Giochi da Tavolo e Tavolo da gioco: affinità e divergenze

Roulette
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La mia esperienza di croupier...

Editoriale
Giocatori

I giochi da tavolo sono il mio hobby, il tavolo da gioco è la mia professione
Sono un croupier di una casa da gioco (propriamente: un casinò).

Quando faccio una nuova conoscenza, e salta fuori qual è il mio lavoro, di solito c'è molta curiosità. Mi vengono rivolte quasi sempre le stesse domande. Eccole, con la mia risposta abituale:

  • “Beato te che ti diverti mentre lavori!” 

Sbagliato. A meno che non vi piaccia stare in mezzo a gente che si lamenta, perde le staffe, litiga con gli altri giocatori, e spesso manda affanxxxo il croupier. Sì, perchè il giocatore d'azzardo ritiene di dovere dare la colpa a qualcuno se perde i suoi soldi. E il colpevole deve essere senza dubbio quello con la camicia bianca, il gilet e il farfallino.

  • “Ma è vero che voi croupier potete imbrogliare?”

Sì e no. Mi spiego. Noi siamo tenuti professionalmente a gestire il gioco nella maniera più corretta, fluida e chiara possibile. Immaginateci come degli arbitri di calcio. Se nessuno dopo la partita parla dell'arbitro, vuol dire che ha fatto bene il suo lavoro.
Non abbiamo nessun interesse a imbrogliare per favorire la casa da gioco... a meno che uno si metta in testa di favorire un cliente. Questo è un caso raro, ma purtroppo succede. E di solito porta al licenziamento. Per tornare alla metafora di prima: metti che l'arbitro si è innamorato del centravanti della squadra di casa e ogni partita gli fischia tre rigori a favore. Ok, lo può fare, ma la carriera di quell'arbitro molto probabilmente durerà poco, non appena la “tresca” viene scoperta.

  • “Hai mai visto qualcuno vincere/perdere tanto?”

Sì, molte volte. E si parla di somme a sei cifre. 

  • “Tu che ami i giochi, hai trovato il posto di lavoro giusto per te!”

Questa osservazione (che mi fanno anche dei parenti stretti) è per me tra le più fastidiose, perchè fa confusione tra i due significati  - lontani, quasi inconciliabili - della parola “gioco”
Dii solito o rispondo, cercando di mantenere la calma, che detesto il gioco d'azzardo, non mi piace la roulette, non ho mai comperato un gratta e vinci, non scommetto sulle partite del campionato danese, detesto il lotto e i suoi derivati.
E però amo giocare con i miei amici, la sera dopo cena, mettendo in fila piccoli vagoncini per collegare Portland a Seattle, crivellare di colpi il rinnegato, cercare di affondare gli altri galeoni per arrivare a Port Royal prima di loro.
Io lo so (e voi anche lo sapete, ovviamente, amici pelleverde) che le due cose non potrebbero essere più diverse. Ma perché la gente fa ancora confusione? Fare chiarezza semantica deve essere una nostra priorità.

  • "Ma è vero che guadagni 10 mila al mese? Più le mance?”

Purtroppo no, non è vero. Molto meno. Certo, prendo più di un impiegato delle poste. Ma credetemi, non conduco una vita da sceicco. E non posso permettermi di comprare un gioco tutti i mesi!

  • “Come mai non vieni al pranzo di Natale dalla zia Fernanda?! Come sarebbe a dire che lavori?”

Si lavora tutti i giorni dell'anno, compresa Pasqua, Ferragosto etc. Anzi, nei giorni di festa si lavora di più. “Ma che razza di persone vanno al casinò nel giorno di Natale”, mi chiederete. Eh purtroppo ci sono molte persone sole. Spesso hanno alle spalle separazioni dolorose, dovute proprio al loro vizio. Incapaci di affrontare se stessi in un giorno così carico di significati emotivi, prefersicono assecondare il loro demone del gioco, e sperperare i propri soldi anche il 25 dicembre. Sad but true.

(E comunque, non è che impazzissi dalla voglia di andare dalla zia Fernanda. Onestamente.)

