A&P Chronicles 2002-2003 (IV, 12)

Dal diario di Gawain "Corvo Nero" Caradrim - 25 Gennaio 2006

Parte IV, Capitolo 12: Nuove conoscenze

Seduta del 26/02/2003

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Dal diario di Gawain "Corvo Nero" Caradrim - 25 Gennaio 2006

Parte IV, Capitolo 12: Nuove conoscenze

Seduta del 26/02/2003

Nuove conoscenze

era mattino inoltrato quando mi svegliai, con la testa che ronzava come se uno sciame di vespe l'avesse improvvisamente eletta a sua dimora, senza chiedermene il permesso. La bocca, impastata al punto da sembrare piena di fango, aveva un sapore orribile, e la lingua mi parve spessa e ruvida come se una spessa tela di juta la rivestisse completamente.

Gli occhi erano gonfi e le palpebre parevano avere un peso insopportabile da sollevare, già percependo l'insopportabile luminosità della stanza. Dopo alcuni istanti le orecchie riuscirono infine a vincere l'atmosfera ovattata nella quale sembravano giacere, cedendo il posto ad una lenta cantilena ripetitiva che mi parve di conoscere. Da qualche parte, poco distante da me, Warnom stava recitando una delle sue preghiere rituali, quella del pranzo, il che mi diede una chiara percezione di quanto potesse essere tardi.

Azzardai qualche movimento, ancora intorpidito per via dell'abuso di cibo e alcol della sera precedente, tentando di vincere una forte sensazione di vertigine e spossatezza, quasi come se non avessi riposato affatto. Mi voltai, cercando gli altri con lo sguardo.

- Non c'è nessuno - disse il prete, indovinando i miei pensieri. - Sono usciti tutti presto, questa mattina, Aska Bork è venuto a prendere Thorin prima ancora che mi alzassi, mentre Adesir e Frostwind credo non abbiano resistito alla tentazione di fare una visita alla libreria.

Incapace di articolare un suono anche solo vagamente umano, aggrottai le sopracciglia, chiedendomi come mai lui si fosse trattenuto.

- Sono rimasto perché non avevo nulla da fare - riuscì ancora a intuire la mia domanda. - E poi, se non mi fossi preoccupato di invocare su di te le cure della mia divinità, probabilmente la tua sbornia sarebbe durata qualche giorno...

Sorrisi, ancora senza pronunciare una parola. Mi alzai in piedi e mi gettai in faccia il contenuto di un bacile d'acqua, provando un brivido improvviso che mi fece aprire completamente gli occhi. Quando fui in grado di parlare, ringraziai l'amico e gli dissi che stavo beme, anche se avevo un imponente bruciore di stomaco che mi faceva venire voglia di rigettare. Tuttavia, non desideravo mostrare la mia debolezza fisica, così appena ne ebbi l'occasione, congedai Warnom che intendeva fare un giro in città.

Rimasto solo, feci ancora uso dell'acqua per risvegliarmi completamente, poi, ritenendomi abbastanza ristabilito, iniziai a vestirmi. Il desiderio non era tanto dettato dalla necessità di coprirmi in alcun modo, dato che la stanza era sufficientemente riscaldata e non avevo mai avuto un senso del pudore particolarmente pronunciato. Il fatto è che ora che riuscivo a ricordare lucidamente, bruciavo dalla voglia di indossare la mia nuova armatura.

Ora che la vista non era annebbiata dalla birra degli Altocolli, il dono dei nani mi parve ancor più stupefacente della sera prima. Già solo al tatto, la maglia si rivelava una lavorazione finissima che poteva essere paragonata solo a quella dei tessuti più fini, se non fosse per il fatto che era chiaramente metallica. Inoltre, sollevandola, notai che era leggerissima. Al confronto, solo il corpetto della mia vecchia armatura ad anelli era più pesante. E rumoroso, notai. Infatti, come se non bastasse, presto mi fu chiaro che la maglia dei nani non produceva praticamente alcun rumore, a dispetto di ogni logica.

Non ci volle molto per comprendere la disposizione delle cinghie e dei lacci che mi avrebbero permesso di indossarla correttamente, anche se la logica con cui le chiusure erano state progettate era chiaramente ben diversa da quella che mi era familiare. Mi soffermai a pensare quanto studio potesse essere stato necessario per realizzare un simile prodigioso risultato. Ogni singola parte dell'armatura, fin nei minimi dettagli, era frutto di un'accurata attenzione ai particolari, e nulla sembrava essere stato fatto per caso o senza una ragione speciale.

avevo appena terminato di indossare la corazza, quando Warnom tornò, accompagnato da una nana che non avevo mai visto prima, con la quale parlava stentatamente rivelando gravi problemi di comunicazione fra i due. Pochi istanti dopo, anche Adesir e Frostwind tornarono, evidentemente soddisfatti delle loro ricerche, stringendo alcuni rotoli di pergamena, libri, fascicoli e carte varie, che intuii dovessero essere parte del loro premio nanico. Adesir, notai, aveva indossato il suo nuovo corpetto scintillante, la cui qualità non era certo inferiore a quella della mia armatura di maglia.

