Ottimo racconto e recensione. Condivido completamente l'analisi.
Fumo, la prima cosa che ricordo di aver visto è stato il fumo che usciva dalla mia bocca appena mi sono svegliato nella capsula di ibernazione. Non mi ricordo un ca*zo, sono confuso, stordito e ho sete. Venderei l'anima al diavolo per una ca*zo di sigaretta. Finite le procedure di risveglio i ricordi iniziano a riaffiorare. Mi chiamo George, ho 39 anni e sono il meccanico della nave, sono stato assegnato a questa nave per riparare i guasti che ci saranno, perché vi assicuro che ce ne saranno. Evidentemente qualcosa è andato storto, la IA della nave ha avviato le procedure di risveglio ben prima di quanto stabilito dovevamo essere svegliati appena arrivati a... appena arrivati a... dove ca*zo stiamo andando? Gli effetti collaterali dell'ibernazione, il cervello ci mette un po' a riattivarsi a dovere e la memoria gioca qualche brutto scherzo, ci sarà una sigaretta in questa ca*zo di nave?
Ma se mi hanno svegliato ci sarà qualcosa da riparare, ma qui è tutto buio dove ca*zo sono le luci? Vabbè lasciamo perdere, il tempo di arrivare al pannello dei controllo motori e vediamo se funziona tutto basta prendere il corridoio... il corridoio... maledetto cervello non puoi farmi questo, non mi ricordo nemmeno come è fatta questa cavolo di nave.
Aspetta sento delle voci, fammi prendere la mia roba e vado a vedere chi altri è stato svegliato.
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Me*da! Io pensavo ci fosse da avvitare qualche bullone e saldare qualche tubo e invece siamo nella me*da fino al collo. Erano stati svegliati tutti, il capitano, l'esploratrice, il soldato, il pilota e anche lo scienziato, oddio per lui la veglia è durata poco visto che qualcuno ha pensato bene di aprirgli un bel buco nel torace, c'erano interiora dappertutto, perché questa ca*zo di nave non ha risvegliato qualcuno per pulire? Degli altri quattro stronzi nemmeno uno che avesse una sigaretta. Insomma è venuto fuori che nessuno si ricorda come diamine è fatta questa nave e quindi Steve ha preso il comando ci siamo divisi e stiamo andando ad esplorare la nave. Io sono con il soldato, è un tipo strano e non parla quasi mai. Meglio così non ho voglia di fare tante chiacchiere, però non mi piace come mi guarda quando pensa che non lo vedo, sembra una iena che punta una carcassa, nel dubbio carico il fucile.
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Porca di quella puttana! Che ca*zo è passato il circo degli elefanti su questa nave? Abbiamo esplorato i corridoi di prua e non ne è andata bene una, ovunque passa quel soldato fa un rumore pazzesco e poi le condizioni della nave, siamo entrati e la prima stanza che abbiamo trovato erano le docce e appena entrati il portellone automatico ci si è chiuso alle spalle separandoci dagli altri, poi abbiamo trovato la stanza della gestione antincendio che bruciava – che ironia eh? - e dopo aver sprecato diversi minuti per spegnerlo siamo arrivati in infermeria, ma era tutto distrutto, mi ci vorrà un po' per risistemare il sistema automatico, anche perché mentre Kevin aspettava che lo riparassi ho preso per me una siringa d'adrenalina e delle bende per me, non si sa mai potessero servirmi, però di sigarette neanche l'ombra.
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Oh porca me*da! Kevin sei un merdoso, lo sapevo! Ma che ca*zo! Volevamo tornare all'Hibernatorium passando dal corridoio parallelo a quello che abbiamo usato fin'ora, e siamo entrati nell'armeria, Kevin ha mandato me in avanti dicendo “ti copro le spalle!” entro e mi cade addosso della melma verde schifosa che puzza da fare schifo, e quello stronzo se la ride, entra scansando la melma e va a prendersi tutte le munizioni che trova. Quella me*da iniziava anche a bruciare, quindi siamo tornati da dove siamo venuti per andare alle docce, mentre percorriamo il corridoio ho lasciato macchie di quella me*da ovunque, poi è successo. Da dietro di noi è arrivato uno di quei cosi! Non avevo mai visto niente di così terribile in vita mia. Avevo quella melma sugli occhi e non ho visto bene ma gli artigli e le zanne quelli si che gli ho visti, un orso in confronto sembra un ca*zo di chihuahua. Almeno sono con un ca*zo di Marine addestrato e armato fino ai denti ho pensato, e invece quello stronzo si è sparato del fuoco di copertura e si è levato di torno, lasciandomi lì in pasto a quella... a quella cosa. Gli ho sparato, l'ho presa in pieno petto, ma con quella specie di esoscheletro anche le cariche ad energia fanno fatica a passare, allora mi sono messo a correre, quel mostro mi ha graffiato un braccio, fa male ma è sopportabile, e mi sono nascosto nell'armeria, speriamo non mi abbia seguito. Ora ci vorrebbe una sigaretta, ma almeno ho delle bende.
