[Anteprima Essen 2015] The Magnates: A Game of Power

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Giochi
La forte impressione che ho da questo gioco, che si propone poi invece con materiale e grafica di gran livello, è che gli autori l’abbiano inventato partendo da un mazzo di carte da scala 40.

Ogni giocatore impersona una nobile famiglia all’epoca della Confederazione polacco-lituana, rappresentata infatti da 13 carte. Oltre alla fuffa (che taluni chiamano “testo  d’ambientazione”) l’unica informazione importante sulle carte è un numero che, da quel che deduco con una rapida occhiata agli esempi, ha un valore compreso fra 1 e 13. Credo con la sola accortezza che la dama che ha il numero 1 in realtà ha anche un valore di 10, con l’uno in realtà usato solo per i conflitti. Il gioco consiste nel giocare tutte queste carte in quattro turni di gioco rappresentanti i diversi periodi di splendore della Confederazione (oro, argento, bronzo e ferro).
 
Useremo le carte come valuta per una serie di aste coperte a puntata singola per aggiudicarci ruoli in senato, carte privilegio e posizioni di rilievo nei conflitti con i popoli vicini.
I ruoli in senato sono rappresentati da 4 carte con dei poteri da giocare durante il turno (vantaggio nel risolvere i pareggi, bonus nei conflitti, sostituzione di una tenuta altrui con una propria...). I giocatori ci giocano sopra 3 carte (non più di una per ruolo). Chi ha giocato la carta più alta se lo aggiudica per il turno.
Stessa cosa per le 5 carte privilegio su cui giocare 5 carte, che però cambiano ad ogni turno e possono essere conservate da giocare al momento opportuno.
Aggiudicandosi carte i giocatori acquisiscono in genere anche tenute da piazzare in stati non attualmente contestati (cioè con un conflitto ancora aperto). Queste tenute, singolarmente e sotto forma di maggioranze nei vari stati, distribuiranno punti alla fine del gioco per sancire chi sarà il vincitore.
 
Si passa poi ai conflitti. Ogni turno ve ne sono 5 da contrastare. Possono essere tutti nuovi oppure in parte riportati dai turni precedenti, se non sono stati risolti. In ogni caso sono rappresentati da una carta con un valore da raggiungere abbinata ad uno degli stati.
Le famiglie giocheranno una carta coperta su ognuno dei conflitti. Se il totale delle carte più i vari bonus e malus dovuti a carte varie giocate o a segnalini presenti sul territorio (feudi dati in premio, fortezze ed edifici vari donati da carte privilegio agli stati, pedine con malus depositate a causa di precedenti specifiche invasioni...) raggiunge il valore necessario al guerra è vinta e dei premi saranno assegnati al maggior contribuente. Se non lo è il territorio rimane contestato, si applicheranno gli effetti negativi (in genere rimozioni di tenute negli stati invasi più effetti secondari) e chi ha meno contribuito ne avrà un danno maggiore (ammesso che sia presente sul territorio). Se in un qualsiasi momento della partita ci sono 3 stati contestati in gioco la partita finisce con la sconfitta di ogni giocatore.
Impressioni
Tutto il gioco sta nel dosare le famose 13 carte. Tranne nel caso del senato però una carta andrà comunque giocata, e mai più d’una, in ogni caso. Per le fasi senato e privilegio mi dà quindi l’impressione che sia sempre un pò tutto un terno al lotto. E’ quasi impossibile aggiudicarsi qualcosa con sicurezza se non tramite la giocata di carte già in mano per “barare” sul numero. Mi immagino già a fare ragionamenti tipo “quella carta è forte quindi evito di competere perché perderei e gioco la mia più forte su questa che a me va bene uguale e la trascureranno” e poi perdere pure quella notando che tutti hanno fatto lo stesso ragionamento e nessuno ha giocato forte sulla carta migliore. Irritante.
 
Molto più interessante mi pare invece il gioco nel momento dei conflitti. I giocatori senza nessuna tenuta nei territori attaccati cercheranno di far fallire lo scontro per vedere distrutte quelle dei loro avversari e chi è presente si impegnerà ad impedirlo con tutte le forze. Rimane però lo spauracchio del fallimento collettivo e si dovrà spesso giocare rischiando la disfatta.
 
Il gioco sembra comunque rimanere ben ambientato, fra abilità concesse dalle carte e senso di appartenenza dei territori, oltre che per citazioni di persone realmente esistenti e situazioni realmente accadute.
Le aste cieche non mi piacciono e quindi non ho dubbi sul fatto che non rientrerà fra i miei pochi acquisti del prossimo anno. Ma non mi dispiacerebbe comunque provarlo.

Commenti

Graficamente rievoca molto i capolavori Histogame.

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