Ohhhh.
acquisto sicuro per me!
Un librogame di respiro ambizioso, curato fino all’estremo.
La Aristea è una piccola casa editrice specializzata in librigame, ma per emergere nel mare magnum della offerta editoriale ha sempre cercato di avere a catalogo delle realizzazioni particolari, con tematiche differenti ed eventuali sperimentazioni.
In questo caso parlo della seconda uscita della loro collana dedicata al futuro distopico (Collana Road To Dusk).
Il primo libro è stato Hong Kong Hustle, trionfo del cyberpunk, di notevole successo ed ora uscito nuovamente in una edizione extralusso.
Per mantenere alta l'asticella qualitativa, l’editore è uscito con un nuovo libro, storia unica ma caratterizzata da una impostazione editoriale tutta speciale: cofanetto doppio, con mappa in cartoncino e segnalibro.
Trattasi di Favelle Orbitali.
L’autrice è Marta Palvarini, alla sua prima esperienza come scrittrice di libri-gioco, ma reduce della realizzazione del GDR ambientato nel medesimo contesto del libro: le Dura-Lande.
Teoricamente in questo caso dovrei parlare di ecopunk come approccio letterario…
Nota importante: non approfondirò troppo certi argomenti specifici, perché vorrei lasciare a chi decide di acquistarlo il gusto di scoprire alcune cose da solo.
“Un VaporTruck, grosso turbo-coso filante, inchioda per non investirti. Un Trucker scende dalla cabina. Gente pericolosa. Eppure…ti fa segno di salire. Ti chiede un obolo. Gli bargagni un sacco di colza. Filate via ruggenti e listi.”
La storia (anzi le storie…) è ambientata in una terra italica post-poliorcesi (guerra tra multinazionali), specificamente in una zona della fu-Toscana. L’Italia come entità geografica è ora le Dura-Lande…
L’organizzazione sociale è regredita allo stato di Clan, definiti Clade, assimilabili parzialmente alle grandi Casate familiari del rinascimento italiano, ma mescolate anche con tipici raggruppamenti sociali del medesimo orientamento politico, scientifico, sociale, etnico, ecc..
Troviamo quindi la Clade De Medici, Clade Bios, Clade-org, Clade Lucente…
Geograficamente la toponomastica delle Regioni, Città, etc. è stata completamente cambiata, alcuni luoghi sono spariti e altri sono ora associati più a idee o linguaggi o concetti, che all’origine storica.
Non è sparita la tecnologia pre-cataclisma, ma sicuramente è cosa più rara e accessibile a pochi.
Il linguaggio sia scritto che parlato è un misto di fraseggio tipico toscano, inquinato dalla italianizzazione di termini anglofoni e altre mescolanze linguistiche.
Può ricordare come approccio il “Cityspeak” di Blade Runner, che esaltava la mescolanza di etnie e nazioni in un contesto linguistico popolare.
Il tutto però non appesantisce assolutamente la lettura, ma la rende gradevole e intuitiva (contrariamente a Neuromante…), segno che l’autrice ha saputo dosare le mescolanze senza eccedere. Il che non è cosa da poco.
“Il Birro punta il dito contro di te: -Ma cristallino! Ecco dove ti ho viduta! Tu, Tu…. sei una terrorista ricercata!
Un manifesto di taglia, antedotto sì, vecchio, ce l’ho in ufficio….- Poi brusisce tra sé e sé, sembra affranto -sono proprio un sottone di svago…-
-Sì lo sei, anticogitante di un Birro- osservi tra te e te.”
Qui abbiamo il trionfo della asimmetria.
Tecnicamente possiamo scegliere tra tre personaggi, totalmente diversi da loro come estrazione sociale, conoscenza, esperienza, attributi ed equipaggiamento di partenza.
Non ultimo ma più importante questi tre personaggi hanno degli scopi totalmente diversi da perseguire.
Non si tratta quindi di una storia, ma bensì di tre storie, che si intrecciano nella medesima zona geografica.
Ovviamente le caratteristiche di ogni personaggio lo renderanno più adatto ad un approccio di gioco diverso.