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Un rumore metallico sopra la mia testa e poi il nulla, ho paura che quel coso si sia infilato per i corridoi tecnici, ma almeno per il momento non dà la caccia a me. Me ne sono andato verso la cabina di pilotaggio alla ricerca di qualche faccia amica, ho trovato Ana Kulickova, il pilota di questa missione, l'unica faccia simpatica in questa fogna, e l'unica donna che regge l'alcol più di me. Le ho raccontato quello che è successo ma non mi è sembrata stupita, forse anche lei ne ha incontrato uno, stava uscendo dalla cabina di pilotaggio, mi ha detto che ha reimpostato la rotta verso la Terra, ma sembrava strana, non è che non mi voglio fidare di lei ma a questo punto ricontrollerei anche le impostazioni di rotta, così per scrupolo. Un momento. Cos'è quello? Sembra un uovo di struzzo ma verde e coperto della stessa melma che mi è caduta addosso. Cosa dici? È un uovo di quei mostri! Aspetta che gli sparo. No non ne vuole sapere dice che lo dobbiamo portare al laboratorio ad analizzarlo. Mi devo fidare di Ana, anche perché ho un solo colpo in canna e c'è un mostro a giro per la nave. Mi fiderò, per ora.
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Ca*zo! La nave è invasa e dovunque vada trovo quei mostri maledetti. Mi hanno maciullato un braccio e ho paura che sia già in corso un'infezione, la gamba poi con un colpo di coda di uno di quegli affari credo mi abbia fratturato la tibia. Per ora gli ho limitati chiudendomi i portelloni alle spalle ma come se non bastasse il sistema è in avaria luce rossa e sirene ovunque, il capitano ha impostato l'autodistruzione della nave così che questi mostri non arrivino sulla terra, il cadavere di Ana è su una capsula, Jane è stata infilzata da parte a parte da un essere così grande che Steve ha ribattezzato la Regina e Kevin non sappiamo dove ca*zo sia. Io e Steve stiamo cercando l'accesso alle capsule del Blocco B, così se ho fortuna non solo sopravvivo, ma non dovrò lavorare mai più. Ma bisogna fare presto!
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Che schifo di mondo quello in cui viviamo, ma in fondo me lo merito. Eravamo quasi al blocco B quando il fuoco è divampato, io mi sono precipitato fuori e ho sigillato i portelloni. Malconcio come era messo il fumo ha fatto prima del fuoco a finirlo, era fatta! Mi guardava sicuro che con le mie carte avrei potuto forzare il portellone. Quando gli ho sorriso ha capito e si è lasciato andare. Ero diventato talmente ricco che per un secondo mi sono scordato di essere in una nave circondato da mostri alieni... un secondo di troppo, finalmente ho conosciuto la “Regina” anche io. Ca*zo non c'è altro modo per descriverla! La Regina di tutti i fottuti alieni di questo maledetto spazio. È successo tutto velocemente, con un'artigliata mi ha sfondato il fianco destro, tutto, ossa, muscoli e vestiti, così come se fossero burro. Ora sono sdraiato in terra che aspetto di morire, e guardo quello che credo sia stato un mio rene. Quella maledetta non mi ha dato nemmeno la soddisfazione di finirmi in fretta come è apparsa se ne è andata, e io devo stare qui e sputare sangue a fissare uno dei primi settori della nave su cui ho lavorato. Aspetta.... mi trascino con tutto me stesso e con le ultime forze che mi rimangono e uso un pezzo di ferro per far leva su un pannello difettoso. Mi è venuto in mente! Prima di partire ho nascosto qui la mia scorta di sigarette. Ne prendo una e ascolto la voce robotica che ha già avviato il countdown, ormai ci siamo quattro... accendo la sigaretta, tre... aspiro intensamente, due... butto fuori fumo rossastro e rido della misera fine che sto per fare, uno... Addio mondo, Addio Nemesis.
