A&P Chronicles 2002-2003 (V, 4)

Dal diario di Gawain "Corvo Nero" Caradrim - 1 Febbraio 2006

Parte V, Capitolo 4: Dichiarazioni di guerra?

Seduta del 19/03/2003

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Dal diario di Gawain "Corvo Nero" Caradrim - 1 Febbraio 2006

Parte V, Capitolo 4: Dichiarazioni di guerra?

Seduta del 19/03/2003

Dichiarazioni di guerra?

l'eccitazione per quei nuovi ed imprevisti eventi ci tenne svegli ben oltre quelle che erano le nostre forze. Nonostante la stanchezza e la fatica, continuammo a lungo a discutere sul da farsi, ora che la situazione ci presentava numerose scelte possibili.

Thorin era dell'opinione che dovessimo partire al più presto e non intendeva ragioni, nonostante il mago avesse assoluta necessità di riposo per recuperare i suoi poteri ampiamente sfruttati nelle ultime ore. Il problema principale era costituito, per quanto potevo comprendere, dalla possibilità che l'ambasciatore, chiaramente dotato di poteri magici, fosse in grado di avvertire la presenza del cristallo una volta che l'avessimo estratto dalla cripta di Felgrim. Per questa ragione mi sembrava opportuno attendere la sua partenza da Esembork. Inoltre, il modo in cui si sarebbe conclusa l'ambasciata dei themaniti poteva avere dei risvolti sulla nostra missione con Shair, e sarebbe stato opportuno essere presenti per sapere come avremmo dovuto comportarci nel riferire le posizioni dei nani di
Bar-Arghaal. 

Ad ogni modo, il vero problema era che ci trovavamo divisi sul da farsi, investiti contemporaneamente di due responsabilità, invischiati in due diverse missioni che sentivo ugualmente importanti. Da un lato, il patto d'onore con Shair per la difesa dell'Esmeldia, una missione che avevamo liberamente accettato e che eravamo moralmente tenuti a portare a termine. Dall'altra parte, avevamo un nuovo incarico che ci capitava per via del nostro stesso sangue, a causa dei nostri antenati e che aveva dalla sua la prospettiva di un bene più grande, sullo sfondo di una battaglia che durava da secoli, una battaglia che vedeva gli dei stessi come contendenti.

- Qual'è la nostra priorità, Gawain? - chiese a bruciapelo il nano, come sempre in modo brusco e diretto. Era difficile stabilire una priorità, nel senso in cui Thorin la intendeva. Valeva di più la parola data o il sangue che scorreva nelle nostre vene?

- Penso che dovremmo andare per prima cosa da Shair - risposi, - concludere la nostra missione con lei e poi vedercela con la faccenda del cristallo. - La mia idea trovò il conforto degli altri, anche perché Shair stessa, che aveva lineamenti che ricordavano quelli dell'Antico Popolo, avrebbe forse potuto darci utili informazioni su come muovere i nostri passi successivi.

Tuttavia il problema era quando e soprattutto come uscire da Bar-Arghaal senza rischiare troppo apertamente uno scontro con le forze themanite che avrebbero potuto percepire il cristallo che cercavano da tanto tempo. Le vie che avevamo trovato sotto Aktaarbork prima e a Terembork poi non erano praticabili, perché a quest'ora erano certo state sigillate dai nani. Comunque sarebbero sicuramente state sotto il controllo del nemico.

Polgrim propose di passare per il Passo del Cappio. Sulle prime, giudicai impossibile l'impresa. Si trattava di un passo montano dei più impervi, che anche durante la buona stagione richiedeva una notevole perizia per essere superato. In questo periodo, poi, il ghiacciaio era ricoperto da una coltre nevosa che poteva raggiungere i dieci passi di profondità, occultando pericolosi crepacci e che spesso causava valanghe imponenti. Eppure, era la strada che meno probabilmente sarebbe stata controllata dai themaniti, e preparandoci una buona attrezzatura con l'aiuto dei nani si sarebbe potuto tentare. L'idea continuò a frullarci per le teste, assumendo di momento in momento una prospettiva più favorevole, per quanto i rischi fossero ben noti a tutti.

vinti infine dalla stanchezza, decidemmo di usufruire dell'ospitalità della casa di Polgrim e, ora, anche di Thorin. Adesir e Frostwind furono i primi a ritirarsi, quindi io presi una stanza con Warnom, dividendo con lui uno dei letti di taglia umana che Felgrim ai suoi tempi riservava per i suoi amici della compagnia dei Cristalli.