Warnom stava trattando con la nana l'acquisto di qualche cosa che non mi fu del tutto chiaro, ma che sosteneva avesse un valore molto più alto del suo costo. Mi parve di capire che volesse farne omaggio a Shair, una volta tornati a Bor Sesirim, ma non disponeva delle trecento monete d'oro che la nana chiedeva per l'oggetto. Fu necessario ricorrere a Karal, per tradurre la conversazione fra i due in modo che potessero accordarsi su un anticipo di cinquanta monete. Non mi era chiaro come Warnom pensasse di racimolare il resto della somma, dato che noi non avevamo denaro, ma il prete non sembrava particolarmente preoccupato al riguardo.

Fu praticamente impossibile conversare con Frostwind. Il mago era completamente assorbito dalle carte che aveva prelevato nella libreria dei nani, e se ne stava seduto a consultarle, prendendo appunti e commentando silenziosamente con rari cenni del capo.

Stanco dell'immobilità, accettai di buon grado l'invito di Adesir a fare un giro per la zona dei mercati, anche se la mia funzione era più quella di accompagnatore, dato che non avevo più denaro dopo il furto subito dai banditi nani dell'Ultima Frontiera. Uscendo dagli alloggi, ci imbattemmo in Aska Bork, che con un drappello di scorta, veniva ad informarci che più tardi avrebbe dovuto parlarci. 

La città dei nani era ben diversa da quelle che ero abituato a frequentare. Meno chiassosa e più ordinata, dava l'impressione di una società rigida ma assai ben organizzata, doti probabilmente necessarie per vivere così a lungo in un posto tanto inospitale. La confusione crebbe quando ci avvicinammo ai mercati, dove in effetti le attività apparivano più concitate e chiassose che altrove, sebbene sempre ben distanti dal caos di Bor Sesirim. In un paio di occasioni notammo delle pattuglie armate che marciavano in assetto da combattimento verso la parte alta della città e ci chiedemmo cosa stesse accadendo, senza tuttavia riuscire a trovare una risposta.

Il mercato era sorprendente nell'assortimento delle merci. Sembrava che i nani sapessero realizzare qualsiasi oggetto con il metallo o la roccia, che si trattasse di pesanti strumenti da lavoro o di semplici suppellettili come caraffe e boccali. Non c'era traccia di oggetti di legno, ceramica, argilla o terracotta, e rari erano i banchi che vendevano tessuti o pelli, sebbene Adesir fosse alla ricerca di uno zaino. 

Infine, quando ormai si avvicinava l'ora di rientrare per l'appuntamento con Aska Bork, trovammo un mercante che vendeva sacche e zaini, ma il prezzo che ci propose inizialmente, mimando con le mani e mostrando le monete, era esorbitante. Dopo un'estenuante trattativa fatta prevalentemente di gesti e parole incomprensibili per entrambe le parti, riuscimmo ad acquistare uno zaino per sole otto monete d'argento. Allo stesso prezzo ne avremmo potuti comprare tre o quattro in qualsiasi villaggio
esmeldiano...

sulla soglia della nostra temporanea abitazione trovammo un gruppo di persone probabilmente appena giunte. Riconoscemmo Aska Bork in compagnia di Polgrim, un membro particolarmente giovane del consiglio degli anziani che già avevamo conosciuto al banchetto. Con loro si trovava un uomo più o meno della mia statura, con lunghi capelli neri raccolti in una coda che scendeva morbida sulla nuca, dai lineamenti vagamente simili a quelli esmeldiani, ma dalla carnagione più scura. Lo straniero indossava una giubba e pantaloni di cuoio borchiato, aveva uno scudo tondo sulla schiena ed una spada alla cinta, e dove gli indumenti lasciavano la pelle scoperta, si intravedevano numerosi tatuaggi.

Seguimmo i tre all'interno dell'edificio, incuriositi.

- Tervel! - esclamò Frostwind quando vide lo sconosciuto, andandogli incontro sorridente. I due sembravano conoscersi da tempo, e dovevano essere buoni amici, a giudicare dall'abbraccio che si scambiarono.

