Ostrakon

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Ostrakon
Voto recensore:
5,4
Uno dei giochi di comitato più conosciuti della DaVinci.
Ostrakon è ambientato nell'antica Grecia ed ogni giocatore rappresenta un filosofo, chiamato in un concilio ad esprimere la propria opinione su quesiti universali, talvolta impegnativi ma spesso assurdi.
Il nome Ostrakon deriva naturalmente dai cocci di argilla sopra i quali veniva votata un'ostracizzazione o semplicemente una questione di rilevanza pubblica.

Il concilio è diviso in "giornate", durante ognuna delle quali ogni filosofo prende a turno la parola per porre ai suoi avversari un quesito che presupponga due tipi di risposte possibili (ad esempio si può domandare qualcosa che presupponga come risposta sì/no, vero/falso, bianco/nero, ecc.).
Il giocatore di turno deve cercare di dividere e spaccare il più possibile il suo uditorio, tentando di indovinare come avrà votato la maggioranza dei suoi avversari (se si gioca con persone che si conoscono bene si è logicamente più facilitati).

All'inizio del gioco si pongono sul tavolo le carte percorso, che hanno come traguardo ultimo il "Tempio della Saggezza"; successivamente si pongono in pila i filosofi in corrispondenza di una delle carte, che fungerà come punto di partenza, e sopra di essi viene posta la carta "Sole" ad illuminarli (che poesia). Viene preparata poi la carta "Calendario", che rappresenta un pò la clessidra del gioco, con la Luna a ricoprirla parzialmente a seconda del numero di giocatori. Bisogna ricordarsi sempre la "Regola del giorno", che rappresenta il modo in cui deve essere svolto ogni turno.
Vengono infine preparate le carte argomento.

Ad ogni turno il mazziere (che prende comunque parte al gioco) annuncia l'argomento su cui dovrà basarsi il filosofo del momento; per velocizzare il gioco, è meglio annunciare già il filosofo successivo a quello di turno, con il suo relativo argomento, in modo che possa prepararsi in anticipo una domanda per evitare tempi morti. Il filosofo di turno pone a quel punto una domanda agli avversari, logicamente attinente all'argomento, che presupponga due risposte possibili; dovrà abbinare una risposta al coccio bianco ed una a quello nero. Ogni giocatore dovrà votare in tutta sincerità, mentre il giocatore di turno voterà cercando di indovinare come abbia votato almeno la metà degli altri filosofi.
Se ci riesce, avanzerà lungo il percorso di un numero di caselle pari alle risposte "contrarie" (per questo è importante spaccare l'uditorio; se si pone una domanda troppo scontata, si indovinerà sicuramente ma c'è il rischio di restare fermi in caso di unanimità). Se sbaglia, resta fermo dove si trova. Uno per uno i filosofi dovranno porre una domanda a testa, fino alla fine della giornata; a quel punto verrà spostata in avanti la Luna ed il sole passerà ad illuminare il filosofo in testa, a partire dal quale ricomincerà il turno successivo. Logicamente gli argomenti cambiano in continuazione, quindi è superfluo aggiungere che le domande in linea di massima sono sempre molto varie.
Il gioco termina quando la Luna ricopre completamente la carta Calendario; il filosofo più avanti in quel momento è il vincitore.

Alcune carte percorso contengono dei simboli speciali; all'inizio di ogni giornata il mazziere controlla dove viene posizionato il Sole e dichiara quale sia la "Regola del giorno", sotto la quale verrà giocata "tutta" la giornata. Con la regola "Corruzione", il filosofo di turno sceglie un numero preciso di giocatori che costringerà a votare come lui (gli altri votano normalmente); tutto questo avverrà dopo che egli avrà mostrato il suo voto. Con la regola "Oracolo", il filosofo sceglie un numero preciso di giocatori che gli mostreranno come avranno votato; a quel punto egli deciderà se mantenere o mutare la propria scelta. Con la regola "Inganno", infine, il filosofo di turno può cambiare la propria scelta dopo aver visto i voti di tutti (questa regola non è un granchè).
C'è anche la possibilità di dichiararsi "seguace" del filosofo di turno; lo si può fare solo una volta in tutta la partita e permette di comportarsi da parassita, avanzando se lo fa anche il giocatore del momento.

E'un gioco simpatico che però mi lascia un pò perplesso. Nulla da dire sul regolamento, chiarissimo, e sul materiale, ben fatto e comunque divertente, visti i nomi ridicoli che caratterizzano i filosofi.
L'originalità non è logicamente eccelsa, dacchè non è il primo gioco di votazione su domande nè sarà l'ultimo.
E'un titolo che però dipende troppo dalle persone con le quali si gioca. A volte si può seriamente rischiare di dover schiacciare un sonnellino tra un turno e l'altro, considerando che non è facile inventarsi domande che possano spaccare l'uditorio in modo netto; inoltre molte persone sono prive di fantasia e faticano ad inventarsi qualunque tipo di quesito. Se si è in tanti spessissimo passano ore prima di poter divenire nuovamente il filosofo di turno. Inoltre, è un gioco che rende poco in 5 - 6 così come diviende troppo caotico in 11 - 12; consiglio di giocarlo più o meno da 7 a 10.
Dopo un pò di partite gli argomenti cominceranno a divenire triti e ritriti, quindi si dovrà ricorrere molto presto alle carte argomento da riempire (a quel punto può diventare tutto più interessante, con argomenti ancora più assurdi e piccanti). Secondo me soffre comunque di scarsa longevità e di divertimento troppo relativo; basta che ad una sola persona non piaccia eccessivamente per vedere rovinata una partita. E'un titolo che spaccherà sicuramente l'uditorio, un pò come all'interno del gioco stesso: a qualcuno piacerà moltissimo, altri lo detesteranno a morte.
Assicuratevi di avere una compagnia a cui possa interessare un gioco di tal tipo, a cui non manchi inventiva e tanta pazienza; altrimenti, statene alla larga.

Leggete il voto come un sei e mezzo. Non ho dato sette perchè mi sembrava troppo per un titolo così dipendente dalla situazione e dalle persone. A quando i mezzi voti?
Pro:
Semplice da comprendere, tascabile, con un materiale divertente. Se giocato con le persone giuste e in una serata adatta, può divenire esilerante e dare adito ad interessanti chiacchierate una volta finito di giocare. Intelligente.
Contro:
Non è proprio un gioco originalissimo. Può diventare estremamente lungo e soprattutto noioso se giocato con persone inadatte, magari in un momento inadeguato. Soffre di scarsa longevità, dopo qualche partita può cominciare seriamente a stancare, dacchè gli argomenti cominciano a ripetersi. Tra i giochi di comitato c'è di meglio.
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