DECALOGO DEL TRADUTTORE

Cronaca di una Traduzione


Considerazioni, commenti, consigli per chi per la prima volta si cimenta nell'arduo compito della traduzione di un gioco

La Tana dei Goblin Bergamo

Cronaca di una Traduzione


Considerazioni, commenti, consigli per chi per la prima volta si cimenta nell'arduo compito della traduzione di un gioco

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Dopo essermi cimentato per la prima volta nella traduzione di un gioco (nella fattispecie “A Touch of Evil” by Jason Hill) e in particolare delle sue carte, schede personaggio e tabelle di riferimento, ho ritenuto utile scrivere questo articolo per condividere l’esperienza maturata, per fornire dei riferimenti a chi in futuro vorrà contribuire con una traduzione a beneficio di tutti gli iscritti, e non, della Tana. Ho stilato una serie di punti che potrete dibattere, ampliare, modificare finché non si arriverà a un decalogo ideale con tutti i comandamenti da seguire J


Premetto che tradurre da una lingua all’altra è un compito che richiede impegno in termini di tempo e non si limita solo al semplice tradurre: bisogna anche riuscire a rendere le emozioni che gli autori ci vogliono trasmettere attraverso i testi, interpretandoli e poi trascrivendoli secondo il nostro linguaggio. A volte è sufficiente la traduzione letterale, a volte vi troverete con dei bei grattacapi su quale parola sia meglio utilizzare  (fate attenzione perché quella parola apparentemente innocua la trascinerete per tutto il resto della traduzione e potreste incontrare altre  parole nelle carte che potrebbero creare confusione), a volte troverete dei termini in “slang” che se non riuscite a tradurre è meglio lasciare come sono se non hanno un corrispondente termine che li renda bene in italiano. Per esempio, nel gioco in questione sono citati alcuni nomi di creature mitologiche anglosassoni (Scozia e Irlanda) e lo stesso termine usato per l’avversario principale da sconfiggere nel gioco, il Villain, viene tradotto in italiano in svariati modi, tutti abbastanza simili. Attenzione anche ai cosiddetti “faulse friend” ovvero a quelle parole molto simili alle parole italiane ma che hanno un significato completamente diverso (Villain NON è villano come magari qualcuno di voi potrebbe aver già pensato!) e possono veramente ridicolizzare il vostro lavoro.


Tenete sottomano un bel  dizionario e consultatelo se  con il traduttore di Google o simili alleati che snelliscono un po’ le ricerche, non riuscite a trovare la parola che secondo voi è la più adatta.


Come extrema ratio, sfruttate anche wikipedia se non ne venite a capo.


Per farvi un altro esempio pratico, la Gargoyle è tradotta con gronda, grondone scolpito con testa di animale o mostro o demone. Chiaro che se traduceste Gargoyle con “mostro gronda” non suona tanto bene. Allora meglio lasciare l’originale. Se volete approfondire e poi mettere una bella NdT  è un’ottima idea, così diffonderete anche un po’ di cultura. Per il curioso, la Gargoyle è una parola onomatopeica che richiama il gorgoglìo dell’acqua che passa attraverso i grondoni sui tetti di case e chiese. Nel medioevo quelli delle chiese venivano scolpiti in pietra con forme di esseri mostruosi sia per simboleggiare il peccato sia per spaventare i demoni affinché non si avvicinassero alle chiese. Da qui nasce la figura fantastica che tutti conoscete. Per approfondimenti http://it.wikipedia.org/wiki/Gargolla.


 A Touch of Evil è un gioco in cui c’è un’altissima componente di testo scritto nelle carte, che l’Autore ha inserito per creare un’atmosfera di gioco misteriosa e intrigante, nella quale mi sono trovato coinvolto in pieno mentre procedevo nella traduzione. L’alta componente di testo spesso viene messa come “difetto” nelle recensioni, così ci sono i goblin traduttori che si caricano sulle spalle il compito di offrire alla comunità ludica la comodità di avere tutto in lingua italiana.


Prima di cimentarvi (o cementarvi ;) ) nell’impresa valutate quanta è la mole di lavoro che vi aspetta e considerate dunque il vostro tempo. Partite prima col regolamento, le carte vanno a seguire: tradotto il regolamento avrete più facilità nel capire le carte a cosa si riferiscono e  a tradurle meglio. Usate gli stessi termini che avete usato nel regolamento per le carte!