Aska Bork si premurò di fare le presentazioni, ricordandoci come Polgrim fosse un discendente del grande Felgrim dell'Artiglio di Ferro, e introducendo Tervel della tribù del Falco Blu delle grandi pianure. Frostwind ci raccontò brevemente di aver conosciuto il barbaro quando ancora militava con le forze themanite, in occasione di una rivolta cui lo stesso Tervel prese parte, ma non ci fu dato modo di approfondire l'argomento. Aska Bork sembrava avere fretta.

Ponendo termine alle formalità, il capo della gilda dei mercanti di Aktaarbork ebbe cura di informarci che Thorin sarebbe stato assente per alcuni giorni, a causa di un impegno con il reggente. Il nano sembrava imbarazzato per qualcosa che, nonostante l'apparente fretta, stentava a dire. Pareva avesse un rospo in gola.

- Mi duole informarvi - iniziò ad un tratto, schiarendosi la voce - che probabilmente ciò che abbiamo scoperto ad Aktaarbork potrebbe essere avvenuto anche in altre zone di
Bar-Arghaal.

- Come avevamo sospettato fin dall'inizio - osservai, ricordando come avessi prospettato quella possibilità al sovrano, nel corso della cena la sera prima. Warnom e Frostwind annuivano, forse sorpresi come me che Aska Bork fosse a disagio nel rivelarci qualcosa che sapevamo già.

- Proprio per questo - proseguiva il nano, come se stesse ripetendo un discorso accuratamente preparato, - abbiamo già inviato le nostre migliori pattuglie in ogni angolo della Confederazione, alla ricerca di eventuali tracce di ulteriori tentativi di invasione - si interruppe un attimo per riprendere fiato.

- Ad ogni modo, - proseguì - abbiamo riflettuto che, perché queste azioni possano costituire una minaccia reale per Bar-Arghaal, occorrerebbe un'azione coordinata che porti simultaneamente all'irruzione di truppe nemiche dai quattro angoli della nostra nazione. Un primo pericolo, ad Aktaarbork, è stato sventato grazie alla vostra preziosa collaborazione, ma abbiamo motivo di ritenere che la città di Terembork possa essere un altro punto preso di mira dal progetto themanita. Vorremmo quindi, a nome del reggente e del sovrano, che foste voi a condurre le indagini in quella città, dato che potreste ricorrere ai poteri di Frostwind, che in questo caso rappresentano un utile strumento a noi non disponibile.

Ora che eravamo scagionati e ci eravamo rivelati utili, i nani chiedevano ancora la nostra collaborazione, osservai fra me e me. In fin dei conti, la cosa era ragionevole, tuttavia, e si trattava comunque di contrastare i piani di Themanis, la qual cosa era sempre per me di grande interesse. Aska Bork ci dava carta bianca a nome di Bar-Arghaal e non era cosa da poco ottenere la fiducia incondizionata di quella gente, il che mi fece sentire, per la prima volta, inorgoglito del ruolo che avevamo nella vicenda. 

La sola perplessità riguardava la missione affidataci da Shair, come feci notare al nostro ospite. Infatti, era forse opportuno che non si perdesse tempo nel recapitare il messaggio di Selgrim a Bor Sesirim, in vista degli eventi che presto avrebbero potuto coinvolgere Bor Vigassian dopo che il Duca si era messo in aperto contrasto con l'ambasciatore themanita. Ci accordammo quindi prendendoci una settimana di tempo, durante la quale avremmo fatto del nostro meglio per scovare altre tracce dei piani nemici ai danni dei nani, e Aska Bork ci promise ulteriori ricompense per l'incarico, senza che noi chiedessimo nulla: mille e cinquecento monete d'oro a testa, una cifra che avrebbe fatto girare al testa a chiunque. Approfittando dell'occasione, Warnom riuscì a ottenere le sue trecento monete come anticipo, che l'abile ASka Bork fece sborsare al riluttante
Polgrim.

Ad ogni modo, avremmo dovuto occuparci della cosa senza Thorin. Anzi, avremmo dovuto prendere con noi sia Terval che Polgrim, nei confronti del quale notai che Aska Bork non provava alcuna simpatia. Se Terval non mi suscitava alcuna preoccupazione, probabilmente per via della sua amicizia con Frostwind, l'idea di prendere con noi un altro membro del Consiglio degli Anziani non mi andava troppo a genio dopo che sia Dagor che Galdim si erano rivelati in qualche modo collegati ai piani themaniti da noi sventati. Ad ogni modo non mi opposi alla proposta, notando dall'atteggiamento di Aska Bork che l'aggregazione di Polgrim al nostro gruppo fosse una sorta di costrizione che lui stesso doveva aver accettato per forza...