Ogni personaggio ha un suo background culturale di provenienza e l’equipaggiamento è coerente con questo. Ci si aspetta come in una specie di gioco di ruolo, che il lettore cerchi di fare scelte a sua volta coerenti con il tipo di personaggio scelto.
Comunque il libro ha un sistema di autodifesa da scelte esageratamente sballate.
Non potrà quindi essere meccanicamente consentito che il mite e scalcagnato raccoglitore di colza OGM riesca a massacrare di botte otto guardie della security…
Il tipo di libro è totalmente diceless, quindi non ci sono fattori casuali che possono alterare il flusso del gioco.
Le statistiche di vittoria su degli incontri/scontri sono legate ai bonus e malus accumulati nel corso della storia.
Alcune armi per esempio danno bonus in combattimento. Delle ferite danno malus permanenti. Alcuni strumenti danno bonus in test.
La somma matematica dei bonus/malus deve superare la soglia richiesta nell’evento.
Molto semplice.
Qui non voglio entrare nei dettagli per non alterare il gusto della scoperta.
Possiamo considerare comunque la presenza di questi tre personaggi, che con diverse motivazioni e scopi sono interessati a entrare in una filiale di una Corporation che per motivi ignoti si è insediata in una zona geograficamente non plausibile per delle attività produttive.
Quindi è palese che ci sono altre motivazioni oscure…
Il lettore interpreterà uno di questi personaggi. La storia partirà dal paesino nel quale si è insediata questa filiale.
Considerando la presenza di oltre 900 pagine complessive, la storia (o le storie) è stata divisa in due volumi.
Intelligentemente uno dei libri tratta tutti i paragrafi che sono associati a ciò che avviene all’esterno della filiale e l’altro al suo interno. É quindi lineare il passaggio da un libro all’altro.
Non ci troviamo quindi davanti al livello di frustrazione che generavano i libri game della serie Fighting Fantasy.
É possibile quindi arrivare a compimento delle storie senza grossi drammi, ma comunque in maniera estremamente articolata.
Ovviamente considerando la estrema asimmetria dei personaggi, come minimo tre volte occorre giocarci, perché sono tre storie diverse, che percorrono strade decisamente diverse.
In realtà sono tali e tante le informazioni acquisibili scegliendo le varie possibili ramificazioni delle storie, che la voglia di riprovare in ogni caso lo stesso personaggio c’è.
Inutile negare che un costo superiore ai 30 euro non è indifferente.
Però si sta parlando di due libri con cofanetto, impreziositi da una mappa in cartoncino delle Dura-Lande e un segnalibro dedicato (che ha uno scopo funzionale alla scheda personaggio, come scoprirà chi acquista il libro).
I libri sono in brossura, con diverse ottime illustrazioni di Fabio Porfidia, che ben rendono la atmosfera.
Considero che come allestimento grafico ed editoriale ci sia stato un notevole sforzo, anche se altre 4-5 immagini a tutta pagina non avrebbero guastato.
É un po' più libro e un po' meno gioco rispetto al precedente, ma in compenso ha un solidissimo background e una impostazione stilistica decisamente notevole. É un piacere leggere gli sconvolgimenti lessicali dei paragrafi, con quello slang post-italico-neo-toscano che si cala perfettamente nell’atmosfera.
Sono stato favorevolmente impressionato che non solo si è cambiata totalmente l'ambientazione, ma che anche l’approccio di gioco e stilistico è stato completamente rivoluzionato rispetto al libro precedente.
Quindi decisamente non si può parlare di un “more of the same”, quanto di una “sperimentazione” all’interno della collana.
Spero che l’editore continui a proporre e a sperimentare approcci sempre diversi nell’universo dei libri gioco, perché è quello che fa la differenza in questi casi.
Considerando ben riusciti il primo e il secondo numero della collana, aspetto al varco Aristea per il terzo. Sarà dura (lande…) mantenere il livello dei primi due.
“Orbene apriamo le danze teppa-security!”
