz'ora di auto per arrivare).

Come hai detto tu, è importante tenere il punto, mantenere a tutti i costi la impostazione, altrimenti si finisce a guardare la TV tutte le sere.

Ci sono sere in cui sono mentalmente bollito, stanco e svuotato, e non ci sarebbe niente di meglio che spegnere il cervello davanti a una serie TV, ma invece no.

Anche se non me la sento la serata la faccio lo stesso, e a posteriori non me ne sono mai pentito. IDEM in famiglia.

Quando sei lì e devi cercare di vincere, il cervello comincia a far produrre adrenalina e le energie ti tornano...il difficile è iniziare.

Nota tecnica: io e i miei amici siamo tutti cinquantenni e oltre, quindi se ce la facciamo noi...

 

Bello spunto e grazie per il tempo regalatoci per scriverlo e rispondere a tutti i commenti. Sicuramente ne è servito di più che a noi per leggere. 

È da tempo che son certo di stare sbagliando qualcosa nella mia vita. Ora sono ancor più depresso alla luce di quanto esposto.

Una chiave di volta è sicuramente l'autodisciplina, ma ormai sono uno scafo alla deriva.

Bravo, DURO, PURO E TENACE.

Anche io cerco di mantenere una regolarità, con un approccio organizzativo di tipo militare....

Sono perfettamente d'accordo.
Condivido anche io la mia esperienza.
Prima di avere figli avevamo 2 serate gioco a settimana infrasettimanali, più qualche serata spot nel weekend in occasione di meteo avverso che fa passare la voglia di uscire.
Ora ho due figli di 2 e 5 anni. In questa fase della vita il binomio famiglia + lavoro mi impegna al 99%: mi concedo un paio d'ore a settimana e al momento preferisco dare priorità alla partita di pallone. Lo spazio per gioco da tavolo, libri, fumetti, cinema, musica e altri interessi personali non riesco proprio a trovarlo.
Capita giusto ogni tanto nel weekend, se siamo a casa di amici con figli e i bambini giocano bene, noi adulti riusciamo a tirare fuori un gioco.. ma siamo costretti a scegliere sempre cose abbastanza leggere, vuoi per il tempo a disposizione, vuoi per il fatto che è non detto che i genitori degli amichetti abbiano la passione per i gdt.
Però sono speranzoso, non vedo l'ora di iniziare a giocare a qualcosa di serio coi miei figli (al momento la grande è campionessa di Spinderella, Hedgeog Roll e Indovina Chi) e quando loro saranno un po' più grandi e autonomi sicuramente riattiveremo le serate gioco.

Grazie all'autore: ha dato il via ad una interessante condivisione.
Sicuramente alcune delle considerazioni espresse nell'articolo sono semplicistiche, ma non mi sembra corretto criticare per questo: se l'obiettivo era suscitare una reazione e una condivisione di esperienze da parte di tutti l'obiettivo è pienamente centrato.

Chi, per il suo background di studi/conoscenze/interessi, ha la possibilità di formulare considerazioni più elevate, piuttosto che criticare basterebbe banalmente che le condividesse con tutti.
Ho visto citati autori che conosco ma che non ho approfondito su questo tema, e anche autori che non conosco.. nei limiti di spazio che un post su un forum può concedere sarei davvero interessato a sapere come costoro hanno considerato il problema. Credo che sarebbe un grande arricchimento per tutti.

Secondo me hai scritto un articolo simpatico, leggero ma interessante, ho difficoltà a capire cotante critiche.

In generale (ma sempre facendo un discorso moooolto semplicistico) sono d'accordo che se una persona ha una vita organizzata in un modo da non riuscire a dedicare qualche ora settimanale al proprio hobby, qualunque esso sia, qualcosa non quadra. Poi chiaramente ci possono essere mille ragioni: mancanza di amici che condividono l'hobby, essere genitori single con figli piccoli, esigenza momentanea di molto lavoro, ecc..

Giusto per condividere la mia esperienza, ho 39 anni, una figlia di dieci e lavoro 5 notti alla settimana. Nonostante qualche difficoltà ad incastrarmi con gli amici riesco sempre ad organizzare almeno una serata a settimana per giocare, ovviamente a discapito di altre cose che mi interessano di meno come serie tv o videogame. Anche ora che sono sotto trasloco e alle 40 ore di lavoro ne aggiungo altrettante per la casa nuova, non mi faccio mancare il mio spazio personale per il mio amato hobby

Sembra facile da dire, ma cerca di sacrificare qualche rottura di palle per dare spazio a qualcosa che ti rende felice, anche poco, ma è già qualcosa. 