  • “Tu che sai tutti i trucchi, dimmi come fare a vincere”

Qui purtroppo vi devo deludere. Conosco molti trucchi, non tutti. Ma sono tutti imbrogli, forse il giudice direbbe “truffe”. Quindi non vi insegnerei mai niente del genere, né metterei a repentaglio il mio posto di lavoro e il benessere della mia famiglia per uno sciocco capriccio.
Sarò invece molto banale: il trucco per vincere è... non giocare. Tutto qua.

  • “Ma voi croupier giocate d'azzardo?”

Beh sì, come tutti. Come nelle categorie dei camionisti, dei dentisti e dei geometri, qualcuno gioca e qualcun altro no. E un croupier, quando gioca, non ha “poteri”; a volte vince, più spesso perde, come tutti gli altri. Nonostante sappia che le regole del gioco sono statisticamente a suo sfavore. Nonostante abbia visto centinaia di persone ridursi sul lastrico. Eppure, misteriosamente, gioca.

  • “È vero che la pallina della roulette/le carte da gioco/i dadi sono truccati?”

No. Il casinò non rischierebbe mai di chiudere, ricorrendo a dei mezzi sporchi. Dopo tutto, dà da mangiare a centinaia di dipendenti e relative famiglie (non esagero). Sono sicuro che tutto, almeno in Italia, è a norma di legge
Se invece andate a giocare in una bisca, oppure in un casinò in Africa o in Asia, sappiate che potreste trovare una legislazione meno severa e rigida della nostra. In quel caso, mettete in conto la possibilità che il gioco sia leggermente manomesso, per favorire il suo proprietario. 

  • “Il mio vicino di casa si è giocato l'azienda e la casa al mare. Com'è possibile? Non ti senti responsabile?”

È possibile, perché abusare del gioco d'azzardo può creare dipendenza patologica. Hanno coniato recentemente un nome per descrivere questo disturbo: “ludopatia”. E da qualche anno chi ne soffre può andare al SERT a chiedere aiuto (sì, esatto, dove vanno anche i tossicodipendenti).
Non mi sento responsabile se un giocatore si rovina. (Voi direste a un tabaccaio che è colpa sua, se nonno Angelo si è avvelenato i polmoni coi toscanelli?)
Posso provare pietà per lui, ma in fondo la scelta è sua, nessuno lo obbliga. 
Certo, preferisco i giocatori che "si limitano", cioè che giocano il giusto, e si divertono, piuttosto che giocatori "cronici" che dilapidano il loro patrimonio.
Ma il mio lavoro non è curare la loro psiche: sarebbe interessante, ma non sono stato formato per questo. Non ne sarei capace.

E con questo chiudo. Sarò felice di rispondere alle vostre domande e/o curiosità, volendo anche nel forum.

Black Jack
Black Jack

Commenti

Somme a sei cifre in lire o in euro?

Ti ringrazio per il tuo intervento, davvero interessantissimo.
E le domande a cui hai risposto sono effettivamente le prime che mi sarebbero venute in mente.

Aggiungo che, come non ha senso prendersela con il croupier per una sconfitta al tavolo, ho sempre pensato che dare una mancia al croupier per una vittoria, per quanto ingente, fosse sbagliato (Ti chiedo scusa, immagino che la cosa a te non dispiaccia XD).
Il croupier in quella situazione sta "semplicemente" svolgendo il suo lavoro, e per quanto magari gli potrebbe anche far piacere se vincessero sempre tutti, ovviamente questo non è possibile ed egli come hai sottolineato non ha alcun controllo della cosa.
Però è un abitudine molto diffusa, specialmente tra i giocatori abituali. Che però non si sentono in dovere di dare la mancia a un postino quando gli porta una lettera, nonostante stia anche lui svolgendo semplicemente il suo lavoro...

Ancora grazie per il tuo articolo.

Un tema delicato che personalmente conosco (tramite un parente alla lontana ) . Putroppo ad oggi c'è il problema che SE la persona non si sente schiava/dipendente del gioco (ma potremmo dire anche di altre dipendenze ) , lo riconosce ed accetta di farsi aiutare ( magari pensa sia una sconfitta, mentre è una forma di umiltà ed il primo passo x rinascere ) è veramente difficile "da esterni" convincerlo ad andare a questi centri tipo SERT. 