Ohhhh.
acquisto sicuro per me!
asp, ho dovuto smettere di leggere l'articolo dopo il riferimento al linguaggio: per quanto sto libro game possa essere scritto bene, mi pare un pò azzardato paragonarlo a neuromante, un libro che dopo trent'anni dalla sua uscita continua venire pubblicato, letto e commentato. cosa che non credo succederà ai libri game. (joe dever è tornato disponibile con lupo solitario mi sa, ma è solo un effetto nostolgia...)
neuoramante è uno dei testi fondativi della letteratura, e più in generale della cultura, cyberpunk. ed è un ottimo romanzo di fantascienza, anzi un ottimo romanzo e basta. il linguaggio? è un invenzione di gibson, e fa parte della genialità del libro.... dai.. un pò di prudenza a far paragoni, peraltro di media differenti....
asp, ho dovuto smettere di leggere l'articolo dopo il riferimento al linguaggio: per quanto sto libro game possa essere scritto bene, mi pare un pò azzardato paragonarlo a neuromante, un libro che dopo trent'anni dalla sua uscita continua venire pubblicato, letto e commentato. cosa che non credo succederà ai libri game. (joe dever è tornato disponibile con lupo solitario mi sa, ma è solo un effetto nostolgia...)
neuoramante è uno dei testi fondativi della letteratura, e più in generale della cultura, cyberpunk. ed è un ottimo romanzo di fantascienza, anzi un ottimo romanzo e basta. il linguaggio? è un invenzione di gibson, e fa parte della genialità del libro.... dai.. un pò di prudenza a far paragoni, peraltro di media differenti....
Noooo!
Hai frainteso, oppure non mi sono espresso grammaticalmente in modo adeguato.
Non sto paragonando la qualità letteraria di Neuromante ad un libro game. Ovviamente non si possono paragonare dal punto di vista qualitativo.
Gli esempi citati (Neuromante e Blade Runner) sono relativi all'uso del linguaggio specifico, non sulla qualità letteraria del prodotto.
Non sono novizio su certi argomenti, di Gibson mi sono letto tutta la trilogia dello Sprawl.
Ottimo pezzo, adoro i libri Aristea, prenderò con calma anche questo. Se ho capito il libro presenta una difficoltà medio / bassa, quindi non sono presenti punti di salvataggio?. Generalmente nei librigame preferisco l'alea del dado perchè mi aggiunge pepe all'avventura, hai trovato il sistema di Favelle Orbitali (bonus / malus) comunque valido e divertente dall'inizio alla fine?
Ottimo pezzo, adoro i libri Aristea, prenderò con calma anche questo. Se ho capito il libro presenta una difficoltà medio / bassa, quindi non sono presenti punti di salvataggio?. Generalmente nei librigame preferisco l'alea del dado perchè mi aggiunge pepe all'avventura, hai trovato il sistema di Favelle Orbitali (bonus / malus) comunque valido e divertente dall'inizio alla fine?
E' un libro che fa delle molteplici ramificazioni delle tre storie il punto di forza. Non c'è alea e non c'è possibilità di salvataggio. i bonus/malus funzionano, sono la somma di una serie di scelte fatte nel proprio percorso e se sbagliate, difficili da rimediare.
Meccanicamente quindi è abbastanza semplice come impostazione, il punto di forza è la varietà all'interno di ogni singola storia e la varietà dei tre personaggi (palesemente differenti come tipologia e quindi come approccio al libro), unita ad una certa originalità nella parte descrittiva (ambientazione, linguaggio) e nella forma.
Essendo loro anche di differente estrazione sociale, differenti saranno anche le risposte che riceveranno dagli interlocutori...
Perciò non c'è nulla che colleghi Favelle Orbitali a Hong Kong Hustle se non il tema del futuro distopico e l'ambientazione ****punk... Pensavo che Hong Kong Hustle lasciasse aperti dei filoni per futuri seguiti, quindi entrambi i volumi della collana sono autoconclusivi?
Perciò non c'è nulla che colleghi Favelle Orbitali a Hong Kong Hustle se non il tema del futuro distopico e l'ambientazione ****punk... Pensavo che Hong Kong Hustle lasciasse aperti dei filoni per futuri seguiti, quindi entrambi i volumi della collana sono autoconclusivi?
Sì, sono entrambi autoconclusivi e sono ambientati in contesti molto diversi tra loro.