Verificate nei forum se qualcuno ha iniziato a lavorarci prima di voi. Nel mio caso, dopo aver tradotto 9 pagine di regolamento, ho trovato che già un altro Goblin era molto più avanti. L’ho contattato e ci siamo divisi i compiti, lui finiva il regolamento e io mi occupavo della parte “cartacea”. Di regola sarebbe meglio che sia una sola persona a fare tutto, ma diventa un lavoro massacrante specie con giochi con alte componenti di testo. Via mail abbiamo fatto il punto e ci siamo coordinati,  per riuscire ad avere la massima omogeneità tra i termini usati nel regolamento e quelli usati nelle carte, che dovevano essere identici.


Dividendo i compiti,  siamo riusciti a tradurre tutto in tempo per la ricorrenza di Halloween 2010, che per l’argomento trattato nel gioco era la data perfetta per la pubblicazione on line. Io purtroppo non avevo trasformato in .pdf il mio lavoro e quindi l’ho visto pubblicato una settimana dopo. Ne consegue che la vostra traduzione va mandata già in formato .pdf.


Altro problema da affrontare era se lasciare alcuni termini in lingua originale o tradotti. Dovendo però fare i conti con le carte che erano divise in mazzi, ciascuno con il proprio nome inglese sul dorso, abbiamo optato per un mix, mantenendo le parole stampate sulle carte in lingua originale, con in parentesi la traduzione. Poiché la mappa è stampata con tutti i nomi in inglese bisognava lasciare dei riferimenti che non facessero impazzire i giocatori. Lo stesso vale per le varie schede, tabelle ecc. Una soluzione è anche lasciare le parole sulle schede, tabelle ecc. in lingua originale, fornendo una rubrica con le varie parole tradotte, un piccolo  vocabolario a parte.


Quando traducete, utilizzate dove potete i sinonimi per evitare quelle ripetizioni che alla lunga fanno annoiare i giocatori, soprattutto nel tradurre le istruzioni relative ai lanci dei dadi. Mantenendo un linguaggio vario manterrete più viva l’attenzione durante il gioco.


Nella traduzione delle carte,  mettetele in stretto ordine alfabetico secondo la lingua originale in modo da ottenere come risultato finale una rubrica veloce da consultare.


Considerate che, magari non subito, qualche altro Goblin si preoccuperà di dare una veste grafica pari all’originale creando delle etichette da incollare sulle carte. Quando fate la traduzione fatene anche una copia semplice, senza tabelle, colonne ecc. che possono costituire un lavoro in più per chi dovrà adattare i testi agli spazi limitati delle etichette da applicare sulle carte.


Mantenete i grassetti, le colorazioni, le sottolineature  del testo originale. Se riuscite a scriverlo anche col carattere originale tanto meglio, ma non tutti hanno questa possibilità.


Un pool di lavoro ideale è composto da 3 persone: il Regolamentaro, Il Cartaro e Il Grafico.


Nulla vieta di creare delle catene con altri goblin che si prendono carico di una parte di lavoro che però dovrà poi essere supervisionata e sistemata dai capofila.


In questo modo tradurre un gioco richiederà molto meno tempo


Poi la palla passa al Grafico che è lo stadio finale, ma che può fornire all’inizio utili indicazioni per impostare già il lavoro coi fonts più adatti.


Ecco infine il mio decalogo per tradurre un gioco:


 


Non tradurre un gioco se il gioco non ti piace


Verifica che altri non stiano già traducendo il tuo gioco


Ricordati dei credits


 



  1. Prima traduci il regolamento, poi le carte

  2. Considera il tempo che hai, se ritieni cerca aiuto

  3. Non iniziare ciò che poi non sai se concluderai

  4. Non deludere le aspettative altrui

  5. Fidati ma non troppo del traduttore di Google, e non snobbare il vecchio vocabolario

  6. Non fidarti nel tradurre le parole che sono quasi uguali a quelle in italiano, i faulse friend sono insidiosi

  7. Non tradurre sempre letteralmente, cerca di rendere quanto traduci pari al nostro modo di parlare. Evita le ripetizioni, usa i sinonimi, mantieni le parole di riferimento su mappa, tabelle ecc. in lingua originale

  8. Per un buon lavoro occorrono 3 volonterosi: il Regolamentaro, il Cartaro e il Grafico. Tre teste che si coordinano tra loro per un unico risultato finale

  9. Sii umile e accetta i suggerimenti di chi ti consiglia una parola migliore della tua scelta

  10. Scegli la parola da usare con criterio, considerando il contesto in cui va a inserirsi. Se ritieni, metti una NdT per spiegare meglio la parola

 


Buon Lavoro!


Dragonsknights