Considerazioni
"La saggezza dei proverbi sta nel contraddirsi." Camillo Sbarbaro
Ho così introdotto il gioco per due motivi; il primo è perché da tanto avevo in mente di scrivere qualcosa del genere e il secondo perché Nemesis è il gioco perfetto per farlo, ma ci arriveremo. Il 2019 è stato per me e Mrs. Rosengald l'anno della riscoperta del lato oscuro del gioco, gli american. Come giocatori noi nasciamo nel gioco di ruolo e il gioco che ci ha fatto entrare in questo tunnel è stato Last Night on Earth; da lì in poi però principalmente cubetti e tessere per noi con qualche sporadica eccezione, i dadi al massimo li piazziamo. Ma nel 2019 tra Nemesis, Viaggi nella terra di mezzo, Lord of Hellas e compagnia ci siamo andati giù duro. Tra tutti questi nessuno è come Nemesis.
Diversamente dal solito partirò da un'analisi dei difetti del gioco. Già, perché nonostante tutto il gioco ha dei difetti. Questo gioco ha alcuni tra gli elementi di gioco che trovo più frustranti e deludenti del panorama dei giochi da tavolo. Vediamone insieme alcuni.
L'eliminazione del giocatore; su questa nave spaziale si muore e anche frequentemente, e se il primo ad essere eliminato prende il controllo degli alieni, gli altri rimangono a guardare. Il sistema di controllo intrusi è poco elegante e assolutamente raffazzonato, tanto che al mio tavolo di comune accordo chi muore si limita a morire e basta. Inoltre, la morte non è sempre il frutto di macro errori tattici del giocatore e quindi una giusta punizione per eliminare dal tavolo l'anello debole, ma arriva completamente gratuita e immeritata, un po' come la busta di Equitalia. Infatti, gli attacchi dei mostri sono pescati casualmente da un sacchetto, e può succedere che dei pazzi sfrenati che corrono per le stanze nonostante i mostri e le ferite non vengano colpiti, e voi che avete giocato cautamente tutta la partita con un tiro sfortunato e una pescata peggio vi ritrovate a essere eliminati dal gioco perché la sorte ha deciso così. A condire il tutto la morte non arriva necessariamente a fine partita, e magari vi toccherà guardare i vostri compagni giocare anche per quaranta minuti buoni.
Ma l'eliminazione del giocatore non è solo per i morti: anche i rari vincenti subiranno la stessa imposizione. Infatti, chi raggiunge il proprio obbiettivo cercherà di salvarsi su una capsula di salvataggio o ibernandosi, cosa che anche se lo porterà a vincere lo escluderà dalla partita.
Visto che ho parlato degli obbiettivi personali potremmo disquisire su di essi. A inizio partita se ne riceve due, anche se al primo incontro dovremo scartarne uno. Il problema degli obbiettivi è il totale sbilanciamento che c'è. Alcuni potrebbero non essere in contrasto con gli altri giocatori e non solo facilmente percorribili, ma alle volte portati a termine da altri, come quello che richiede di studiare le debolezze degli intrusi. Mentre un aspetto importante da considerare quando viene richiesto di essere l'unico sopravvissuto o di uccidere il giocatore X come al nostro George non solo vi inimicherete l'intero equipaggio, ma non solo, non potete attaccare direttamente il diretto interessato ma dovrete o cogliere un'occasione particolare o sperare che gli alieni facciano il vostro lavoro. Sul non far sopravvivere nessuno poi, dovete essere baciati dalla fortuna, visto che sulla nave regna la sfiducia più totale nel prossimo ogni vostra azione sarà sempre – quando possibile – verificata da un altro giocatore.
Dopo aver scritto quasi una pagina di problematiche del gioco posso concludere dicendo che Nemesis, sulla carta, ha tutti gli elementi per non farmi nemmeno sedere al tavolo da gioco, eppure sono qui a parlarne e come avrete dedotto dal voto non ne parlerò nemmeno male? Come è possibile?
Perché bisogna sforzarsi di dare una valutazione oggettiva dei giochi ma anche di saperli collocare in un target di riferimento e valutarli in relazione al pubblico a cui si rivolgono e quale obbiettivo il gioco si pone. Qui l'obbiettivo non è sicuramente quello di offrire ai giocatori una raffinata sfida per la mente. Quindi, germanisti puri, ricacciate Nemesis come il diavolo rifugge l'acqua santa o Bugo fugge da Morgan. In Nemesis si racconta un film e lo si fa dannatamente bene ogni volta. Ogni round è dominato da un apocalittico senso di dover correre per fare qualcosa, anche se spesso non saprete nemmeno bene che cosa. L'unica meccanica davvero intrigante del gioco è quella del rumore che viene piazzato ogni volta che un giocatore entra in una stanza vuota, in uno dei corridoi, nel momento in cui in un corridoio si dovrebbe aggiungere un segnalino rumore, si verifica un incontro, verificato – ovviamente – con una pesca casuale da un sacchetto. Questo, mediamente porterà ad un momento iniziale di calma, con una tensione che cresce sempre di più, con i corridoi sempre più invasi dal rumore fino a che non arriveranno gli alieni, che magari verranno anche sconfitti e daranno un altro round, massimo due di tregua per poi arrivare ancora in di più, ovvero con le tempistiche esatte di un film. E proprio come in un film il gioco è un costante crescendo di tensione e disperazione fino alla fine della partita. Il problema dell'eliminazione del giocatore non mi ha mai pesato, e trovo che avendo questa impostazione cinematografica i giocatori possano comunque aver la voglia di vedere come finisce l'epopea nella nave spaziale, anche se ovviamente più tardi si muore meglio è.