Marhault scrive:

Bello spunto e grazie per il tempo regalatoci per scriverlo e rispondere a tutti i commenti. Sicuramente ne è servito di più che a noi per leggere. 

È da tempo che son certo di stare sbagliando qualcosa nella mia vita. Ora sono ancor più depresso alla luce di quanto esposto.

Una chiave di volta è sicuramente l'autodisciplina, ma ormai sono uno scafo alla deriva.

Grazie per il contributo. 

Ero consapevole del tono provocatorio delle mie parole, però la "rabbia" sottesa in alcuni commenti era inaspettata. Tralasciando i soliti commentatori provocatori e bastiancontraristi del forum (circa un paio presenti anche in questo articolo), alcuni commenti sembrano avere una rabbia repressa che sembra voler dire, neanche troppo fra le righe, "che ca..o vuoi che ne capisca questo cogl...e qui, a quest'ora non ha figli, ha un lavoro senza stress etcetc". Senza magari pensare che parlo sì in modo generalistico e poco argomentato, ma con cognizione di causa. 

Detto questo, sono contento che sono più le persone che hanno capito il senso intrinseco dell'articolo, di quelle che lo hanno travisato. Ma ci sta tutto, anche le critiche. 

Francesco Rimini scrive:

Secondo me hai scritto un articolo simpatico, leggero ma interessante, ho difficoltà a capire cotante critiche.

In generale (ma sempre facendo un discorso moooolto semplicistico) sono d'accordo che se una persona ha una vita organizzata in un modo da non riuscire a dedicare qualche ora settimanale al proprio hobby, qualunque esso sia, qualcosa non quadra. Poi chiaramente ci possono essere mille ragioni: mancanza di amici che condividono l'hobby, essere genitori single con figli piccoli, esigenza momentanea di molto lavoro, ecc..

Giusto per condividere la mia esperienza, ho 39 anni, una figlia di dieci e lavoro 5 notti alla settimana. Nonostante qualche difficoltà ad incastrarmi con gli amici riesco sempre ad organizzare almeno una serata a settimana per giocare, ovviamente a discapito di altre cose che mi interessano di meno come serie tv o videogame. Anche ora che sono sotto trasloco e alle 40 ore di lavoro ne aggiungo altrettante per la casa nuova, non mi faccio mancare il mio spazio personale per il mio amato hobby

Bah dipende, mi pare un po' buttata lì come opinione. Per quanto il concetto sia vero, sono dell'idea che giocare debba essere un piacere e che se mi interessa riesco a trovarci qualche ora a settimana. Il punto è quindi più l'interesse che non il tempo, o al limite quanto il lavoro sia stressante. Nel mio gruppo, che nasce come gruppo gdr, ho avuto tante persone che hanno fatto qualche sessione e poi hanno iniziato a sparire, a venire una volta si e tre no e via dicendo. Ecco, tutte quante queste persone, a parte che nella breve esperienza con me, non hanno più inserito i giochi da tavolo nella loro vita, con buona pace di tutti si intende. Eppure erano tutti entusiasti di giocare, ma prendevano la cosa estremamente alla leggera, più come un'alternativa che come una serata dedicata ad un certo hobby.

Quindi per me è più l'interesse che si vuol mettere nell'attività più che il tempo a disposizione. 

andrenn87 scrive:

Grazie per il contributo. 

Ero consapevole del tono provocatorio delle mie parole, però la "rabbia" sottesa in alcuni commenti era inaspettata. Tralasciando i soliti commentatori provocatori e bastiancontraristi del forum (circa un paio presenti anche in questo articolo), alcuni commenti sembrano avere una rabbia repressa che sembra voler dire, neanche troppo fra le righe, "che ca..o vuoi che ne capisca questo cogl...e qui, a quest'ora non ha figli, ha un lavoro senza stress etcetc". Senza magari pensare che parlo sì in modo generalistico e poco argomentato, ma con cognizione di causa. 

Detto questo, sono contento che sono più le persone che hanno capito il senso intrinseco dell'articolo, di quelle che lo hanno travisato. Ma ci sta tutto, anche le critiche. 

 

Francesco Rimini scrive:

 

Secondo me hai scritto un articolo simpatico, leggero ma interessante, ho difficoltà a capire cotante critiche.