Non avevamo ancora preso sonno, quando Thorin e Polgrim bussarono alla porta, mostrando le facce tipiche di chi ha un cruccio che non sa risolvere. I due nani erano alquanto perplessi e incerti circa il comportamento del mago, e ammisero senza mezzi termini di non fidarsi di Frostwind. Di sicuro i loro dubbi erano legati ai tatuaggi di Frostwind, residui del suo passato da themanita, come anche al potere che era in grado di maneggiare, una forma di magia per loro ignota e che da sempre incuteva loro timore.

Dal canto mio non avevo nessun dubbio sul nostro compagno e feci appello alla necessità di restare uniti, fidandoci l'uno dell'altro, ma ben presto compresi che non avrei potuto risolvere la cosa così semplicemente con quei testardi nani. Anche se a parole erano d'accordo con me, se il Cristallo fosse stato portato da Frostwind avrebbero sempre nutrito il sospetto, e si sarebbero sentiti in dovere di controllare il mago, trascurando magari qualcosa di più importante.

- Facciamo portare il cristallo a Adesir - proposi, mentre ancora l'idea prendeva forma nella mia mente, cercando di trovare una ragione che non offendesse
Frostwind. 

- La ragazza è al di sopra dei nostri sospetti - proseguii, - ed inoltre non costituisce un bersaglio primario in caso di scontro con i themaniti. Se dovessimo subire un attacco, noi tre saremmo in prima linea e quindi in grave pericolo, mentre il prete ed il mago sarebbero i bersagli principali dei nostri avversari. Adesir combatte a distanza e le sue capacità magiche sono molto minori, quindi non costituisce un obiettivo immediato. Che vi sembra?

L'idea sembrò mettere tutti d'accordo, così fummo in grado di goderci, finalmente, il meritato riposo. Mentre prendevo sonno, sperai che il mago non si sentisse offeso quando fosse venuto a conoscenza di quella decisione, il giorno dopo...
e ancora non immaginavo le conseguenze che ciò avrebbe causato più avanti!

fui svegliato dal rumore e dalle voci di Polgrim e dei suoi servitori, di rientro dalle commissioni che gli aveva affidato per trovare l'equipaggiamento di cui avremmo avuto bisogno per affrontare il Passo del Cappio. Era molto tardi e Warnom non si era ancora alzato per le sue preghiere mattutine. Il primo che venne nella nostra stanza fu proprio
Frostwind.

- Ho fatto un incontro interessante, stanotte - ci disse, mostrando un lato del viso, quello del tatuaggio, tutto arrossato.

- Non ci interessano le tue avventure notturne con Adesir, mago - risposi seccamente.

- Durante il sonno ho incontrato mentalmente l'ambasciatore themanita - spiegò Frostwind con calma, apparentemente senza badare alla mia allusione. Warnom si alzò a sedere sul letto, con lo sguardo incuriosito.

- Mi ha fatto una proposta interessante e da quanto ho capito non sa nulla del Cristallo - disse Frostwind, senza attendere le nostre domande. - Pare che ci seguano perché sono interessati a te, Gawain. Se ti consegnamo ai themaniti potremo andarcene liberamente...

- Bene, allora consegnatemi così voi potrete andare da Shair e portare fuori di qui il Cristallo, io me la caverò in qualche modo - risposi, quasi con noncuranza.

- Te la caverai benissimo - commentò ironicamente Warnom, che aprì bocca per la prima volta. - Sappiamo chi è che ti vuole, e le altre volte te la sei cavata così bene che quasi ci lasci la pelle!

- Ob Dentrix non mi vuole morto, Warnom - risposi, con una punta d'orgoglio, - altrimenti ne avrebbe avuto modo in precedenza, come hai detto tu. Mi vogliono vivo, e questo significa che posso trovare un modo per liberarmi da loro.

- Non se ne parla neanche, comunque - rispose seccamente il mago. - Lo dicevo solo per informarvi della cosa, e per farvi sapere che probabilmente non hanno ancora idea che abbiamo trovato il Cristallo. Da qui ci muoviamo tutti assieme, così come siamo venuti. Possiamo affrontare il Passo del Cappio, e io posso usare la magia per tentare di nascondere il cristallo quando sarà fuori dal sepolcro di Felgrim, ma mi servono altri tre giorni.