Oltretutto al giorno d'oggi che viviamo una vita più frenetica e orientata a noi stessi , è sempre piu' difficile accettare consigli da familiare .. magari uno è portato a pensare che abbia un interesse personale o economico .        

In euro. Ovviamente.

 

beati chi ne ha così tanti da poter sperperare...

In euro. Ovviamente.

 

beati chi ne ha così tanti da poter sperperare...

Credo che il problema stia nel fatto che molti non ne hanno comunque e si indebitano...

Aggiungo che, come non ha senso prendersela con il croupier per una sconfitta al tavolo, ho sempre pensato che dare una mancia al croupier per una vittoria, per quanto ingente, fosse sbagliato. 
Il croupier in quella situazione sta "semplicemente" svolgendo il suo lavoro.
Però è un abitudine molto diffusa, specialmente tra i giocatori abituali. Che però non si sentono in dovere di dare la mancia a un postino quando gli porta una lettera, nonostante stia anche lui svolgendo semplicemente il suo lavoro...

Non ho volutamente affrontato il discorso mance, poiché so di entrare in un ginepraio. Vabbe' ora ci provo:

la mancia al croupier è una vecchia consuetudine, ma non è un obbligo. Ci sono molti clienti che si rifiutano di farlo, anche quando vincono, e anche se la cosa non mi fa piacere - ovviamente - nessuno li può costringere.

L'esempio che hai fatto (del postino) non è molto calzante. Metti che ti porta una bella notizia, magari ti informa che hai ereditato, che so?, un milione dallo zio in Canada. Non mi pare assurdo che gli regali 50 euro. (Tra parentesi, ricordo che i miei erano soliti fare il regalo di Natale al postino di fiducia).

Comunque, dicevo, il paragone è meglio farlo con la categoria dei camerieri, a noi affine (e non solo per la divisa). Se vai al ristorante e mangi bene, il cameriere è simpatico, disponibile e veloce, be' trovo naturale dargli la mancia, no?

Oppure il tassista. Se sei contento del servizio, potresti lasciargli "il resto". Sono categorie che stanno "solamente svolgendo il loro lavoro", come dici tu, ma che non sono in imbarazzo se gli allunghi qualche extra.

Ciò detto, le mance (contrattualmente si chiamano "introiti aleatori") dovrebbero sempre essere libere elargizioni, non "estorsioni". Il cliente deve essere soddisfatto del trattamento, soprattutto. E' il primo punto del nostro elenco.

Chi mi ha insegnato il mestiere mi ripeteva: "se non hai preso la mancia, non è per il cliente tirchio, ma perché tu non sei stato abbastanza bravo". E qui bravo che vuol dire? Non posso certo fare vincere chi mi sta simpatico. Però posso cercare di essere gentile con tutti, anche con chi mi augura il tumore; farlo sentire a suo agio, e magari ricordare qual è il suo colore di fiches preferito, con quale mano lo devo pagare - e altre caxxate del genere.

Solo così posso sperare di prendere la mancia, avendo la sensazione di meritarmela. Il croupier musone e scontroso, che pretende "il pezzo", fa del male all'azienda e alla categoria.

Essere ossessionati dal giocare d’azzardo è una cosa veramente particolare, credo che vi sia una profonda differenza tra chi ama farlo e chi no, non voglio dire che uno sia migliore dell’altro, anche se reputo il gioco d’azzardo una cosa negativa soprattutto nei casi in cui diventa patologico, ma chissà cosa scatta nella mente di queste persone e chissà perché lo trovano così coinvolgente: a me i giochi d’azzardo non piacciono non divertono per nulla, certo vincere soldi è bello ma mi arrabbio troppo a perderli (anche 1€). :)

 

Grazie per aver condiviso l’esperienza, nella tana si legge anche di questo, chapeau.

Continuo a pensare - per il fascino che queste figure hanno sempre avuto su di me - che sia questo articolo che il topic sul forum siano interessantissimi, e ringrazio sentitamente l'autore dell'articolo per essersi messo in gioco con noi nel mostrarci una parte della sua vita lavorativa, affrontando anche alcuni punti delicati con molto equilibrio :)

Grazie e complimenti :)

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