I sei personaggi della scatola base sono gestiti da un mazzo di dieci carte che non si modificherà mai nel corso della partita se non per l'aggiunta di contaminazioni, e nonostante questo le carte specifiche di ogni personaggio sono sufficientemente tematizzate da rendere il ruolo sulla nave sia per logica di ambientazione sia per meccanica, e non solo il fatto che sono così poche carte permettono di imparare a sfruttare in poche partite il personaggio, aspetto importante in un gioco che ha una certa durata.
Anche la durata è importante. Infatti, si parte da un minimo di un'ora e mezza (ma solo se si gioca in due con tutti che conoscono il gioco) fino alle tre ore piene a massimo carico di giocatori. A dispetto di questo il regolamento non è complesso e nemmeno con troppe eccezioni. In un quarto d'ora poco più si riesce a spiegare il gioco, chiaramente omettendo alcune parti non essenziali (e che anzi ho trovato più intrigante far scoprire ai giocatori man mano), come ad esempio gli effetti delle stanze, lo sviluppo del sacchetto o la meccanica della contaminazione.
Il clima di sfiducia a cui accennavo prima, derivante dalla natura semi cooperativa del gioco, porta ad un altro enorme vantaggio: ognuno deve fare i propri interessi pur – generalmente – cooperando contro gli invasori alieni. Questo permette all'impossibilità di un giocatore che dica agli altri come giocare e si crea una situazione dove ognuno fa di testa sua anche se anche lui vuole salvare la nave, il che permette di far sentire ogni singolo giocatore il protagonista della storia che si sta creando.
Venendo alla scalabilità da tre a cinque è ottima, in due il gioco funziona ed è anche abbastanza rapido ma il sistema inizia a zoppicare, e onestamente non lo consiglierei per il gioco di coppia.
Esiste anche una modalità completamente cooperativa, che non prendo nemmeno in considerazione perché non ha il minimo senso giocare a Nemesis in maniera cooperativa.
Insomma questo Nemesis convince perché è un gioco onesto, senza pretese di strategia o di tattiche sopraffine, nella sua brutalità vuole far vivere una storia horror fantascientifica e ci riesce bene, anzi dannatamente bene.
Se quello che cercate è un gioco dove azione e adrenalina la fanno da padrona a bordo di una nave tetra e pericolosa, se anche voi non vedete l'ora di urlare “escono dalle fottuti pareti!” allora dovreste provare Nemesis
PS: prima che qualcuno lo dica, sì il prezzo della versione italiana è troppo alto, niente da dire.
I pareri di Mrs. Rosengald
"Quando un uomo e una donna sono d’accordo, è solo nelle conclusioni, le ragioni sono sempre differenti." George Santayana
Niente da dire, proprio un bel gioco questo Nemesis, è un film. Di tante partite che ho fatto non ne ho mai vinta neppure una eppure il gioco risulta sempre e comunque bello e divertente [N.d.Rosengald anche perché di solito quando perde sempre ad un gioco non ci vuole più giocare]. È un american al centodieci per cento, e la fortuna là c'è in tutti gli elementi, dal tiro del dado alla pesca delle carte, come è già stato detto, ma, diversamente dal solito, l'incontrollabilità degli eventi è talmente ben legata alla trama che in qualche modo si crea al tavolo da passare in secondo piano.
La prima partita risulta spiazzante, con molte cose a cui pensare e anche se le carte del mazzo giocatore sono solo dieci; l'ordine in cui escono e l'imparare a gestirsele sono elementi contro cui ci si deve scontrare all'inizio.
È un gioco che si rivolge ad un pubblico di giocatori, visto che le regole non sono poche, ma soprattutto per il tempo che richiede attorno al tavolo. Vado molto più breve del solito perché essendo d'accordo su tutto con Rosengald c'è poco da dire se non: proprio bello questo Nemesis.
Il voto di Mrs. Rosengald: 9