In generale (ma sempre facendo un discorso moooolto semplicistico) sono d'accordo che se una persona ha una vita organizzata in un modo da non riuscire a dedicare qualche ora settimanale al proprio hobby, qualunque esso sia, qualcosa non quadra. Poi chiaramente ci possono essere mille ragioni: mancanza di amici che condividono l'hobby, essere genitori single con figli piccoli, esigenza momentanea di molto lavoro, ecc..

Giusto per condividere la mia esperienza, ho 39 anni, una figlia di dieci e lavoro 5 notti alla settimana. Nonostante qualche difficoltà ad incastrarmi con gli amici riesco sempre ad organizzare almeno una serata a settimana per giocare, ovviamente a discapito di altre cose che mi interessano di meno come serie tv o videogame. Anche ora che sono sotto trasloco e alle 40 ore di lavoro ne aggiungo altrettante per la casa nuova, non mi faccio mancare il mio spazio personale per il mio amato hobby

 

 

Guarda, ciò che ho notato io è meno una presunta rabbia repressa nei commenti, e più una certa immaturità nei tuoi interventi, evidente nell'incapacità di lasciare che le tue parole stimolassero un dibattito libero e nella necessità di rispondere invece a ogni singola nota negativa per rettificare, chiarire, controbattere, difendere, rilanciare... Un atteggiamento che non fa mai bene a un estensore di articoli, perché le proprie parole, una volta affidate alla forma scritta e al contesto pubblico, smettono di essere solo "proprie" e prendono una loro vita indipendente, per cui diventa giusto lasciargli respiro e libertà, permettendogli di ispirare una discussione franca e aperta anche oltre le proprie intenzioni iniziali, senza stare lì a osteggiare e soffocare sul nascere opinioni discordanti, facendo inevitabilmente pesare il proprio ruolo di "fonte originaria" delle parole oggetto del dissenso. Perché una cosa dovrebbe essere chiara sopra ogni altra, quando si scrive in contesti pubblici: se anche qualcuno attaccase le tue parole, attaccherebbe solo quelle, e non te. Tu non sei le tue parole. In una conversazione dal vivo funziona diversamente, e sono certo che chiunque di noi discutendo amichevolmente faccia a faccia finirebbe col trovare punti in comune, riferimenti condivisi, magari davanti a un bicchiere di vino o a un gioco da tavolo, e poi via di risate, pacche sulle spalle, etc. Ma la parola scritta non funziona così. Io chiamo immaturità l'incapacità di staccarsi dalle proprie parole scritte, che sono sempre una pietra lanciata in un mare di altre parole scritte, e una volta lanciate, i cerchi che producono sono - devono essere - oltre il nostro controllo e oltre il nostro intervento correttivo. Se ti sembra che qualcuno malinterpreti le tue parole, vuol semplicemente dire che magari, PER COME LE HAI SCELTE, avevano più significati possibili di quanto tu stesso ti aspettassi, più possibilità interpretative, e la bravura e la maturità di un estensore di articoli sta nel capire e apprezzare quanto questo rappresenti UN VALORE AGGIUNTO al dibattito, e non un pericolo all'integrità della propria visione... Chi si esprime per iscritto in un contesto pubblico espone e affida sempre le proprie parole (e solo quelle) alla libera reinterpretazione altrui, è lì che sta il gioco e la scelta e il rischio, sennò meglio rimanere alle conversazioni private, amicali, soggette a infinita sospensione, infinita revisione, e soprattutto all'oblio che tutto perdona e tutto risolve. In amicizia, e fino alla prossima.

Condivido gran parte di quello che mi hai scritto e cercherò di farne tesoro e ti ringrazio.

Vorrei però solamente specificare 3 cose:

- ho risposto a tutti per educazione, anche a quelli in accordo. non ho risposto solo a chi mi andava contro, per giustificare in modo poco maturo la mia tesi.

- se delle parole stimolano un dibattito pubblico, non trovo corretto il definire poco maturo il controbattere e creare contraddittorio. 

- per i concetti travisati, al 99% è come dici tu un "errore di scelta della mie parole". Però talvolta c'è chi capisce solo quello che vuole capire e cerca lo scontro.

ad ogni modo, grazie per i consigli ;)

aitan_3 scrive:

andrenn87 scrive:

 

Grazie per il contributo. 