La discussione fu interrotta da Polgrim, che ci ricordò che mancava poco al nuovo incontro con l'ambasciatore di Themanis. Ad ogni modo non c'era altro da dire, per ora. Sembrava certo che saremmo partiti tutti assieme, e che saremmo passati per le montagne, come Polgrim stava già predisponendo. Restava da capire quando saremmo partiti.

giungemmo nella grande sala per tempo, questa volta, e comunque cercammo una posizione che non fosse troppo in vista, a parte Polgrim che aveva il suo seggio fra quelli dei clan nobili, in prima fila. C'era una gran folla e la guardia schierata, tutto sembrava più confuso e caotico della volta precedente, evidentemente tradendo lo stato d'animo agitato dei nani, che non si aspettavano nulla di buono da quel secondo incontro.

Thorin riuscì a captare qualche brano di conversazione, dal quale comprese che, nonostante quanto avevano dichiarato Angus Jax e l'ambasciatore stesso, i Guerrieri di Ferro non stavano affatto ritirandosi da Bar-Arghaal. Sembrava anzi che l'avanzata procedesse, e questo non contribuiva a calmare gli animi. Conoscendo i nani, ebbi anche a temere che si potessero sollevare contro i themaniti durante il colloquio, ma certo avrebbero saputo tenere a freno i loro istinti bellicosi, quantomeno per non offendere il loro stesso sovrano.

Warnom incontrò il vescovo di Morgrim e si appartò con lui in una stanza laterale, mentre io rimasi con gli altri, cammuffandomi alla meglio in mezzo alla folla che gremiva il salone. Incontrammo anche il generale Burk Dorin, e fu allora che Frostwind commise un'imperdonabile leggerezza. Chiacchierando con l'ufficiale, rivelò tranquillamente che avremmo voluto partire fra tre giorni! Cercai di avvertirlo con un calcio, ma ormai aveva parlato. Possibile che il mago potesse commettere un simile errore dopo che avevamo concordato di tenere segrete le nostre intenzioni, non potendoci fidare di nessuno? Forse avevano ragione i nani a non fidarsi di quell'uomo?

Il tempo passava e anche Selgrim IV° era arrivato già da un po' quando finalmente i themaniti si presentarono, dopo lunga attesa. Il sovrano era furente per la mancanza di rispetto, ma fece del suo meglio per dissimulare l'ira. Una reazione, infatti, era certo quel che il nemico sperava per giustificare le sue pretese.

- Ci scusiamo per il ritardo, speriamo non sia stato per voi di incomodo - esordì l'ambasciatore, tranquillamente, con la sua aria di sfida che ben conoscevamo. Era fin troppo evidente che l'attesa era stata voluta e congegnata ad arte. Il re dei nani non rispose alla sfida e attese che l'avversario continuasse.

- Avete ascoltato ieri la nostra offerta, e ci auguriamo che la notte abbia portato consiglio. Ad ogni modo, prima che Vostra Maestà si pronunci, vorremmo esporre un'alternativa.

Vi fu una breve pausa, anche questa, giurerei, studiata ad arte dall'abile oratore quale l'ambasciatore si rivelava. 

- Sappiamo che avete dato ospitalità a degli umani - continuò l'ambasciatore dopo essersi schiarito la voce, - individui ricercati dal nostro governo in quanto responsabili di crimini efferati, gente pericolosa alla quale nessuno dovrebbe dare rifugio per non correre pericoli. In luogo dei carri di acciaio nero che vi abbiamo richiesto, ci accontenteremo della consegna di questi ricercati e provvederemo, ovviamente, anche a sigillare i passaggi sotterranei realizzati dal governo themanita precedente. Questa è la nostra offerta alternativa.

La sala cadde nel silenzio. Sembrava regnare uno strano equilibrio destinato a infrangersi di lì a poco come un cristallo, sotto le note acute della tensione quasi palpabile che si avvertiva. Selgrim appariva pensoso, e per un istante ebbi paura che potesse venderci ai themaniti. In fin dei conti non rappresentavamo nulla per lui, se non fonte di guai, come l'ambasciatore aveva sottolineato. Avrei potuto biasimarlo se avesse scelto di proteggere la sua gente?

- Ho riflettuto sulla vostra precedente offerta - disse ad un tratto il re dei nani, senza alzarsi dal suo scranno. - Questa nuova proposta mi prende alla sprovvista, ed essere preso alla sprovvista è una cosa che non gradisco.