Hong Kong Hustle è fondamentalmente un libro game autoconclusivo che "omaggia" il filone cyberpunk in genere, come si potrà trovare scritto anche all'interno con delle note dell'autore. Il contesto è urbano e attinge dalla letteratura di fantascienza di quel genere a piene mani.
Ed essendo la fantascienza di quel genere la ispiratrice a sua volta di giochi di società, videogiochi, RPG a volontà, ci si trova a leggere un librogame abbastanza "familiare" come ambientazione.
Diciamo quindi che come originalità non spicca in modo particolare.
Favelle Orbitali è un contesto differente, extra-urbano, più post-bellico, con tratti di originalità dati sia dall'ambientazione generale (contesto geografico, contesto sociale, ecc.) che dalla forma in cui è scritto.
Entrambi i libri potenzialmente possono essere i primi di una serie, ma l'universo in cui è ambientato Favelle Orbitali si presta (secondo me) ad attrarre maggiormente nuovi lettori.
ok però siccome prima scrivi "alla stregua di neuromante" rispetto al linguaggio e pochi passagi dopo dici che la stessa ricerca del linguaggio è presente ma con risultati chiari e scorrevoli a differenza del testo di gibson...
magari non ci fà caso nessuno, e di certo non era quello l'intento, magari pure sto post è superfluo però....
io faccio il libraio di lavoro. e un pò ancora ci tengo, nonostante tutto. e a volte mi innervosisco facile se si fa confusione su valenza e importanza.
scusa lo sfogo. prometto, non lo faccio più. =)
ok però siccome prima scrivi "alla stregua di neuromante" rispetto al linguaggio e pochi passagi dopo dici che la stessa ricerca del linguaggio è presente ma con risultati chiari e scorrevoli a differenza del testo di gibson...
magari non ci fà caso nessuno, e di certo non era quello l'intento, magari pure sto post è superfluo però....
io faccio il libraio di lavoro. e un pò ancora ci tengo, nonostante tutto. e a volte mi innervosisco facile se si fa confusione su valenza e importanza.
scusa lo sfogo. prometto, non lo faccio più. =)
Non c'è problema, anzi mi fa piacere l'interessamento a ciò che scrivo e le critiche sono sempre utili.
In generale cerco di stare attento a come scrivo e a quello che scrivo, anche e soprattutto perchè la platea di chi legge è potenzialmente è variegata.
Andando a rileggere però non riesco a trovare il problema in quello che ho scritto.
Se definisco che Neuromante presenta "una ricerca linguistica che deve trasmettere delle sensazioni e calare ulteriormente il lettore in una atmosfera particolare" non dico niente di sbagliato riguardo a quel romanzo, anzi mi sembra che sia una delle caratteristiche che saltano principalmente all'occhio nelle prime due pagine di lettura.
Se quindi definisco che Favelle Orbitali presenta "una ricerca linguistica che deve trasmettere delle sensazioni e calare ulteriormente il lettore in una atmosfera particolare" (alla stregua di Neuromante), anche qui non mi sembra che ci sia niente di sbagliato.
Se unisco in una unica frase ottengo quello che ho scritto nell'articolo:
"Alla stregua di NEUROMANTE, anche qui troviamo una ricerca linguistica che deve trasmettere delle sensazioni e calare ulteriormente il lettore in una atmosfera particolare."
Dove è che sbaglio?? :(
Sono pronto a essere bastonato o a cospargermi il capo di cenere, ma dove è l'inghippo? :((
Non è una equivalenza di qualità del prodotto finale, ma di tipologia dell'approccio stilistico.
E comunque il dibattito è sempre positivo, lo vedo favorevolmente.
Apprezzo molto l'ambientazione italica e l'edizione curatissima (sia nel regolamento che nel comparto narrativo), ma purtroppo la neolingua per me è troppo invasiva e respingente: non sono riuscito a leggerlo volentieri...
va beh non è così importante ma...
"il tutto però non appesantisce assolutamente la lettura, ma la rende gradevole e intuitiva (contrariamente a Neuromante…)"
al mio paese quello che hai scritto intende che quella di neuromante non è ne piacevole ne intuitiva.
poi ripeto, non è così importante,
buon gioco
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