Ero consapevole del tono provocatorio delle mie parole, però la "rabbia" sottesa in alcuni commenti era inaspettata. Tralasciando i soliti commentatori provocatori e bastiancontraristi del forum (circa un paio presenti anche in questo articolo), alcuni commenti sembrano avere una rabbia repressa che sembra voler dire, neanche troppo fra le righe, "che ca..o vuoi che ne capisca questo cogl...e qui, a quest'ora non ha figli, ha un lavoro senza stress etcetc". Senza magari pensare che parlo sì in modo generalistico e poco argomentato, ma con cognizione di causa. 

Detto questo, sono contento che sono più le persone che hanno capito il senso intrinseco dell'articolo, di quelle che lo hanno travisato. Ma ci sta tutto, anche le critiche. 

 

Francesco Rimini scrive:

 

Secondo me hai scritto un articolo simpatico, leggero ma interessante, ho difficoltà a capire cotante critiche.

In generale (ma sempre facendo un discorso moooolto semplicistico) sono d'accordo che se una persona ha una vita organizzata in un modo da non riuscire a dedicare qualche ora settimanale al proprio hobby, qualunque esso sia, qualcosa non quadra. Poi chiaramente ci possono essere mille ragioni: mancanza di amici che condividono l'hobby, essere genitori single con figli piccoli, esigenza momentanea di molto lavoro, ecc..

Giusto per condividere la mia esperienza, ho 39 anni, una figlia di dieci e lavoro 5 notti alla settimana. Nonostante qualche difficoltà ad incastrarmi con gli amici riesco sempre ad organizzare almeno una serata a settimana per giocare, ovviamente a discapito di altre cose che mi interessano di meno come serie tv o videogame. Anche ora che sono sotto trasloco e alle 40 ore di lavoro ne aggiungo altrettante per la casa nuova, non mi faccio mancare il mio spazio personale per il mio amato hobby

 

 

 

 

Guarda, ciò che ho notato io è meno una presunta rabbia repressa nei commenti, e più una certa immaturità nei tuoi interventi, evidente nell'incapacità di lasciare che le tue parole stimolassero un dibattito libero e nella necessità di rispondere invece a ogni singola nota negativa per rettificare, chiarire, controbattere, difendere, rilanciare... Un atteggiamento che non fa mai bene a un estensore di articoli, perché le proprie parole, una volta affidate alla forma scritta e al contesto pubblico, smettono di essere solo "proprie" e prendono una loro vita indipendente, per cui diventa giusto lasciargli respiro e libertà, permettendogli di ispirare una discussione franca e aperta anche oltre le proprie intenzioni iniziali, senza stare lì a osteggiare e soffocare sul nascere opinioni discordanti, facendo inevitabilmente pesare il proprio ruolo di "fonte originaria" delle parole oggetto del dissenso. Perché una cosa dovrebbe essere chiara sopra ogni altra, quando si scrive in contesti pubblici: se anche qualcuno attaccase le tue parole, attaccherebbe solo quelle, e non te. Tu non sei le tue parole. In una conversazione dal vivo funziona diversamente, e sono certo che chiunque di noi discutendo amichevolmente faccia a faccia finirebbe col trovare punti in comune, riferimenti condivisi, magari davanti a un bicchiere di vino o a un gioco da tavolo, e poi via di risate, pacche sulle spalle, etc. Ma la parola scritta non funziona così. Io chiamo immaturità l'incapacità di staccarsi dalle proprie parole scritte, che sono sempre una pietra lanciata in un mare di altre parole scritte, e una volta lanciate, i cerchi che producono sono - devono essere - oltre il nostro controllo e oltre il nostro intervento correttivo. Se ti sembra che qualcuno malinterpreti le tue parole, vuol semplicemente dire che magari, PER COME LE HAI SCELTE, avevano più significati possibili di quanto tu stesso ti aspettassi, più possibilità interpretative, e la bravura e la maturità di un estensore di articoli sta nel capire e apprezzare quanto questo rappresenti UN VALORE AGGIUNTO al dibattito, e non un pericolo all'integrità della propria visione... Chi si esprime per iscritto in un contesto pubblico espone e affida sempre le proprie parole (e solo quelle) alla libera reinterpretazione altrui, è lì che sta il gioco e la scelta e il rischio, sennò meglio rimanere alle conversazioni private, amicali, soggette a infinita sospensione, infinita revisione, e soprattutto all'oblio che tutto perdona e tutto risolve. In amicizia, e fino alla prossima.

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