Selgrim si alzò in piedi, come per sottolineare con maggiore forza le sue decisioni. Il volto duro, fiero, solcato da mille rughe, gli occhi scintillanti delle fiamme della forgia di Morgrim, il re di nani appariva maestoso e gigantesco nonostante la sua statura. L'armatura d'oro e Auril rifletteva le fiamme delle torce e dei bracieri, proiettando la sua lunga ombra sul trono che ora appariva minuscolo e misero alle sue spalle. Mai come in quel momento mi accorsi il timore che poteva incutere il sovrano di
Bar-Arghaal.

- Quindi - proseguì alzando il tono della voce, - risponderò sulle basi della prima proposta, quella che considero finale, e riguardo alla quale conoscete già la mia opinione. Io non dò rifugio a criminali e non vi sono umani banditi a Bar-Arghaal. Conoscete l'uscita, ambasciatore.

Il tono della risposta era quanto di più duro e solenne avessi mai udito. Selgrim aveva messo alla porta l'ambasciatore di Themanis con la stessa disinvoltura con la quale si mette alla porta un'ospite sgradito del rango più infimo. La cosa mi diede soddisfazione, anche se pensai che quella equivaleva, in fin dei conti, a una dichiarazione di guerra.

Quando il loro sovrano pronunciò quelle parole, i nani iniziarono a battere le armi sugli scudi, manifestando in tal modo l'offesa e lo sdegno nella maniera più marcata possibile. Ora i due themaniti sembravano piccoli e indifesi, quasi fragili. Fu allora che notai un lieve mancamento. L'ambasciatore si contrasse per un istante e fu costretto a sorreggersi con il suo bastone, poi si riprese subito e lasciò la sala con Angus al suo fianco. 

Si era trattato solo dello smacco subito o era accaduto qualcosa di strano che solo io avevo notato? 

dopo che gli ospiti, ormai sgraditi, ebbero lasciato la sala in tutta fretta, restammo ancora un po', sorpresi e confusi al pensiero delle possibili implicazioni che potevano scaturire dalla piega presa dagli eventi. Presto fummo raggiunti da Warnom il quale aveva un'aria seria e affaticata. 

- Avete notato qualcosa di particolare nel comportamento dell'ambasciatore, mentre parlava? - ci chiese, alzando la voce per farsi sentire in mezzo al frastuono causato dai nani eccitati.

Raccontammo al prete dello strano mancamento, cosa che notai non era sfuggita anche a Adesir e Frostwind. Warnom annuiva leggermente, ascoltando le nostre parole, corrucciato in volto e socchiudendo gli occhi come per valutare qualcosa di estrema gravità e importanza.

- Vedete - ci disse poi, - quando voi avete notato quello strano malore, sia pure molto breve, io ero nascosto in una saletta qui accanto ed avevo appena lanciato un incantesimo piuttosto semplice, giusto per vedere se c'erano reazioni...

- Di cosa si trattava? - chiesi.

- Era una semplice preghiera con la quale il mio dio mi consente di scacciare le creature del regno dei non-morti - rispose, soppesando le parole ed osservando le nostre reazioni. 

- Vuoi forse dire che l'ambasciatore di Themanis è in realtà un non-morto?! - ero allibito e notai che gli altri non erano meno sorpresi di me a quella sconcertante novità.

- Un Cercatore, direi - precisò Warnom. - Questi non-esseri sono in realtà ex monaci o guerrieri dell'Oscuro Signore, che dopo la morte vengono arruolati nuovamente, imprigionandone lo spirito con un rituale che ne migliora addirittura le capacità che avevano in precedenza. 

- Un Cercatore? l'ultimo che abbiamo incontrato per poco non ci ammazza tutti... - commentai.

- Il vero problema che abbiamo - proseguì il prete, - è che i nani stanno mettendo alla porta solo l'involucro esteriore della creatura, mentre l'essenza del Cercatore potrebbe facilmente restare a
Bar-Arghaal!

- A maggior ragione dobbiamo andarcene al più presto! - Thorin ne approfittò per rinnovare la sua opinione favorevole a lasciare Bar-Arghaal quanto prima. Notai che fino a pochi istanti prima aveva parlato assieme a Polgrim con il misterioso Colod, che ci aveva raggiunti come sempre senza dare nell'occhio.

Il vecchio e misterioso nano, che Frostwind continuava a chiamare Perigastus suscitando la sua ferma smentita, sosteneva che oltre a lui almeno le alte sfere politiche e religiose di Themanis sapevano della possibile presenza del Cristallo a Bar-Arghaal, ma senza conoscerne la reale ubicazione.

- Ma se noi portassimo fuori dal sepolcro il Cristallo Blu, probabilmente l'ambasciatore lo sentirebbe, non è vero? - chiesi.

- Non ne sono sicuro, giovane Gawain - mi rispose Colod, che come sempre appariva quasi divertito nel rivelarci piccole porzioni di ciò che sapeva. La possibilità che ci prospettava dava nuova luce all'ipotesi di lasciare Bar-Arghaal al più presto, approfittando del momento di inevitabile confusione che sarebbe seguito all'espulsione dei diplomatici
themaniti.

- In effetti l'ambasciatore è dotato di poteri magici, ma non sono poi così forti come pensate - continuò il vecchio dopo una breve pausa - potrebbe anche darsi che possa percepire la presenza del Cristallo solo se questo dovesse essere molto vicino... Comunque non è un mio problema ed ho altro a cui pensare. Il mio tempo a Bar-Arghaal è finito e devo recarmi in
Carusaal.

Ci salutammo, incerti se lo avremmo rivisto nuovamente, anche se l'ipotesi non ci sembrava poi così remota, dato che il vecchio Colod, o Perigastus o chiunque altro fosse in realtà, sembrava avere uno scopo che in qualche modo si intrecciava con le nostre vicende e quelle dei cristalli. Mentre si allontanava, mi chiesi se lo avrei rivisto ancora come un vecchio nano, oppure se la prossima volta sarebbe stato diverso.

aquesto punto eravamo d'accordo sul fatto di dover partire quanto prima, e il Passo del Cappio era certamente la nostra via di fuga più valida, come giustamente aveva suggerito Polgrim. Frostwind aveva comunque bisogno di riposo, ma una giornata era già passata delle tre che aveva chiesto e ne occorreva un'altra di viaggio in rotaia per raggiungere la cima del passo. Il mago avrebbe avuto solo una giornata in meno e sembrò a tutti un compromesso accettabile.

Ovviamente, avevamo il problema di tenere segreta la nostra partenza, magari seminando qualche falsa traccia per ritardare un eventuale inseguimento. Concludemmo che il solo con cui potevamo parlare apertamente fosse lo stesso Selgrim IV°, anche se Frostwind aveva già inopportunamente rivelato qualcosa al suo generale Bork Durin, il quale si mostrava sempre apertamente ostile nei confronti di
Polgrim.

Non fu facile farsi ricevere dal re dei nani. Bork Durin sembrava intenzionato a farci passare per tutta la burocrazia possibile, adducendo strane scuse per impedirci di parlare con Selgrim. Fortunatamente, in quell'occasione fu determinante l'intervento di Warnom, il quale aggredì verbalmente l'ufficiale con una serie di velate ma chiarissime minacce che lo indussero a spalancarci le porte degli alloggi del sovrano. 

Finalmente a colloquio con Selgrim, lo informammo delle nostre decisioni, riuscendo senza difficoltà ad ottenere l'uso esclusivo di una delle carrozze della rotaia per raggiungere la cima del Passo del Cappio. Solo gli operatori della rotaia, tre o quattro nani in tutto, sarebbero stati informati della cosa, poiché di loro non si poteva fare a meno, così giudicammo il rischio necessariamente accettabile. Il re diede immediatamente disposizioni e ci informò che la carrozza sarebbe stata pronta entro due clessidre, giusto il tempo che ci serviva per raccogliere la nostra roba e recuperare il Cristallo dal sepolcro di
Felgrim.

- Un'ultima richiesta, sire - mi rivolsi a Selgrim quando ormai il nostro colloquio sembrava concluso. - Sarebbe possibile creare una specie di diversivo, magari qualcuno travestito come noi che si aggiri per Bar-Arghaal dando l'impressione che siamo ancora qui per un po' di tempo?

Selgrim si grattava la barba, pensieroso. Non mi aspettavo che fosse possibile, date le evidenti differenze fra noi umani e la gente della sua razza, sufficientemente evidenti da non poter essere nascoste da un travestimento. Poi, improvvisamente, spalancò gli occhi, come chi ha appena avuto un'idea geniale.

- Certo, potremmo usare la magia degli gnomi! - rispose infine.